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[RUGBYLIST] R: R: I: Qual è il male dell'Italia?

Giovanni Ciraolo jxcira a tin.it
Lun 17 Mar 2014 16:46:32 CET


Temo che stiamo cercando motivi di ordine elevato per "giustificare" la nostra forte delusione nel 6N. Semplicemente, a mio avviso i giocatori inglesi (e irlandesi) sono stati superiori. Attualmente sono nettamente superiori ai nostri. Che c'è di male a riconoscere che il tuo avversario è superiore? Nello sport, secondo me, non si può dire: in effetti loro giocano meglio di noi ma...questo è essenzialmente dovuto a...inoltre se non ci fosse capitato questo allora....ma nooo quel che conta è essere superiori o inferiori! Per diversi anni abbiamo avuto dei giocatori all'altezza di alcuni fra i migliori in Europa. E' stato un periodo. E' finito. Non tornerà più! Adesso si tratta di trovare giocatori migliori e di rischiare. Non è un problema di management federale! La Scozia può avere un buon management  ma se non trova anche lei ottimi giocatori non vince. La Scozia adesso non ha gli stessi centri, gli stessi mediani, poi le stesse 3linee di qualche anno fa. Non cercherei troppi alibi nella federazione che scassa tutto il sistema. Nel nostro caso forse i campioni vanno cercati anche in aree geografiche diverse. Nello sport vince chi ha più fame! Se Treviso ha fame, ben venga Treviso! In realtà non ci sono molti managers nel rugby italiano ma forse non ci sono mai stati. Invece dei managers a noi italiani non dispiace l'immagine dell'uomo solo al comando. In realtà in campo ci vanno i giocatori, non gli autocrati con le loro pancette! Sono i giocatori che in campo fintano o non fintano, che variano o non variano le direzioni di gioco, che interpretano o no l'avversario, sono i giocatori che vincono o perdono le touches. Il CT è il responsabile di una squadra, è lui che porta in campo una squadra ben allenata oppure si deve dimettere.     
g.ciraolo 
  ----- Original Message ----- 
  From: piero filotico 
  To: rugbylist a rugbylist.it 
  Sent: Monday, March 17, 2014 3:38 PM
  Subject: [RUGBYLIST] R: R: I: Qual è il male dell'Italia?


  Secondo Massimo Calandri su Repubblica di oggi (purtroppo il link non è disponibile) il problema è negli errori fatti nella gestione. E io credo sia proprio così: aver favorito chi assicurava i voti, invece che far nascere un vero movimento dal basso.
  Rugby, passione e sconfitte tanti soldi e pochi talenti in 15 anni di Sei Nazioni 
  L'ossessione della Federazione Italiana Rugby, che in 15 edizioni del Sei Nazioni ha incassato un tesoro da 400 milioni di euro e almeno 5 "cucchiai di legno", non è il diluvio di mete subìte.

   

   

  Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di Luigi Bocchino
  Inviato: lunedì 17 marzo 2014 14:28
  A: rugbylist a rugbylist.it
  Oggetto: Re: [RUGBYLIST] R: I: Qual è il male dell'Italia?

   

  1) Aguero 1981-Vunipola 1991

  2) Ghiraldini 1984-Hartley 1986

  3) Cittadini 1982-Wilson 1985

  4) Geldenhuys 1981-Launchbury 1991

  5) Bortolami 1980-Lawes 1989

  6) Furno 1989-Wood 1989

  7) Barbieri 1984-Robshaw 1986

  8) Parisse 1983-Morgan 1989

   

  Età media mischia Italia: 31

  Età media mischia Inghilterra: 26

   

  Secondo me è questo il male dell'Italia. Hai voglia a dire l'esperienza, ma quando a parità di esperienza hai cinque anni di meno, la differenza in ottanta minuti la fai eccome...

   


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  Da: ilfalco7 <ilfalco7 a libero.it>
  A: "rugbylist a rugbylist.it" <rugbylist a rugbylist.it> 
  Inviato: Lunedì 17 Marzo 2014 13:22
  Oggetto: [RUGBYLIST] R: I: Qual è il male dell'Italia?

   

   

  Questa volta concordo in tutto. Ma..... 

  Personalmente se l olimpico si riempie di appassionati e non di rugbysti mi va bene lo stesso. Impareranno.  

  Ma dobbiamo cambiare l approccio mentale e culturale.  Siamo convinti che per ottenere i risultati dobbiamo lavorare dall alto vedi franchigie. Sbagliato. Dobbiamo farlo dal basso e nemmeno dalle accademie ma dai bambini cercando di dare delle grandi basi motorie a coloro che poi andranno nelle accademie.  Xche li dovrannno lavorare sulla tecnica e sulla comprensione del gioco e non sulla forza e sull atletismo xche oramai sarebbe tardi.

   

  Inviato da Samsung Mobile.

   

  -------- Messaggio originale --------

  Da: Salvatore Messina 

  Data:17/03/2014 13:00 (GMT+01:00) 

  A: rugbylist a rugbylist.it 

  Oggetto: [RUGBYLIST] I: Qual è il male dell'Italia? 

   

  Io sinceramente non capisco tutta questa indignazione...

   

  Non abbiamo mai giocato bene, non siamo mai stati all'altezza e, a parte l'anno scorso vincendo per un pelo con una Francia oscena (non è che quest'anno sia meglio) e una Irlanda rappezzata e da riformare, ci siamo sempre giocati il cucchiaio di legno.

   

  Purtroppo siamo condizionati dalla mentalità della sconfitta con onore ma nel rugby, come nella vita, le sconfitte vanno sì accettate ma non giustificate. Se una squadre perde ha perso, punto e basta. Bisogna analizzare come mai e, partendo dalle cose positive (che ci sono sempre) correggere gli errori. Qualcuno si sognerebbe mai di dire che un chirurgo ha operato molto bene ma il paziente è morto perché non è stato abbastanza veloce a suturare l'arteria recisa? 

   

  Siamo andati avanti per anni a dire che la nostra forza era la mischia ma secondo me più per "dovere d'immagine" che altro. Oggi come oggi una mischia che ha un range d'azione di 4/5 metri dal punto di rilancio è una mischia inefficace.

   

  Probabilmente se la smettessimo di fare pubblicità al rugby con immagini di giocatori grandi e grossi che si rotolano sul fango e cominciassimo a far capire ai ragazzini che per giocare a rugby e fare sport bisogna essere in forma ed allenati e saper correre, oltre che saper passare/prendere e calciare la palla, forse cominceremmo a capire qual'è la strada per essere competitivi e le idee di gioco di Brunel troverebbero maggior terreno fertile.

   

  Infine, sarebbe anche ora, sopratutto in periodo di professionismo, che vengano convocati e messi sotto contratto con le squadre di PRO12 giocatori "in forma" e performanti. Per perdere con vecchie glorie tanto vale mettere un po' di pepe alle partite con i ragazzini ITALIANI.

   

   

  Salvatore Messina

   

  P.S. ALLENATORE: "Per fare andare la palla più lontano dovresti fare un passaggio a spin"

  GIOCATORE: "Che cos'è il passaggio spin?"

  A "Un passaggio avvitato"

  G "Non capisco"

  A "Vabbeh, vieni domani al campo che te lo faccio vedere"

  G "Non posso, domani devo andare a Roma per vedere l'ITAGLIA"

   

  Un esempio dello spettatore medio dell'Olimpico....

   

  Il Sabato 15 Marzo 2014 22:38, Giovanni Ciraolo <jxcira a tin.it> ha scritto:

  Premesso il fatto che sconfitte del genere come oggi con l'Inghilterra ci sono sempre state, e da parte di ogni squadra, vedi come nel caso della Scozia la disfatta ha causato l'immediato licenziamento del selezionatore (tra l'altro recepito malissimo dai giocatori), qual'è il male dell'Italia? E' vero come scrive Federico che non abbiamo più certezze in avanti: penso che Brunel abbia lavorato molto sulla psicologia di gioco, ma l'aspetto tecnico-agonistico sia stato trascurato. Si veda anche la Francia. Da quello che si è notato oggi, forse quello che manca al momento nel clan azzurro è semplicemente il duro lavoro. I gallesi sono usciti male da Twickenham ma si sono ripresi con un training durissimo. Sembra che attualmente nelle istanze del rugby italiano si siano congelate le spinte al rafforzamento dei clubs e dei giocatori. Manca un rafforzamento fisico ed economico del nostro patrimonio di gioco. Senza fare analisi catastrofiche, talvolta veritiere ma insufficienti, sarebbe bene capire il perché di questa fragilizzazione delle forze in campo in Italia. Sembra che non ci sia più nei clubs ed in nazionale chi affronta il confronto con i giocatori con un colloquio "franco e sincero". E' tutta colpa di Gavazzi? Magari! Ho l'impressione che la "base produttiva" del nostro rugby manchi anche di una nuova completa generazione di trainers.

  g.ciraolo    

    ----- Original Message ----- 

    From: ortelius79 a inwind.it 

    To: rugbylist a rugbylist.it 

    Sent: Saturday, March 15, 2014 3:24 PM

    Subject: [RUGBYLIST] Qual è il male dell'Italia?

     

    Bene, meno male che questo torneo è finito. Era tanto non vedevo un'Italia così depressa e deprimente. Secondo alcuni è un problema fisico, secondo me è mentale. In questo torneo ho visto raramente una squadra unita, che gioca con fiducia. La Scozia sarà al nostro livello, ma con la Francia ha fatto una partita bellissima. Noi sembriamo spersi, senza capo né coda, con poca voglia. Abbiamo chiaramente dei veri problemi nei ruoli chiave, ma se cominciano a vacillare pure le certezze in mischia e in touche dove vogliamo andare? Lo spogliatorio è di nuovo spaccato, come ai tempi di Mallett? Abbiamo un capitano che non fa il capitano: perfetto per le conferenze stampa, inutile se non dannoso per trascinare e unire i compagni. Boh, la situazione è veramente deprimente, vorrei sapere che ne pensa Gavazzi al riguardo. 

    Saluti da una Francia che non sta molto meglio

    Federico 


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