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[RUGBYLIST] I: Re: R: Re: I: R: R: Samoa

Luca Oliva lucaoliver63 a gmail.com
Gio 13 Nov 2014 12:47:18 CET


Viste dall'esterno le Accademie, così come le franchigie, sembrano 
proprio una casta di prescelti, come le ha chiamate Giorgio.
Chi entra in Accademia a 15 anni ha ragionevoli probabilità di fare 
tutta la trafila Accademia-Nazionali Giovanili-Franchigie. Se gli va 
male, trova comunque posto in una formazione di Eccellenza.
Purtroppo talvolta si tratta davvero di poco più che buoni giocatori, 
non certo di talenti.
Non essendoci competizione, un giocatore che a 15 anni si sente 
"arrivato" tende a sedersi, anche se comunque porta avanti una sua 
maturazione tecnio-atletica grazie ai metodi di preparazione professionali.
La mia proposta è che il "posto" in Accademia debba essere sottoposto a 
valutazione anno dopo anno, e che debba essere consentito l'ingresso in 
Accademia anche a ragazzi di 16, 17 e 18 anni, che dimostrino di avere 
subito una adeguata maturazione tecnico/tattica/atletica.
Purtroppo quello che vedo sono ragazzi di enorme talento, ma non pronti 
a 15 anni, che vivacchiano come ex- sui campi spelacchiati di provincia, 
e ragazzi che a 15 anni sono "fenomeni" continuare la loro grigia 
carriera di "travet" nelle strutture federali.
Purtroppo l'indicazione che mi riportano alcuni tecnici federali è che 
"o entri a 15 anni o non entri più, anzi stiamo abbassando l'età di 
selezione" ...
Se queste sono le premesse non c'è molto da stare allegri ...
La competitività delle franchigie non è che la naturale conseguenza di 
questa metodologia: i talenti ci sono, ma sono in misura inferiore a 
quelli che si potrebbero avere se ci fosse un'attività di selezione 
adeguata.

Si parla poi di clientelismo nella scelta degli atleti da inserire in 
Accademia: su questo non ho riscontri diretti, ma trattandosi di 
strutture "pubbliche" posso immaginare che questo possa essere un 
difetto intrinseco del sistema anche se, mi auguro, minoritario.

Sicuramente la strada di potenziare "anche" le accademie private dei 
club è un altro degli strumenti da utilizzare per migliorare la qualità 
della selezione. La motivazione del profitto è spesso una leva 
insostituibile per il miglioramento del prodotto finale.

Ciao a tutti.
Luca Oliva

Il 13/11/2014 09:03, tizianotaccola1 a alice.it ha scritto:
>
>
> Convengo che il sistema non è perfetto.
>
> Convengo che non ho capito bene l'argomento.
>
> Mi piacerebbe sapere le controproposte per capire meglio.
>
> Poi in tutti gli sport, in tutte le società ed in ogni aggregazione ci 
> sono amicizie che sfociano in una "casta".
>
> O così le vede colui che si sente penalizzato sui meriti.
>
> Un caro saluto 14cavallopazzo
>
>
>     ----Messaggio originale----
>     Da: giorgioxt a email.it
>     Data: 12-nov-2014 10.51
>     A:
>     Cc: <rugbylist a rugbylist.it>
>     Ogg: Re: [RUGBYLIST] R: Re: I: R: R: Samoa
>
>     Ciao a tutti da Giorgio
>     Il giorno 11/nov/2014, alle ore 18:40, tizianotaccola1 a alice.it
>     <mailto:tizianotaccola1 a alice.it> ha scritto:
>
>>
>>     Condivido l'equilibrio .
>>
>>     Trovo le critiche sugli equiparati o sui nostri giocatori che
>>     militano all'estero un tantino esagerate. Ormai anche altre
>>     squadre dell'emisfero Nord ricorrono agli equiparati. Che dire
>>     poi della grande squadra dei Pumas i cui giocatori militano in
>>     gran parte all'estero?
>>
>>     Le accademie hanno già dato qualche frutto ed altri ancora ne
>>     daranno. Se c'è un pensiero che mi tormenta, caso mai, è quello
>>     di non vedere prospettive di sviluppo per i nostri U19 e U20 che
>>     dimostrano di avere delle qualità interessantissime. Penso che
>>     questi giovani sono troppo giovani per entrare nella Celtic (a
>>     parte qualche eccezione) e che se ristagnano nella nostra
>>     Eccellenza non hanno quella spinta, quella istigazione a
>>     migliorarsi, non assorbono quelle tempistiche e quella capacità
>>     di sopportare innumerevoli fasi di gioco che nel rugby moderno è
>>     indispensabile. Insomma i giovani vanno cresciuti con altri
>>     giovani dei campionati di livello superiore, vedi Francia, Galles
>>     ecc. ecc.
>>
>>     14Cavallopazzo
>>
>>
>     Posso essere d'accordo sul resto, ma non sulle Accademie .
>     Il rapporto costi/benefici è spaventoso visti i risultati (che si
>     possono tranquillamente valutare visto che sono già passati anni)
>     , e non è nemmeno l'aspetto peggiore.
>     L'aspetto peggiore è aver voluto creare un sistema separato e
>     contro il resto del rugby, quello reale che viene fatto dai club,
>     rifiutando qualunque confronto e creando una vera e propria CASTA
>     di PRESCELTI .
>     Questo è l'errore fondamentale , un ragazzo di una accademia U18
>     moderatamente bravo ha quasi una possibilità su 2 di entrare nella
>     Francescato, la stessa accademia Nazionale NON PUO' scegliere i
>     ragazzi migliori ma DEVE RISPETTARE DELLE QUOTE , quando sei in
>     accademia nazionale hai la quasi certezza di arrivare alle Zebre
>     ma sicuramente in Nazionale giovanile.
>     Come si può fare qualità SENZA selezione e confronto? a me risulta
>     che NESSUNO sia mia stato allontanato dalle accademie per scarsa
>     qualità od impegno…
>
>     Le Accademie potevano e potrebbero avere una funzione importante
>     dove i club non hanno le forze e le qualità per fare formazione,
>     dove i numeri sono bassi al punto da non fare le squadre, ma per
>     la crescita e lo sviluppo un campionato nazionale giovanile
>     meritocratico costa molto, ma molto meno ed è molto più formativo.
>
>     Poi quando ci decideremo a valutare le società per il loro merito
>     formativo invece che per l'appartenenza o meno al "giro degli
>     amici" sarà sempre troppo tardi.
>
>
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