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[RUGBYLIST] I: I: Re: R: Re: I: R: R: Samoa

Salvatore Messina totorugby a yahoo.it
Gio 13 Nov 2014 14:27:43 CET


Come si fa a criticare un'accademia????
Quello che non funziona è la "struttura": ingessata, clientelare e dispendiosa.
Il progetto è semplice: progetto di formazione modulare fatto da persone (competenti da comprovati risultati oggettivi) non da impianti e scrivanie che seguano i ragazzi inseriti nel progetto e che li valutino in base ai risultati ed ai minutaggi concessi a loro dai club. Se un giovane "talento" non gioca dipende dalle capacità e dal compenso. Come faccio ad inserire un giovane in U20 federale se a lui viene preferito un giocatore di formazione estera anche in serie A?
Un po' come laureare a priori dei medici che non passano gli esami solo perché servono medici...
 
Salvatore Messina

----- Messaggio inoltrato -----
Da: Luca Oliva <lucaoliver63 a gmail.com>
A: rugbylist a rugbylist.it 
Inviato: Giovedì 13 Novembre 2014 12:47
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] I: Re:  R: Re:  I:  R:  R:  Samoa
 


Viste dall'esterno le Accademie, così come le franchigie, sembrano proprio una casta di prescelti, come le ha chiamate Giorgio.
Chi entra in Accademia a 15 anni ha ragionevoli probabilità di fare
    tutta la trafila Accademia-Nazionali Giovanili-Franchigie. Se gli va
    male, trova comunque posto in una formazione di Eccellenza.
Purtroppo talvolta si tratta davvero di poco più che buoni
    giocatori, non certo di talenti.
Non essendoci competizione, un giocatore che a 15 anni si sente
    "arrivato" tende a sedersi, anche se comunque porta avanti una sua
    maturazione tecnio-atletica grazie ai metodi di preparazione
    professionali.
La mia proposta è che il "posto" in Accademia debba essere
    sottoposto a valutazione anno dopo anno, e che debba essere
    consentito l'ingresso in Accademia anche a ragazzi di 16, 17 e 18
    anni, che dimostrino di avere subito una adeguata maturazione
    tecnico/tattica/atletica.
Purtroppo quello che vedo sono ragazzi di enorme talento, ma non
    pronti a 15 anni, che vivacchiano come ex- sui campi spelacchiati di
    provincia, e ragazzi che a 15 anni sono "fenomeni" continuare la
    loro grigia carriera di "travet" nelle strutture federali.
Purtroppo l'indicazione che mi riportano alcuni tecnici federali è
    che "o entri a 15 anni o non entri più, anzi stiamo abbassando l'età
    di selezione" ...
Se queste sono le premesse non c'è molto da stare allegri ...
La competitività delle franchigie non è che la naturale conseguenza
    di questa metodologia: i talenti ci sono, ma sono in misura
    inferiore a quelli che si potrebbero avere se ci fosse un'attività
    di selezione adeguata.

Si parla poi di clientelismo nella scelta degli atleti da inserire
    in Accademia: su questo non ho riscontri diretti, ma trattandosi di
    strutture "pubbliche" posso immaginare che questo possa essere un
    difetto intrinseco del sistema anche se, mi auguro, minoritario.

Sicuramente la strada di potenziare "anche" le accademie private dei
    club è un altro degli strumenti da utilizzare per migliorare la
    qualità della selezione. La motivazione del profitto è spesso una
    leva insostituibile per il miglioramento del prodotto finale. 

Ciao a tutti.
Luca Oliva




Il 13/11/2014 09:03, tizianotaccola1 a alice.it ha scritto:


>Convengo che il sistema non è perfetto. 
>Convengo che non ho capito bene l'argomento.
>Mi piacerebbe sapere le controproposte per capire meglio.
>Poi in tutti gli sport, in tutte le società ed in ogni aggregazione ci sono amicizie che sfociano in una "casta". 
>O così le vede colui che si sente penalizzato sui meriti.
>Un caro saluto 14cavallopazzo
>
>
>----Messaggio originale----
>>Da: giorgioxt a email.it
>>Data: 12-nov-2014 10.51
>>A: 
>>Cc: <rugbylist a rugbylist.it>
>>Ogg: Re: [RUGBYLIST] R: Re: I: R: R: Samoa
>>
>>Ciao a tutti da Giorgio
>>
>>Il giorno 11/nov/2014, alle ore 18:40, tizianotaccola1 a alice.it ha scritto:
>>
>>
>>>Condivido l'equilibrio .
>>>Trovo le critiche sugli equiparati o sui nostri giocatori che militano all'estero un tantino esagerate. Ormai anche altre squadre dell'emisfero Nord ricorrono agli equiparati. Che dire poi della grande squadra dei Pumas i cui giocatori militano in gran parte all'estero?
>>>Le accademie hanno già dato qualche frutto ed altri ancora ne daranno. Se c'è un pensiero che mi tormenta, caso mai, è quello di non vedere prospettive di sviluppo per i nostri U19 e U20 che dimostrano di avere delle qualità interessantissime. Penso che questi giovani sono troppo giovani per entrare nella Celtic (a parte qualche eccezione) e che se ristagnano nella nostra Eccellenza non hanno quella spinta, quella istigazione a migliorarsi, non assorbono quelle tempistiche e quella capacità di sopportare innumerevoli fasi di gioco che nel rugby moderno è indispensabile. Insomma i giovani vanno cresciuti con altri giovani dei campionati di livello superiore, vedi Francia, Galles ecc. ecc.
>>>14Cavallopazzo
>>>
>>>
Posso essere d'accordo sul resto, ma non sulle Accademie .
>>Il rapporto costi/benefici è spaventoso visti i risultati (che si possono tranquillamente valutare visto che sono già passati anni) , e non è nemmeno l'aspetto peggiore.
>>L'aspetto peggiore è aver voluto creare un sistema separato e contro il resto del rugby, quello reale che viene fatto dai club, rifiutando qualunque confronto e creando una vera e propria CASTA di PRESCELTI .
>>Questo è l'errore fondamentale , un ragazzo di una accademia U18 moderatamente bravo ha quasi una possibilità su 2 di entrare nella Francescato, la stessa accademia Nazionale NON PUO' scegliere i ragazzi migliori ma DEVE RISPETTARE DELLE QUOTE , quando sei in accademia nazionale hai la quasi certezza di arrivare alle Zebre ma sicuramente in Nazionale giovanile. 
>>Come si può fare qualità SENZA selezione e confronto? a me risulta che NESSUNO sia mia stato allontanato dalle accademie per scarsa qualità od impegno…
>>
>>
>>Le Accademie potevano e potrebbero avere una funzione importante dove i club non hanno le forze e le qualità per fare formazione, dove i numeri sono bassi al punto da non fare le squadre, ma per la crescita e lo sviluppo un campionato nazionale giovanile meritocratico costa molto, ma molto meno ed è molto più formativo.
>>
>>
>>Poi quando ci decideremo a valutare le società per il loro merito formativo invece che per l'appartenenza o meno al "giro degli amici" sarà sempre troppo tardi.
>>
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