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[RUGBYLIST] R: Re: R: R: domanda

tizianotaccola1 a alice.it tizianotaccola1 a alice.it
Ven 9 Ott 2015 16:34:31 CEST


Poichè vedo che l'oggetto della mail rimane : "domanda", cercherò di farne una molto semplice: in Italia c'è spazioper il rugby professionistico? Forse più che spazio dovevo chiedere: ci sono le risorse economiche per il rugby professionistico?Per quel che ne capisco io ci sono le risorse per un rugby di basso livello. In Eccellenza sono poche le squadre che possonopermettersi di pagare tutta la rosa dei giocatori facendo sì che questi giocatori non abbiano bisogno di avere attività remunerativee che possano allenarsi a tempo pieno, mattina e pomeriggio comprese le lezioni teoriche, per 5 giorni la settimana.Le società di Eccellenza difficilmente riescono ad avere bilanci in attivo, vuoi perchè il numero degli spettatori è basso, vuoi perchè gli sponsor non elargiscono denari oltre una certa cifra. Il dito nella piaga ce l'ha messo ultimamente Cavinatoquando afferma che l'unica squadra paragonabile al professionismo sono le Fiamme Oro. I suoi giocatori possono allenarsiquotidianamente mattina e pomeriggio poichè sono dei poliziotti che fanno parte del "gruppo" sportivo e godono di una certa autonomiarispetto al corpo vero e proprio di polizia. Detto questo appare evidente che gli stranieri, che le nostre società di Eccellenza possono permettersi, sono del livello pari alle disponibilità economiche.I giocatori stranieri offrono alle squadre in cui militano le loro qualità tecniche ed atletiche innalzando notevolmente il potenziale della squadra.Da noi non verranno certamente dei Giteau, degli Armitage, dei Wilckinson, dei Botha ecc. ecc... Non ce lo possiamo permettere in termini di soldi.Parliamo di professionismo. Io credo che se una società rugbystica italiana potesse disporre del budget di cui ha la disponibilità il Tolone, o il Clérmont oppure il Paris di Parisse, in pochi anni potrebbe certamente competere con queste squadre.Inoltre i nostri più bravi giocatori sono attratti dai contratti che vengono proposti loro in paesi dove il rugby è seguito da milioni di persone e dovegli stadi sono pieni e dove gli sponsor sborsano cifre che in Italia manco ci immaginiamo. Se ne vanno giustamente a guadagnare di più: sono dei professionisti.Preso atto che in Italia non ci sono soldi sufficienti a mantenere i campioni, si è cercato di creare almeno due squadre con dei veri giocatori professionisti.Le Zebre e la Benetton Treviso. La prima è una franchigia federale, la seconda è finanziata (adesso in parte) dallo sponsor. Ma non hanno certo ilbudget delle squadre francesi o inglesi. Però hanno molto di più delle squadre di Eccellenza. Io sono convinto che da questa realtà di risorse inferiori rispetto alle, anche, altre squadre del PRO12, determini il fatto che gli stranieri, i qualidovrebbero elevare il tasso tecnico delle due squadre italiane che possiamo attirare, sono di livello inferiore, ed i giocatori italiani più di tanto,pertanto, non possano crescere.Non a caso tutti i campionati PRO12  negli ultimi anni  le vedono militare in fondo alla classifica. E pertanto appare logico che se i nostri giocatori sono ultimiin classifica nel PRO12 saranno ultimi anche nel 6 Nazioni. Noi siamo entrati nel PRO12 proprio per cercare di elevare i nostri giocatori a deilivelli di ritmo e di tenuta fisica e di tecnica al cospetto delle squadre celtiche, al fine di garantire giocatori ad una Nazionale di livello accettabile che militi nel 6Nazioni con dignità. Detto questo ed accettato questi miei pensieri, poichè qualcuno in list ha adombrato l'eventualità che la Romania domenica ci batta, conquistando da subitoil diritto a partecipare ai prossimi Mondiali, da cui deriverebbe una pretesa rumena di giocare lei il 6Nazioni ( a torto o a ragione) al nostro posto,a queste considerazioni ipotetiche ho risposto che se uscissimo mai dal 6 Nazioni potrebbe essere la fine del professionismo vero. Esagerando hoinsinuato un ritorno al rugby panino e frittata, quello dei miei tempi. Che non è da condannare, perbacco! Però è un rugby diverso.Non mi dite che quando si guarda in televisione una partita del campionato francese e la si paragona ad una partita di Eccellenza,non ci sia una bella differenza. Se vogliamo fare parte di quei paesi che hanno una organizzazione rugbystica professionistica nonpossiamo fare a meno della PRO12. Almeno allo stato attuale. Sono convinto che in Italia non ci sono sponsor (=soldi) sufficientiper mantenere 10 squadre veramente professionistiche che danno vita al campionato Eccellenza. Nel professionismo è soprattutto questioni di soldi, in tutti gli sport. Chi paga di più ha i migliori campioni.Quello che dice Giovanni e cioè:"  Come dire, siccome non siamo capaci di creare in Italia un campionato di alto livello, facciamo in modo di avere un paio di "supersquadre" che partecipano a questo "campionato" internazionale, così ci illudiamo di avere un movimento di alto livello. Ma così riveliamo soltanto la nostra incapacità."lo condivido, è vero. Il fatto è che non siamo capaci perchè non ci sono i soldi. Il movimento rugbystico del livello dell'Eccellenza non attira gli spettatori, figuriamoci gli sponsor.Diceva mio nonno: senza lilleri, non si lallera!Scusate se sono stato prolisso, ma volevo chiarire bene il mio pensiero a Giovanni, soprattutto per la stima che gli porto.Un caro saluto da 14Cavallopazzo






----Messaggio originale----

Da: giovanni a sonego.net

Data: 9-ott-2015 11.17

A: <rugbylist a rugbylist.it>

Ogg: Re: [RUGBYLIST] R: R: domanda




  
  
    tizianotaccola1 a alice.it ha scritto il
      07/10/2015 alle 21:05:

    
    Se usciamo dal Sei Nazioni, per il nostro rugby è
      davvero finita.
      Usciremo dalla PRO 12 e torneremo in pochi anni al rugby
        panino e frittata.
    
    

    A parte il fatto che non vedo la relazione tra i due eventi (uscita
    dal sei nazioni e dalla pro12, intendo).

    A parte il fatto che non vedo neppure la necessita' di partecipare
    al pro12 per ottenere l'alto livello. Anzi, per me la PRO12, è un
    po' un ripiego. Come dire, siccome non siamo capaci di creare in
    Italia un campionato di alto livello, facciamo in modo di avere un
    paio di "supersquadre" che partecipano a questo "campionato"
    internazionale, così ci illudiamo di avere un movimento di alto
    livello. Ma così riveliamo soltanto la nostra incapacità. E' il
    campionato nazionale il vero motore e indicatore del livello in cui
    si trova uno sport. Se non abbiamo un campionato di alto livello, è
    solo perché il livello nostro rugby è livello basso. Punto. Per
    migliorarlo dobbiamo, è necessario, è indispensabile, passare per il
    miglioramento del campionato nazionale, dell'organizzazione di
    promozioni e retrocessioni (meritocrazia?). Il PRO12 è un tampone.
    In Italia è pure un tampone malfatto.

    

    Comunque, a parte queste considerazioni, a me il rugby panino e
    frittata piace molto.

    

    Ciao

    Giovanni Sonego

  





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