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[RUGBYLIST] I: METODOLOGIA GLOBALE

paolo.valbusa a libero.it paolo.valbusa a libero.it
Mer 28 Ott 2015 18:11:53 CET











--> Chi ha avuto la fortuna di conoscere Villepreux, sia solo anche per il tempo di una breve, brevissima chiacchierata durante un terzo tempo (Italia-Francia u.18, nella club house del Villorba che, tra l’altro, è dedicata a proprio a Villepreux ed a Coste) com’è capitato a me, sa che parliamo di un personaggio speciale anche al di fuori del campo e degli spogliatoi. In realtà, il termine che egli introdusse nel rugby italiano fu: metodologia globale. Cioè, partire dal gioco (l’aspetto ludico è fondamentale per coinvolgere bambini e ragazzi e suscitare il loro interesse) nella sua globalità appunto per poi arrivare a spiegare e ad insegnare le singole situazioni di gioco (placcaggio, passaggio, calci, mischia, ecc.). Ricordo un video che si faceva vedere ai corsi per Istruttori CAS: Villepreux che insegnava a giocare a rugby ad una ventina di bambini che non aveva mai visto prima un pallone ovale. Dopo aver diviso il gruppo in 2 squadre, tracciato il campo e spiegato ai ragazzi come si segnava il punto (cioè la meta), diceva: giocate. Tutto il resto veniva dopo ed inserito gradatamente, senza fretta. Il gioco prima di tutto. Senza gioco non c’è divertimento, e senza divertimento è difficile che i ragazzi continuino a giocare. O magari continueranno a giocare ma non diventeranno mai rugbisti, solo giocatori di rugby (e la distinzione non è così sottile come sembra). Volendo usare un sillogismo (molto libero) si potrebbe dire che: se il rugby è uno sport che diverte;e i ragazzi amano divertirsi;i ragazzi ameranno il rugby. Si parte dal gioco per arrivare ai fondamentali (placcaggio, passaggio, ecc.), non da questi per arrivare a quello (ma i fondamentali restano, eccome. E' stato qualche epigono di Villepreux, come ha fatto giustamente osservare Luca Oliva, che ha probabilmente travisato il messaggio).Si trattò, a ben vedere, di una vera e propria rivoluzione copernicana nel modo di intendere il rugby e, soprattutto, di insegnarlo (e scusatemi se io l’ho riassunta in maniera così grossolana). Fino ad allora, il primo messaggio che veniva trasmesso al rugbista neofita era: passa il pallone indietro! Forse non sempre ma era quello comunque il messaggio dominante.  Cari saluti a tutti,Paolo   



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