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[RUGBYLIST] R: R: fragilità emotiva degli azzurri

ilfalco7 ilfalco7 a libero.it
Lun 15 Feb 2016 08:17:08 CET


    

Perdonami ma non condivido in nulla l analisi fatta su canna.Abbiamo visto due partite diverse.

Inviato dal mio dispositivo Samsung

-------- Messaggio originale --------
Da: Giovanni Ciraolo <jxcira a tin.it> 
Data: 2016/02/14  11:26 PM  (GMT+01:00) 
A: 'Rugbylist Rugbylist' <rugbylist a rugbylist.it> 
Oggetto: [RUGBYLIST] R:  fragilità emotiva degli azzurri 





Come al solito quando emerge un nuovo giocatore e soprattutto
una apertura con delle qualità nel timing delle azioni, nei calci ed in qualche
modo anche nella tattica facciamo il subito solito errore: lo carichiamo di
responsabilità ed eleviamo le sue qualità a cose che si è guadagnato da solo,
un fatto logicamente impossibile per ogni essere umano! (nessuno può imparare
qualcosa che non gli viene insegnato).

Carlo Canna non meritava la prestazione di oggi, che è stata assolutamente
deficitaria ma non tanto sul piano emotivo (perché non è responsabile dei
regali alla squadra avversaria) ma piuttosto perché sottende un’altra cosa:
Carlo non è ancora un ispiratore, non si trova sempre dove potrebbe essere,
tecnicamente è un ottimo giocatore ma se il match si fa arduo diventa una
specie di Diego Dominguez ultima versione, cioè up and under, un buon record di
placcaggi e alla fine buonasera alla prossima. Non più di questo. La differenza
dei 30 punti con l’Inghilterra si riassume chiaramente nei numeri 10: quello
inglese che va due volte in meta ma non solo e con una velocità tattica
siderale ed il nostro numero 10 che in fondo stecca l’incontro (gli applausi
all’uscita sono stati di stima, non di prestazione). Canna è stato caricato di
responsabilità che ancora lui non può addossarsi da solo.

La ragione di tutto questo secondo me non è Gavazzi ma una tesi
che in Italia è popolare da molti anni: con la comparsa del rugby totale molti
pensano che il ruolo dell’apertura conti di meno. Il match di oggi falsifica
questo pensiero. I CT che hanno governato il rugby italiano negli ultimi 16
anni non hanno mai prodotto una apertura stabile. Questo significa che in
questo campo non hanno mai probabilmente viaggiato a fondo nel paese, e che si
sono attenuti ad estrarre le carte in gioco del momento. 

 

G. Ciraolo

 

 





Da:
rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per
conto di anna maria

Inviato: domenica 14 febbraio 2016 19:27

A: Rugbylist Rugbylist

Oggetto: [RUGBYLIST] fragilità emotiva degli azzurri





 















Ci siamo illusi che potesse essere la volta buona. Per circa 60'
"l'italietta" del Rugby è stata all'altezza dei più titolati
avversari. Pareva essere giunta la fatidica prima volta. C'erano
il cuore, il coraggio e la volontà. Però a mano a mano che passavano i minuti
ci accorgevamo che il tutto era come un miraggio. Più ci avvicinavamo alla meta
più essa era irraggiungibile. Il desiderio di recuperare i due punti di
svantaggio con i quali siamo andati al riposo ci hanno indotto a cercare
quei rischi che, se in vantaggio, non avremmo certamente corso. Cosi è giunta
la meta di Joseph che ha tagliato le gambe ai nostri azzurri, fragili
emotivamente e già indeboliti per il forzato abbandono di Fuser,
Zanni e Garcia.





Fra quindici giorni ci sarà la Scozia che, nonostante le due
sconfitte subite, ha dimostrato un grande carattere continuando a
crederci fino all'ultimo minuto contro il Galles. Sarà una gara
tutt'altro che semplice, ma sono certo che allora gli azzurri non si lasceranno
scoraggiare.





 





Romano Rambaldi    

















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