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[RUGBYLIST] R: R: R: fragilità emotiva degli azzurri

Luigi Bocchino giggibocchino a yahoo.it
Lun 15 Feb 2016 12:24:38 CET


In realtà mi sono accorto, riguardando gli highlights, che Canna un errore lo commette, batte la touche da fuori i 22. Se l'avesse battuta dentro Bellini avrebbe potuto calciare.ma insomma il concetto non cambia.

      Da: Luigi Bocchino <giggibocchino a yahoo.it>
 A: Luca Oliver <lucaoliver63 a gmail.com>; "rugbylist a rugbylist.it" <rugbylist a rugbylist.it> 
 Inviato: Lunedì 15 Febbraio 2016 11:16
 Oggetto: Re: [RUGBYLIST] R: R: R: fragilità emotiva degli azzurri
   
Per me era giusto giocarla veloce, ma Bellini doveva calciare, visto che non aveva per niente pressione.Comunque li sbagli li fanno tutti, anche gli Allblacks.La differenza la fa come si reagisce all'errore: noi li drammatizziamo, ci abbattiamo, smettiamo di giocare. Per le altre culture sportive sono semplicemente parte del gioco, esattamente come una prodezza.Io credo che su questo aspetto mentale si giochi non solo il futuro del rugby ma di tutti gli sport di squadra in Italia.

      Da: Luca Oliver <lucaoliver63 a gmail.com>
 A: rugbylist a rugbylist.it 
 Inviato: Lunedì 15 Febbraio 2016 10:17
 Oggetto: Re: [RUGBYLIST] R: R: R: fragilità emotiva degli azzurri
  
  Personalmente ritengo che l'Italia sia crollata fisicamente e mentalmente dopo la meta di intercetto di Joseph (Giovanni, l'autore delle tre nete inglesi è il secondo centro, non l'apertura).
 Un errore imperdonabile a certi livelli: forse Canna non doveva giocarla veloce, sicuramente Bellini e Sarto non dovevano giocarla in quel modo. 
 Quando giochi "fuori giri", basta un episodio per imballare il motore, e questo ahimè è successo. 
 Ora è facile dire: eh se Canna buttava dento il calcio del sorpasso ... Certo sarebbe stato un'altro secondo tempo, ma sempre giocato sull'abbrivio del 110% dato da tutti, e sempre con il rischio dell'incidente a determinare il crollo ... 
 Leggo che Gega e Fuser sono out per la Scozia, ma che recupereremo Ghiraldini ... Bene, quello che serve sono forze fresche ... Il rugby è uno sport che si gioca sulle ali dell'entusiasmo, ma che richiede forze fresche ed energie ...
 Meglio un asino vivo che un dottore morto, anche se all'asino qualcosa bisognerà insegnare ...  ;-) 
 
 Ciao a tutti.
 Luca  
 
 Il 15/02/2016 09:11, tizianotaccola1 a alice.it ha scritto:
  

 La mia analisi sulla partita:  Parto dal presupposto che la partita di rugby è come una battaglia: ad armi pari è importante la tattica giusta che viene applicata dai giocatori in campo attraverso una attenta lettura sul gioco e sui giocatori avversari.  Questo ad armi pari. Ma ieri in campo non c'erano due squadre ad armi pari come al St. Denis, ma c'era una superiorità nei pacchetti di mischia. Quello inglese era più forte ed i nostri per i primi 40 minuti lo hanno contenuto.  Poi nel secondo tempo, dopo il 50' , piano piano, e poi sempre più velocemente, gli inglesi hanno preso il sopravvento sia in mischia chiusa, che nel gioco di sfondamento, che nelle rucks e contro rucks. Una volta vinta la battaglia degli avanti, i bianchi della rosa hanno fatto il bello ed il cattivo tempo anche con i trequarti, tra l'altro i nostri, messi sotto pressione, hanno iniziato a leggere male la partita e c'hanno messo del suo per agevolarli. Quella touche rapida forse non andava tirata, ma comunque c'era il tempo per calciarla. Calciandola avremmo ridato la palla a loro e forse nemmeno molto lontano, per questo dico che non andava fatta la veloce. Biagi in touche le stava vincendo, per cui non c'era motivo di velocizzare. Tra le cause anche gli infortuni ai nostri, in primis Garcia, vero baluardo delle linee arretrate. E mentre la loro panchina è di livello, purtroppo la nostra non lo è altrettanto. Presa la meta d'intercetto, tutto è stato più difficile per i nostri che sono sbandati paurosamente. Per loro invece la gara è diventata in discesa, tutto più facile. Per me Canna ha giocato bene, è l'apertura migliore che ci sia in Italia. Deve crescere in esperienza e tecnica. E' giovane e ha tutta la carriera davanti. Ha visione di gioco, attacca la linea, trova sempre le soluzioni che il gioco richiede, spirito di intraprendenza, coraggio, un istinto innato per essere sempre al posto giusto. Ha carattere, deve affinarsi, ha solo 23 anni e non possiamo caricargli addosso tutte le responsabilità della squadra.  Infatti vedo un solo pericolo: bruciarlo! Quasi quasi lo manderei un po' in Francia a giocare. Là i giocatori li sanno far crescere senza bruciarli in critiche sterili. Se gli avanti cedono, lui è il primo a subirne le conseguenze.  Vedo diverse speranze nei trequarti, quel Campagnaro che gioca all'estero è una forza, Sarto all'ala si è reso pericoloso in diverse occasioni, Bellini mi è piaciuto, ha delle buone mani ma è ancora inesperto. Non vedo altrettante promesse invece fra gli avanti. Nel pacchetto c'è bisogno di peso. Ribadisco: per me la differenza dei 30 punti sta tutta nel pacchetto di mischia. Un caro saluto da 14Cavallopazzo 
  
  
 
 ----Messaggio originale----
 Da: ilfalco7 a libero.it
 Data: 15-feb-2016 8.17
 A: "Rugbylist Rugbylist"<rugbylist a rugbylist.it>
 Ogg: [RUGBYLIST] R: R: fragilità emotiva degli azzurri
 
 
  Perdonami ma non condivido in nulla l analisi fatta su canna. Abbiamo visto due partite diverse. 
  
   Inviato dal mio dispositivo Samsung  
 
 -------- Messaggio originale --------
 Da: Giovanni Ciraolo <jxcira a tin.it> 
 Data: 2016/02/14 11:26 PM (GMT+01:00) 
 A: 'Rugbylist Rugbylist' <rugbylist a rugbylist.it> 
 Oggetto: [RUGBYLIST] R: fragilità emotiva degli azzurri 
 
  Come al solito quando emerge un nuovo giocatore e soprattutto una apertura con delle qualità nel timing delle azioni, nei calci ed in qualche modo anche nella tattica facciamo il subito solito errore: lo carichiamo di responsabilità ed eleviamo le sue qualità a cose che si è guadagnato da solo, un fatto logicamente impossibile per ogni essere umano! (nessuno può imparare qualcosa che non gli viene insegnato). Carlo Canna non meritava la prestazione di oggi, che è stata assolutamente deficitaria ma non tanto sul piano emotivo (perché non è responsabile dei regali alla squadra avversaria) ma piuttosto perché sottende un’altra cosa: Carlo non è ancora un ispiratore, non si trova sempre dove potrebbe essere, tecnicamente è un ottimo giocatore ma se il match si fa arduo diventa una  specie di Diego Dominguez ultima versione, cioè up and under, un buon record di placcaggi e alla fine buonasera alla prossima. Non più  di questo. La differenza dei 30 punti con l’Inghilterra si riassume chiaramente nei numeri 10: quello inglese che va due volte in meta ma non solo e con una velocità tattica siderale ed il nostro numero 10 che in fondo stecca l’incontro (gli applausi all’uscita sono stati di stima, non di prestazione). Canna è stato caricato di responsabilità che ancora lui non può addossarsi da solo. La ragione di tutto questo secondo me non è Gavazzi ma una tesi che in Italia è popolare da molti anni: con la comparsa  del rugby totale molti pensano che il ruolo dell’apertura conti di meno. Il match di oggi falsifica questo pensiero. I CT che hanno governato il rugby italiano negli ultimi 16 anni non hanno mai prodotto una apertura stabile. Questo significa che in  questo campo non hanno mai probabilmente viaggiato a fondo nel paese, e che si sono attenuti ad estrarre le carte in gioco del momento.      G. Ciraolo         Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di anna maria
 Inviato: domenica 14 febbraio 2016 19:27
 A: Rugbylist Rugbylist
 Oggetto: [RUGBYLIST] fragilità emotiva degli azzurri             Ci siamo illusi che potesse essere la volta buona. Per circa 60' "l'italietta" del Rugby è stata all'altezza dei più titolati avversari. Pareva essere giunta la fatidica prima volta. C'erano il cuore, il coraggio e la volontà. Però a mano a mano che passavano i minuti ci accorgevamo che il tutto era come un miraggio. Più ci avvicinavamo alla meta più essa era irraggiungibile. Il desiderio di recuperare i due punti di svantaggio con i quali siamo andati al riposo ci hanno indotto a cercare quei rischi che, se in vantaggio, non avremmo certamente corso. Cosi è giunta  la meta di Joseph che ha tagliato le gambe ai nostri azzurri, fragili emotivamente e già indeboliti per il forzato abbandono di Fuser, Zanni e Garcia.   Fra quindici giorni ci sarà la Scozia che, nonostante le due sconfitte subite, ha dimostrato un grande carattere continuando a  crederci fino all'ultimo minuto contro il Galles. Sarà una gara tutt'altro che semplice, ma sono certo che allora gli azzurri non si lasceranno scoraggiare.       Romano Rambaldi             
 
 
  
  
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