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[RUGBYLIST] R: I: R: GAVAZZI SI SPARA SUI PIEDI

Giovanni Ciraolo jxcira a tin.it
Ven 18 Mar 2016 15:29:32 CET


E’ sicuramente buonsenso quello che scrive Salvatore e cioè che senza vero professionismo e gestione completa dei rischi di gioco le cose nel rugby non decollano. In passato il rugby è stato anche un hobby ad alto livello, e per pochi, ma oggi nessuno può vincere in condizioni del genere. Ci vogliono anche veri investitori in società e non semplici presidenti di borgo rosso club (Alberto Sordi) oppure incentivi a pioggia. I veri investitori oggi seguono il metodo del crowdfunding, cioè finanziamento diretto di imprese “incubate” per qualche anno e poi accelerate nel loro sviluppo in  pochi mesi. Ma come valutare il mercato di una società di rugby? Esiste un mercato del rugby in Italia? Quanto vale in soldoni? Negli altri sport il valore del mercato di riferimento è noto, quindi le risorse si distribuiscono secondo la domanda: il giocatore vale x e l’altro y, poi ogni anno ci sono risultati diversi e i valori cambiano (quest’anno Sassari va male, l’anno scorso ingaggiava i migliori). I rischi ci sono in tutti gli sport, solo che nel rugby appaiono forse più evidenti data la presenza di condizioni che possono essere di stress acuto (mischia, concussioni ect …). Per quanto riguarda le botte, oggi si prendono in tanti modi: la botta peggiore è subire una diffamazione gratuita da parte di un avversario ed alla quale la gente crede.

Giovanni Ciraolo 

 

Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di Salvatore Messina
Inviato: venerdì 18 marzo 2016 14:29
A: Rugbylist Rugbylist
Oggetto: [RUGBYLIST] I: R: GAVAZZI SI SPARA SUI PIEDI

 

Mi sembrano un po' le paure/minacce da territorio assoggettato alla mafia: la mafia fa male ma se ci lotti contro lo stato non ti difende.

Tipico degli italiani che vogliono gli investimenti con i soldi degli altri...

 

Il problema è uno solo: incompetenza. 

Nella maggior parte dei casi in Italia non conosciamo il rugby e cerchiamo di praticarlo in una società civile che non conosce e non considera lo sport come attività socio-ricreativa ed educativa.

 

Cosa fare?

Semplice: se non conosco il rugby per dovere morale non dovrei insegnarlo. In ogni caso i ragazzi che pensiamo di coinvolgere non lo praticheranno mai se non di facciata.

Non so gestire una società? 

Mi metto a disposizione per portare l'acqua e fare le salamelle. Se non c'è nessun altro in grado e competente, farlo tanto per farlo non porterà mai a nulla. Nessuna crescita, nessun progetto. Solo un hobby per impegnare il tempo libero...

 

Non credo che gli italiani non siano portati per il rugby. Credo invece che agli italiani il rugby agonistico non interessi. Abbiamo già molti altri sport tra cui il calcio.

 

Il rugby è contatto fisico e "botte". Difficilmente il ragioniere tranquillo o il ragazzino "ben educato" potranno mai giocarlo pienamente divertendosi. Placcare ed essere placcati e spingere in mischia sono pericolosi... Purtroppo il "popolo del 6 Nazioni" questo non riuscirà mai a comprenderlo. Imparare a palleggiare come Messi lo può fare chiunque. Per prendere botte come Bollesan e Bergamasco devi avere qualche peccatuccio nascosto nell'anima...

 

Peccato perché nelle centinaia di raggruppamenti che ho osservato e che andrò ad osservare ci sono tanti bambini con la fame di correre, placcare e sbucciarsi le ginocchia. Seguiti da allenatori che non sanno nemmeno che la valvola del pallone crea una distorsione balistica...

Un po' come se uno skiman non sapesse che la sciolina varia al variare della temperatura e della conformazione dei cristalli di neve...

 

Certo che fino a quando un maestro di sci o di tennis percepiranno una retribuzione ed un istruttore di rugby lo farà come volontario, senza possibilità per quest'ultimo di camparci, sarà difficile avere competenza nel nostro sport. Salvo rari casi di "unti dal Signore" e benestanti.

 

Salvatore Messina

 


----- Messaggio inoltrato -----
Da: Giovanni Ciraolo <jxcira a tin.it>
A: rugbylist a rugbylist.it 
Inviato: Lunedì 14 Marzo 2016 16:44
Oggetto: [RUGBYLIST] R: GAVAZZI SI SPARA SUI PIEDI

 

Giandomenico, ammettiamo che qualcuno ti segua e si dimetta. Si tratterebbe di dimissioni individuali? A cosa porterebbero? C’è una dirigenza sostitutiva, in questo momento, che ha la forza di chiedere un rinnovo sociale generale con dei numeri e degli obiettivi precisi? E se esiste realmente, e non è semplicemente un gruppetto di gente di buona volontà, cosa propone per il rugby italiano, concretamente parlando? Si è in grado di contrapporre alla gestione attuale FIR una griglia di proposte punto per punto, settore per settore, ruolo per ruolo, città per città, impianto per impianto? Una griglia concreta ed ampiamente dibattuta. Inutile infatti gridare all’oasi nel deserto, perché se si tratta solo di oasi con dei nuovi dirigenti, servirebbe a pochi. Bisogna essere in grado di fare funzionare un’intera federazione, non solo di coltivare talenti locali o avere idee. Per questo non basta la buona volontà e l’impegno, ci vuole competenza in grado di cambiare i comportamenti. E’ necessaria della competenza psicopedagogica? Non ne vedo molta in giro. Non è che forse abbia ragione The Economist nel sostenere che gli italiani medi semplicemente non sono molto buoni al rugby? Che abbiamo sempre avuto soltanto e solamente una piccola minoranza rugbista entusiasta in Italia e che ce la dobbiamo coltivare. Coltiva il tuo giardino, diceva il filosofo. I sistemi nello sport diventano competitivi nei decenni, non in 15 anni.

g.ciraolo        

 

Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di Gian Domenico Mazzocato
Inviato: lunedì 14 marzo 2016 16:00
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] GAVAZZI SI SPARA SUI PIEDI

 

 

Amici, guardate che le dichiarazioni dell’allenatore della mischia, anche tenuto conto dell’esiguo serbatoio cui possiamo attingere, sono spaventose.

Nel merito e in generale. Non so se vi rendete conto. 

Sono macigni.

Io faccio fatica a credere che siano state davvero pronunciate anche se risalgono a una settimana fa e non sono mai state smentite.

E se dico DIMISSIONI, DIMISSIONI chi in coscienza mi può dare torto?

Gian domenico mazzocato

 

 

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Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di Luca Oliver
Inviato: lunedì 14 marzo 2016 15:49
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] AVAZZI SI SPARA SUI PIEDI (TESTO COMPLETO: LA MAIUL PRECEDENTE ERA PARTITA PER SBAGLIO

 

Sì sono rimasto sconvolto dal tempismo dell'intervista rispetto alla mail che ho mandato stamattina ...
Davvero era casuale ...
Avrei dovuto scrivere: "Nessun riferimento a fatti o persone realmente accaduti ..." :-) 

Ciao.
Luca 

Il 14/03/2016 14:25, Gian Domenico Mazzocato ha scritto:

Giovanni (Sonego)

Non ti spiacerà se rendo pubblica una tua mail privata dove mi inviti a leggere le parole di fiducia e speranza, i sentieri di gloria tracciati dal lumbard Gavazzi.

Giovanni mi manda a questo indirizzo.

 

http://www.onrugby.it/2016/03/14/gavazzi-rispetto-al-mondiale-abbiamo-diminuito-il-gap-tra-due-o-tre-anni-saremo-competitivi/

 

Giovanni io sono fatto come te: non riesco a ridere, sia pure dell’insipienza altrui. Troppo male.

 

Però registro che, sempre su on rugby.it, nei giorni scorsi è apparsa una dichiarazione da brivido dell’allenatore della mischia GiampieroDe Carli: 

“Sappiamo cosa non ha funzionato nelle mischie dell’ultimo match e lavoreremo per migliorare in vista delle ultime due partite… 
Rispetto a qualche mese fa riusciamo a fare molte più fasi in attacco, sintomo che il lavoro fatto è buono.
Dobbiamo essere più cinici e avere una cattiveria agonistica maggiore in alcune situazioni. 
La Scozia è riuscita ad andare in meta tre volte su altrettante azioni e abbiamo il dovere di migliorare anche noi in attacco… 
Uno degli obiettivi che ci eravamo posti per questo torneo  era quello di aumentare la competizione interna al gruppo per alzare il livello generale e, in questo senso, penso siano stati raggiunti degli obiettivi”. 
Diagnosi bugiarda, terapia ridicola.  .
 Ma il veleno sta nella coda. Ma come? 
Tu allenatore metti in competizione gli atleti fra di loro? 
E il gruppo? E la coesione? Siamo ai (oltre i?) confini della realtà.
 I pessimi allievi quasi sempre discendono da cattivi maestri. 
Ora, è evidente che ogni atleta, dentro di sé, è motivato a dare il meglio per essere preferito al pari ruolo. 
È giusto, fisiologico. E corretto. Guai se non fosse così. 
Ma qui ci tocca sentire che la competizione viene indotta e generata da fattori esterni. 
Ma a chi siamo in mano?
 Il 32 volte azzurro fa capire che non è strategia sua, ma dell’intero staff tecnico. 
Poi ci stupiamo di essere neve al sole. E buschiamo asfaltate storiche . 
Bastano la competenza tecnica e l’esperienza a costruire buoni tecnici? 
No, proprio no. Servono competenze psicologiche e pedagogiche. 
Serve conoscere le dinamiche di gruppo in rapporto agli obiettivi che si vogliono raggiungere.

Ciao a tutti gian domenico mazzocato

 

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