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[RUGBYLIST] Carlo Gori ha passato la palla

gima_g a libero.it gima_g a libero.it
Ven 20 Mar 2020 18:30:53 CET


immenso dolore !!!!
ha ragione Giovanni, Carlo era veramente un grande uomo !!!!
Lo abbiamo conosciuto noi dell'ITI Rugby di Firenze nei campionati regionali ed era sempre bagarre in campo ma poi, dopo, pacche sulle spalle e prese di giro.
Quando da arbitro venivo ad Arezzo qualche volta nello spogliatoio mi veniva a stringere la mano anche se aveva perso, altre apriva la porta, tentennava la testa andandosene senza dire niente.
Da commissario mi avvicinava durante le partite dove dovevo giudicare l'arbitro in campo ed a metà partita mi dava, a bassa voce, il suo giudizio sul "fischietto" e spesso, a fine gara, mi trovavo d'accordo col suo giudizio.
In questi giorni molto duri è una ulteriore tristezza.
Un abbraccio a tutto il rugby aretino ma soprattutto alla famiglia Gori a cui porgo le più sentite condoglianze.
Giorgio Maggi

> Il 20 marzo 2020 alle 7.56 Giovanni Cardeti via Rugbylist <rugbylist a rugbylist.it> ha scritto:
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> Con grande rammarico vi comunico che Carlo Gori, uomo che ha contribuito come giocatore e come allenatore in modo importante al periodo d'oro delle Fiamme Oro Padova, fondatore e poi allenatore per moltissimi anni del Vasari Rugby Arezzo, ieri ha passato la sua ultima palla. 
> Moltissimi sono i ricordi che mi legano a Carlo, che mi ha insegnato a giocare a questo sport, che ad inizio degli anni 1980 ad Arezzo era realmente qualcosa di esotico.
> Il più grande rammarico, vista la situazione, è non poter neanche andare a salutarlo per un'ultima volta.
> Vi allego quanto riportato nel sito del Vasari Rugby Junior.
> Un saluto.
> Giovanni Cardeti
> 
> La Vasari Rugby ricorda e piange con profonda tristezza uno dei personaggi fondamentali per la nascita e lo sviluppo del rugby aretino, venuto a mancare nella giornata di oggi all’età di 85 anni.
> Erano gli inizi degli anni ’80 quando Carlo, nato in Casentino nelle vicinanze di Bibbiena, tornava ad Arezzo da Padova, dove per molti anni, prima come giocatore e poi come allenatore, aveva contribuito fattivamente ad alimentare la leggenda delle Fiamme Oro.
> Erano i tempi in cui il rugby era ancora uno sport in bianco e nero, assolutamente di nicchia, giocato da uomini veri che non andavano troppo per il sottile, duri come il marmo e segnati da cicatrici in ogni parte del corpo.
> Nel 1982, dopo allenamenti a cui partecipavano sempre più ragazzi attratti dalla stranezza e dal fascino di questa palla bislunga, il Maresciallo Gori contribuisce a fondare la Vasari Rugby Arezzo, simbolo la Chimera di Arezzo, colori sociali giallo e blù.
> La leggenda vuole che il nome della nuova società non fosse stato scelto in modo casuale: Giorgio Vasari, illustre personaggio aretino, da contrapporre a Francesco Petrarca, altro famoso aretino, che aveva già dato il nome all’altra blasonata squadra di Padova, contro cui Carlo ai tempi delle Fiamme Oro aveva giocato tanti derby.
> La squadra gialloblù, tutta composta da giocatori locali senza alcun vissuto rugbystico, nel primo campionato di serie C/2, stagione 1982/83, girone umbro-tosco-sardo-laziale, raggiunge incredibilmente la terza posizione finale sopravanzando squadre blasonate con alle spalle decenni di attività.
> L’anno successivo il Vasari viene addirittura promosso in serie C/1 (a quel tempo unica squadra in Italia ad essere riuscita in così poco tempo dalla fondazione nell’impresa insieme al Tre Pini Padova) al termine del doppio spareggio con il Rugby Aosta, vittoria 16-12 fuori casa e sconfitta al per 4-0 ad Arezzo, partita al termine della quale per molte ore nessuno riuscì a capire quale fosse la squadra promossa….. altri tempi, altro rugby, altri uomini.
> Molte cose sono successe in seguito: per tanti anni Gori allenò la squadra gialloblù e contemporaneamente fece crescere come uomini e come giocatori decine di ragazzi, contribuendo allo sviluppo del settore giovanile ed alla grande espansione di questo sport nella nostra città.
> Negli ultimi anni, seppur con qualche acciacco legato all’età, era sempre presente alle partite della prima squadra, pronto a dare qualche suggerimento o a commentare qualche azione, con la stessa identica passione di quando era nel campo da gioco in mezzo a qualche mischia.
> Moltissimi sono gli aneddoti che potremmo ricordare, dall’affettuoso “Te dò ‘na gnocca” con cui era solito riprendere i giocatori che sbagliavano qualche giocata, alla mitica papalina dei Redskins da cui non si staccava mai, ai mille e mille altri episodi che ciascuno dei suoi ragazzi continuerà a conservare nel proprio cuore.
> Per tutti è stato una guida, un esempio, un amico, un padre, un uomo vero al quale ci si poteva affidare e su cui si poteva sempre contare, nel campo e fuori nella dura vita di tutti i giorni.
> Alla moglie, ai figli, agli amici ed ai compagni di mille partite, le più sentite condoglianze da parte di tutta la dirigenza e della grande famiglia del Vasari Rugby Arezzo.
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