Dal Gazzettino del 05 luglio 2010

Kingi e Palmer al Petrarca – Ora l’Accademia gioca d’anticipo – Aironi in raduno. Bernini: «Punto a metà classifica». – Da novembre raddoppiate le espulsioni temporanee. Bocchino unico esordiente – MISCHIA APERTA di Antonio LIVIERO – Mercato: a Padova Kingi, Sutto e Bortolussi – Il Pumitas Padrò nel motore Benetton – PARLA FRANCO SMITH –

Kingi e Palmer al Petrarca

È ufficiale: il maori Dion Kingi (nella foto), bandiera del Benetton
Treviso e uno dei migliori giocatori del campionato, approda al
Petrarca Padova. Il numero otto, 34 anni, 1,95 x 112 chili, è stato
sacrificato dal club trevigiano a causa delle limitazioni al numero di
stranieri per la Celtic League. Con lui nella Città del Santo anche un
altro neozelandese, Scott Palmer che lascia il Casinò di Venezia.
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Parte la stagione dei Mondiali under 20 in Veneto

Ora l’Accademia gioca d’anticipo

CHECCHINATO «L’obiettivo è fare un salto di qualità sul piano fisico»

Ivan MALFATTO

Oggi a Tirrenia l’incontro con le famiglie per la presentazione del
progetto. Poi sarà diramata la lista ufficiale dei 34/6 ragazzi classe
1991 e ’92 che faranno parte dell’Accademia federale. Domenica 11
luglio il raduno e l’inizio dell’attività. Due mesi prima rispetto al
passato. Perchè nella stagione della Coppa del Mondo under 20 ospitata
in Veneto (giugno 2011) la federazione e il rugby giovanile italiano
non possono sbagliare. Qualche buon risultato, e soprattutto qualche
talento per il futuro della nazionale maggiore, bisognerà a tutti i
costi tirarli fuori.
     «Cominciando in luglio e non in settembre – spiega il ct
dell’Italia under 20 Andrea Cavinato – faremo svolgere ai ragazzi lo
stesso tipo di preparazione delle squadre di alto livello. Indirizzato
soprattutto al potenziamento muscolare, alla costruzione fisica e allo
sviluppo della velocità. Sopra questa base dal 10 agosto innesteremo
la preparazione tecnica e delle abilità individuali».
     «L’anticipo di preparazione – conferma Carlo Checchinato,
direttore dell’alto livello per la Fir – ci permetterà di fare un
salto di qualità dal punto di vista fisico. Fra i 34/6 ragazzi ce ne
saranno diversi usciti dalle Accademie zonali under 18 di Mogliano,
Parma e Roma. Anche queste ultime svolgeranno attività estiva ridotta.
Resteranno tre, non partirà ancora quest’anno la quarta Accademia
prevista per il sud Italia».
     A dirigere il lavoro fisico sugli under 20 dell’Accademia ci
sarà Alex Marco. Due volte la settimana Cavinato scenderà a Tirrenia.
Dal 3 agosto arriverà Craig Green, nuovo responsabile tecnico del
rugby giovanile federale. Il 18 agosto partenza per il tour in
Sudafrica, primo banco di prova del lavoro svolto. La squadra si
chiamerà Selezione Accademia, non Italia u20. Ma di fatto lo sarà,
perchè l’ipotesi è pescare da qui il 90% dei probabili azzurri nel
corso della stagione. Si giocheranno tre partite di progressiva
difficoltà a Città del Capo. Il 26 contro un club, il 30 con il
Western Province u19 e il 5 settembre con il Western Province u21. Poi
la lunga marcia che porterà al Mondiale veneto.
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Aironi in raduno. Bernini: «Punto a metà classifica».

Dopo il Benetton, da oggi anche gli Aironi sono in ritiro per
preparare la prima stagione in Celtic League. Ieri conferenza stampa
di presentazione a Viadana. Il capo allenatore Franco Bernini: «Gli
avversari non ci conoscono, puntiamo a metà classifica». Nello staff
tecnico anche il gallese Rowland Phillips specialista della difesa.
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Da novembre raddoppiate le espulsioni temporanee. Bocchino unico esordiente

Walter PIGATTO

Si è chiusa la stagione anche per la nazionale, su 10 partite
disputate 2 vittorie, con Samoa e Scozia. Sono stati segnati 133
punti, 279 quelli subiti; le mete segnate sono 10, le incassate 28 con
miglioramenti rispetto alla stagione precedente quando le mete fatte
furono 7 e le subite 40. Peggioramenti nella disciplina: 6 i
cartellini gialli contro i 3 precedenti. Un solo debuttante: Bocchino,
azzurro numero 610, che in 4 apparizioni (è la parola giusta), tutte
dalla panchina, ha giocato solo 45 minuti.
     Sul piano individuale Bortolami, 84 cap, affianca Mauro
Bergamasco al 2° posto delle presenze. Parisse, 21 volte capitano, ha
superato Innocenti (20) e raggiunto Troncon al 5°. Al momento gli
azzurri con la striscia più lunga di partite consecutive sono Perugini
(21), Mc Lean e Zanni (19).
     I metamen stagionali sono McLean e Canavosio con 2. Mirco
Bergamasco da febbraio unico piazzatore ha segnato 63 punti
stagionali, salendo a 148 totali; ha “trovato” la porta 23 volte su 30
tentativi con una riuscita del 77 %. Nel giorno della vittoria sulla
Scozia i fratelli Bergamasco hanno giocato la loro 50° partita insieme
in azzurro.
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MISCHIA APERTA di Antonio LIVIERO

 Nuovo contrordine. Le categorie dei settori giovanili non si toccano.
Lo si deduce dalla recente documentazione Fir in vista della prossima
stagione. Ed è una buona notizia. Perché, cancellando la revisione
messa in cantiere sei mesi fa, si tutela l’incolumità fisica dei
ragazzi e si garantisce loro una formazione più graduale e razionale.
     Il consiglio Fir di dicembre, a fronte di un vertiginoso crollo
di praticanti in una fascia strategica come quella dei diciottenni (in
quattro stagioni passati da 2400 a 900) e alle numerose partite (circa
un terzo) con squadre che non arrivavano a 15 giocatori, aveva deciso
di imboccare una drastica scorciatoia: via l’under 20, ripristinata
l’under 19 ma allargata a tre classi d’età anziché due, in modo da
poter assicurare una regolare attività.
     Ma l’operazione presentava, come accade per certe medicine,
pericolosi effetti collaterali. Il primo riguardava l’incolumità
fisica dei sedicenni, chiamati a confrontarsi, in uno sport di
combattimento, con ragazzi di 18 anni. Una sfida nella maggior parte
di casi improponibile col lume della ragione. A livello giovanile
infatti già la differenza di un anno di età si fa sentire sia in
termini di sviluppo che di acquisizione di competenze, figurarsi un
divario di due. La minaccia di infortuni sarebbe stata concreta, così
come quella di abbandono dell’attività da parte di molti sedicenni.
L’altra controindicazione riguardava i diciannovenni: cancellata
l’Under 20, sarebbero stati mandati allo sbaraglio, ancora troppo
acerbi, nel settore seniores.
     Su queste colonne abbiamo lanciato l’allarme all’inizio di
gennaio. Da allora si è aperta una discussione alla base. Il più
prestigioso settore giovanile d’Italia, quello del Petrarca, ha preso
una netta posizione, attarverso il presidente Giacomo Lorello, contro
l’accorpamento delle tre annate. Molti genitori hanno manifestato
forti preoccupazioni ventilando il ritiro dei figli e i comitati
regionali hanno criticato l’operazione durante un incontro a Roma.
Sembra che la stessa commissione medica si sia mostrata perplessa.
Morale: in consiglio federale è stato annunciato, saggiamente, che
dell’operazione non se ne sarebbe fatto nulla.
     Una buona notizia, abbiamo detto. Rimane però una questione
assai spinosa. Lasciando le cose come stanno si evita di peggiorare la
situazione. Ma non si risponde al problema di fondo: la base ridotta
dei praticanti effettivi. Che il disagio sia reale, al di là dei dati
generici e propagandistici sui tesserati (che comunque non coincidono
con i praticanti), lo si evince anche dalle resistenze incontrate in
Lombardia dalla Fir a proposito di un’altra attesa decisione:
l’obbligatorietà per le società di schierare 15 giocatori con una
tolleranza di sole tre partite. Qualcuno chiede che il limite salga a
5 partite. E, in via transitoria, potrebbe anche essere una scelta
ragionevole. Ma ci si chiede: non era proprio la Lombardia il simbolo
del boom del rugby, la regione con più praticanti tanto da aver
scavalcato lo stesso Veneto? Si ammetta che qualcosa non quadra.
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Edizione di TREVISO

Mercato: a Padova Kingi, Sutto e Bortolussi

TREVISO – (e.g.) Dopo due giorni di riposo, riprende oggi la
preparazione per il Benetton con altri due giorni di duro lavoro per
poi staccare la spina mercoledì e riprendere giovedì per altri due
giorni intensi. Lavoro fisico–atletico, con alternanza tra campo e
palestra.
     Intanto dalla scorsa settimana un buon gruppo di atleti
biancoverdi ha definitivamente preso la strada di Padova. Se il
Benetton era riuscito a portare a Treviso Derbyshire e Padrò, due dei
giocatori più rappresentativi del Petrarca, non meno importanti gli
atleti che hanno fatto il percorso inverso e che andranno a rinforzare
sensibilmente la compagine patavina, più che mai favorita per la
conquista dello scudetto.
     Venerdì ha firmato per Padova Dion Kingi. La notizia era
nell’aria da tempo, ma solo tre giorni fa la trattativa si è conclusa.
A Padova Kingi non andrà da solo visto che a seguirlo ci saranno
Bortolussi, Sutto, quindi i due ragazzi della giovanile biancoverde,
Gega e Naka, inoltre a Padova si è accasato anche Palmer, ex Benetton
e nelle ultime stagioni a Venezia.
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Italo-argentino, il 27enne terza linea è uno dei nuovi innesti.
Vicinissimo al Viadana, alla fine è approdato a nella Marca.

Il Pumitas Padrò nel motore Benetton.

«A Treviso ho sempre sognato di giocare»

Ennio GROSSO

Le squadre venete le conosce molto bene avendo già giocato a Rovigo e
a Padova, ma anche la Francia grazie all’importante esperienza
accumulata a Biarritz. Gonzalo Padrò, 27 anni, terza linea,
italo-argentino, è uno dei nuovi arrivi estivi del Benetton.
     Il club biancoverde lo ha chiamato, con Manoa Vosawai, per
sostituire Dion Kingi, numero 8 dei trevigiani per 5 stagioni e per il
quale la Federazione si era opposta al rinnovo del contratto con il
Benetton e che proprio sabato scorso ha firmato per il Petrarca
Padova.
     Padrò ha già giocato con la nostra Nazionale A dopo essere stato
Pumitas, ovvero Pumas Giovanile, con l’Under 19 dell’Argentina
partecipando ai Mondiali del 2002 disputati in Italia, quindi con
l’Under 21 dell’Argentina partecipando ai Mondiali del 2004 giocati in
Scozia.
     Come detto, ha disputato un’esperienza francese che lo stesso
Padrò non sembra aver certamente dimenticato.
     «Non ho giocato molto in quella stagione, solo una decina di
partite – dice – ma è stata comunque un’esperienza indimenticabile e
un modo di vivere il rugby completamente diverso da quello italiano».
     Un’esperienza che potrebbe tornare utile nell’avventura della
Celtic League.
     «Agli altri ragazzi posso soltanto dire che dovremo farci
trovare sempre pronti ed essere preparati al 100%. So cosa vuol dire
giocare certe partite e quindi sono sicuro che sul campo dovremo
lasciare davvero tutto quello che abbiamo. Il primo anno, in
particolare, per noi sarà sicuramente duro, perchè per la prima volta
ci dovremo confrontare in maniera costante con un livello diverso da
quello a cui eravamo abituati».
     A Treviso è arrivato quando sembrava ormai destinato all’altra
franchigia italiana per la Celtic League, quella del Montepaschi
Viadana…
     «Con Viadana abbiamo trattato per un po’, ma ho preso un po’ di
tempo per vedere quello che stava per succedere in merito alla
questione degli argentini, ovvero volevo attendere di sapere cosa
decidesse il consiglio federale in merito alle regolamentazioni
relative alla formazione italiana dei giocatori argentini. Poi ho
ricevuto una proposta da parte del Benetton e a questa non potevo
aspettare. Quella trevigiana è una squadra nella quale ho sempre
sognato di poter giocare e non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione.
Così l’ho presa al volo».
     Intanto si è chiusa la prima settimana di lavoro con il club biancoverde.
     «Sto conoscendo i nuovi compagni, ma comunque avevo già
incontrato molti di loro in campo o con la Nazionale A, oltre
naturalmente ad essere amico di parecchi dei ragazzi argentini. Di
questa prima settimana, posso dire che è stata davvero dura e non ero
abituato a tenere questi ritmi – conclude Padrò – però se devo essere
sincero me l’aspettavo e deve essere così se vogliamo arrivare pronti
all’appuntamento con la Magners Celtic League».
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PARLA FRANCO SMITH

«Stagione impegnativa sul piano fisico»

TREVISO – (e.g.) Inizia oggi la seconda settimana di lavoro in casa
Benetton e al gruppo biancoverde si aggregheranno altri sei giocatori
che avevano partecipato agli impegni della Nazionale A: Barbieri, Di
Santo, Marcato, Minto, Pratichetti e Semenzato. Una preparazione
ancora a ranghi ridotti visto che mancano una quindicina di atleti per
completare la rosa.
     «Al momento dobbiamo proseguire il programma di lavoro
consegnato ad ogni giocatore agli inizi di giugno – dice il tecnico
Franco Smith – pensiamo più alla parte atletica, per poi affrontare il
rugby giocato quando saremo al completo. Abbiamo iniziato con i
consueti test fisici e medici e poi abbiamo cominciato a lavorare
sulla condizione di fitness dei giocatori. Importante nei prossimi
mesi sarà aumentare l’intensità ed alzare ancor più il nostro livello
perchè sappiamo che ci attende un torneo dove tutti giocheranno in
maniera più veloce e sarà decisamente dura».
     Qual è il programma di questa prima parte di stagione?
     «Al completamento del gruppo, il 19 luglio, cominceremo a
lavorare in maniera più probante, poi dal 23 luglio all’1 agosto
faremo un piccolo break per consentire agli azzurri di andare in
ritiro con la Nazionale e agli altri di recuperare un po’ fisicamente.
Dal 9 agosto il lavoro sarà ancor più deciso a livello di contatto e
di pratica sul campo, poi il 25 avremo il primo impegno contro i
Saracens a Londra».
     Una sola amichevole programmata.
     «Ritengo che se una squadra intende vincere il campionato debba
giocare diverse amichevoli estive; per noi il discorso è diverso e
penso sia meglio prepararci fisicamente per essere in grado di
affrontare i grandi livelli di lavoro e le alte intensità di gioco.
Dovremo essere pronti soprattutto sul piano fisico e credo che le
prime partite che disputeremo saranno per noi importanti per capire il
punto di adattamento necessario».

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