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[RUGBYLIST] italia scozia

Giovanni Sonego g.sonego a pianeta.it
Dom 25 Feb 2007 15:10:06 CET


gallomassimo ha scritto:
> ...d'accordissimo ma credo che la scelta di non calciare sia dipesa anche da supponenza e dalla superbia. Come a dire 'siete l'Italia ora ve ne facciamo 4'... si sono attaccati riccamente... a questo aggiungerei che la poca disciplina che ha determinato i calci è stata frutto della situazione. Non è facile rimanere lucidi con una vittoria di tale importanza a portata di mano...
>   
Puo' darsi che dipenda da quello. Anzi, in un primo momento ho pensato 
anch'io che si trattasse solo un eccesso di supponenza.

E' ovvio che non c'e' mai un solo elemento a determinare il risultato di 
una scelta. In una frazione di secondo i giocatori si fanno carico di 
una grossa responsabilita', e la scelta mescola tutto: superbia e 
orgoglio, calcolo probabilistico e ipotesi su effetti psicologici.

Credo che, in generale, al scelta di giocare o non giocare in un certo 
modo dovrebbe essere dettata elementi razionali e oggettivi.

Invece, molto spesso, l'elemento che prevale sulla scelta e' l'elemento 
caratteriale/psicologico. Cioe' la scelta e' determinata da un pensiero 
del tipo: siccome  la componente motivazionale e' fondamentale per 
vincere, si rinuncia a tentare i 3 punti per cercare un punteggio 
maggiore (e di solito ancora piu' incerto) perche' questo dara' una 
salutare sferzata adrenalinica a tutti i giocatori della mia squadra.

Il ragionamento spesso funziona. Ma, come abbiamo potuto vedere ieri, in 
quanto a sferzata motivazionale, non c'e' nulla che conti quanto la 
vittoria... E, aggiungo, non c'e' nulla che deprima di piu' quanto 
l'aver gettato al vento punti "quasi certi"

Percio', sempre rimanendo nell'ambito di cercare un miglioramento in 
tutti gli elementi psicologici (attenzione, aggressivita', motivazione, 
lucidita') credo che prima di tutto si debba lavorare per conseguire la 
vittoria, in modo lucido e spietato.

La scelta se "piazzare o giocare" e' una scelta fondamentale. Ma credo 
che bisognerebbe lavorare su dei dati statistici, prima di pensare cose' 
meglio fare.

Secondo me sarebbe necessario, che qualcuno elaborasse una analisi 
proprio per determinare come ci si dovrebbe comportare in caso di scelta 
se piazzare o giocare.

Bisognerebbe sapere, per esempio, quante volte la scelta di non piazzare 
si e' EFFETTIVAMENTE concretizzata in una marcatura (e di quanti punti, 
7 o 5).
Inoltre bisognerebbe anche sapere qual e' la percentuale di calci che 
vengono trasformati e quanti vengono sbagliati. Non bisognerebbe 
dimenticare, in questa analisi, del punto in cui si deve giocareo o 
piazzare. e' ovvio che i dati di conversione cambiano se la punizione e' 
al centro dei pali, o se e' vicino a 15 metri o vicino ai 5. E forse 
questa analisi andrebbe fatta anche tenendo conto del momento in ci si 
trova. E' altrettanto ovvio, infatti,  che a risultato ormai 
compromesso, puo' essere piu' divertente giocare una palla piuttosto che 
piazzare. E allora gioca lo stesso, anche se non conviene.

Supportati da una analisi storico-statistica di questo tipo, in molti 
casi la scelta che massimizza il risultato sarebbe quasi automatica. E 
si otterebbero due risultati importanti: massimo risultato e basso senso 
di scoramento se poi' non va. Chi potrebbe avere da recriminare se si 
sceglie la strada che razionalmente porta al risultato migliore?

E' altrettanto ovvio, pero', che rimarranno tantissime situazioni in cui 
la scelta sara' piu' o meno uguale. E li' decidera' il capitano, 
fiutando l'aria del momento. Ma in tutti gli altri casi, non ci si puo' 
permettere di "fiutare l'aria".

Credo che una analisi del genere aiuterebbe le squadre a tutti i 
livelli. Chissa' se e' gia' stata fatta. Sarebbe interessante conoscerla.

Ciao
Giovanni Sonego



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