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[RUGBYLIST] Notizie del giovedì

allrugby allrugby a gmail.com
Gio 15 Nov 2007 13:20:09 CET


Riprendo dal Gazzettino di oggi un articolo di Ivan Malfatto su Nick
Mallet e un'"esternazione" di Dondi.
Ciao.
Franco (TV)

RUGBY Presentato il nuovo citì azzurro che ha il compito di portare
fra quattro anni l'Italia ai quarti di finale della Coppa del Mondo
Mallett, un sogno che costa un milione
Al tecnico sudafricano 250 mila euro a stagione - «Se l'Argentina è
fra le prime otto, possiamo farcela anche noi»

Un milione di euro in quattro anni per realizzare il sogno infranto a
St. Etienne. Qualificare nel 2011 l'Italia ai quarti di finale della
Coppa del Mondo. È il prezzo della sfida di Nick Mallett, 51 anni,
sudafricano, nuovo commissario tecnico della Nazionale di rugby. Ieri
con la presentazione a Roma è iniziata la sua avventura.
Il compenso del neo citì non è stato reso pubblico, ma la cifra
ufficiosa che circola è di 250mila euro a stagione. Le sue ambizione
sportive sulla panchina azzurra, invece, le ha rese note senza
reticenze lui in persona. «Il mio sogno? - ha dichiarato Mallett -
Vincere la prima partita alla guida dell'Italia (il 2 febbraio in
Irlanda per il Sei Nazioni, ndr). L'obiettivo a lungo termine? Portare
l'Italia tra le prime otto alla prossima Coppa del Mondo. Se c'è
riuscita l'Argentina possiamo farcela anche noi».

Idee chiare, ma anche obbligate. Da anni l'Italrugby sogna la
definitiva consacrazione a livello internazionale, che puntualmente la
fallisce. Come contro la Scozia all'ultimo Mondiale. Ora per centrarla
ha chiamato uno dei migliori allenatori del pianeta, campione del Tri
Nations con il Sudafrica e di Francia (2 volte) con lo Stade Francais.
Solo questo può essere il suo traguardo. Ogni altro sarebbe un
fallimento dopo i progressi fatti con Pierre Berbizier (prima
doppietta nel Sei Nazioni). Mallett ne è ho consapevole. E accetta
volentieri la sfida.

«Ho scelto l'Italia perché è una Nazionale in crescita - ha affermato
- che arriva da un Sei Nazioni positivo e che ha mancato per un calcio
di punizione sbagliato la qualificazione ai quarti dei Mondiali
francesi in settembre. Sono basi importanti per iniziare il nostro
lavoro. È una sfida stimolante. Nei prossimi mesi sarò un citì con la
valigia. Viaggerò molto per conoscere i giocatori italiani impegnati
nel Super 10, nel Top 14 francese e nella Premiership inglese. Voglio
conoscere al meglio gli uomini con cui dovrò lavorare insieme a tutto
lo staff. L'Italia che ho visto nelle ultime stagioni ha un ottimo
pacchetto di mischia, un punto di partenza importante».

Pacchetto di mischia ed esperienza internazionale maturata dagli
azzurri nei campionati esteri. Questi i primi capisaldi indicati da
Mallett. Ma con essi anche una filosofia diversa nell'utilizzo dei
giocatori di formazione straniera. Tra le fila dell'Italia diventati
quasi la maggioranza: 15 su 30 fra i convocati originari all'ultima
Coppa del Mondo.

«Lo straniero deve realmente migliorare la qualità del gruppo - ha
puntualizzato - Altrimenti è da privilegiare sempre la soluzione
italiana. Ma il problema, e di ciò sono rimasto stupito, è che nel
Super 10 ci sono appena una sessantina di giocatori di formazione
rugbistica italiana». E in tal senso è pronto nelle casse della Fir un
altro milione di euro d'incentivo alle squadre per utilizzare più
italiani. Il neo citì sarà anche coordinatore di tutte le nazionali e
conta di puntare sui giovani. «Non si può buttare nella mischia del
Sei Nazioni un ragazzo di 20 anni, perché questo non è uno sport per
tutti: qui serve gente prestante fisicamente, forte e veloce. Ma
vedrete che i ventenni italiani di oggi fra quattro anni, quando ne
avranno 24, saranno pronti per disputare un ottimo Mondiale e portare
l'Italia al traguardo dei quarti di finale».

A fianco di Mallett come assistenti ci saranno il manager Carlo
Checchinato, il tecnico degli avanti Carlo Orlandi e quello dei
trequarti Philippe Cariat, reduci dalla gestione Berbizier. Nuovi il
preparatore atletico francese Alex Marco, il video analist David Di
Fonzi e... Alessandro Troncon, passato dal campo allo staff tecnico
come assistente. La sua esperienza sarà preziosa.

Ivan Malfatto
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 «Violenza? Da noi non può accadere»

In giorni tristi per il mondo dello sport, un messaggio di speranza
arriva dal rugby. «Non mi piace fare paragoni con altri sport e
passare per presuntuoso - dice il presidente della Federazione
Giancarlo Dondi - ma in questo momento in cui siamo tutti tristi, mi
viene da pensare che da noi fatti come quelli di domenica scorsa non
potrebbero accadere. Mi auguro che sia sempre così anche in futuro».
«Perché da noi c'è una cultura diversa - spiega Dondi - di cui sono
parte integrante il rispetto per gli avversari e l'accettazione della
sconfitta. Mi auguro che gli altri sport comprendano i nostri valori e
cerchino d'imitarci. Affinché il rugby sia sempre così, è necessario
che rimanga uno sport e non diventi uno sfogo sociale».
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