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[RUGBYLIST] Mondiali di rugby

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Mar 4 Set 2007 15:54:01 CEST


Articolo tratto dalla "Gazzetta" di oggi.
Ciao.
Franco (TV)

Tutte le stelle da ammirare

 A tre giorni dall'avvio del Mondiale, sette nomi da non perdere: dal
capitano neozelandese, McCaw, all'uomo vincente dell'ultima edizione,
l'inglese Jonny Wilkinson che però oggi ha subito l'ennesimo
infortunio a una caviglia. Ma occhio anche alla giovane apertura
gallese Hook e al talismano argentino Hernandez

MILANO, 4 settembre 2007 - Sono molte le stelle mondiali che
illumineranno Francia 2007. Eccone alcune in grado di segnare questa
coppa del Mondo.

RICHIE MCCAW (flanker, Nuova Zelanda)
Certo, Daniel Carter è la miglior apertura del Mondo e le invenzioni
di Luke McAlister illuminano il gioco al largo come pochi altri, ma se
la Nuova Zelanda affronta questa coppa del Mondo da favorita è merito
soprattutto degli otto signorini che stanno lì davanti. Richie McCaw è
il simbolo di una mischia forgiata nell'acciaio, solida in chiusa e
sicura in rimessa laterale, ma soprattutto onnipresente nelle ruck, lì
dove oggi i possessi (e le partite) si vincono o si perdono. Flanker
di razza, è una vera e propria faina attorno ai raggruppamenti, dove
mette in discussione anche i possessi più sicuri. E poi placcaggi
spietati, agilità, generosità e grande intelligenza tattica. Non a
caso, è il capitano.

SCHALK BURGER (flanker, Sud Africa)
E' l'alter ego di McCaw in maglia Springboks. Vederli contro è uno
spasso, perché ne esce sempre una battaglia. Schalk Burger è lo squalo
della mischia del Sud Africa, la sola che quest'anno è riuscita a far
retrocedere il pacchetto neozelandese. Può capitare di vederlo fare un
placcaggio, rimettersi sulle proprie gambe, strappare il pallone e
ripartire, il tutto in una frazione di secondo. Placcatore
implacabile, non sta mai a più di cinque metri dal pallone e su ogni
meta c'è il suo zampino. Gli Springboks hanno la sua anima. Sebastien
Chabal (numero 8, Francia) Con la sua barba, i capelli lunghi e la
faccia da eterno arrabbiato, potrebbe diventare il simbolo del
Mondiale, sempre che la sua Francia non cada nelle sabbie mobili di un
girone di eliminazione sulfureo. A trent'anni, e dopo tanti problemi
legati a un carattere a dir poco effervescente, questo ragazzone
allevato nella rude scuola di avanti di Bourgoin sembra aver
finalmente trovato la propria dimensione nei Bleus. Potenzialmente è
un giocatore fondamentale: nessuno ha a disposizione un'arma così
distruttiva: quando ha dieci metri a disposizione diventa
inarrestabile, la sua capacità di segnare gli avversari è
riconosciuta. Chiedete all'All Black Ali Williams, che a giugno ha
provato a placcarlo e si è trovato una mascella rotta…

JUAN HERNANDEZ (estremo, Argentina)
Da anni a livello mondiale non si vedeva un estremo capace di
interpretare il ruolo in maniera così elegante. Sicuro in difesa,
pericoloso nei contrattacchi, piede delizioso: il numero 15 dello
Stade Français (ma a Parigi ha chiuso la stagione da apertura, e con
Todeschini in condizioni precarie, Loffreda potrebbe utilizzarlo anche
in regia) è il talismano di quella che sulla carta è la migliore linea
di trequarti che l'Argentina abbia mai schierato in coppa del Mondo.
La mischia Pumas è una garanzia per definizione: Loffreda avrà trovato
la colla giusta per arrivare in fondo?

JONNY WILKINSON (apertura, Inghilterra)
E se la sorpresa di questo mondiale fosse il fenomeno del precedente?
Jonny Wilkinson e la sua Inghilterra mettono piede a Francia 2007 da
campioni del Mondo, ma lontani dalle luci della ribalta. L'addio di
Sir Clive Woodward, una squadra logorata e le batoste nel Sei Nazioni
hanno abbattuto l'Inghilterra, l'incredibile serie di infortuni ha
tenuto al largo Jonny dal rugby internazionale. E purtroppo la
sfortuna pare non essersi ancora esaurita: la stella dell'Inghilterra
salterà per infortunio la partita d'esordio contro gli Stati Uniti per
una distorsione alla caviglia che si è procurato nel corso
dell'allenamento di oggi. Ma infortunio a parte Wilkinson negli ultimi
mesi ha dimostrato che il piede è proprio quello di un tempo, e il
c.t. Brian Ashton con l'aiuto di qualche altro vecchietto di qualità
(remember Dallaglio?) sta rimettendo la barca in acqua. I campioni
saranno pure in crisi, ma batterli sarà difficile per tutti.

JAMES HOOK (apertura, Galles)
Galles, terra di grandi mediani d'apertura. Il più grande è stato
Barry John, mito dei primi anni Settanta, e da allora a Cardiff tutti
aspettano che arrivi l'erede in grado di riportare i dragoni in cima
al mondo, come un novello messia. Passati Jonathan Davies e Neil
Jenkins, stelle di squadre mediocri degli anni Ottanta e Novanta, il
nuovo uomo della provvidenza è un ragazzo di 22 anni, da uno in
nazionale. Per ora il n.10 del Galles è Stephen Jones, ma il c.t.
Gareth Jenkins darà minuti e credito a James Hook, talento degli
Ospreys, uno che sembra essere nato con il pallone ovale tra le mani.
Piede preciso, capacità di infilarsi tra le pieghe della difesa come
un buon centro e tecnica individuale sopraffina ne fanno uno dei
grandi talenti del rugby mondiale.

BRIAN O'DRISCOLL (centro, Irlanda)
Ora o mai più. L'Irlanda è la squadra che gioca il miglior rugby
d'Europa ormai da 4 anni, ma la straordinaria covata dei vari
O'Driscoll, D'Arcy, O'Gara, Stringer, Murphy e O'Connell non ha ancora
vinto nulla di importante. Ora i verdi e il loro capitano sembrano
arrivati al momento di massima maturazione e Brian O'Driscoll è forse
il miglior centro del pianeta, uno dei pochi capaci di far saltare le
difese nell'uno contro uno, nel trovare gli intervalli tra un
giocatore e l'altro grazie a un'accelerazione da fermo che non ha
eguali. Ma O'Driscoll è anche difesa, e soprattutto leadership.
O'Sullivan si affida a lui per fare in modo che una delle più belle
squadre degli ultimi decenni non scompaia senza lasciare tracce.

MATT GITEAU (centro, Australia)
E' l'elemento di lucida follia in una squadra che vive di
organizzazione. Quando è in campo lui, lo spettacolo è assicurato
perché è sempre in grado di inventare qualcosa, di rivoltare la
partita con una discesa sontuosa, di calciare il pallone proprio lì
dove serviva, di spaccare la difesa con una linea di corsa
imprevedibile. Attenzione a questa squadra: ha il girone più agevole
(Galles e Figi le sole insidie credibili) e in coppa del Mondo non ha
mai fallito, si affida a una mediana supercollaudata e la mischia
sembra rinata. Possono arrivare alla fine.
Simone Battaggia



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