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[RUGBYLIST] Rugbylist, una ventata di tristezza

cavallopazzo 14cavallopazzo a libero.it
Sab 25 Ott 2008 12:03:20 CEST


Grazie.
Solo oggi trovo il tempo per affrontare la risposta avendo un pò di tempo a disposizione per poterci ragionare ed approfondire come il tema senz'altro merita.
Intanto voglio partire dal concetto di "rugby educativo". Educativo anche per il fisico e per la salute dell'atleta. Per cui credo che, partendo in prima analisi dalla mischia comandata, l'impatto fisico che in essa si consuma a lungo andare provochi danni irreversibili negli atleti, visto le ultime modifiche delle regole di ingaggio e
l'avvento del professionismo che permette degli allenamenti maggiormente intensi e potenziamenti del fisico fino a pochi anni fa insospettabili.
Danni che cominciano a manifestarsi alla fine carriera (e quindi forse oggi non possiamo avere dati certi seppur ci siano dei segnali) e certamente con l'invecchiamento ( 50-60 anni) come avviene agli ex atleti che hanno praticato per esempio il sollevamento pesi a livello importante di competizione internazionale.
Lo choc delle prime linee oggi è sicuramente troppo violento.L'arbitro chiama le tre fasi : bassi, tocco, ingaggio e proprio in quest'ultima fase si scarica tutta l'energia degli atleti che hanno accumulato mentalmente  nei due comandi precedenti: è come una piccola (o media) esplosione che si rivolgono l'un l'altro.
Credo che a lungo andare il rachide e la colonna vertebrale ne paghino le conseguenze. Mi accorgo di essere andato un pò oltre le mie capacità non essendo medico ed allora allargo il campo di intervento rivolgendo richiesta di conferme o smentite ai medici o comunque ai listaroli che avessero titolo per una opinione qualificata.
Una soluzione sarebbe quella, ad esempio, di fare legare in prima fase solo le due prime linee avversarie ed in seguito le seconde e le terze. Soluzione suggeratami tempo fa da un eminente listarolo, in privato, che spero legga ancora la list. Questa regola depotenzierebbe enormemente l'impatto delle prime linee.
Concordo poi con la proposta rivoluzionaria ( di Luca Oliva) di impedire lo scontro fisico così come accade adesso fra i centri che non si placcano più ma vengono abbattuti al terreno con dei colpi d'ariete al petto simulati da placcaggio alto. Bisognerebbe consentire solo il placcaggio dalla cintola in giù. Intanto il pallone vivrebbe di più, perchè essendo placcati alle gambe si potrebbe passare sempre il pallone con le braccia prima di cadere e forse si potrebbe assistere a quelle azioni fantasiose e spettacolari che a me personalmente (ma mi sembra di non essere il solo) mancano tanto.
Di ciccia al fuoco credo di averne messa abbastanza ed allora se la list non è morta animiamola con tutte le nostre critiche. Feroci e non.
Un caro saluto da Cavallo Pazzo

  ----- Original Message ----- 
  From: luca.oliva a katamail.com 
  To: rugbylist 
  Sent: Thursday, October 23, 2008 12:04 PM
  Subject: Re: Re: [RUGBYLIST] Rugbylist, una ventata di tristezza


  Mi piace questa disamina che hai fatto. Due proposte rivoluzionarie, ma realmente rivoluzionarie, che cambierebbero le cose sono:

    1.. impedire il placcaggio sopra la cintura 
    2.. consentire di raccogliere palla con le mani in ruck: consentire cioè di trasformare la ruck in maul
  Mi rendo conto che il punto 1. può essere oggetto di forti discussioni e scatenare perplessità, ma di sicuro ridurrebbe la forza e potenza degli impatti, costringendo anche i giocatori di maggiore forza fisica ad impostare i placcaggi correttamente dalla cintola in giù. Si vedrebbero meno placcaggi "isolani", si ridurrebbe la pericolosità degli impatti stessi e la forza fisica sarebbe utilizzata più palla in mano per "sfondare" le linee difensive, che per "abbattere" gli avversari con la palla in mano.

  Il punto 2. impedirebbe quella catena ininterrotta di ruck che caratterizza la fine di certe partite e che ricorda - fatte le debite proporzioni - la melina calcistica di olandesiana memoria. Va stroncata: è contro lo spirito stesso del rugby ! 

  Ma se guardiamo alle ultime modifiche regolamentari, in particolare mi riferisco ai 5 metri di tolleranza sulla mischia ordinata, vediamo che l'orientamento è ben diverso. Abbiamo visto lo Stade Francaise schierare Mauro Bergamasco mediano di apertura in mischia ordinata: lo diceva già Luciano Ravagnani in tempi non sospetti (a proposito: ciao Luciano !), ma qui lo scopo è completamente diverso: sfruttare lo spazio libero per mandare quello che una volta era il giocatore di maggior raffinatezza della squadra a schiantarsi contro la difesa avversaria ... Stiamo passando dall'era dei "bang center" a quella dei "bang players": ve lo vedete Barry John o Stefano Bettarello o Phil Bennett in questo tipo di gioco ?

  gio 23/10/08 08:26 , "cavallopazzo" 14cavallopazzo a libero.it ha inviato:


    Personalmente il rugby che viene giocato oggi mi attira meno di quello giocato ieri. Questi super colossi che si scontrano in continuazione abbattendosi l'un l'altro abbracciandosi con violenza all'altezza del petto ed una volta a terra non possono contendersi la palla ma possono formare quelle rucks dove la palla rimane giocabile ed in vista ma il mediano può aspettare dei minuti prima di tirarla fuori e giocarla quando vuole, credo tolga dinamicità al gioco. E poi dalla ruck si riparte con altri colossi che fanno un metro e riformano una ruck alla barba degli avversari che non hanno possibilità di impossessarsi della palla perchè non ci si può andare con le mani, e via che ripartono i colossi a fare un altro metro e gli altri colossi cercano di stopparli e così in continuazione... uffa che barba!!!
    Oggi vanno i tre-quarti centri da 110 chili perchè il gioco si basa sugli scontri da dove si riparte con le rucks di cui dicevo poc'anzi e si riparte con altre rucks e così via.
    Le aperture devono avere un calcio da 60 metri per "poter occupare il terreno di gioco" e le ali e l'estremo devono stare 40-50 metri indietro perchè non si calcia più in touche ma si deve "occupare il terreno" e quindi chi è in difesa (concetto che non esiste e quindi per capirsi chi non ha la palla) deve tenere le linee arretrate veramente arretrate. Per tornare all'argomento Coppe europee io le guardo su France 2 e per fare un esempio lampante sulla partita Clermont-Montauban mi ricordo un solo buco del mediano di mischia del Clermont verso la fine della partita che mi ha fatto saltare sulla poltrona da tanto è stata bellissima la sua azione.
    Per il resto :calci di occupazione e tanti scontri, scontri e rucks, rucks.
    Mi chiedo: è spettacolo tutto questo scontro? Evidentemente per qualcuno lo è. Questo tipo di gioco ha preso piede e quindi si è sviluppato nei paesi dell'emisfero sud, forse non tanto il Sud Africa ma gli altri sicuramente, compresa l'Argentina. L'Europa gli è andata dietro. Ha fatto bene? Ha fatto male? Non loso, però la Word Cup
    è diventata il 3° avvenimento sportivo di importanza mondiale.
    Sono un nostalgico inguaribile? Forse. Però le giocate di J. Williams, Gareth Edward, Blanco, I f.lli Gamberabero, la famosa coppia di centri Little e Bance e le serpentine di Shane erano e sono veramente entusiasmanti. Per me il vero spettacolo è questo. Non disgiunto da belle giocate delle mischie, delle terze linee che sfondano per velocità, dalle "girate" in touche, anche dei "carrettini" che mi appassionano : ma sempre nella giusta misura. Se tutta la partita si basa sullo scontro fisico ed il principio deve essere che chi ha più "forza" vince la partita perchè si deve schiantare l'avversario fisicamente il tutto mi appassiona molto poco.
    Un caro saluto da Cavallo Pazzo
      Ciao a tutti,
      sono abbastanza d'accordo con Angelo: ultimamente la rugbylist e' meno appassionante di una volta. 

      Faccio una premessa. Non credo che ci sia qualcuno che trama per affossare la lista. C'e' un calo di interesse, la cosa mi sembra abbastana evidente, ma la causa va cercata altrove. 

      Angelo fa un preciso riferimento alla mancata discussione sulle coppe europee. Beh, questo mi da' lo spunto per poter dire la mia: per me, se la gente non si interessa ai risultati delle coppe europee, e' perche' le coppe europee non sono interessanti. Punto.

      Parto dalla mia impressione personale. Sono il primo a non riuscire a trovare pathos e interesse nelle Coppe Europee. Non credo, pero', di essere l'unico. Ho anche sentito dire che il numero di spettatori che guarda le coppe in TV e' ridicolo. Questo mio disinteresse e' indipendente dai risultati.  La mia sensazione e' che le coppe europee siano tornei artificiali, creati apposta per creare un pubblico televisivo da rimbambire e al quale vendere della pubblicita'. Per me le coppe europee esprimono proprio quel rugby che non mi dice niente: il rugby senza cuore e senza radici, inventato a tavolino.

      E, visto che ci sono, la dico tutta. A me interessa veramente poco anche il rugby super 10. Credo che la scelta di creare un campionato a 10 squadre sia l'ennesimo colpo inferto alla diffusione del rugby in Italia. Sono anni e anni e anni che si studiano meccanismi per ridurre il numero di squadre di vertice, per creare sfide "d'alto livello" e il risultato qual e'? Un campionato che attira sempre meno pubblico e che richiama un po' di interesse solo nelle partite finali. Uno schifo.

      Io credo che la causa sia da cercare lontano, che tutto sia iniziato con l'introduzione dei playoff, il primo meccanismo che ha tolto interesse al campionato (alla prima fase sicuramente). Per compensare questo calo di interesse, si sono inventate tante formule, una peggiore dell'altra. E come risultato, il calo di interesse per il campionato e per il rugby giocato vicino a casa. Che poi, per me, e' l'unico che conta. 

      Forse sulla rugbylist non si discute delle coppe Europee (e invece si parla di Paolini in TV) perche' ci sono troppi nostalgici come me, che rimpiangono un rugby del passato, un rugby che non c'e' piu'. Forse un giorno arrivera' un rugby moderno, in grado di ricavarsi un posto nei miei sentimenti, vicino al rugby antico. Ma almeno per il momento, non riesco proprio a trovare un rugby in grado di suscitare in me le stesse emozioni di quello di una volta.

      Sono rimaso in dubbio se scrivere o meno queste cose, ma era un po' che me le tenevo dentro e ci tenevo a dirle. 

      Ciao
      Giovanni Sonego




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