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[RUGBYLIST] Riflessioni

allrugby allrugby a gmail.com
Lun 9 Feb 2009 15:45:54 CET


Lo stupore - assolutamente giustificato - per una prestazione così
opaca dei ns. baldi giovanotti in quel di Twickenam ha radici lontane.
Le prime vittorie della gestione Coste contro Irlanda e Scozia,
l'episodio di Grenoble, una squadra che poteva vantare una delle
migliori linee mediane al mondo coadiuvata da un manipolo di giocatori
entrati nella leggenda del rugby italiano (uno a caso: Giovannelli).
Per contro, una tradizione rugbistica piuttosto lontana da quella dei
paesi più evoluti in tal senso, ed una struttura federale e societaria
ancorate ad un dilettantismo che nemmeno l'avvento del professionismo
ha ancora sradicato.
Il sogno di entrare a far parte dell'élite senza credito e senza
pagare pegno si è miseramente infranto. Le motivazioni che per
l'euforia del momento hanno spinto l'Italia ad entrare, dieci anni fa,
nel torneo più prestigioso del mondo, erano quelle, immediatamente
realizzabili, di appetibili quote finanziarie e di visibilità
sportiva. Programmi? A questo aspetto non marginale di tutta la
faccenda non è stato dato il giusto peso, per miopia e/o scarsa
capacità manageriale: a tutt'oggi le prospettive federali si arenano
al presente; non esiste (o, se c'è, non ce lo fanno sapere) un piano
concreto per programmare crescita di base, allenatori, arbitri, scuole
di rugby (a parte quella dedicata ad Ivan Francescato) ecc., ecc.
Si cerca di vivacchiare battendo, una tantum, la Scozia, e ciò ci
riempie di gioia, ci fa esultare e per qualche tempo ringalluzziamo,
salvo poi ripiombare nella più cupa depressione quando vediamo che la
squadra non è altro che una bella facciata tenuta su da pali legati
con corda e colla scadenti: pericolo di crollo sempre presente!
Ed allora ecco che le "fattucchiere" devono inventarsi qualcosa: la
terza/mediano, l'estremo/apertura e quant'altro per cercare di
disorientare l'avversario o nella speranza di aver trovato il rimedio
del secolo.
Solo una seria programmazione ed il lavoro pagano: tutto il resto sono
solo chiacchiere da bar, con tutti il rispetto per i bar e per chi li
frequenta (e qui ci sono anch'io).
Ciao.
Franco (TV)



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