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[RUGBYLIST] Notizie (tragiche) del lunedì

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Lun 15 Mar 2010 14:55:05 CET


Dal Gazzettino.
Ciao.
Franco (TV)

SEI NAZIONI Contro la Francia cede il sistema difensivo
Male la touche, 6 mete subite. A segno Canavosio e Del Fava

Azzurri spennati dai Galletti: a Parigi l’Italia più brutta

Ivan Malfatto

PARIGI - Purtroppo la Francia non ha sottovalutato l’Italia. E le ha
rifilato la batosta temuta, visto il divario fra le due squadre. Forse
è stata l’Italia a sottovalutare la Francia. Nel senso che non ci ha
messo la concentrazione giusta e non ha applicato il comandamento che
si era data alla vigilia: conquista e placcare. Così ne uscita la
peggior partita dell’Rbs Sei Nazioni di quest’anno. Per risultato e
prestazione. Il collega della "Stampa" Stefano Semeraro in tribuna
l’ha battezzata: "Dalle onorovoli sconfitte alle onorovoli disfatte".
Definizione perfetta di un match da dimenticare.
      Nick Mallett a inizio torneo si era dato l’obiettivo di
contenere le sconfitte esterne in 10-15 punti. Stavolta non c’è
riuscito. Il 46-20 porta in dote il maggior numero di punti
(precedente 42) e il peggior passivo (precedente -25) mai subiti
dall’Italia a Parigi nel Sei Nazioni. Cifre pesanti. Come le sei mete
incassate, il doppio di quelle dell’intero torneo. Le cinque touche
perse su proprio lancio. I 14 calci e i 16 errori concessi. I 166
passaggi che si è permesso alla Francia di completare (13 ricicli), un
girandola che ha ubriacato gli azzurri proprio dove avevano detto di
dover stare più attenti, al largo. I 26’ di possesso e i 46’ di
occupazione subiti rispetto ai 16’ e 36’. In una parola, un disastro.
Mitigato appena dalla propensione al gioco comunque mostrata (93
passaggi completati e 9 off loads) e dalle due mete realizzate quando
i francesi avevano già tirato i remi in barca, pensando al Grande Slam
da centrare sabato contro l’Inghilterra a Twickenham.
      La Francia ha ucciso il match nella prima mezz’ora. Passato il
brivido del break di Garcia su azione da touche, ha provato a mettere
dentro subito punti con Trinh-Duc (drop fallito al 5’) e ci è riuscita
la seconda volta che si è affacciata nei 22 metri. McLean sbaglia a
trovare la penaltouche, pessimo il gioco tattico, Trinh-Duc ci riesce.
Sulla rimessa Parra buca su Tebaldi e trova il sostegno di
Harinordoquy, meta. Inizia poi lo show del man of the match
Poitrenaud. Libera all’ala Andreu che calcia a seguire e trova il
giallo per ostruzione di Garcia. Nell’azione successiva touche rubata,
punto d’incontro e Marty segna. Fotocopia 8’ dopo. Tebaldi in bambola
esce. Il pubblico al 32’ intona già la Marsigliese. Il match è finito,
il resto è accademia.
      Così l’Italia nella ripresa riesce a risalire, pur subendo altre
tre mete. Prima con i calci di Mirco, 100% ancora. Poi con le mete di
Del Fava, in sostegno a un break di Derbyshire a metà campo, e di
Canavosio, tutto solo in prima fase da mischia. Guarda caso tre
riserve. Che sia il caso di ripensare qualcosa nel XV, in vista del 4°
posto che ci giocheremo sabato in Galles?
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HANNO DETTO

Mauro: «Il collettivo non ha funzionato»

Zanni e Bergamauro: "un calo mentale"

Ivan Malfatto

PARIGI - Mentre il ct Nick Mallett scarica le colpe sulle
individualità, Mauro Bergamasco pone l’accento sulla squadra. "Se c’è
un collettivo che funziona sa recuperare anche gli errori individuali.
Oggi non ha funzionato". Poi passa all’aspetto psicologico: "La strana
pressione che caratterizza tutte le partite con la Francia ha minato
la nostra fiducia anche stavolta. Le mete subite nel primo tempo ci
hanno impedito di rialzare la testa nel secondo, quando due buone mete
costruite le abbiamo realizzate anche noi. Dobbiamo chiederci perchè
non le abbiamo fatte prima".
      "Abbiamo giocato una brutta partita - conferma il fratello Mirco
- Ci siamo messi in crisi da soli. E’ solo colpa nostra. Non c’eravamo
a livello psicologico". A chi gli fa notare che dalla sua parte in
fatto di placcaggi i francesi non sono passati replica: "Sono passati
dalle altre, non fa differenza. Però non c’è tempo per deprimersi. Fra
sei giorni abbiamo il Galles e dobbiamo prepararlo al meglio se
vogliamo provare a riscattarci".
      Chi dice di essersi preparato bene sulle palle alte in settimana
è Alessandro Zanni. "Invece in partita ho sbagliato diverse prese al
volo. Significa che il problema è stato mentale. Abbiamo sbagliato un
po’ tutto, dalle touche ai placcaggi. E’ stata una partita iniziata
male e continuata peggio".
      Leonardo Ghiraldini, infine, risponde sulle responsabilità delle
cinque touche perse su proprio lancio: "Come l’Irlanda (ne aveva
rubato sette, ndr) la Francia è una squadra molto abile a leggere
questa fase di gioco. Ci hanno messo pressione e creato molti problemi
di tipo mentale". (I.M.)
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Lièvremont: «Conquista meno dura del previsto»

Antonio Liviero

«Siamo contenti e sollevati». Così il citì della Francia Marc
Lièvremont ha commentato a caldo il largo successo sull’Italia. «Gli
italiani sono stati forse meno aggressivi del previsto nelle fasi di
conquista - ha detto -. Certo l’Italia non è l’Inghilterra, ma noi
abbiamo saputo adattarci all’avversario e giocare sui suoi punti
deboli. Inoltre abbiamo avuto l’intelligenza di non rischiare
infortuni». Al tecnico sono piaciuti soprattutto i primi 20 minuti:
«Sono stati molto buoni in termini di intelligenza, alternanza,
convergenza dei sostegni e rigore nelle ruck». Aggiunge il mediano di
mischia Morgan Parra: «Siamo riusciti ad alternare le forme di gioco e
abbiamo trovato quattro palloni al largo. Avevo infatti notato che in
difesa gli italiani avevano fretta di coprire subito l’interno di
Gower». (a.li.)
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PARIGI - (Ivan Malfatto) E’ un Nick Malett per la prima volta
rabbuiato quest’anno in sala stampa. Ne ha tutti i motivi. "Io prendo
le mie responsabilità per la preparazione della partita. Ma se subiamo
quattro mete su sei per errori individuali di placcaggio anche i
giocatori devono prendersi le proprie".
      Il ct definisce la prima mezzora di Francia-Italia "la più
brutta dell’ultimo anno". Siamo tornati al livello del primo incontro
con l’Australia nel tour estivo. "Allora avevamo preso cinque mete. E’
da quel giorno che i giocatori non sbagliavano tanto. Cioè da dieci
partite, All Balcks compresi. Se sbagli a placcare al largo con
Inghilterra e Scozia forse riesci a rimediare. Se lo fai con la
Francia, Australia, Nuova Zelanda ti puniscono. Ed è quello che è
successo".
      Mallett ne ha per tutti, con tanto di nome. "Nella prima meta
subita Parra ha preso un buco sulla prima guardia (Tebaldi, Geldenhuys
difensore al largo, ndr). Nella seconda Mirco ha fatto un chip
(calcetto a seguire, ndr) nei loro 22 che non doveva fare. Da lì è
nato il contrattacco che ha portato al giallo di Garcia, alla touche
rubata e all’errore di Canale. Nella terza eravamo 14 contro 15. La
quarta e la quinta sono nate da prima fase in mischia ed errore in
difesa nell’uno contro uno. Garcia non ha preso l’ala. I suoi errori
decisivi sono stati quindi due. Nell’ultima lo sbaglio nel placcare è
di Zanni".
      Unici azzurri di cui il ct salva la prestazione, davanti alle
telecamere di Sky, sono "Mauro Bergamasco e Gower". Ma difende la sua
scelta di dare fiducia a Tebaldi rispetto a Canavosio nel XV: "La
nostra squadra deve prendere fiducia. Cambiare Tebaldi dopo le buone
prestazioni d’insieme con Scozia e Inghilterra non era giusto. Poi
Canavosio è reduce da un infortunio di quattro mesi. Con la Scozia
dopo 30’ era sfinito. Con la Francia è durato 45’. Sabato in Galles
c’è la possibilità che parta titolare. Anche Del Fava quando è entrato
come lui ha fatto la differenza. L’Italia ha dimostrato di aver 25-30
giocatori dello stesso livello. A Cardiff scenderà in campo chi è più
in forma". Tradotto, Tebaldi e Bortolami (o Geldenhuys) andranno in
panchina.
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MISCHIA APERTA di Antonio Liviero

Che spasso a Dublino. Al di là delle vivaci intenzioni di gioco di
Irlanda e Galles (27-12), è entusiasmante veder fiorire i talenti sul
verdissimo prato del Croke Park. Ve lo ricordate Keith Earls? Il
numero 13 che a metà gennaio con la maglia del Munster è passato come
un uragano su Monigo? Stavolta ha rifilato due mete ai gallesi. Ne
aveva già segnata una all’Inghilterra. In tutto sono 6 in 9 test.
Niente male per un ragazzo di 22 anni.
      La prima palla-meta gliel’ha sfornata O’Driscoll, al centesimo
cap, su una punizione giocata alla mano nell’area dei 22 metri. Earls,
appena spostato al centro dopo l’uscita di D’Arcy, ha stretto
leggermente l’angolo per infilare lo spazio tra Adams, fissato dal
capitano irlandese, e Charteris. Jones si è allora incaricato di
metterlo giù. Ma Earls si è mostrato un felino. Abbattuto a un metro
dalle linea ha fatto perno sulla spalla sinistra, rotolando su se
stesso. Un giro da ginnasta e marameo: meta sulla continuità del
movimento. Allo scoccare dell’ora ancora lui. Stavolta all’esterno, si
fuma in un colpo solo le due ali dei Dragoni: Halfpenny e Shane
Williams. Ed entra in meta rotolando ancora sull’erba come un bambino
felice. Il numero più incredibile l’ha mostrato però tra le due
marcature. Uno sciagurato passaggio di O’ Driscoll gli è caduto tra i
piedi. Keith ha accarezzato l’ovale col dorso del destro, sollevandolo
dolcemente verso di sé, lo ha controllato con la coscia sinistra e
afferrato fulmineo con le mani evitando di commettere in avanti. Un
numero di alta giocoleria. Figlio di Ger, leggendaria bandiera di
Limerick, ha un fisico (1,81x90) un po’ meno imponente di Bowe o
dell’inglese Monye ma in fatto di classe non ha nulla da invidiargli.
Di sicuro è più completo. Attacca la linea ovunque, è abile nel
variare gli angoli di corsa e, cosa non comune, ha entrambi i piedi
buoni.
      Altro figlio d’arte Tomàs O’Leary. Il padre Seànie è un mito
dell’hurling, sport dei nativi irlandesi vagamente imparentato
all’hockey prato. Anche Tomàs lo ha praticato da ragazzino. Ora ha 25
anni ed è in vantaggio su Reddan per l’eredità della maglia numero 9
di Stringer. E’ molto legato alle tradizioni e prima della partita ha
avuto un pensiero per il Croke Park, il tempio dello sport gaelico,
teatro della strage del 1920 per mano delle truppe inglesi. Il rugby
rientrerà presto nel nuovo Lansdowne Road. Tomàs gli aveva dedicato un
pensiero prima della partita: «Qui c’è la storia della nostra nazione,
della nostra cultura. Una parte importante della nostra identità. È un
onore per me giocarci. Mi piacerebbe lasciare una traccia». E stato di
parola. Oltre alla meta con una corsa folgorante che ha attraversato
l’area di 22 metri, è stato ispiratore delle altre due: sua
l’intuizione di giocare alla mano la punizione della prima marcatura,
suo il raddoppio su O’Driscoll e il raffinato passaggio alto che ha
lanciato Earls. C’è da meditare su questa scuola irlandese
sempreverde. Altro che Celtic.
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Di Ennio Grosso

Sconfitte anche le donne
In meta Furlan e Stefan

(e.g.) Italia femminile sconfitta a Montpellier dalla Francia per
45-14. Per le azzurre tutti punti veneti: mete di Furlan e Stefan,
quindi 2 trasformazioni di Veronica Schiavon.
      NAZIONALE UNDER 20 - Sconfitta anche l’Under 20, battuta a
Grenoble dai pari età francesi 25-6. Per l’Italia 2 piazzati di
Iannone.
      FINALE A ROVIGO - Benetton-Petrarca sarà la finale di Coppa
Italia in programma domenica a Rovigo. Alla sfida decisiva le due
squadre sono arrivate battendo Montepaschi Viadana, il Benetton e Femi
CZ Rovigo, il Petrarca. Treviso ha vinto 19-15 al termine di una gara
quasi a senso unico nel primo tempo (16-3) e controllata nella ripresa
(per i trevigiani meta di Goosen e 14 punti di Botes). Il Petrarca a
sua volta ha conquistato il successo (28-24) allo scadere con una meta
di Bezzati; in precedenza altre 2 mete di Ambrosio e Costa Repetto e
13 punti di Mercier. Per Rovigo mete di Immelman e Bustos, autore
anche di 11 punti di piede, inoltre un piazzato di Basson.
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 SUPER DIECI Archiviata la Coppa Italia Pipitone (Casinò Venezia) si
prepara alla nuova sfida

Casinò riparte da Parma

Michele Salin

Archiviata la Coppa Italia con l'ultima gara di domenica 7 marzo a
Favaro Veneto, persa per soli quattro punti contro l'Mps Viadana, il
Casinò di Venezia guarda alla ripresa del campionato di Super Dieci in
programma sabato 27 marzo con la dodicesima giornata, che lo vedrà
impegnato in trasferta contro i diretti avversari di fondoclassifica
del Plusvalore Gran Parma.
      Prima però il numero uno della società amaranto-oro Tommaso
Pipitone fa un sintetico bilancio delle quattro gare di Coppa Italia.
«Il nostro percorso in Coppa conferma il trend positivo già iniziato a
inizio anno in campionato con la nuova gestione tecnica di Alejandro
Canale – afferma Pipitone – per il resto quest'anno non avevamo chissà
quale velleità in Coppa, per cui direi che soprattutto a livello di
gioco possiamo dirci decisamente soddisfatti».
      Qualche giocatore in particolare sembra essere cresciuto proprio
in questi ultimi due mesi. «La squadra sta girando bene, ma credo che
anche questo derivi dall'impostazione data da Canale e dalla sua
capacità di ottenere il massimo da tutti i giocatori», dice il
presidente Pipitone.
      Veniamo al campionato e allo scontro diretto con Gran Parma:
pensa che sarà decisivo per le vostre sorti in campionato? «Sarà più
decisivo per i nostri avversari che per noi, visto che abbiamo due
punti in più di loro – dice – e che per le nostre caratteristiche
possiamo perdere o anche vincere con avversari molto diversi e molto
più attrezzati di noi».
      I sessanta punti presi dal Gran Parma in Coppa contro Prato sono
un segnale da prendere in considerazione? «Credo di no, anzi significa
che si sono risparmiati le forza al contrario di quanto abbiamo fatto
noi, che abbiamo onorato la Coppa Italia durante tutta la sua durata».
      A livello di organico, il Casinò di Venezia si presenta allo
sprint finale per la salvezza con una importantissima novità: il
ritorno del capitano Edoardo Candiago da una sosta forzata per
infortunio di sei mesi, dal 30 agosto del 2009 quando il giocatore si
infortunò al ginocchio nel corso dell'ultima azione di gioco del
test-match contro una selezione militare inglese. Candiago è già
rientrato nell'ultima gara di Coppa, anche se soltanto in panchina, a
causa di un piccolo problema muscolare (stiramento) che ha consigliato
lo staff tecnico di tenere prudenzialmente il giocatore ancora a
riposo. Un'ultima domana a Pipitone sul progetto Celtic-League che
partirà già dal 2010 con la riforma interna dei campionati e
l'iscrizione di due selezioni italiane alla Magners League. «È presto
per giudicare, spero solo che questo abbia riflessi positivi anche per
tutto il movimento di base», conclude Pipitone.
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CAMPIONATO EUROPEO

Di scena gli under 18

Il rugby giovanile internazionale torna nel veneziano: San Donà di
Piave e San Michele al Tagliamento le due sedi del campionato europeo
Under 18, che per la quarta volta fa tappa in Veneto dal 27 marzo al 3
aprile, tra Venezia e anche Treviso, nelle strutture di Conegliano
Veneto e Monigo. Ma anche il litorale di Jesolo è direttamente
coinvolto nella manifestazione, visto che ben 22 delle 24 squadre
partecipanti hanno scelto di albergare nella cittadina balneare
durante la manifestazione, e che a Jesolo, al Palaturismo, è in
programma la festa finale sabato 3 aprile che coinvolgerà circa 800
persone tra atleti, organizzatori, appassionati. Le 24 squadre
suddivise in 3 raggruppamenti sono chiamate a sfidare i campioni in
carica della Francia, vincitrice delle ultime tre edizioni, in attesa
della prossima riforma della categoria che dovrebbe introdurre una
“scrematura” agonistica, suddividendo in due grandi gruppi i paesi
emergenti e le nazionali leader.
      Lo svolgimento degli europei giovanili si rifletterà anche sul
campionato di serie A che vede impegnato l'Orved M-Three, nella
settima giornata di ritorno in programma allo stadio Pacifici di San
Donà domenica 28 marzo. Il derby veneto che all'andata aveva visto
prevalere i sandonatesi, sarà posticipato alle ore 19 di quella stessa
domenica, per permettere l'esibizione dei più giovani nel pomeriggio.
Nessun under 18 sandonatese è stato convocato nella Nazionale del
tecnico Brunello, anche se gli elementi validi non mancano in riva al
Piave, come dimostra anche il posizionamento in classifica delle due
formazioni di under 18.
      Intanto la prima squadra guidata da Jason Wright prepara la
ripresa del campionato, approfittando della sosta per recuperare
almeno qualcuno dei numerosi acciaccati. La vittoria in trasferta di
domenica 7 contro l'Amatori Milano ha trasmesso entusiasmo a tutto
l'ambiente, deciso a ripetersi in casa contro i cugini del Rugby Udine
quando rientrerà dalla squalifica anche il mediano di mischia e
calciatore Mucelli. (M.Sal.)
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Battuto Viadana, domenica il Benetton cerca a Rovigo
il secondo trofeo della stagione dopo la Supercoppa

Ennio Grosso

Il tallonatore Vidal: «Mercier il bianconero da limitare»

Domenica a Rovigo il Benetton potrebbe conquistare il secondo trofeo
stagionale dopo la Super Coppa vinta a settembre nella sfida contro
Parma. A Rovigo i trevigiani di Franco Smith daranno infatti la caccia
alla loro quarta Coppa Italia incontrando nella sfida decisiva il
Petrarca Padova. Il Benetton è arrivato alla finale battendo 19-15 il
Montepaschi Viadana al termine di una contesa praticamente a senso
unico nei primi 40’ e controllata nella ripresa. Il Petrarca, a sua
volta, ha conquistato la finale battendo 28-24 il Femi CZ Rovigo a
conclusione di una partita ricca di colpi di scena e sorpasso decisivo
nell’ultimo istante.

      «Sono molto contento per come sono andate le cose – ammette il
tallonatore del Benetton, Diego Vidal – Contro Viadana l’obiettivo era
quello di iniziare subito al massimo e così è stato. Nel primo tempo
abbiamo giocato bene in mischia, facendo uscire palloni veloci e
l’andamento della prima frazione è riassunto nel risultato, dopo 40’
infatti eravamo avanti con un eloquente 16-3».

      - Nella ripresa cosa è successo?

      «Sapevamo che il Viadana avrebbe tentato di tutto per rimettere
in piedi la gara, oltretutto è stato avvantaggiato dalla doppia
superiorità numerica e una meta è arrivata proprio in quel frangente.
Abbiamo comunque dimostrato tutta la voglia di vincere questa partita:
penso che il nostro atteggiamento negli ultimi istanti, quando abbiamo
respinto l’assalto ospite costringendo il loro pack ad indietreggiare,
sia stato più che eloquente».

      - Ora finale col Petrarca.

      «Una sfida per certi versi indecifrabile: in casa loro non
vinciamo da tre anni, in casa nostra vinciamo sempre con punteggi
larghi, una sfida parecchio strana. Noi vogliamo assolutamente vincere
questa Coppa Italia e per riuscirci dovremo giocare una partita
praticamente perfetta, ma soprattutto dovremo limitare il loro
regista, Mercier. Padova è molto dipendente da lui e se noi riusciremo
a non farlo giocare avremo parecchie chance di vittoria».

      - Il ruolo di favoriti può essere un peso o uno stimolo?

      «Non credo sia un peso anche se in una finale nulla è già
scritto. E’ una partita diversa dalle altre, può succedere qualunque
cosa. La nostra condizione fa ben sperare».

      Per il Benetton sarà la sesta finale di Coppa Italia, la prima
col Petrarca. In precedenza i trevigiani avevano vinto 3 coppe
battendo l’Amatori Catania (27-3 a Roma nel 1970), il Rovigo (21-16 a
Padova nel 1998) e il Viadana (28-24 a Jesolo nel 2005); due le
sconfitte, con L’Aquila (6-13 a Roma nel 1973) e Milano (17-27 a
Padova nel 1995). Due, invece, le coppe vinte dal Petrarca, nel 1982 e
nel 2001.


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