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I: [RUGBYLIST] Re: Obbligatorietà e campionati"minori"

antonio cinotti antoncino a alice.it
Mer 2 Mar 2011 16:05:40 CET


Forse non mi sono espresso bene:

    * Il rugby a Siena nasce nel 1935, abbandonato dal 1944 fino al
      1961, non è stabile fino al 1985, anno in cui il CUS riparte per 3
      stagioni, poi riprende nel 1993 e da allora abbiamo fatto tutti i
      campionati di serie C continuativamente, senza saltarne uno, sono
      18 anni, non 7. Da 7, dal 2004 abbiamo iniziato a investire
      risorse massicce sulle giovanili (le prime giovanili con il CUS
      Firenze erano del 1996/7).
    * Non un solo allenatore senese è un volontario, fino all'ultimo
      animatore del minirugby ognuno prende un compenso oltre che i
      rimborsi per chi è di fuori Siena e l'ho scritto chiaramente.

Non mi è chiaro come secondo te dovrebbe fare ad uscire dal rugby  
"volemose bene" una piccola società visto che se non abbiamo allenatori 
con esperienza (che costano soprattutto se non sono del luogo) di almeno 
10/15 anni non se ne esce fuori.

Noi a Siena non abbiamo un solo allenatore con più di 7 anni di 
esperienza nel rugby, eccettuato quello dei seniores. Dobbiamo smettere 
perchè faremo sempre schifo? Mi dispiacerebbe dirlo alle 200 e più 
persone che ogni domenica scendono in campo con i nostri colori e che 
ultimamente iniziano anche a vincere spesso...
Un NON allenatore ma preparatore atletico Riccardo Bani nella sua scuola 
(è professore di Ed Fisica in un ITI) ha portato i suoi ragazzi alle 
finali nazionali per due anni e se non sbaglio è arrivato terzo 
nazionale... è allenatore, ma di basket!
Nicolò Baruffaldi ha avuto a Siena un allenatore con 4 anni di 
esperienza e uno con 6, adesso è in Accademia, è solo fortuna?

Ribadisco il concetto, diamo sempre la colpa alle società che è più 
semplice!! Continuiamo a pianificare a caso e poi lamentiamoci che le 
società non ci seguono! Andiamo avanti a regalare risorse a chi ne ha 
già tante invece di premiare chi è davvero interessato a crescere che la 
strada è quella, tanto poi si fa giocare Wosaway, Garcia, Dellapè, 
Robertson (non per togliere niente a loro, sia chiaro) e quindi se le 
accademie non vanno chi se ne frega!

poi ognuno ha le proprie idee, sia chiaro, ma non credo che la colpa 
della mancanza dei risultati sia delle società di base... MAGARI!

Antonio



Il 02/03/11 11.55, Salvatore Messina ha scritto:
> Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
> __________________________________________
>
>
> E chi ha detto il contrario!!!!!!!
>
> Vorrei solo far notare due cose:
>
>     * avete iniziato nel 2004
>     * vi basate sul volontariato
>
> Nel primo caso è logico che occorrano anni per offrire un prodotto 
> sportivo ai ragazzi che sia anche competitivo.
> Nel secondo caso, avendo come linea di principio il volontario (a 
> costo zero) e non il merito, il prodotto non sarà mai all'altezza.
> Un tecnico o un dirigente sportivo volontari _possono benissimo essere 
> i migliori al mondo_ ma se la mia prima selezione per l'ingaggio è 
> quella del volontariato è molto difficile che siano i migliori "sul 
> mercato".
> Sopratutto in zone non di tradizione rugbystica.
>
> Finché non ci metteremo in testa che per crescere bisogna cercare il 
> meglio faremo tanta promozione di valori sportivi e pochi risultati e 
> non è nemmeno detto che il meglio sia per forza a pagamento (difficile 
> ma non impossibile).
>
> Come faccio ad individuare un campione, quindi allenarlo di 
> conseguenza, se di professione lavoro in banca e nel mio curriculum 
> sportivo ci sono solo 10/15 anni di rugby (magari nemmeno quelli)?
> Un allenatore che sia efficace deve avere esperienza di gioco, 
> esperienza come allenatore, un bagaglio tecnico/didattico aggiornato, 
> una buona conoscenza della psicologia, una buona formazione in 
> tecniche di comunicazione, almeno delle conoscenze di base in medicina 
> e, SOPRATUTTO, una predisposizione all'insegnamento. Un allenatore che 
> sia stato anche un grande campione ma umanamente un po' "str..zo" 
> difficilmente avrà una buona gestione dei ragazzi.
>
> Poi, per carità, va bene tutto ma se la base si poggia sul "volemose 
> bene" quando all'estero il rugby ha basi scolastiche (professori 
> preparati sia dal ministero sia dalla federazione sportiva) non 
> pretendiamo molto di più di qualche onorevole (ma anche disonorevole) 
> sconfitta ed una vittoria ogni tanto, per congiunture astrali 
> favorevoli  o con nazionali messe peggio di noi (sempre meno 
> oltretutto...)!
>
> PEACE & LOVE & PLAY RUGBY
>
> Salvatore Messina
>
>
> ----- Messaggio inoltrato -----
> *Da:* antonio cinotti <antoncino a alice.it>
> *A:* R.L. LR. <rugbylist a rugbylist.it>
> *Inviato:* Mar 1 marzo 2011, 18:42:32
> *Oggetto:* [RUGBYLIST] Re: Obbligatorietà e campionati"minori"
>
> Squadre e aziende di rugby in Italia - 
> http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
> __________________________________________
> Ciao a tutti,
> non mi risulta che negli ultimi anni siano state troppo ascoltate le 
> società in merito a tante scelte, ma magari mi sbaglio... E' ovvio che 
> se si va avanti a fare d'imperio il contrario di quello che ci si 
> aspetta dalla base ad ognuno è dato il libero arbitrio di partecipare 
> o no a campionati che hanno costi troppo alti e utilità dubbie(esempio 
> campionato di under 20 della passata stagione clamorosamente partito 
> zoppo ed arrivato in fondo alla stagione "strisciando" con ritiri e 
> abbandoni).
>
> Per quanto riguarda il fatto che le giovanili non interessino perchè 
> costano io mi sento di dire l'esatto opposto...
> Il minirugby ha costi ridicoli perchè gli educatori farebbero anche 
> tutto gratis (cosa che noi non permettiamo, diamo a tutti un rimborso 
> SIMBOLICO), non ci sono costi di pulmini perchè tutti i genitori 
> vogliono accompagnare i ragazzi, magari portando i nonni ecc ecc, 
> qualsiasi iniziativa si proponga sono presenti bambini e genitori, 
> comprano gadgets e tutto il materiale tecnico ecc ecc.
> A noi dal minirugby avanzano risorse da dedicare al reclutamento, in 
> più si guadagnano allenatori, dirigenti, appassionati, contatti con 
> sponsor e chi più ne ha più ne metta. Se viene al campo un under 18 o 
> un giocatore seniores abbiamo una persona, se viene un ragazzo dalla 
> 16 in giù abbiamo un giocatore, spesso due genitori e a volte anche 
> fino a 4 nonni, zii ecc ecc.
>
> Le nostre giovanili fanno pari tra quote di iscrizione, sponsorini di 
> genitori ed amici, solo con i seniores "ci rimettiamo" 3-4mila euro da 
> quest'anno per il pulman grande obbligatorio per le traferte lunghe 
> (ma chiediamo un contributo ai ragazzi) sennò si faceva pari tra 
> sponsor e quote da una parte, rimborsi ai tecnici e spese varie 
> dall'altra.
> Io credo che una squadra se vuole fare dei passi in avanti sia 
> obbligata a partire con le giovanili, non c'è bisogno che sia la FIR 
> ad imporle, se non ci sono giovanili il movimento si esaurisce in 10 
> anni e non ha nuova linfa.
> Noi fino al 2004 abbiamo stentato con numeri e risultati seniores. Non 
> è un caso che piano piano si sia iniziato, con il nostro vivaio, a 
> cogliere risultati con i seniores.. che sono ragazzi che provengono 
> dalle giovanili, lasciando in panchina o i tribuna i vecchietti miei 
> coetanei!
>
> Certo potrebbero essere maggiori i contributi federali per chi fa 
> attività superore a quella obbligatoria, noi quest'anno miriamo ad 
> obbligatorietà (u16 e 14), under 18 e minirugby.
> Non è detto che ci si faccia ma se ci si fa si rifanno le mute nuove 
> per la prossima stagione con il contributo rugby di base! Almeno per i 
> primi anni che si centra l'obiettivo di una nuova categoria le risorse 
> potrebbero essere maggiori visto che lavoriamo per allargare la base.. 
> e da una base più larga ci scappa fuori, dal Sabbione di Siena, anche 
> un ragazzo che è in Accademia a Parma e che due settimane fa ha 
> giocato titolare nella under 17 che ha vinto in Francia.. alla faccia 
> delle strutture fatiscenti che abbiamo! Il suddetto ragazzo è stato da 
> noi ceduto in prestito gratuito al Rugby Parma Junior, alla faccia di 
> queste società che non sono lungimiranti e guardano sempre alla loro 
> "pancia"!
>
> Adesso ne abbiamo un altro che è ai raduni di categoria Under 16 e 
> speriamo che altri ne vengano fuori..
>
> Un riordino dei campionati sicuramente gioverebbe ma se al solito chi 
> è al timone non sente la base penso ci sia poco da fare, saranno 
> sempre imposizioni mal tollerate e non decisioni condivise...
> Buon rugby a tutti, io scappo al campo a correre!
>
> Antonio
>
> Il 01/03/11 13.06, Salvatore Messina ha scritto:
> > Squadre e aziende di rugby in Italia - 
> http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
> > __________________________________________
> >
> >
> > Analizzare una situazione serve per proporre delle soluzioni ad un 
> evidente problema: la competitività del nostro rugby nei confronti 
> delle altra nazioni, perché se rimaniamo in ambito nazionale non 
> esiste nessun problema.
> >
> > Per analizzare una situazione occorre però tener conto delle 
> variabili intervenute nel corso degli anni ed esaminare i dati oggettivi.
> >
> > L'Italia non è mai stata competitiva per molteplici fattori. Ad 
> acuire il problema è sopravvenuto il professionismo che ha determinato 
> una svolta epocale ed una accelerazione dei cambiamenti.
> >
> > Fondamentalmente nel 2011 stiamo ancora cercando di ridurre il gap 
> esistente da prima del professionismo, dato da:
> >
> >    * esiguo numero di praticanti;
> >    * mancanza di basi tecniche e di una scuola di formazione;
> >    * mancanza di impianti.
> >
> > Come si può ben vedere a tutt'oggi non siamo nemmeno sulla strada 
> per volgere la situazione in positivo.
> >
> > Con l'avvento del professionismo si sono aggiunti questi altri 
> impedimenti:
> >
> >    * limitati budgets per squadre e nazionali;
> >    * mancanza di normativa contrattuale;
> >    * offerta di un prodotto spettacolo meno che scadente (a parte la
> >      nazionale) per interessare il pubblico;
> >    * mancanza di una strategia di marketing;
> >    * mancanza di operatori qualificati a livello dirigenziale.
> >
> > L'unica figura nel panorama rugbystico nazionale ad aver tentato una 
> soluzione a quanto sopra è stata la F.I.R.
> > Per quanto riguarda i club (salvo Treviso per l'area 
> tecnico/manageriale sportiva e Viadana per quella di 
> marketing/immagine) si è solo vista una gravissima involuzione che ha 
> portato un abbassamento della qualità tecnica del nostro rugby 
> rispetto a 20 anni fa.
> >
> > La C1 è stata abolita per scelta delle società. Così come adesso 
> sono le società stesse a non volerla ripristinare. I motivi sono ben 
> noti a tutti gli operatori.
> > Così come è stato abolito il "campionato riserve" poi "cadetto" per 
> le continue lamentele di chi non vinceva tale campionato perché la 
> domenica doveva giocare contro giocatori delle prima squadra in serie A.
> >
> > Le giovanili non interessano perché costano e costano perché viene 
> offerto ai ragazzini un prodotto di scarto che non possiamo far 
> pagare. Se così non fosse sarebbe il primo finanziamento dei clubs; 
> così come avviene nel volley, nel calcio, nel basket, nella ginnastica 
> artistica, nello sci, nel tennis ecc ecc
> >
> > In Italia siamo nella situazione di chi, per voler a tutti i costi 
> mangiarsi l'uovo, non riuscirà mai ad avere la gallina, almeno per 
> farci il brodo....
> > PEACE & LOVE & PLAY RUGBY
> >
> > Salvatore Messina
> >
> >
> > ----- Messaggio inoltrato -----
> > *Da:* Giovanni Cardeti <gcardeti a yahoo.it <mailto:gcardeti a yahoo.it>>
> > *A:* rugbylist a rugbylist.it <mailto:rugbylist a rugbylist.it>
> > *Inviato:* Mar 1 marzo 2011, 12:11:32
> > *Oggetto:* Re: Reply: RI: Re: Reply: RI: Re: Reply: RI: R: 
> [RUGBYLIST] Re: Obbligatorietà e campionati"minori"
> >
> > Squadre e aziende di rugby in Italia - 
> http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
> > __________________________________________
> > La tua proposta è la stessa organizzazione che 20 anni fa, prima 
> dell'arrivo degli scienziati atomici foraggiati con i soldi del 6 
> nazioni, era in vigore in Italia.
> > Cambiava soltanto la serie A (divisa in due gironi A1 e A2 ciascuno 
> di 12 squadre) e la serie C (organizzata in 6 gironi da 10 squadre).
> > E' da non so quanti anni che sostengo che l'abolizione della serie 
> C/1 (campionato di basso livello ma che aveva una sua dignità, 
> soprattutto per i giovani usciti dalle under 19 del tempo che si 
> trovavano ad affrontare un campionato di livello discreto) è stato uno 
> dei più grossi scempi fatti da questi scienziati.
> > Improvvisamente ha determinato una marmellata di campionati 
> livellati al basso se non al bassissimo in cui si scontravano squadre 
> che lottavano fino all'anno primo per la promozione in serie B e 
> società nate da un mese.
> > Hanno letteralmente distrutto il livello della cosiddetta base (che 
> poi a lungo termine è quello che va ad incrementare l'alto livello) e 
> questo livellamento verso il basso ce lo siamo portati per circa una 
> decina di anni.
> > Tutt'ora, nonostante qualche miglioramento determinato dalla 
> creazione dei campionati di elitè (ma se guardiamo i criteri di 
> partecipazione già ci mettiamo a ridere), non lo abbiamo superato.
> > Giovanni
> >
> >
> > --- *Mar 1/3/11, Oliver63 /<luca.oliva a katamail.com 
> <mailto:luca.oliva a katamail.com>>/* ha scritto:
> >
> >
> >    Da: Oliver63 <luca.oliva a katamail.com 
> <mailto:luca.oliva a katamail.com>>
> >    Oggetto: Re: Reply: RI: Re: Reply: RI: Re: Reply: RI: R:
> >    [RUGBYLIST] Re: Obbligatorietà e campionati"minori"
> >    A: rugbylist a rugbylist.it <mailto:rugbylist a rugbylist.it>
> >    Data: Martedì 1 marzo 2011, 09:51
> >
> >    Squadre e aziende di rugby in Italia -
> > http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
> >    __________________________________________
> >    Comunque Gaetano la mia proposta di riforma è la seguente:
> >
> >    Serie A a 12 squadre con play-off, play-out e finale in campo neutro
> >
> >    Serie B su due gironi da 12 squadre (nord e centro-sud)
> >
> >    Serie C1 su quattro gironi da 12 squadre (nord-est, nord-ovest,
> >    centro-sud e sud-isole)
> >
> >    Serie C2 - gironi regionali organizzati dai Comitati,
> >    eventualmente suddivisa in più gironi o accorpata tra regioni
> >    vicinanti a seconda del numero di squadre
> >
> >    Ciao.
> >    Luca Oliva
> >
> >    Il 28/02/2011 17.26, Gaetano Palmiotto ha scritto:
> >>    Squadre e aziende di rugby in Italia 
> -http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
> >>    __________________________________________
> >>
> >>
> >>    Oggi abbiamo, di fatto, 8 livelli
> >>
> >>    MAGNERS pro
> >>    SUPER10 pro/semi-pro
> >>    A1 semi-pro
> >>    A2 semi-pro/dilettantistico
> >>    B dilettantistico
> >>    C1 dilettantistico/amatoriale
> >>    C2 INTERREGIONALI amatoriale
> >>    C3 TERRITORIALI amatoriale
> >>
> >>    Stanti le attuali due squadre di alto livello, il resto lo 
> organizzerei così:
> >>
> >>    Un unico Campionato professionistico S12/S14 con obbligo di U14, 
> 16, 20.  Eventuale Campionato Seconde Squadre.
> >>
> >>    Un campionato Semi-professionistico (Serie A) organizzato in 3/4 
> gironi zonali con finali per accesso alla Serie superiore con obbligo 
> di U14,16 e 20
> >>
> >>    Una Lega dilettanti (Serie B) organizzata in 4 gironi da 12 
> squadre con obbligo di U14 e U16
> >>
> >>    Gran parte delle ultime tre categorie (parte della C1+C2 e C3) 
> si potrebbero accorpare in un'unica amatoriale, senza obbligatorietà 
> di under.
> >>
> >>    Chi sale Lega dilettanti dalla Lega amatoriale ha tempo un anno 
> per mettersi in regola con le Under, altrimenti penalizzazioni.
> >>
> >>    Il rugby pro e semi-pro (fino alla A) dovrebbe essere gestito da 
> organi separati.
> >>
> >>    Saluti
> >>
> >>
> >>
> >>
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> >>    _______________________________________________
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