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[RUGBYLIST] la parola possesso

Giovanni Ciraolo jxcira a tin.it
Mar 4 Dic 2012 20:27:17 CET


Vedendo un pezzetto di Inghilterra-NZ mi chiedevo, di fronte alla velocità degli inglesi, se nel rugby esista una parola chiave, un termine più importante di qualunque altro. Ebbene penso che questa parola sia: possesso. Una squadra può essere tecnicamente perfetta (l'ultima meta neozelandese lo era) ma se soccombe nel possesso non ha possibilità alcuna. E' come un direttore d'orchestra, se non arriva a possedere il suono d'insieme che viene prodotto, sarà solamente un discreto coordinatore: coordinerà, magari coordinerà tecnicamente bene, ma non  possiederà nulla di speciale né trasmetterà alcun ordine unitario. A volte noi utilizziamo, per commentare le partite della nostra nazionale, dei termini calcistici del tipo "sono stati in partita" oppure "sono rientrati in partita". In realtà, questi sono dei termini un pò ingenui secondo me perché bisogna fare la partita più che entrare in essa (salvo la fase iniziale). La nostra posizione nel ranking mondiale è forse giustificata proprio dal fatto che ci posizioniamo ancora in funzione di un certo assetto avversario, con momenti di gioco pregevoli ma....senza imporre una qualità cioè un possesso dominante. Riceviamo i complimenti da grandi squadre ma non dobbiamo ricevere i complimenti! Con buona pace delle franchigie, il nostro rugby, credo, svolterà quando nei campi periferici vedremo del gioco (e del possesso) simile a quello dei top teams. Viaggiando in treno ho sempre piacere a guardare dal finestrino i campi di rugby nelle varie nazioni. Muovendo da Tolosa verso l'Italia si vedono degli impianti periferici anche del tutto simili ai nostri: però c'è sempre qualche particolare che li rende diversi. Qualcuno potrebbe dire: la dimensione delle tribune o lo stato del campo. Non è solo questo. Quante lotte sono diverse in Francia, dove lo stato dà molto, rispetto all'Italia! In Italia, il mio sguardo rimane talvolta rapito da un campo isolato in un tessuto urbano dove c'è solo il rugby. Ho pensato: quanti sacrifici sono necessari per portare avanti quella squadra e quell'impianto! A volte mi commuovo. Mercoledì scorso rientrando a Roma da Milano tra la stazione centrale e Milano Rogoredo ho visto uno di questi piccoli campi, situato in una inurbazione media della metropoli ambrosiana. Mi sono chiesto a chi appartiene quell'impianto, e a che livello ci si gioca a rugby. Mi sono chiesto anche quanti giovani possono calcarlo. E' davvero un impianto attivo? Chissà se qualcuno può soddisfare la mia curiosità!
g.ciraolo                 
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