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I: [RUGBYLIST] la parola possesso

Salvatore Messina totorugby a yahoo.it
Mer 5 Dic 2012 18:34:43 CET


E dopo tanta bella retorica.... finalmente qualcuno che sa di cosa sta parlando:

INGHILTERRA-NUOVA ZELANDA, SPETTACOLO PURO
Publication Date: Wed, 12/05/2012 - 13:45
Trovare un aggettivo per la partita più entusiasmante e spettacolare degli ultimi anni è praticamente impossibile, ma se proprio dobbiamo provarci l’unico che mi viene in mente è “incredibile”.
Inghilterra e Nuova Zelanda hanno dato vita ad ottanta minuti di pura intensità rugbystica che hanno messo alle corde i giocatori in campo. Fin qui nulla di straordinario ma la vera notizia sta nel fatto che finalmente una squadra è riuscita a togliere dalla “confort zone” gli All Blacks, facendoli cadere in errore!
Ci sono varie ragioni per cui l’Inghilterra è riuscita a vincere contro la Nuova Zelanda dopo dieci anni di digiuno e con la differenza punti più alta di sempre.
Il rendimento di questi All Blacks è stato altalenante durante il tour di Novembre e questa prestazione è in linea con quanto visto nelle settimane precedenti.
Sia contro la Scozia che contro l’Italia, i tuttineri sono partiti male per poi riuscire a raddrizzare le partite in corsa. Questo fatto è passato inosservato perché, alla fine, i punteggi sono stati comunque molto larghi ma già c’erano segnali di una leggera inconsistenza. Solo contro il Galles McCaw e compagni sono riusciti a dominare letteralmente gli avversari per alzare il piede dall’acceleratore solo nel finale, a risultato acquisito.
A Twickenham invece il margine era più ridotto e alla fine i campioni del mondo si sono dovuti inchinare ai loro avversari. Gli inglesi hanno adottato un piano tattico conservativo e a corto raggio, cercando di sfruttare le loro armi migliori per portare grande pressione con il pacchetto degli avanti. Hanno mosso la palla per linee verticali senza mai allontanarla troppo dai punti di incontro.
Questo non sarebbe bastato però se l’efficacia del lavoro sulle ruck non fosse stata altissima. Non stiamo parlando solo di semplice “pulizia” dei giocatori avversari, ma piuttosto di come il portatore di palla ha interpretato il proprio lavoro una volta placcato.
Gli All Blacks hanno la straordinaria capacità di utilizzare la maggior parte delle volte un solo uomo nel placcaggio; questo placcatore poi, è in grado di rialzarsi talmente velocemente per contestare la palla che in parecchie occasioni il placcatore a terra si ritrova da solo. Ecco, in queste situazioni gli inglesi erano in grado di rialzarsi subito o alla peggio rotolare in avanti per rendere inefficace il placcaggio e costringere la nutrita linea difensiva a riposizionarsi indietreggiando, perdendo così di incisività nel successivo tempo di gioco. Non solo, ma quando era evidente che gli All Blacks non impiegavano più di un uomo nei punti di incontro, il primo sostegno invece di posizionarsi per proteggere la palla, la raccoglieva e pur avanzando di poco riusciva ad ottenere lo stesso risultato.
Questo è stato un atteggiamento sistematico dei portatori di palla inglesi che non può essere considerato casuale.
Come se non bastasse l’arbitro Clancy ha punito con eccezionale puntualità i giocatori in maglia nera che attraverso questo meccanismo si ritrovavano in fuori gioco.
In pratica, la variabile dello spostamento legale del punto di placcaggio ha reso non solo inefficace il sistema difensivo degli All Blacks ma ha inoltre creato le condizioni per cui i giocatori neozelandesi si ritrovassero in fallo, permettendo a Farrell di monetizzare al piede queste irregolarità.
La soluzione per i neozelandesi sarebbe stata quella di mettere più uomini sulla zona di placcaggio per obbligare gli inglesi da un lato ad entrare più numerosi nei punti di incontro e dall’altro ad utilizzare palloni meno puliti, come avevano fatto australiani e sudafricani.
Dal canto loro gli All Blacks hanno interpretato l’incontro con un piano tattico abbastanza discutibile. Nei primi quaranta minuti, da fase statica hanno sistematicamente ricercato il centro del campo per poi ritornare dalla parte “chiusa”, permettendo agli avanti avversari di rischierarsi abbastanza agevolmente. Questo atteggiamento tattico, figlio forse della partita della settimana precedente contro i gallesi che sono molto più dinamici, non ha prodotto grandi risultati ed ha sicuramente favorito gli inglesi che hanno dovuto spendere meno in termini di energia di riposizionamento. A metà tempo poi le consegne sono cambiate e tutte e tre le mete neozelandesi della ripresa sono state create giocando nel senso del gioco, là dove la difesa inglese non aveva il tempo di ripiazzarsi con efficacia. Se tracciamo un veloce bilancio, se due errori gestuali non avessero compromesso la finalizzazione, le mete dei tuttineri sarebbero potute essere ben
 cinque.
Alla luce di questo mi sento di poter definire la tattica del primo tempo incomprensibile, perché non ha fatto altro che “stringere” il campo, permettendo ai giocatori inglesi di rimanere nella loro “confort zone”.
Uniamo a tutto ciò i due errori pesantissimi dalla piazzola di Carter e capiamo come l’inizio del secondo tempo avrebbe potuto essere l’inizio della fine per i leoni inglesi ed invece è stato il punto di non ritorno per quelli neozelandesi.
Con i sei punti al piede mancati nel primo tempo gli All Blacks, dopo le due mete di inizio ripresa, si sarebbero trovati in vantaggio 20 a 15 e non 14 a 15, ancora ad inseguire. Questo gli avrebbe permesso di gestire la metà del secondo tempo con molta più serenità invece di rincorrere il risultato.
Ora però vediamo come l’impatto di due giocatori simili abbia influenzato la partita dal 53esimo minuto in poi. Fino a quel momento Manu Tuilagi e Ma’a Nonu si erano quasi marcati a uomo in prima fase ed erano sempre stati raddoppiati nel placcaggio.
La meta di Bradd Barritt che rompe definitivamente la partita nasce da un errore difensivo di Conrad Smith che anticipa all’esterno per raddoppiare la difesa su Tuilagi, aprendo l’esterno al compagno interno, Kierian Read, che non è stato in grado di recuperare il debordamento di Barritt. Questo errore insolito del centro neozelandese denota secondo me l’attenzione particolare che gli All Blacks avevano per il centro anglo-samoano.
Nella marcatura di Ashton da prima fase invece l’errore è di Carter. Da rimessa laterale è molto difficile raddoppiare i placcaggi perché ogni uomo ha un canale specifico e la difesa è “uomo a uomo”. Tuilagi attacca all’altezza con Ashton e Barritt che scivolano all’esterno dietro di lui. A questo punto Nonu è costretto ad uscire e lasciare Dan Carter uno contro uno con Tuilagi che lo scansa da parte e serve la palla al proprio compagno per la marcatura sul due contro uno sotto i pali, di fronte a Dagg.
La terza meta inglese nasce da una pressione difensiva costante durante gli ottanta minuti e che alla fine ha pagato anche con una meta di intercetto.
Per tutta la partita la linea di difesa dell’Inghilterra ha avuto una buona larghezza riuscendo a salire dritta e veloce. A volte più velocemente all’esterno ma senza esagerare, per non permettere più di due passaggi ai trequarti neozelandesi. Questo ha tarpato le ali al gioco espansivo dei tuttineri e, in un momento in cui si doveva forzare la mano per recuperare il punteggio, ha prodotto l’intercetto di Tuilagi.
In definitiva l’Inghilterra ha fatto la partita perfetta contro i Campioni del mondo in carica sia in attacco che in difesa, e gli All Blacks non sono riusciti ad adattare il proprio piano di gioco abbastanza velocemente alle necessità del campo. Inoltre, una volta messi sotto pressione, i neozelandesi hanno anche commesso degli errori gestuali insoliti per loro. Credo infine che se gli All Blacks fossero stati più precisi tatticamente avrebbero comunque potuto portare a casa la vittoria.
Da un punto di vista spettacolare è stato un incontro memorabile, ma ancor di più lo è stato da un punto di vista tecnico-tattico ed ora che l’asticella è stata nuovamente alzata vedremo chi riuscirà ad adattarsi più velocemente!
Marco Bortolami
 
Salvatore Messina

----- Messaggio inoltrato -----
Da: "gigi10853 a libero.it" <gigi10853 a libero.it>
A: rugbylist a rugbylist.it 
Inviato: Martedì 4 Dicembre 2012 15:50
Oggetto: [RUGBYLIST] la parola possesso
 
Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
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Io credo che una parola più di tutte nel rugby esprima il suo significato: sostegno!
Il sostrgno si fa in attacco, si fa in difesa, dalla sua qualità dipende la capacità di giocare di una squadra, di attaccare così come di difendere.
Ma non solo, gli inglesi dicono che il rugby è come la vita, ebbene, mi piace pensare che nella vita, così come nel rugby, la parola sostegno dovrebbe essere il verbo quotidiano di ognuno, 
mi piace pensare che che se tra le persone, tra le classi sociali, tra i politici e tra le nazioni ci fosse più sostegno nessuno sarebbe lasciato solo ad affrontare le disperazioni della vita quando capitano, e nessuno sarebbe vessato come certe nazioni e certi popoli dei nostri tempi (non lontano da qui e comunque basta guardarsi attorno).
Sostegno è la paorla che più esprime la positività del rugby!
Per quanto riguarda il sorteggio dei mondiali io dico che non dobbiamo preoccuparci degli avversari, ma ciò di cui dobbiamo preoccuparci prima di tutto è di noi stessi.
Se la nazionale italiana continerà a crescere come nelle partite recenti con NZ e Australia le possibità di passare il turno saranno molto alte, se invece ci sarà un ritorno al passato sarà ben difficile riuscire.
In definitiva prima di preoccuparci degli altri è bene preoccuparci di noi stessi e assumerci le responsabilità della nostra crescia o del nostro fallimento senza scusanti, questo è quello che conta!
Pierluigi Filios


----Messaggio originale----
>Da: giandoscriba a giandomenicomazzocato.it
>Data: 04/12/2012 9.19
>A: "RUGBYLIST"<rugbylist a rugbylist.it>
>Ogg: [RUGBYLIST] la parola possesso
>
>
>Cari 
amici,
>Giovanni Ciraolo pone una delicata e squisita 
questione.
>C'è una 
parola chiave nel rugby? Spero si capisca che, col mio mestiere, la questione 
non appaia ai miei occhi marginale ma sostanziale.
>Possesso?
>E' una buona 
soluzione anche se devo osservare che poi bisogna andare a vedere la qualità del 
possesso. Il quale, se resta sterile e non produce punti, diventa una lama a 
doppio taglio. Come tenere il coltello dalla parte della punta.
>Ne propongo 
io una. Una espressione, non una singola parola.
>CAPACITA' DI 
LETTURA
>Ci vogliono provare altri? A me interesserebbe molto tirarci fuori 
una sorta di piccolo lessico ideale.
>Una 
battuta?
>Uno potrebbe 
dire: META, eh già, che rugby è senza mete?
>Un abbraccio a 
tutti
>gian domenico 
mazzocato
> 
> 
> 
>http://www.giandomenicomazzocato.it/
>IN 
QUESTI MESI
>HO UN RICCHISSIMO CARNET DI APPUNTAMENTI 
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>SE VUOI 
VENIRMI A TROVARE 
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