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[RUGBYLIST] Inghilterra-Italia 36-15

lvfi67 a tiscali.it lvfi67 a tiscali.it
Sab 4 Mar 2017 14:19:32 CET


  E' una discussione fatta molte volte.

Io ho dei dubbi per due
motivi:

1. Se distribuiamo i circa 60 atleti di interesse nazionale
presenti nelle franchigie, 
o lo facciamo distribuendoli come nella NFL
con un "draft" usando gli stessi contratti e il talento si disperde 1:4
con squadre meno competitive
o lo facciamo secondo chi ha più soldi e
allora una 20ina andranno all'estero, e i restanti 40 nelle squafdre
migliori, ampliando il divario e togliendo posti a chi gioca già in
Eccellenza.

2. Il campionato italiano di Eccellenza gioca un altro
rugby rispetto a quello internazionale di club e lo dimostrano le
partite di challenge dove solo le Zebre, e qualche volta Calvisano e la
decaduta Prato avevano vinto o ottenuto risultati interessanti. Anche
perché per alcune , come dismostra pure la Qualification, le partite
internazionali servono solo per raccattare i premi (Rovigo, Mogliano,
talvolta pure Petrarca).

Inoltre , i giocatori che militano nel
campionato francese ed inglese sono spesso spremuti dalle rispettive
squadfre che giocano turbo rugby a ritmi estenuanti.
A noi serve un
buion numero di tecnici (da far lavorare soprattutto nei centri di
formazione) e preparatori e soprattutto sponsor.

Si contesta il budget
federale per quanto si spense per franchige e accademie ma i bilanci dei
grandi club esteri sono spesso doppi o tripli.

E soprattutto è
singolare che non si trovi una soluzione che incoraggi chi esce dalla
U18 a proseguire, specie in un paese dove si cerca che il 60-70% dei
giovani percorra un cammino universitario.

Saluti

Luqa

Il 28.02.2017
10:25 Luca Oliver ha scritto: Sì c'è una certa schizofrenia nei giudizi
sui singoli giocatori, è vero.

Rimanendo però sui fatti, non si può
negare che questa nazionale italiana, così come quella che l'ha
preceduta e come tutte quelle dal 2000 in poi, si reggono sul contributo
e l'esperienza dei giocatori che militano in squadre di campionati
esteri: francese, inglese e celtico. Su questo andrebbe fatta una
riflessione non banale: quello che si nota è che ragazzi di grande
talento, che otteggono ingaggi da squadre francesi o britanniche,
ritornano da queste esperienze "completati" nel loro bagaglio tecnico,
"potenziati" atleticamente, "raffinati" nella visione tattica e
strategica. Il tema non è banale, perchè coinvolge il discorso delle
franchigie e la loro capacità di costruzione di giocatori per l'alto
livello. Se tanto i giocatori li dobbiamo mandare all'estero perchè
completino il loro percorso di crescita, come peraltro già avveniva
negli anni '90, perchè dobbiamo mantenere in piedi le franchigie ? Non
sarebbe suffiiciente "sganciare" quelli che riescono a trovarsi un posto
nelle "Università" del rugby, redistribuire un'ottantina di giocatori
nel campionato italiano e godersi la crescita dello stesso ? Sì, lo so,
è un tornare indietro ad uno schema che aveva mostrato i suoi limiti già
nella prima metà degli anni 2000, ma siamo sicuri che ciò che abbiamo
perso sia stato compensato da ciò che abbiamo guadagnato ?

Tornando al
tema della domenica, l'interpretazione del regolamento messa in pratica
dallo staff della nazionale italiana, bisogna fare un paio di
riflessioni:
- il ruolo dei referees nel nostro gioco sta sempre più
crescendo di rilevanza: l'arbitro è davvero il 31° giocatore in campo, e
di esso bisogna tenere conto, eccome !!! per cui massima stima allo
staff della nazionale italiana, che ha saputo giocare non solo "nel
rispetto" del regolamento, ma addirittura "portando" l'arbitro dalla
propria parte 
- nello schema di gioco così impostato, sfruttando il
disorientamento e la incapacità di adattamento degli avversari, gli
italiani hanno dato il meglio, mascherando il proprio gap fisico e
tecnico 
- non potrà durare a lungo, ovviamente: già dalla prossima
partita i francesi predisporranno delle contromisure e il giochino potrà
sì essere adottato, ma certamente con minore efficacia; resta come
"viatico" per il futuro di questa nazionale che si può giocare anche un
rugby "furbo", un pò "da poveri" se vogliamo, che rifugge lo scontro
"vis-a-vis" per cercare vie alternative e meno dirette al confronto:
speriamo che attraverso questa "via nuova" che questo staff sembra voler
tracciare, si riesca a individuare quella "via italiana" al rugby che il
nostro movimento ha sempre cercato senza mai trovarla.

Ciao a
tutti.
Luca 

Il 27/02/2017 18:26, lvfi67 a tiscali.it [1] ha
scritto:

Gruppo Facebook della
Rugbylist
https://www.facebook.com/groups/44366421488/
[2]
__________________________________________

Il 27.02.2017 10:37 anna
maria ha scritto:  

Un' Italia che nel primo tempo ha dimostrato di
saper reagire alle numerose critiche conseguenti la umiliante sconfitta
di 15 giorni prima con l'Irlanda. A favorire la sorprendente prova degli
italiani la corretta interpretazione data dallo staff azzurro al fuori
gioco nelle ruck dopo un placcaggio. Nella ripresa, dopo un tracollo
generale in avvio, la stupenda meta di Campagnaro inspiegabilmente quasi
ignorato nelle prime due giornate del torneo. Infine come ha
sottolineato Munari durante la telecronaca non si capisce la ragione per
la quale a n.10 non venga schierato Canna che garantisce una percentuale
superiore ad Allan nel centrare pali. 
romano rambaldi 

-- Caro Romano,
fino a ieri, molti dopo le prestazioni di Canna si chidevano come mai
non gioca  


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