Dal Gazzettino (16.03.2009) – Il quarto turno del 6 nazioni

Rugby: Italia ko, ma a testa alta – Le altre partite – Il commento di Massimo Giovanelli – Aspettando al Francia – Le azzurre travolte dal Galles – Coppa Italia

Rugby: Italia ko, ma a testa alta

ROMA (14 marzo) – Dopo le precedenti pesanti sconfitte l’Italia sfiora al Flaminio l’impresa contro il Galles. Una meta a pochi minuti dalla fine del gallese Shanklin condanna la formazione di Mallett (15-20 il risultato finale) in vantaggio per gran parte del match, a una ingenerosa sconfitta. Contro il Galles campione in carica gli azzurri mettono in campo tutto quello che in questo Sei Nazioni non si era visto: grinta, carattere, gioco, concentrazione. E poi la mischia, il lavoro dei trequarti non soltanto in fase offensiva. Insomma finalmente una buonissima Italia in questo torneo. Anche grazie a Giulio Rubini, che fa bene nell’esordio dal 1′, al solito Sergio Parisse, ovviamente man of the match. Un altro Marcato è quello visto oggi, ancora estremo, rispetto all’ultima uscita. Conferme anche dalla mediana, con il (quasi) consolidato duo Griffen-McLean. Il primo tempo è di sorprendente intensità, per merito soprattutto dell’Italia. Che ritrova anche il pacchetto di mischia, la sua arma migliore, in difficoltà in questo inizio di torneo.

Italia-Galles 15-20

 

Italia: Marcato (35′ st Orquera); Rubini, Canale, Mi. Bergamasco (33′ st Quartaroli), Pratichetti; McLean, Griffen (20′ st Canavosio); Parisse (cap), Ma. Bergamasco, Zanni; Bortolami (19′ st Sole), Dellapè (5′ st Del Fava); Nieto (5′ st Castrogiovanni), Ghiraldini, Perugini.

A disp. Sbaraglini, Ct Mallett

Galles: Byrne (28′ st Shanklin); M. Jones, Roberts, Henson, Williams; Hook (35′ st S. Jones), Phillips; D. Jones, Powell, J. Thomas (21′ st R. Jones); A-W. Jones (cap), Charteris (30′ st Davies); R. Thomas (22′ st Jenkins), Bennett (20′ st Rees), Yapp.

A disp. Fury. Ct Gatland

Arbitro: Lewis (Irlanda)
Marcatori: primo tempo: 6′ cp Marcato (I), 26′ mt Williams tr Hook (G), 32′ cp Marcato (I), 36′ cp Marcato (I); secondo tempo: 18′ cp Marcato (I), 19′ cp Hook (G), 24′ cp Hook (G), 30′ cp Marcato (I), 32′ mt Shanklin tr Hook (G)
Note: primo tempo 9-7. Calci: Marcato 5/5 cp, 0/2 drop; Hook 2/3 cp e 2/2 tr; S. Jones 0/1 cp

LE ALTRE PARTITE

La più brutta Francia degli ultimi due anni crolla clamorosamente contro l’Inghilterra a Twickenham venendo sonoramente superata 34-10 dal XV di Martin Johnson. La carica suonata dalla fulminea segnatura di Cueto dopo soli due minuti non si è fermata nel primo tempo con le altre mete di Flutey, Delon Armitage e Worsley, e solo sul 29-0 per i locali la Francia si è svegliata dal letale torpore con le due mete della bandiera.

Una battuta d’arresto quindi dolorosa per le aspirazioni degli uomini di Marc Lièvremont che adesso si presenteranno sul piede di guerra al Flaminio per salvare, sabato prossimo, un torneo delle Sei Nazioni che rischia di concludersi in maniera deficitaria visto che i transalpini sono stati eliminati prematuramente dalla corsa al successo finale. Rimangono quindi in lizza per la vittoria finale solo Irlanda e Galles e quello di sabato prossimo si preannuncia davvero uno scontro denso di pathos e tensione quando l’Irlanda, capoclassifica a punteggio pieno, andrà a fare visita al Galles nel santuario del Millennium.

I padroni di casa avranno infatti bisogno di vincere con almeno tredici punti di scarto per potersi riaggiudicare il trofeo, anche se il Grande Slam dell’anno scorso è già una distante realtà e la nazionale irlandese non è nemmeno lontana parente di quella demotivata e pasticciona dell’ultimo segmento di gestione dell’era di Eddie O’Sullivan. A Murrayfield sabato pomeriggio l’Irlanda è riuscita a prevalere grazie ad un’implacabile prestazione dei propri avanti, capaci di avere la meglio nella ripresa del corrispondente reparto avversario, che nel primo tempo aveva imposto il proprio marchio in campo. Il piede del cecchino Paterson è comunque riuscito a mantenere in partita i padroni di casa fino al fischio finale di Kaplan, arrivato dopo un’arrembaggio disperato degli uomini di Hadden che però sono andati a cozzare contro una muraglia biancoverde insuperabile. La differenza, oltre alla grande mole di lavoro operata dal pack ospite, l’ha fatta una meta di Jamie Heaslip ad inizio ripresa a seguito di un guizzo del mediano di mischia Peter Stringer che ha tagliato a metà la retroguardia scozzese.

«Nel primo tempo avremmo potuto mettere al sicuro il risultato ma i nostri errori ci hanno tagliato le gambe» ha dichiarato un contrariato Frank Hadden a fine gara, conscio della grande occasione perduta seppure riconoscendo che «l’Irlanda non ha commesso errori e ha giocato con grande tranquillità». In casa irlandese vietato parlare di Grande Slam e tutti ad affermare che «si è trattato di una vittoria in più, solo questo» mentre i media locali incominciano già a sognare come l’Irish Independent che ha titolato ieri “Mancano solo 80 minuti per la nostra Grandezza”.

Nel Super 14 dopo il quinto turno comandano i Bulls ed i Waratahs con 18 punti inseguiti ad una lunghezza dagli Sharks ed a due dai Blues mentre i Crusaders, campioni in carica, sono in netta difficoltà con soli 10 punti e ben 3 sconfitte in 5 uscite.

Giampaolo Tassinari

 

Lo storico capitano della Nazionale Massimo Giovanelli analizza impietosamente i dieci anni dell’Italia nel torneo delle Sei Nazioni

«Piuttosto di un oriundo farei giocare un giovane»

 

«I risultati dimostrano una debacle tecnica con quattro allenatori cambiati. E la Celtic League può rivelarsi un danno»

Roma

NOSTRO INVIATO

La buona prestazione dell’Italia contro il Galles (sconfitta 15-20) nel 4. turno del torneo fa piacere, ma non cambia la sostanza. Dieci anni di Sei Nazioni sono un fallimento o quasi. Parola di Massimo Giovanelli. Storico capitano azzurro. Protagonista con la Nazionale di Coste dell’ammissione al torneo. Ex componente dello staff azzurro, ora oppositore della gestione federale tanto da «restituire i biglietti per la partite se mi arrivano». Punto di riferimento della stampa estera (in studio alla BBC detentrice dei diritti tv del torneo, citato da Stephen Jones del Times).

Da dove comincia per un bilancio?
«Dal fatto che continuiamo a vivere nella giustificazione che la Francia ci ha messo più di trent’anni per arrivare ai vertici del  torneo. Il paragone non regge. E dopo 10 anni non possiamo più accontentarci, servono i fatti. Ci siamo presentati con credenziali forti all’ingresso nel Sei Nazioni. La Nazionale della mia generazione batteva regolarmente Scozia, Irlanda e se la giocava con il Galles. Si sarebbe piazzata normalmente al 3. posto del torneo. Invece ci siamo accontentati, e i risultati si vedono».

 

Parlano di 42 sconfitte, 6 vittorie, un pareggio, tre cucchiai di legno e un quarto potenzialmente in arrivo in dieci anni.
«I risultati dimostrano una debacle tecnica. Quattro allenatori in dieci anni significano impossibilità di programmare a medio-lungo termine e di lavorare bene con i giovani. Due di questi ct (Johnstone, Kirwan) e prima Mascioletti abbiamo tra l’altro continuato a pagarli dopo averli cacciati. Ora magari toccherà anche a Mallett. Chi ha fatto queste scelte tecniche? Se è stata una commissione, uno staff, vanno rivisti. Se è stata una persona sola va cambiata, non deve più farlo. Mi pare evidente».

 

La spiegazione data dal clan azzurro è sempre la stessa: i club sono imbottiti di stranieri e oriundi mediocri, non danno spazio agli italiani, non producono un campionato di livello sufficiente a supportare le prestazioni della Nazionale.
«Anche dieci anni di Europa dei club sono stati un fallimento, a parte qualche sporadica vittoria. Ma sul fronte dell’utilizzo di oriundi ed equiparati mediocri la prima a dare il segnale è stata proprio la Nazionale, nel 1999. I club hanno seguito la strada. Galles o Inghilterra ne usavano un paio, di talento. Mi ricordo ad esempio Mike Catt. Noi ne abbiamo fatto un uso sempre più massiccio e di basso livello. Oggi ad esempio al posto di un Robertson farei giocare sempre giovani come Bacchetti, Quartatoli o Rubini. Zanni non dovrebbe mai stare in panchina per Sole. Invece…».


La Celtic League è vista come la soluzione ai problemi. Domani il presidente Giancarlo Dondi ha annunciato un incontro forse decisivo del board di Galles, Irlanda e Scozia sul nostro ingresso.
«Se fatta male la Celtic può essere un danno, non una soluzione. Un macigno che schiaccia una pianta in difficoltà, com’è il nostro movimento. Cosa vanno a raccontare ai loro sponsor e sostenitori i club che vengono relegati in una competizione di livello ancora più basso e privo di interesse? Non pensiamo che due selezioni di 60 giocatori possano supportarci a dovere per un buon Sei Nazioni. Bisogna mettere in campo contemporaneamente alla Celtic la formazione sui quadri tecnici che non abbiamo; un lavoro capillare sui settori giovanili; un progetto serio per una manifestazione interna di alto livello, che salvi le forza vitale dei club. È dai loro vivai infatti che escono i giocatori per la Nazionale».

 

Lei cosa avrebbe fatto?
«Un Super 10 fortissimo, con grandi investimenti. Per sostenere il rugby nelle piazze storiche che ne sono la linfa e per svilupparlo nelle grandi città. Siamo un Paese di 50 milioni di abitanti. Se vogliamo diventare il secondo sport di squadra dopo il calcio dobbiamo avere realtà forti a Milano, Palermo, Venezia. Non due selezioni e intorno il deserto. Continueremo ad avere un movimento che è come un grattacielo, al quale stiamo costruendo e abbellendo i pianisuperiori, ma del quale non abbiamo ancora gettato le fondamenta perchè resti in piedi».

Ivan Malfatto

 

Gli azzurri archiviano la bella prestazione con il Galles e pensano acome evitare il quarto cucchiaio di legno

 

«La chiave con i francesi sarà il recupero fisico»

 

Roma

NOSTRO INVIATO

«La chiave di questa settimana per affrontare al meglio la Francia sarà il recupero fisico. Molti hanno chiuso la partita con il Galles stanchi. Io ho avuto crampi in due punti della gamba. Fra le due partite ci sono solo sei giorni, il riposo è determinante». Capitan Sergio Parisse è già proiettato sull’ultimo match del Sei Nazioni, sabato alle 14,15 al Flaminio. Evidenzia indirettamente il vantaggio che ha l’Italia. Un giorno di recupero in più rispetto alla Francia, che ha giocato ieri.

Sul fronte degli infortuni il bollettino, fatto dal manager Carlo Checchinato, non preoccupa: «Va verificata solo l’entità del truama alle costole di Paul Griffen. Gli altri sono usciti solo con botte e fatica».

Chi va già alla chiave tattica della sfida finale è Mirco Bergamasco. «Contro la Francia l’obiettivo è giocare come contro il Galles, alternando avanzamento al piede e alla mano. Finalmente tutti abbiamo capito tale importanza. Abbiamo capito quando si deve calciare e quando contrattaccare. Avremmo potuto giocare così dalla prima partita. Ce n’era voglia, ma non ci siamo riusciti e abbiamo regalato mete ai rivali. Comunque, meglio tardi che mai».

Poi si sofferma anche lui sulle critiche di fratture fra giocatori e staff fatte in settimana della stampa. «È bene criticare la gente, ma ci vuole più rispetto per la squadra».

Un leit-motiv già sentito dai compagni, da Nick Mallett e dal presidente Giancarlo Dondi.

Giuste o no, ma basate su rivelazioni fondate, le critiche un effetto l’hanno avuto. Unire il gruppo contro il "nemico esterno" e far disputare alla squadra la partita migliore del Sei Nazioni. Non tutto il male vien per nuocere…

Sempre in fatto di critiche Dondi ha detto di «avere invitato personalmente con una mail a Stephen Jones del Times a venire in Italia a vedere come vanno le cose, visto che ha parlato senza conoscerle».

Il giornalista inglese scrivendo delle pessime prestazioni azzurre nei primi tre turni e delle radici degli insuccessi azzurri aveva tra l’altro detto: «È ora che il regime di Dondi faccia fagotto. Ormai lei è inadatto alla sua posizione quanto il povero Mauro Bergamasco in quella di mediano di mischia. Ma almeno lui è stato rapidamente buttato fuori».

Giocatori, citì e staff leggendo parole del genere ritengono davvero che la stampa italiana sia davvero così cattiva?

I. M.

 

Le azzurre travolte dal Galles (29-7)

(e.g.) Quarta sconfitta in altrettante gare giocate per la Nazionale italiana femminile di Ermolli e Granatelli nel Sei Nazioni di categoria. Ieri, a Mira, le azzurre sono state sconfitte dal Galles per 29-7 (pt 12-0).

Le italiane hanno tenuto il campo con buona efficacia nei primi 40’, concedendo però alle gallesi una meta sul finire del primo tempo che faceva il paio con quella dell’avvio e che permetteva alla squadra ospite – a lungo costretta nella propria metà campo da un’Italia solida ma non capace di concretizzare – di andare a riposo in vantaggio 12-0.

Nella ripresa, la maggiore consistenza gallese è emersa alla distanza: la squadra ospite ha allungato già all’inizio con la terza meta, portandosi così sul 17-0. Altre due mete gallesi, segnate negli ultimi 10’, hanno portato poi il risultato sul 29-0, prima che la meta finale dell’azzurra Este, trasformata dalla trevigiana del Mira, Veronica Schiavon, rendesse meno pesante la sconfitta.

Questa la formazione italiana: Furlan (Benetton); Renosto (Benetton – st 7’ Veronese – Mira), Giovanna Bado (Benetton – st 20’ Pizzati – Mira), Zangirolami (st 32’ Gini), Barattin (Benetton); Veronica Schiavon (Mira), Valentina Schiavon (Mira); Gaudino, Campanella (st 34’ Franchin – Benetton); Este; Barbini (Mira), Molic (Mira – pt 3’ Pettinelli); Sanfilippo (st 22’ Denza), Stefan (Benetton), Cucchiella. A disp. Peron (Benetton). Altri risultati: Scozia-Irlanda 0-23, Inghilterra-Francia 52-7; Galles, Inghilterra, Irlanda 6, Francia 4, Scozia 2, Italia 0.

ITALIA UNDER 20 – Gli azzurrini di Romagnoli e Ghini rimangono ancora al palo. Venerdì a Biella, nel quarto turno del Sei Nazioni di categoria, nuova sconfitta per l’Italia, battuta dal Galles con un largo 34-14 (pt 14-9). Per il XV italiano tre piazzati del trevigiano Benvenuti e una meta del romano della Capitolina, Venditti.

Altri risultati: Inghilterra-Francia 11-31, Scozia-Irlanda 35-20;

Classifica: Francia, Irlanda, Scozia 6, Inghilterra 4, Galles 2, Italia 0.

 

COPPA ITALIA

Saranno Overmach Parma e Casinò di Venezia a contendersi la Coppa Italia 2009. La finale verrà giocata domenica, inizio alle 14.15 (diretta TV su Rai Sport Più dalle 14), sul terreno dello stadio Battaglini di Rovigo. Per Parma si tratta della seconda finale di seguito dopo quella vinta lo scorso anno contro il Carrera Padova. Gli emiliani avranno così la possibilità di vincere la terza coccarda, dopo quelle conquistate nel 2006 e, appunto, l’anno scorso e raggiungere pertanto Treviso e Viadana, anch’esse vincitrici di tre edizioni della Coppa Italia. Per il Casinò di Venezia, invece, sarà la prima grande occasione.

In semifinale ancora il Carrera Padova sulla strada dell’Overmach, ancora una volta, però, la sfida – giocata a Parma – è stata vinta dagli emiliani che si sono imposti 23-13 (pt 18-13). Per l’Overmach tre mete di Mariani, Pedersen e Malneek, quindi una trasformazione e due piazzati di Irving; per il Carrera una meta di Bartholomeusz, inoltre una trasformazione, un piazzato e un drop di Mercier.

Nell’altra sfida, il derby veneto tra Casinò di Venezia e Femi CZ Rovigo, disputato a Favaro Veneto, il XV lagunare si è imposto 31-28 (pt 14-8). Per il Casinò di Venezia tre mete di Denis Dallan, Gianesini e Palmer, inoltre due trasformazioni e 4 piazzati di Pilat, per il Femi CZ Rovigo tre mete di Mahoney, Damiano e Anouer, quindi due trasformazioni e tre piazzati di Bustos.

SERIE A – Nel recupero della partita non disputata l’1 febbraio scorso, l’Orved San Donà è stato sconfitto a Colorno per 32-3 (pt 17-0). Unici punti veneziani di Dotta, autore di un piazzato.

Classifica: Prato 79, Lazio&Primavera 65, L’Aquila 62, Colorno 60, MarchiolSanMarco 41, Orved San Donà 37.

SERIE C – Anche in questa categoria solo gare di recupero.

Girone d’Elite: Lido Venezia-Jesolo 28-14, Feltre-Belluno 29-20; Bassano 65, Feltre 64, Belluno 48, Alpago 40, Jesolo 35, Lido Venezia 26, Conegliano 25, Lemene 14, Monselice 13, Pordenone 12.

Girone Civ "Est": Valsugana-Cus Udine 22-14, Montereale-Silea 12-12; Montebelluna 74, Oderzo 57, Pedemontana Livenza 56, Valsugana 42, Mirano 37, Venjulia 28, Cus Udine 21, Silea 19, Montereale, Spilimbergo 5.

Girone Civ “Ovest”: SudTirolo-Frassinelle 7-57, Villadose-Trento 5-41; Vicenza 74, The Monsters 59, Frassinelle 53, Cus Verona 48, Altovicentino 43, West Verona 29, Valpolicella 28, Trento 19, SudTirolo, Valeggio 11, Villadose 1.

Ennio Grosso

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