David Duckham – Un lampo nel buio

David Duckham possedeva una combinazione di grazia ed energia elettrica che lo hanno reso una dei migliori trequarti dell’Inghilterra di tutti i tempi. Un faro in uno dei periodi più bui del rugby inglese, quello degli anni ’70, in cui la squadra non riusciva a vincere più di due partite consecutive ed era perennemente surclassata dalla magnificenza dei fuoriclasse gallesi.

David Duckham possedeva una combinazione di grazia ed energia elettrica che lo hanno reso una dei migliori trequarti dell’Inghilterra di tutti i tempi. Un faro in uno dei periodi più bui del rugby inglese, quello degli anni ’70, in cui la squadra non riusciva a vincere più di due partite consecutive ed era perennemente surclassata dalla magnificenza dei fuoriclasse gallesi.

Atleta grosso e forte (1,85m per 80kg), con la palla fra le mani David Duckham, che i “rivali” gallesi chiamavano Dai, riusciva a liberarsi agilmente dai tackle per poi metterla a disposizione dei compagni. Aveva anche la rara capacità di eludere e spiazzare totalmente i difensori avversari, grazie ad una corsa ricca di cambi di direzione e di ritmo.

Nato a Coventry, l’8 giugno 1946, David John Duckham ha studiato presso la King Henry VIII School. Con la nazionale ha impattato subito alla grande, marcando una meta all’Irlanda sull’erba di Dublino già nella partita d’esordio, il 28 febbraio 1969. Giocando al fianco di John Spencer, in breve tempo si è affermato come uno dei migliori backs del suo Paese.
In quel torneo i bianchi hanno vinto le due partite casalinghe e sono usciti sconfitti dai campi esterni. Spicca comunque la vittoria per 11 a 8 contro il Sudafrica, disputata a Twickenham alla fine dell’anno.

La stagione seguente l’Inghilterra ha trionfato solo nella partita interna con l’Irlanda, mentre nel 1971 è riuscita a terminare il Cinque Nazioni con una vittoria, un pareggio e due sconfitte, fra le quali il bruciante 15 a 16 subito a Londra il 20 marzo, ad opera di una Scozia che fino ad allora aveva collezionato solo batoste.

Ad ogni modo, sempre nel 1971, Dai è stato selezionato dai British Lions per disputare un tour di successo in Nuova Zelanda.
Incoraggiato dal grande allenatore Carwyn James, Duckham ha trovato una libertà in attacco che invece mancava nel gioco con l’Inghilterra. Per questo motivo è stato un membro importante di quella squadra che è riuscita, in maniera molto combattuta, a battere gli All Blacks in 2 gare su 3. Spettacolare il quarto test match, quello del “o la và o la spacca”, pareggiato 14 a 14 all’Eden Park di Auckland grazie ad una meta dell’altro inglese Dixon, una trasformazione e due penalties di Barry John, e un formidabile drop da quarantacinque metri di JPR Williams.
Il record di David in quel tour è stato davvero impressionante: 11 mete in 16 gare, delle quali 6 in una sola gara, contro i West-Coast Buller (5 nel primo tempo).

Purtroppo per lui, il successo non è mai stato replicato sul fronte interno.
Il 1972 è stato, infatti, l’annus horribilis del rugby inglese, che ha terminato il Cinque Nazioni con 4 sconfitte su 4. C’è da dire, a onor di cronaca, che quel torneo non ha visto nessuna squadra uscire vincitrice, in quanto sia la Scozia sia il Galles si sono rifiutati di giocare in trasferta in Irlanda dopo che alcuni dei loro membri avevano ricevuto delle lettere di minaccia inviate, pare, dall’IRA.

Per sua soddisfazione personale, lo stesso anno David è stato capitano della squadra del Coventry che ha trionfato in coppa.

Le doti atletiche di Duckham sono state perfettamente esposte sabato 27 gennaio 1973, durante la partita che è considerata “la più bella del secolo”, quella in cui i Barbarians hanno sconfitto 23 a 11 gli All Blacks capitanati dal mitico Ian Kirkpatrick.
In quella occasione nei Baa-Baas erano stati invitati solo giocatori britannici, con una forte prevalenza gallese, e David Duckham era l’unico trequarti inglese presente.

Sempre nel 1973 l’Inghilterra ha gustato la vittoria prima con gli All Blacks a Auckland (9 a 0) e, alla fine dell’anno, con i Wallabies a Twickenham (20 a 3).

Il torneo del 1974 ha invece visto ancora una volta la nazionale inglese ottenere scarsi risultati. Una sola vittoria, ma c’è da dire che questa è arrivata contro la fortissima compagine gallese. Un 16 a 12 sul terreno di Londra che, in quel periodo, era più unico che raro. È stata quella, infatti, la sola volta in cui David è uscito da trionfatore contro i rivali in maglia rossa.

L’ultima partita internazionale del rugger di Coventry ha coinciso con una sconfitta 12 a 22 sul campo di Murrayfield, il 21 febbraio 1976.

David Duckham ha giocato 36 volte per l’Inghilterra, segnando 10 mete, ma a quel tempo la nazionale della Rosa non era una squadra eclatante e le vittorie sono state soltanto 10. Tuttavia egli è riuscito ad ottenere il rispetto dei suoi contemporanei, sia compagni che avversari. La sua autobiografia, infatti, si chiama ‘Dai for England‘, un riferimento al fatto che molti gallesi hanno riconosciuto che lui ha giocato come un gallese. Un complimento non da poco.

Per il suo club, il Coventry, ha invece giocato 12 stagioni tra il 1967 e il 1979, anno del suo definitivo ritiro dai campi di gioco.

Dopo il pensionamento, Duckham ha ricevuto la Croce dell’Ordine dell’Impero Britannico per meriti sportivi, quindi è diventato presidente onorario della società di beneficenza per bambini bisognosi, Wooden Spoon.

 

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