Diego Dominguez – L’Italia s’è desta

Diego Dominguez è stato uno dei più forti e talentuosi mediani di apertura del rugby moderno, oltre che uno dei maggiori artefici della crescita della Nazionale italiana. Grazie anche alle sue prodezze, infatti, gli Azzurri sono stati ammessi nel 2000 al Cinque Nazioni, che così è diventato il Sei Nazioni.

Diego Dominguez 

Nato a Cordoba il 25 aprile 1966, da madre italiana, Diego Dominguez è stato uno dei più forti e talentuosi mediani di apertura del rugby moderno, oltre che uno dei maggiori artefici della crescita della Nazionale italiana. Grazie anche alle sue prodezze, infatti, gli Azzurri sono stati ammessi nel 2000 al Cinque Nazioni, che così è diventato il Sei Nazioni.

Di madre italiana, Diego ha iniziato a praticare il rugby in una squadra per allievi di La Tablada, sino a quando è diventato titolare in prima squadra. Nel 1988 ha partecipato alla Coppa del Mondo Universitaria con la maglia dell’Argentina e, l’anno successivo, all’età di 23 anni, è stato convocato dal selezionatore dei Pumas, con i quali ha disputato 2 partite ufficiali affrontando Paraguay e Cile durante il campionato sudamericano, dove ha totalizzato 27 punti.

Ingaggiato da una squadra di Cognac in Francia, sempre nel 1989, Dominguez si è messo in evidenza nel ruolo di trequarti centro.

Nel 1990 ha accettato l’ingaggio dell’Amatori Rugby Milano. Presa la residenza nel capoluogo lombardo, avendo la madre proprio milanese ha ottenuto in breve tempo la cittadinanza italiana. Nella compagine meneghina, con la quale ha vinto quattro campionati italiani, ha assunto il ruolo di mediano d’apertura.

Convocato da Bernard Fourcade nella Nazionale azzurra, ha esordito il 2 marzo 1991 affrontando una selezione francese allo stadio Flaminio di Roma, nell’ambito della Coppa FIRA. Il 21 aprile, nell’arco della stessa competizione, ha affrontato e sconfitto 31 a 18 la Romania a Bucarest.

A quel punto Fourcade lo ha incluso nella rosa in partenza per la Coppa del Mondo in Inghilterra, dove è andato a punti in tutte e tre le gare disputate. Nella partita d’esordio, contro gli Stati Uniti (30 a 10), Diego ha realizzato 4 trasformazioni e 2 penalties. Contro i padroni di casa (6 a 36) ha trasformato la meta di Cuttitta. Infine, ha segnato 2 trasformazioni e 3 calci di punizione contro la Nuova Zelanda (21 a 31).

 

Anche il nuovo coach dell’Italia George Coste, subentrato a Fourcade nel 1993, si è affidato ai piedi magici di Diego Dominguez, e l’aperutra italo-argentina lo ha ripagato andando ancora a segno in tutte le gare del mondiale 1995. 1 punizione, 1 trasformazione e 1 drop contro Western Samoa (18 a 42). 2 trasformazioni e 2 penalties con il XV della Rosa (20 a 27). 2 trasformazioni e 4 punizioni contro l’Argentina (31 a 25).

 

Il 23 marzo 1997 la gara della svolta. Gli azzurri hanno vinto a Grenoble la finale di Coppa FIRA 1995/97 contro la Francia fresca vincitrice del Cinque Nazioni con tanto di Grande Slam. Diego ha svolto una parte fondamentale. Già al 5′ ha lanciato in meta Ivan Francescato. Quindi, dopo che la veemente reazione dei galletti che ha portato loro al pareggio, con un piazzato ha attuato di nuovo il sorpasso. Alla fine il suo piede preciso ha infilato tra i pali 8 centri (4 trasformazioni e 4 calci piazzati) sbagliando solo una volta. Naturalmente in quella gara perfetta non c’è stato solo Dominguez. La mischia, innanzitutto, ha svolto un lavoro incredibile. Ma è stato proprio Diego, coadiuvato da un tenace Troncon, che ha gestito il gioco con grande intelligenza. Il risultato, si sa, è stato 40 a 32 per gli azzurri. E da allora il cammino del rugby italicosi è ritrovato a percorrere una strada tutta in discesa. 

 

Lo stesso anno si è trasferito allo Stade Français, con il quale ha vinto due campionati francesi.

 

Nel 1999, sotto la guida di Massimo Mascioletti, Dominguez ha preso parte alla sua terza Coppa del Mondo, tenutasi in Galles. Come già nelle edizioni passate, anche questa volta il numero 10 è andato a segno in tutte e tre le gare disputate dall’Italia. All’esordio contro l’Inghilterra (7 a 67) ha segnato una meta e l’ha trasformata. Nella seconda sfida contro Tonga (25 a 28) ha centrato i pali con 6 penalties e con la trasformazione della meta di Alessandro Moscardi. Nell’ultima, in cui gli azzurri sono stati disintegrati dagli All Blacks 101 a 3, ha segnato il calcio di punizione che ha tolto lo 0 dallo score azzurro.

L’era del CT Brad Johnstone ha coinciso con l’ingresso dell’Italia nel Cinque Nazioni, che così è diventato Sei Nazioni. La partita più memorabile di Diego è stata proprio quella del debutto italiano al torneo, il 5 febbraio del 2000, un 34 a 30 alla Scozia, nella quale lui ha centrato l’acca con 3 drop, 6 penalties e la trasformazione della meta di Giampiero de Carli.

La sua ultima presenza con la nazionale italiana risale al 22 febbraio 2003, quando ha fronteggiato l’Irlanda nel Sei Nazioni perdendo 13 a 37.

 

Le cifre della sua carriera in azzurro sono straordinarie: 74 presenze (due da capitano), 983 punti segnati, 208 penalties, 127 trasformazione, 20 drop e 9 mete. Ha disputato i Mondiali 1991, 1995 e 1999 e il Sei Nazioni dal 2000 al 2003.

 

Diego Dominguez vanta due presenze con i Barbarians e altrettante con i Barbarians francesi. Ha fatto parte anche della nazionale italiana di rugby seven ai mondiali del 1993.

A livello di club, invece, ha disputato la sua ultima partita della carriera con lo Stade Français il 26 giugno 2004, contro il Perpignan, nell’ultima giornata del campionato francese. La compagine parigina ha vinto 38 a 20 e Diego Dominguez ha segnato 20 punti, divisi in 5 calci di punizione, 1 trasformazione e 1 drop da 40 metri.

Attualmente il noto campione è imprenditore e agente procuratore per rugbisti e commentatore di Sky.

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"A rugby si gioca con le mani e con i piedi, ma in particolare con la testa e con il cuore" (Diego Dominguez)

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