Ian Kirkpatrick – Fenomeno naturale

Capitano degli All Blacks nei primi anni ’70, Ian Kirkpatrick ha goduto di una lunga e onorevole carriera, forgiata nella fenomenale resistenza e nella durezza che ha caraterizzato molti giocatori provenienti dalla terra della Lunga Nuvola Bianca.

Ian Andrew Kirkpatrick è nato il 24 maggio 1946 a Gisborne, in Nuova Zelanda. Flanker di 190 centimetri per 102 chilogrammi, ha iniziato a giocare a rugby a livello scolastico con il Kings College di Auckland, per poi passare al club di Rangiora e, a livello provinciale, al Poverty Bay.

Con questi ultimi ha esordito nel 1966, a 20 anni appena compiuti e, lo stesso anno, ha disputato la prima partita internazionale nella squadra combinata di Poverty Bay e East Coast contro i Lions, in coppia con l’amico Hamish Macdonald.

Nel 1967 entrambi, Kirkpatrick e Macdonald, si sono trasferiti al Canterbury, ma mentre il secondo ci ha messo molto tempo per emergere, Kirkpatrick è diventato da subito una stella in ascesa.
Dopo essere comparso nell’Under 23, infatti, è stato convocato dagli All Blacks per giocare una gara non ufficiale contro Eastern Canada. Sempre nel 1967, è partito poi per un tour in Gran Bretagna e Francia.
Il coach Fred Allen ha visto in questa ventunenne terza linea un grande potenziale e lo ha messo in campo al posto del leggendario Kel Tremain nella penultima gara contro la Francia, il 25 novembre a Colombe. Il debutto di Kirkpatrick è stato un successo assoluto e, come l’altro nuovo arrivato Sid Going, ha segnato una meta che ha portato la Nuova Zelanda a vincere 19 a 15.

Nel 1968 Ian ha ulteriormente rafforzato la sua reputazione segnando tre mete nel primo test contro l’Australia a Sidney, un risultato reso ancora più notevole dal fatto che era entrato in campo come sostituto di Brian Lochore, uscito per un infortunio ad un pollice.
Da allora Kirkpatrick è diventato una chiamata automatica per i test degli uomini in nero.

L’arrivo dei British Lions in Nuova Zelanda nel 1971 inizialmente non aveva fatto suonare molti campanelli d’allarme, soprattutto grazie alla facilità con cui gli All Blacks avevano surclassato la squadra gallese, in tournée dalle loro parti un paio di anni prima. Tuttavia, la sconfitta nel primo test match per 3 a 9 ha dato una tremenda scossa a tutto il Paese e la Nuova Zelanda ha così rimescolato le carte e ha colpito duro nel secondo, vincendo 22 a 12, con Kirkpatrick che ha segnato una meta dopo essere partito da sessanta metri di distanza.
A seguito della sconfitta nella terza gara (3 a 13) e del pareggio nella quarta (14 a 14) la serie è stata persa, ma un anno dopo Ian ha ricevuto l’onore di essere nominato capitano per il tour 1972/73 in Gran Bretagna e Francia, grazie anche al ritiro di Lochore e all’infortunio che ha tenuto fermo Colin Meads.

Purtroppo, durante quel tour, gli eventi sul campo sono stati un po’ oscurati dal troppo pubblicizzato “incidente Murdoch”, quando il pilone di Otago è stato rispedito a casa a seguito di un pugno rifilato ad una guardia di sicurezza gallese.
Da un punto di vista prettamente sportivo, il tour è stato un grosso successo e gli All Blacks sono arrivati ad un soffio nel realizzare l’ambito Grande Slam di vittorie sulle nazioni ospitanti, negato solo da un’audace squadra irlandese a Dublino che li ha fermati sul 10 a 10.

In quella medesima stagione. Kirkpatrick ha lasciato Canterbury per tornare a giocare con Poverty Bay.

Nel 1973 un test contro l’Inghilterra a Auckland è stato il primo con il nuovo coach John Stewart e l’ultimo da capitano per Ian Kirkpatrick. L’Inghilterra era arrivata in Nuova Zelanda come una squadra insipida, proprio come lo era stata l’anno precedente in Sudafrica. Nonostante tutto, il risultato finale ha visto i bianchi prevalere per 16 a 10 e ha ammutolito l’enorme folla accorsa allo stadio. Kirkpatrick è diventato il capro espiatorio di quella sconfitta e di conseguenza, per il tour del 1974 in Australia, la fascia di capitano è passata dal suo braccio a quello di Andy Leslie.

Anche se era ormai un’icona della squadra con la felce, Ian ha accettato con dignità di perdere il titolo di skipper e ha dato tutto il suo sostegno al nuovo capitano. Libero dal fardello della leadership, il flanker è stato immediatamente restituito alla sua forma migliore e ha giocato a rugby nello stesso modo disinibito che lo aveva caratterizzato al debutto sette anni prima.
A dimostrazione di questo, il primo test contro i Wallabies, giocato a Sidney in condizioni atroci di vento e pioggia battente e vinto 12 a 6, ha visto, secondo gli esperti, la migliore prestazione di Kirkpatrick con la casacca dei Tuttineri.

La forma strepitosa in cui si trovava  Ian in quel periodo è proseguita più tardi anche contro l’Irlanda a Dublino (15 a 6), il Galles a Cardiff (12 a 3) e i Barbarians (13 a 13). Nella sfida contro il Galles ha segnato la meta vincente, ma per una curiosa decisione alla partita non è stato concesso lo status di test match ufficiale.

Nel 1976 Ian si è messo in evidenza in tutte e quattro le prove di un tour in Sudafrica, andando in meta una volta, anche se alla fine con 3 sconfitte gli All Blacks si sono visti ancora una volta negare la vittoria in casa dei loro vecchi nemici.

Un anno dopo c’è stato il ritorno dei Lions in Nuova Zelanda e la possibilità di vendicare la sconfitta del 1971. A differenza dei loro trequarti, gli avanti inglesi si sono rivelati fantastici, ma Kirkpatrick e i suoi uomini hanno resistito in maniera superba, riuscendo alla fine a vincere la serie per 3 a 1. Nella terza gara, disputata a Dunedin e vinta dai neri 19 a 7, Ian ha marcato la sua seconda meta ai leoni britannici, dopo quella del tour precedente.

Sorprendentemente, date le sue belle prestazioni, Ian non è stato selezionato per il successivo tour in Francia nel corso dell’anno. Così la vittoria di Aukland sui Lions per 10 a 9, si è rivelata essere la fine di una grande carriera internazionale.

Kirkpatrick si è quindi ritirato definitivamente dal rugby giocato all’inizio della stagione 1979.

Negli ultimi anni è rimasto comunque vicino al rugby, spesso come commentatore televisivo. Ha accompagnato molti gruppi di tifosi in tour ed è stato direttore del Cavaliers quando hanno fatto il loro tour non autorizzato in Sudafrica nel 1986. Ultimamente è stato utilizzato anche come mentore da tutte le squadre All Blacks.

Nel 2003 Ian Kirkpatrick è stato introdotto nella International Rugby Hall of Fame.

Per gli All Blacks ha giocato 38 test consecutivi dal 1968 al 1976 e, al momento del ritiro, con un totale di 16 era il leader neozelandese di mete segnate, record rimasto inalterato sino al 1983, quando è stato battuto da Stu Wilson.

A livello di club, Kirkpatrick ha segnato 115 mete in 289 partite, diventando uno dei pochi avanti del secolo scorso a raggiungere tale traguardo. È stato anche l’unico uomo ad avere capitanato entrambe le isole: il Sud nel 1969, durante la sua ultima stagione con Canterbury, e poi il Nord nel 1972-73, quando è tornato al Poverty Bay.
Infine, nell’ultima delle 33 apparizioni per Canterbury contro Hawke’s Bay, ha vinto il Ranfurly Shield.

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