Jannie De Beer

I cinque diamanti di De Beer

A volte i sogni si avverano, così può capitare che un giocatore costretto a vedere il campo da una panchina, diventi ad un tratto una stella di prima grandezza. A Jannie De Beer è capitato. Egli, infatti, si è trasformato da "occasionale mediano di apertura degli Springbok" a "eroe nazionale" nel giro di un giorno, quello in cui ha stabilito il record mondiale di cinque drop in un’unica partita. E non in una gara qualunque, ma durante un quarto di finale della Coppa del Mondo 1999, contro una compagine di livello come l’Inghilterra.

 

E pensare che De Beer era l’apertura di riserva, ma l’infortunio al ginocchio di Henry Honiball gli ha dato la possibilità di sostituirlo in quello storico 24 ottobre. Di fronte ai 76000 spettatori dello Stade de France, Jannie ha messo fra i pali, oltre ai 5 drop, anche 5 penalties e 2 trasformazioni, ovvero un totale di 34 punti, contribuendo in modo determinante a costruire il 44 a 21 col quale il Sudafrica ha sconfitto il XV della Rosa. Per la cronaca le due mete dei verdi sono state marcate da Jost Van der Westhuizen e Pietre Rossouw.

Dopo la partita il modesto e profondamente religioso De Beer ha dichiarato ad un reporter televisivo: "Non voglio prendere troppo merito per la vittoria; si è trattato di un lavoro di squadra. Il Signore mi ha dato il talento e gli avanti mi hanno dato la palla".

 

Ma andiamo con ordine.

 

Jan Hendrik “Jannie” De Beer è nato a Welkom, Orange Free State, il 22 aprile 1971. 

Nel 1990, a 19 anni, ha giocato per Free State, sostituendo Henry Honiball (sempre lui), l’uomo che negli anni successivi sarebbe diventato il suo grande rivale per la maglia numero 10 degli Springboks.

 

Nel 1992 ha giocato superbamente per gli Junior Springboks contro gli All Blacks, a Loftus Versveld,.

Quell’anno Jannie sarebbe potuto diventare anche padovano. Vittorio Munari, su segnalazione di Herbert Muller, centro degli Springboks e dell’ Orange Free State, l’aveva visionato per il Petrarca. Ma in estate il giocatore si è rotto i legamenti del ginocchio e non se ne fatto più nulla.

 

Nel 1993, comunque, De Beer è stato chiamato dai South Africans Barbarians per disputare il tour nel Regno Unito, dove ha giocato sei partite con uno score di 56 punti.

 

Nel 1995 si è trasferito dal Free State ai Gauteng Lions, pensando che, avendo come base Johannesburg, ci fossero maggiori possibilità di diventare uno Springbok. Purtroppo però, ha trascorso lunghi periodi con infortuni.

Tornato al Free State nel 1996, ha trascorso gran parte della stagione come vice dell’astro nascente MJ Smith.

 

Nel 1997 Jannie ha svolto un ottima stagione in Super12 con i Free State Cheethas, quindi è stato finalmente convocato per affrontare i British Lions, in tournée in Sudafrica per la prima volta dopo l’apartheid. Nelle prime due gare della serie De Beer è rimasto in panchina, da dove ha visto i leoni capitanati da Martin Johnson vincere sia la prima prova (25 a 16) sia la seconda (18 a 15). In quest’ultima gli Springboks erano riusciti a segnare 3 mete, ma hanno perso mancando le trasformazioni. Forse per questo il coach sudafricano Carel du Plessis ha deciso di fare esordire Jannie a Johannesburg, nel terzo test match. L’apertura aveva 26 anni quel 5 luglio, e ha centrato due trasformazioni, aiutando la sua squadra a vincere per 35 a 16.

 

Gli Springboks sono andati piuttosto male nel Tri Nazions del 1997, avendo perso tutti gli incontri tranne uno, quello disputato contro l’Australia a Pretoria, vinto 61 a 22.

Per questo Henry Honiball è tornato ad essere il mediano d’apertura titolare per il tour in Europa di fine anno, anche se De Beer è entrato in campo per sostituirlo nella partita vinta 52 a 10 contro la Francia, e ha cominciato da titolare nel vittorioso incontro con la Scozia (68 a 10).

 

Viste chiudersi le porte della nazionale, Jannie ha deciso di terminare la sua carriera nel Regno Unito, dove ha firmato per i London Scottish. Lì il manager della squadra John Steele lo ha introdotto in un regime di fitness con il quale il giocatore ha sviluppato massa muscolare.

Egli in quel periodo avrebbe avuto la possibilità di schierarsi con la nazionale del cardo, grazie ad un nonno scozzese, ma ha deciso di tornare in Sud Africa per giocare ancora una volta nel Paese natale.

 

Nell’estate 1999, a causa dell’infortunio all’apertura titolare Henry Honiball, la maglia numero 10 dei verdi era stata assegnata al ventitreenne della Stellenobosch University, Gaffie du Toit. Il lavoro del giovane è stato però un disastro. Così, dopo un’assenza di 18 mesi, Nick Mallett si è ricordato di De Beer e lo ha convocato per affrontare l’Australia a Città del Capo per il Tri Nations.

 

Grazie all’approccio rilassato e fiducioso con cui il giocatore ha affrontato la gara in questione, Jannie è stato selezionato anche per la Coppa del Mondo in Galles, inizialmente come riserva ancora di Honiball, ma poi, come abbiamo visto, una domenica pomeriggio è diventato una delle stelle del torneo.

5 drop in 40 minuti, quelli della ripresa, con i quali ha disintegrato il record di 3 drop in singola prova che apparteneva, oltre che a campioni come Hugo Porta e Didier Camberabero, anche al suo connazionale Naas Botha:

Dio domenica era sudafricano” ha detto: “Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato. Nella vita, esiste sempre un altro che veglia su di noi, che ci dà un ruolo dove giocare. Si può vincere la Coppa del Mondo, ma se non c’ è Dio, non c’ è niente”.

 

Nonostante la prestazione record, Mister Drop ha disputato solo un’altra partita con i colori degli Springboks: il suo 13° e ultimo cap è stato nella semifinale persa 27 a 21 ai tempi supplementari, contro l’Australia. Jannie ha segnato tutti i punti per la sua squadra, 6 penalties e un drop, ma non è stato in grado di contrastare il potere dei Wallabies, futuri vincitori del torneo. Ironia della sorte, è stato proprio un drop, calciato dall’apertura avversaria Stephen Larkham, che ha risolto la gara in favore dei rivali.

 

Nel 2000 De Beer è tornato nel Regno Unito, per giocare con i Saracens.

 

Due stagioni più tardi, una sua meravigliosa meta contro i Leicester Tigers è stata votata da Sky Sport come "meta dell’anno".

Nel giugno 2002, a 31 anni, Jannie ha annunciato il suo ritiro, a causa di un persistente dolore al ginocchio.

 

In tutto, Jannie de Beer ha rappresentato gli Springboks in 13 partite e ha segnato ben 183 punti.

"Non ho mai visto una migliore realizzazione di calci in tutta la mia vita come quella che ho visto oggi" ha detto l’ex capitano Springbok Francois Pienaar, dopo l’eroica impresa di De Beer nella Coppa del Mondo del 1999: "Jannie è stato terribile. Non ho mai visto nulla di simile e non credo che lo vedrò ancora per molto, molto tempo”.

 

Jannie oggi gestisce una proprietà commerciale e lavora part-time come predicatore presso la Christian Revival Church, dove utilizza la metafora del drop per diffondere il Verbo nella nazione arcobaleno: "Si tratta di una piattaforma brillante in questo senso", ha detto. "Quel giorno contro l’Inghilterra mi sono sentito benedetto e per me la faccenda ha sempre avuto una connotazione spirituale. Alcune delle cose che sono accaduto quel giorno sono state soprannaturali".

 

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