Jason Little

L’altra parte del “centro”

Come ho scritto nell’articolo precedente, Jason Little è stato l’altra metà della coppia di centri più forte degli anni novanta, formando con Tim Horan un binomio temibile e indissolubile. Dei 75 caps che Jason ha inanellato in nazionale, infatti, almeno tre quarti sono stati realizzati in tandem con il suo vecchio amico di Darling Downs. Dai primi giorni in cui i due hanno giocato fianco a fianco nella squadra studentesca, sino alle altezze vertiginose di ben due mondiali vinti, le carriere dei due campioni è stata praticamente speculare. Sul campo però, i giocatori erano diversi in quanto a stile e statura. Se Horan era compatto e potente, Jason era invece alto e flessuoso come una gazzella, con l’aspetto e lo scatto di un velocista olimpionico. Entrambi comunque, oltre che ad intendersi a meraviglia e a completarsi a vicenda, hanno avuto in dono una superba capacità difensiva, un fattore che si è rivelato importante per il dominio dei Wallabies in quel periodo.

 

Jason Little è nato il 26 agosto 1970 a Toowoomba, nel Queensland, e ha debuttato in nazionale sabato 4 novembre 1989, a Strasburgo contro la Francia, il giorno in cui Horan prendeva il suo secondo caps. Nelle ore prima della partita il diciannovenne aveva confessato di essere incredibilmente nervoso, fatto questo che non gli ha impedito di giocare in modo superbo e disinibito come un veterano, di contribuire alla vittoria della sua squadra per 32 a 15 e di ricevere i complimenti di compagni, avversari e anche della critica.

 

Il mix di gioventù ed esperienza messi in campo dai Wallabies si è dimostrato fondamentale nella Coppa del Mondo del 1991, dove ragazzi come Tim, Jason e John Eales sono stati abilmente supportati dalle vecchie mani di Campese, Lynagh, Farr-Jones e Poidevin.

I loro avversari nella finale, i padroni di casa dell’Inghilterra, hanno tentato di sorprenderli con il gioco alla mano anziché con la ormai collaudata forza del pack. Il capitano dei bianchi Will Carling ha successivamente ammesso che proprio Jason, nel pre-partita, era stato individuato come il possibile anello debole del team australiano e che aveva incaricato i suoi uomini di giocare sul ragazzo. La teoria di Carling però si è dimostrata sbagliata, in quanto proprio la difesa impostata dalla coppia Little-Horan è stata alla base della vittoria dei canguri. La partita è finita 12 a 6 e Jason ha avuto l’onore di alzare la Coppa del Mondo a soli 20 anni di età.

 

Nel 1992 ‘Sidney’, questo il nickname di Little, ha aggiunto al suo personale medagliere la vittoria nella Bledisloe Cup. Quindi ha partecipato al successo per 26 a 3 col quale i gialli hanno battuto il Sudafrica il 22 agosto a Città del Capo.

A fine stagione, il 28 novembre, nel match contro i Barbarians a Londra, ha mostrato all’emisfero nord quello che i tifosi australiani già sapevano, ovvero che con la sua difesa egli poteva fermare qualsiasi attacco come e quando lo desiderava. I Wallabies hanno vinto la sfida 30 a 20.

 

L’anno successivo gli Springboks, ormai rientrati a pieno titolo nel giro del rugby internazionale, sono stati nuovamente gli avversari dei Wallabies in una serie di tre partite. Nella seconda di queste, disputata a Brisbane, Little ha commesso un errore simile a quello di Campese contro i Lions nel 1989, che ha consentito al grande Joel Stransky di correre per l’intera lunghezza del campo e di andare a depositare l’ovale in meta. Jason ricorda che in quel momento ha pensato "Questo è tutto. Ho finito. La mia carriera è finita. Non potrò mai più giocare."  I sudafricani avevano vinto il primo test match 19 a 12 e si apprestavano a portare a casa anche la serie. Tuttavia, Little ha cercato subito di riscattarsi e vi è riuscito in grande stile marcando una meta per tempo e regalando la vittoria ai canguri per 28 a 20. Con il successo anche nella terza gara per 19 a 12 i gialli hanno chiuso la serie 2 a 1.

 

Nel 1994 in una gara del Super 10 contro il Natal, Jason ha subito un infortunio esattamente nella stessa partita in cui Tim Horan si è distrutto il ginocchio. A differenza dell’amico però, egli è tornato in nazionale nel corso della stessa stagione e ha subito marcato una meta durante il primo minuto della Bledisloe Cup, con un salto sulla linea di meta degno di un ballerino.

 

Nel 1995 Little è stato votato come uno dei più importanti giocatori del mondo e il migliore fra tutte le hit list, tra cui i club di rugby league in Australia e Gran Bretagna.

Forse, proprio per questa attenzione mediatica e per le grandi somme di denaro che gli venivano offerte un po’ ovunque, gli è venuta a mancare la concentrazione e non ha giocato al meglio delle sue capacità nella Coppa del Mondo sudafricana, dove l’Australia si è arenata nei quarti di finale contro l’Inghilterra.

 

Così, negli anni seguenti, Jason Little non è più stata una scelta automatica per fare parte del XV titolare dei Wallabies, pur rimanendo comunque un elemento prezioso per la squadra.

Infatti, nella Coppa del Mondo 1999, egli è stato utilizzato come ‘sostituto di lusso’ e ha partecipato anche alla vittoria finale con la Francia. In comune con Horan, John Eales, Dan Crowley e Phil Kearns, quella è stata la seconda volta che conquistava il Webb Ellis Trophy su tre partecipazioni. Solo il pilone sudafricano Os Du Randt, nel 2007, si sarebbe unito ai cinque australiani per numero di mondiali vinti.

 

La carriera internazionale di Little si è conclusa il 26 agosto 2000, contro il Sudafrica a Durban (19 a 18), dopo avere aiutato l’Australia a vincere il suo primo Tri Nations.

In totale, con la maglia della nazionale Jason ha stabilito 75 presenze, di cui una da capitano, durante le quali ha marcato 21 mete.

 

Dopo il ritiro dal rugby internazionale Jason Little ha giocato brevemente in Inghilterra, prima con il Gloucester quindi, per una stagione, come capitano del Bristol, squadra quest’ultima che ha condotto alla sua prima apparizione nella finale del Zurich Championship a Twickenham.

 

Nel 2002, appese definitivamente le scarpe al chiodo, Little ha studiato agraria presso il Royal Agricultural College, di Cirencester.

 

Oggi vive sulla North Shore, a Sydney.

 

Giada

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