Joel Stransky

Un drop mondiale

Sono due i motivi per i quali il mediano di apertura Joel Stransky sarà ricordato in eterno. Il primo è che nella partita inaugurale della Coppa del Mondo 1995 è diventato il primo sudafricano nella storia ad andare a punti in un test in tutti e quattro i modi possibili: una meta, una trasformazione, quattro penalty ed un drop, con i quali i Boks hanno sconfitto i campioni del mondo in carica dell’Australia per 27 a 18. Il secondo, e forse il più importante, è per la finale di quello stesso torneo, contro la Nuova Zelanda, dove ha segnato tutti i punti della sua squadra, incluso il drammatico drop nell’extra time che ha fatto esultare di gioia tutta la nazione arcobaleno.

 

Joel Theodore Stransky è nato il 16 luglio 1967 a Pietermaritzburg e ha studiato presso il Maritzburg College, dove ha conosciuto il famoso allenatore Skronk Nicholson. Sin da giovane si è visto che era destinato a fare grandi cose nel rugby. Aveva un esplosivo ed inafferrabile stile di corsa, unito ad una buona capacità di controllare la partita con il suo calcio, che l’hanno portato a 19 anni, a mettere il suo talento a disposizione del Transvaal settentrionale..

 

Nel 1988 si è trasferito nel team del Natal, dove ha vinto una Currie Cup.

 

Nella stagione 1991-92 è arrivato in Italia per giocare a L’Aquila, mentre l’annata seguente lo troviamo con la maglia del San Donà .

Proprio quell’anno, esattamente il 3 luglio 1993, Joel ha fatto il suo debutto con gli Springboks a Sydney, in una gara vinta contro l’Australia 19 a 12.

Due settimane più tardi ha segnato i suoi primi punti internazionali con una splendida meta in una gara a Brisbane.

 

L’anno 1994 lo ha visto giocare per Western Province e segnare 151 punti in Currie Cup, seguiti da altri 247 nella stagione 1995 e poi 120 nel Super 12 del 1996.

 

Naturalmente in mezzo a tutto ciò c’è stata l’epica stagione 1995, caratterizzata dalla Coppa del Mondo.

In realtà, Joel era quasi rimasto escluso dalle convocazioni per quel mondiale, essendo stato inizialmente lasciato fuori rosa nella gara pre-mondiale contro Samoa occidentali, che serviva da selezione. Per sua fortuna, e per fortuna del Sudafrica, egli è stato chiamato quando Brendan Venter si è ritirato e Hennie Le Roux è stato spostato al centro. Eppure sappiamo com’è andata a finire: Stransky ha dominato tutte le partite dei verdi e ha consegnato la coppa al suo Paese e se stesso alla storia.

Come scritto in apertura di articolo, il mondiale per Joel era iniziato alla grande contro i Wallabies. Dopo la gara inaugurale la nostra apertura era andata a punti contro il Canada (2 penalty e 2 trasformazioni) e in semifinale contro la Francia (4 penalty ed una trasformazione).

La finale è stata sempre in equilibrio, ma sul 12 a 12, nei supplementari, dopo un avanzamento della mischia, Stransky ha ricevuto l’ovale dalle mani di Van der Westhuizen e l’ha sparato fra i pali. La differenza è stata tutta lì, in quel calcio di rimbalzo che è valso il titolo mondiale. Hanno vinto gli Springboks, con la Nuova Zelanda costretta a rimpiangere il calcio sbagliato da Mehrthens, quindici metri di fronte alla porta, a due minuti dalla fine del tempo regolamentare. In caso di parità il trofeo sarebbe andato agli All Blacks che, a differenza dei padroni di casa, non avevano avuto espulsi durante il torneo. Stransky però ha sbagliato un calcio in meno (3 punizioni e 2 drop) del diretto avversario (3 penalty e 1 drop) e ha fissato il punteggio sul 15 a 12.

La vittoria sudafricana era nata innanzitutto dalle terze linee, con Pienaar, Andrews e soprattutto Kruger che hanno imbrigliato le incursioni avversarie, ma anche da una partita perfetta giocata dalla difesa. L’episodio simbolo al 14′ della ripresa, quando il centro Mulder ha steso un pasticcione Jonah Lomu lanciato verso la meta dopo essersi liberato dell’estremo Joubert. Di errori invece gli All Blacks ne hanno commessi troppi. Tanti i palloni persi dal mediano di mischia Bachop, mentre Andrew Mehrthens, neozelandese nato a Durban in Sudafrica, deve recriminare sui tre drop sbagliati nel secondo tempo che hanno permesso agli Springboks di resistere, sperare e infine abbandonarsi alla gioia sulle note dell’inno Shosholoza.

Dopo il fischio finale dell’arbitro inglese Ed Morrison ecco arrivare i momenti di massima commozione, con l’intera squadra inginocchiata in mezzo al campo a pregare Dio e con Mandela in lacrime a consegnare la coppa al capitano Pienaar, lo stesso giocatore al quale, poco prima dell’inizio, il presidente aveva chiesto la maglia numero 6, perchè potesse incitare la squadra come un vero tifoso. Una maglia, quella degli Springboks,  che fino a poco tempo prima era esclusivo dominio afrikaner, ma che quel 24 giugno 1995 era invece indossata anche da un atleta di colore, l’ala Chester Williams.

 

Il 31 agosto 1996 Joel ha giocato l’ultima partita per la nazionale sudafricana, una gara ancora contro gli All Blacks, a Johannesburg, vinta 32 a 22.

In totale ha giocato 22 volte per il Sudafrica, accumulando un punteggio di 240 punti, di cui 6 mete, 30 trasformazioni, 47 penalty e 3 drop.

 

Nel 1997 Stransky è emigrato in Inghilterra per unirsi ai Leicester Tigers, dove ha segnato 100 punti in 8 gare. Egli ha poi ri-scritto il record di punti in una partita della Heineken Cup, quando, fra mete e trasformazioni, ne ha segnati 35 contro Glasgow.

Altri 459 punti sono entrati nel suo tabellino personale nel 1998, così la sua carriera nel Leicester è terminata con 896 punti all’attivo in 73 partite.

 

Per la Coppa del Mondo del 1999, Stransky aveva espresso il desiderio di giocare per l’Inghilterra, in quanto diceva di essere “inglese” da parte di nonno. Tuttavia, da ulteriori controlli è emerso che non era il nonno, ma bensì il bisnonno ad essere nato sul suolo di Sua Maestà la regina, e pertanto non poteva considerarsi idoneo a rappresentare il suo Paese adottivo.

Alla fine di quella stagione Joel ha smesso ufficialmente di calcare i campi di rugby.

 

Nel 2002 è stato assoldato come allenatore dal Bristol Rugby, ma l’offerta è stata successivamente ritirata. È quindi tornato in Sudafrica, dove ha lavorato come commentatore televisivo per la Rugby Union.


Nel gennaio 2007 Joel Stransky è stato assunto dalla Altech Netstar come direttore delle vendite e del marketing.

 

 

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