John Gallagher – Un inglese tra gli All Blacks

Nato a Londra da genitori irlandesi, questo estremo di grande talento avrebbe potuto giocare per l’Inghilterra o per l’Irlanda, ma lui è emigrato in Nuova Zelanda dove ha indossato la maglia degli All Blacks.

Forse il titolo della autobiografia di John Gallagher “The World’s Greatest Rugby Player?” potrebbe essere un poco azzardato, vista la brevità della sua carriera, ma non ci può essere alcun dubbio che durante la fine degli anni ‘80 questo estremo è stato tra i più talentuosi ed efficaci in circolazione. Gallagher poi, oltre che per le sue gesta sul campo, è diventato famoso per avere dato il via all’esodo su larga scala di atleti poco soddisfatti dal dilettantismo verso il più remunerativo Rugby League.

John Anthony Gallagher, soprannominato Kipper, è nato a Londra il 29 gennaio 1964, da genitori irlandesi. Se avesse voluto, quindi, avrebbe potuto giocare per l’Inghilterra o per l’Irlanda, ma lui ha preferito emigrare in Nuova Zelanda quando era adolescente per giocare nel Rongotai Club di Wellington, senza nutrire particolari ambizioni. Il suo talento, però, era evidente ed è stato presto convocato nella squadra provinciale di Wellington. L’estremo titolare era allora l’All Black Allan Hewson, così Gallagher ha trovato una collocazione come centro. Alto, forte atleticamente e dotato di un ritmo accecante, Kipper ha colpito per i suoi attacchi micidiali, e tra le sue imprese con Wellington può annoverare quella di avere fatto parte del XV che, sotto la guida di Earle Kirton, ha vinto il campionato nazionale provinciale del 1986. A quel punto Gallagher si era spostato a estremo, ruolo nel quale si è rivelato un attaccante ancora più letale, mettendo in mostra anche doti di abile calciatore, segnando nella medesima stagione un totale di 185 punti per il proprio club.

Alla fine del 1986, con tre stagioni in Nuova Zelanda sulle spalle, Gallagher ha potuto essere selezionato dagli All Blacks per il breve tour in Francia. Le norme di ammissibilità internazionale a quel tempo erano praticamente inesistenti, ma lui non aveva mai giocato per l’Inghilterra o l’Irlanda a qualsiasi livello e sembrava avere ormai posto le basi per la sua definitiva permanenza nel Paese oceanico, dove lavorava anche come agente di polizia. Così John Gallagher è diventato il secondo inglese a giocare per gli All Blacks negli anni ‘80, dopo Jamie Salmon.

In Francia John ha disputato quattro partite non ufficiali, compresa quella contro i French Barbarians, due da estremo e due come centro. I titolari nei rispettivi ruoli erano Kieran Crowley e Joe Stanley, e con lo stesso Crowley e Grant Fox in squadra Gallagher era disoccupato anche come kicker. Ad ogni modo lui ha dimostrato in entrambe le posizioni di avere di fronte un futuro a lungo termine.

Nella stagione 1987 John è stato impiegato di nuovo come centro per il Central Zone nella serie del George Nepia Trophy, per poi indossare la maglia numero 15 durante la gara finale a Whangarei.
 
A quel punto Gallagher era stato incluso nell’elenco dei 26 uomini che avrebbero partecipato alla Coppa del Mondo e anche se Crowley era presente, “l’inglese” è diventato prima scelta per ricoprire il ruolo di fullback.

Il 22 maggio 1987, il ventitreenne giocatore del Wellington ha debuttato per gli All Blacks nella gara di apertura del mondiale all’Eden Park, dove i neri hanno travolto l’Italia 70 a 6. John in quella partita non ha segnato, ma nella seconda sfida della fase a gironi, contro le isole Fiji (71 a 15), si è messo in grande evidenza centrando il record neozelandese di 4 mete. Incredibilmente, sempre nella stessa partita il record è stato eguagliato anche dal suo compagno di squadra Craig Green.
Nel prosieguo del torneo l’estremo è andato in meta ancora una volta, nella sfida dei quarti di finale con la Scozia vinta dai padroni di casa per 30 a 3, aiutando la squadra a raggiungere la finale con la Francia e, come si sa, a vincerla.

Dopo il successo in Coppa del Mondo, Gallagher e compagni hanno aperto un ciclo di tre anni in cui hanno completamente dominato sui campi di tutto il mondo, godendo di vittorie nei test match contro squadre del calibro di Australia, Galles e Argentina, spesso con margini molto elevati. Basta pensare al 52 a 3 (con una meta di John) e al 54 a 9 nella serie casalinga contro i Dragoni del 1988.

In quel periodo Gallagher si trovava all’apice della forma. Era una costante minaccia in attacco, dove aveva formato una combinazione efficace con l’ala John Kirwan e il suo compagno di squadra del Wellington John Schuster, quando questi è diventato trequarti centro nella stagione 1988. In soli 18 tests John ha segnato 13 mete, di cui tre all’Argentina a Dunedin nel 1989, anche se a causa della presenza di Fox non è mai stato usato come calciatore a livello internazionale.

Il decennio si è concluso con un tour di successo in Galles (34 a 9) e Irlanda (23 a 6), ma nessuno si aspettava quello che sarebbe avvenuto di lì a breve.

Nel 1990 Gallagher è stato nominato Player Of The Year. Nonostante questo però, nella primavera dello stesso anno, immediatamente dopo la finale dell’Hong Kong Sevens in cui la Nuova Zelanda è stata sconfitta dalle Fiji, l’estremo degli All Blacks ha voltato le spalle al gioco amatoriale per dedicarsi al professionismo. In un tripudio di pubblicità ha firmato per il Leeds, club inglese di Rugby League, il quale era alla ricerca di una stella di livello mondiale per rilanciare le proprie fortune. John è stato presto seguito da altri giocatori quali Frano Botica, Matthew Ridge, Schuster, Daryl Halligan e Brett Iti. Era un chiaro indice dell’insoddisfazione che serpeggiava nel dilettantismo, tant’è che un paio di stagioni più tardi, per forza di cose si è arrivati a una piena accettazione del professionismo. Sorprendentemente però, la mossa non ha giovato a nessuno, né a John né alla squadra dello Yorkshire. In effetti, a causa di un grave infortunio causato da un tackle e, forse, dalla difficoltà di adeguarsi alle nuove tattiche del differente codice, la carriera di Gallagher nel campionato a XIII è da considerarsi di scarso successo. D’altro canto la sua assenza dalla nazionale durante la Coppa del Mondo del 1991 ha portato soltanto difficoltà ai neri, i quali sono stati costretti ad utilizzare non meno di tre differenti numeri 15 in quel torneo, conclusosi con un mezzo disastro.

Gallagher ha poi trovato maggiore fortuna nell’atmosfera meno rarefatta della squadra allora conosciuta come London Crusaders (oggi Harlequins Rugby League), dove i suoi calci affidabili e la sua esperienza hanno dato un contributo significativo per qualche stagione, anche se il suo antico splendore era ormai diventato un ricordo.

In totale l’estremo ha effettuato 18 test per la Nuova Zelanda, godendo della soddisfazione di non perderne neppure uno: 17 vittorie e un pareggio, un 19 a 19 contro l’Australia a Brisbane.
La sua ultima gara ufficiale è stata quella già citata contro l’Irlanda, dove ha segnato anche una meta, mentre l’ultima volta che ha indossato la maglia nera è arrivata il 25 novembre 1989, sempre nel medesimo tour, quando ha disputato la sfida con i Barbarians a Londra, vincendo 21 a 10.

Oggi John Gallagher è direttore sportivo presso la Colfe’s Preparatory School a South-East London.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *