Robert Jones – Mani di un angelo e piedi magici

Erede di leggendari mediani di mischia gallesi quali Gareth Edwards e Terry Holmes, Robert Jones ha ottenuto in nove anni di nazionale un terzo posto alla Coppa del Mondo, una Triple Crown e una serie di vittorie con i British Lions.

Il giocatore dello Swansea Robert Jones è stato l’erede di leggendari mediani di mischia gallesi del calibro di Gareth Edwards e Terry Holmes. Al contrario di questi, però, Jones non ha mai raggiunto il successo a livello internazionale che avrebbe meritato, a causa della scarsità di talento attorno a lui. Tuttavia, in nove anni di carriera è riuscito a ottenere alcuni importanti successi, tra cui un terzo posto alla Coppa del Mondo, una Triple Crown e una serie di vittorie con i British Lions.

 

Atleta tenace e tatticamente intelligente, Robert possedeva tutte le competenze necessarie per essere un grande mediano di mischia, ma il suo principale punto di forza è stato il passaggio, in particolare lo spettacolare "reverse pass", con il quale ha tratto in inganno molte difese avversarie e che è stato definito dagli esperti come il migliore al mondo. Inoltre, l’accuratezza dei suoi calci dalla base della mischia è stata una potente arma utilizzata nel modo migliore dal Galles e anche dai Lions nel loro tour in Australia. Purtroppo, dal momento in cui il pack gallese è diventato sempre meno dominante sul finire degli anni Ottanta, l’intera portata delle capacità di Robert non è stata sempre evidente e spesso in campo il giocatore è sembrato una figura un po’ abbandonata a se stessa.

 

Robert Nicholas Jones è nato a Trebanos, il 10 novembre 1965, e ha studiato presso la Cwmtawe Comprehansive School. La sua carriera ha avuto inizio piuttosto presto. Nel 1983, ancora studente, è entrato a far parte dello Swansea RFC e poi, a soli 20 anni ha debuttato in nazionale contro l’Inghilterra, il 18 gennaio 1986. Il match è stato perso 18 a 21, ma in seguito Robert ha goduto di un lungo periodo di successi contro lo storico nemico, non perdendo più contro di esso fino al 1990. La stagione 1986 per i gallesi si è dimostrata mediocre (2 vittorie e 2 sconfitte), ma essi sono stati in grado di negare la Triple Crown alla Scozia grazie al 22 a 15 realizzato a Cardiff.

In seguito Robert ha fatto parte del XV gallese che ha partecipato al tour delle Isole del Pacifico, come preparazione per la Coppa del Mondo dell’anno successivo, vincendo con Fiji, Tonga e Western Samoa.

 

Le prospettive gallesi per la Coppa del Mondo sembravano scarse, visto l’andamento non proprio idilliaco del Cinque Nazioni 1987, durante il quale la squadra in rosso ha realizzato una sola vittoria (19 a 12 contro l’Inghilterra a Cardiff). Nonostante questo, però, al mondiale il Galles si è comportato bene, conseguendo tre vittorie su tre nella prima fase, contro Tonga, Canada e Irlanda, che gli hanno consentito di passare agilmente ai quarti di finale. Ad attenderli c’era l’Inghilterra, ma la gara è stata uno spot per il rugby povero. Entrambe le compagini hanno giocato male e uno dei pochi sprazzi di luce è stata la prima meta internazionale di Robert. Alla fine il Galles ha vinto 16 a 3, è approdato alle semifinali, ma, a causa dei numerosi infortuni, non è stato in grado di mettere in campo un XV solido per affrontare i fortissimi All Blacks. Il 49 a 6 finale in favore dei padroni di casa la dice lunga. Tuttavia, il Drago ha rialzato la testa e con una grande prestazione ha sconfitto 22 a 21 l’Australia nella finale per il terzo posto, regalando ai suoi tifosi la speranza che un ritorno ai giorni di gloria fosse dietro l’angolo.

 

Nel 1988, tanto per dimostrare che il terzo posto del mondiale non era stato solo un colpo di fortuna, il Galles ha conquistato la sua prima Triple Crown dal 1979. Il display più impressionante è stato probabilmente la vittoria 11 a 3 contro l’Inghilterra a Twickenham, una partita dominata da Jonathan Davies, allora al culmine del suo potere. Jones e Davies in quel periodo formavano una mediana di notevole caratura tecnica. Una delle mete più memorabili del torneo è stata segnata nella partita contro la Scozia, quando Jones ha fornito a Davies l’ovale tramite un reverse pass molto lungo. L’apertura ha raccolto e con un up and under ha battuto in velocità il suo marcatore sino ad arrivare oltre la linea bianca. Più avanti, nella stessa gara, il mediano di mischia ha inviato alla sua apertura due passaggi di alta qualità sotto pressione, che hanno permesso a quest’ultimo di realizzare due drop. Il Galles ha vinto 25 a 20.

 

Purtroppo il tour estivo in Nuova Zelanda ha riservato una brutta sorpresa alla nazionale gallese, la quale ha perso entrambi i match con scarti considerevoli (3 a 52 e 9 a 54). Con il morale ai minimi termini, la squadra si è poi ulteriormente indebolita a causa delle defezioni di Paul Moriarty e Jonathan Davies, lusingati dalle sirene del rugby a XIII.

 

L’assenza di questi giocatori si è resa evidente durante il Cinque Nazioni del 1989, dove un Galles povero d’idee ha avuto come unica consolazione quella di negare all’Inghilterra la prima vittoria nel torneo dal 1980, sconfiggendola 12 a 9 a Cardiff.

Più tardi, nel corso dell’anno, Robert ha beneficiato di uno dei momenti migliori della sua carriera, giocando nel XV Lions che ha conquistato la serie in Australia. Dopo avere perso il primo test 12 a 30, per il secondo Robert è stato accoppiato in mediana a Rob Andrew. I due hanno combinato superbamente e i britannici hanno vinto 19 a 12, con i calci di alleggerimento di Jones che hanno spesso tenuto i leoni fuori dai guai e impedito agli australiani di conquistare terreno. Egli è stato anche coinvolto in un incidente sgradevole con il rivale Nick Farr Jones nelle prime fasi del match, quando ha colpito duro l’australiano. Questo e altri tafferugli che sono seguiti, hanno portato ad accuse da parte dei media di casa che i Lions non erano altro che una squadra di picchiatori. Che in quella serie i rossi siano stati eccessivamente fisici non ci sono dubbi, ma gli australiani avevano poco da criticare, dato il trattamento che avevano riservato ai britannici negli anni passati. La serie è stata vinta 2 a 1, Robert è tornato a casa in veste di eroe, ma le cose dovevano andare di male in peggio per la nazionale gallese.

 

Nel Cinque Nazioni 1990 il Galles ha perso tutte e quattro le partite per la prima volta nella sua storia, compreso un pesante 6 a 34 subito a Twickenham dagli odiati cugini. Tuttavia, se il 1990 è stato un anno deludente, il 1991 ha visto il punto più basso nella storia del rugby gallese. Dopo un altro pessimo Cinque Nazioni (tre sconfitte e un pareggio) e un tour disastroso in Australia (in cui Robert non ha partecipato), la Coppa del Mondo ha portato l’ignominia totale. Inserita nel gruppo con Argentina, Australia e Western Samoa, la squadra guidata da Alan Davies avrebbe dovuto raggiungere facilmente almeno i quarti di finale. Invece, il match d’apertura con Western Samoa ha portato una sconfitta 3 a 16, e praticamente ha messo la parola fine al torneo del Galles. I rossi sono riusciti a battere l’Argentina 16 a 7 nella seconda sfida, ma nulla hanno potuto fare contro i fortissimi australiani, che con un pesante 38 a 3 li hanno esclusi dal passaggio del turno. Oltre all’umiliazione del fallimento, si era verificato anche il fatto che il Galles non sarebbe stato incluso tra le squadre partecipanti di diritto al successivo mondiale del 1995, e avrebbe dovuto giocarsi la qualificazione.

 

Il 1993 ha visto Jones partire ancora in tour con i British Lions, destinazione Nuova Zelanda, dove però non ha giocato alcun test match.

 

L’anno dopo Jones ha giocato per Western Province, in Sudafrica, durante la Currie Cup, formando una formidabile partnership con la memorabile apertura Springbok Joel Stransky.

Sul fronte europeo, invece, proprio nel 1994 si è visto qualche segno di miglioramento, con il Galles che ha vinto il Cinque Nazioni per differenza punti, anche se Robert ha giocato solo una piccola parte del torneo. Il suo posto, infatti, era stato preso dal combattivo, anche se meno dotato tecnicamente, Rupert Moon, fatto questo che ha creato non poche polemiche. L’unica apparizione di Jones in quel campionato è stata un’entrata in campo per sostituire Moon nel 17 a 15 con cui il Galles ha sconfitto l’Irlanda a Dublino. Il mediano di mischia ha però giocato titolare nel corso dell’anno contro il Portogallo a Lisbona, una gara valida per le qualificazioni alla Coppa del Mondo vinta dai rossi 102 a 11, dove ha marcato due mete.

 

La stagione 1995 è stata l’ultima di Robert a livello internazionale, e anche se non è stato in grado di spingere la sua squadra verso un altro titolo ha comunque segnato la sua quarta meta, contro la Scozia a Murrayfield.

La Coppa del Mondo in Sudafrica, però, ha portato di nuovo mal di cuore al Galles, che per la seconda volta consecutiva non è riuscito a qualificarsi ai quarti di finale, colpa delle sconfitte contro Nuova Zelanda e Irlanda. Quest’ultima è stata l’ultima apparizione con la maglia della nazionale di Robert Jones

 

Robert ha continuato a giocare per il suo Swansea, quindi per Bristol e per Cardiff, prima di appendere definitivamente le scarpe al chiodo nel 2001. Il suo elegante stile di gioco gli è valso anche numerosi inviti per giocare con i Barbarians.

 

Il 10 giugno 1999 Robert, che all’epoca giocava a Cardiff, e suo fratello Rhodri, anch’egli mediano di mischia con alcuni caps in nazionale, sono stati coinvolti in un grave incidente stradale nel quale ha perso la vita un agente di polizia. Robert ha subito lesioni al braccio e al torace quando il taxi su cui stava viaggiando è entrato in collisione con una vettura della polizia. Suo fratello, invece, ha avuto un braccio rotto e ferite alle gambe. Sul taxi viaggiavano anche la moglie di Robert e la fidanzata di Rhodri, anch’esse uscite dall’incidente con alcune lesioni.

Dopo il ritiro Jones ha lavorato per la BBC in qualità di commentatore di rugby, ed è stato assistente allenatore al Llanelli Scarlets.

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