Roger Uttley

La forza degli avanti

Nato a Blackpool, nel Lancashire, l’11 settembre del 1949, Roger Miles Uttley ha giocato prima nel Fylde Gosforth, per terminare poi la carriera con i Wasps. Rugger estremamente versatile, tanto da essersi guadagnato, con la nazionale, undici caps in seconda linea, sette con il numero otto e cinque come blind side flanker Uttley non è stato un giocatore particolarmente veloce, ma ha sopperito tale mancanza con la potenza, molta determinazione e una grande competenza nella gestione dell’ovale.

 

Roger ha iniziato la sua carriera internazionale all’età di 23 anni, con una sconfitta 18 a 9 subita per opera dell’Irlanda, nel Cinque Nazioni del 1973. Dopo quella gara, l’Inghilterra ha sconfitto la Francia (14 a 6) e la Scozia (20 a 13) a Twickenham e, caso unico nella storia del torneo, tutte e cinque le partecipanti sono finite pari merito, dividendosi la vittoria del Campionato.

 

Più tardi, nel corso dell’anno, l’avanti è stato selezionato per disputare entrambe le impressionanti vittorie dei bianchi contro la Nuova Zelanda ad Auckland (16 a 10) e l’Australia a Londra (20 a 3).

 

Nel 1974 Uttley ha conservato il suo posto in seconda linea e ha giocato tre partite del Cinque Nazioni, compresa la vittoria per 16 a 12 sul Galles a Twickenham.

 

A quel punto è stato chiamato a far parte dei British Lions in partenza per il Sudafrica. Con i rossi avrebbe dovuto insediarsi nella sua normale posizione in seconda, ma ad un certo punto il coach Syd Millar lo ha spostato a flanker e, avendo dimostrato di cavarsela egregiamente, ha svolto tutte e quattro le prove in quel ruolo.

Con la sua forza, Uttley è andato a formare una combinazione perfetta con il ritmo di Fergus Slattery e l’astuzia di Mervyn Davies. Infatti, l’esperienza acquisita da Roger in seconda linea, ha fatto sì che egli potesse conquistare un gran numero di palle in touche, togliendo dalle spalle di Davies buona parte della pressione.

Così, con uno dei pack più forti nella storia del rugby, i Lions hanno vinto abbastanza comodamente le prime tre partite, e hanno sperato sino all’ultimo di portare a casa un netto 4 a 0.

Nel test match finale Roger e Andy Irvine hanno entrambi segnato una meta, ma quella di Fergus Slattery è stata annullata e la partita si è conclusa sul 13 a 13. Col tempo si è visto che la meta dell’irlandese era da considerarsi valida, ma le fotografie hanno anche dimostrato che proprio quella di Uttley non lo era affatto, in quanto l’ovale era stato schiacciato prima dall’ala Springbok Chris Pope. Si può quindi dire, che alla fine giustizia è stata fatta.

 

Nel 1975 Roger ha disputato tre partite del Cinque Nazioni, vincendo però solo contro la Scozia, e tutte e due quelle del tour in Australia.

Durante la serie nella terra dei canguri, Uttley e i suoi colleghi di pack sono stati storditi dalla maggiore potenza e dalla determinazione degli avanti Wallabies, così le gare sono state entrambe perse.

Nella prima, a Sydney, il XV della Rosa ha giocato bene, ma non è riuscita a recuperato la meta iniziale di Mark Loane, e in seguito ha anche perso il capitano Tony Neary per infortunio, uscendo così sconfitti dallo stadio per 16 a 9.

Nella seconda prova, disputata a Brisbane, l’Inghilterra si è trovata presto in 14 uomini, quando il pilone Mike Burton, è stato espulso per un placcaggio alto. In quel momento, però, il risultato era ancora a favore dei bianchi. Tuttavia, con l’andare del tempo, l’attacco dei Wallabies si è rivelato superiore. Sia Roger sia Peter Squires hanno attraversato la linea per l’Inghilterra, ma quelle due mete non sono bastate a contrastare le cinque degli avversari e il risultato finale è stato di 30 a 21 per gli australiani.

 

Roger non ha svolto alcuna partita di rugby nel 1976, ma è tornato come capitano dell’Inghilterra l’anno seguente; carica che ha mantenuto 5 volte.

Il suo mandato era iniziato con due vittorie, ma gli inglesi non sono stati in grado di arrivare sino in fondo e hanno perso le sfide con la Francia, a Twickenham, e il Galles.

 

Nelle successive due stagioni, Roger ha fatto solo un paio di apparizioni contro la Nuova Zelanda nel 1978, perdendo 16 a 6, e con la Scozia nel 1979 (7 a 7).

Tuttavia, nell’autunno del 1979, Roger ha fatto parte del team del nord che ha sconfitto 21 a 9 la Nuova Zelanda. Lui e Tony Neary, in quella gara, hanno formato una coppia formidabile, e chiunque si sarebbe aspettato che i due giocassero in nazionale anche la sfida della settimana seguente, contro gli stessi avversari. Tuttavia, Uttley è stato omesso a favore del giocatore del Bristol Mike Rafter, e l’Inghilterra è scivolata in una sconfitta 10 a 9.

 

I bianchi si sono ripresi rapidamente dalla deludente gara con la Nuova Zelanda, e nel Cinque Nazioni del 1980 sono partiti alla grande vincendo le prime due partite in casa, contro l’Irlanda (24 a 9) e il Galles (9 a 8), quest’ultima grazie al penalty di Dusty Hare all’ultimo minuto, e a Parigi contro la Francia (17 a 13).

Nell’ultima sfida, a Murrayfield, Roger ha subito un infortunio, ma è rimasto in campo per contribuire a vincere la partita 30 a 18, e con essa l’inafferrabile Grande Slam. Purtroppo, dopo avere lottato con problemi di schiena per alcuni anni, era giunto per lui il momento di dire addio al rugby internazionale. Così la gara con la nazionale del cardo è stata l’ultima del seconda linea, che ha lasciato con 23 caps sulle spalle.

 

Una volta in pensione, Uttley è diventato il vice di Geoff Cooke, con il quale ha contribuito a creare il mito della nazionale di Will Carling, squadra che ha vinto il Grande Slam del 1991 ed è arrivata in finale nella Coppa del Mondo dello stesso anno.

Egli ha fatto anche parte del team che ha portato i Lions a vincere per 2 a 1 la serie in Australia, nel 1989.

 

Nel frattempo ha sempre lavorato come insegnante di educazione fisica, compito che ha svolto per 20 anni presso l’Harrow School, sino al ritiro nel 2008.

 

Roger Uttley è oggi un membro onorario del Wooden Spoon, un’associazione benefica che si occupa di bambini svantaggiati e dei giovani disadattati, compito che lo vede, per la prima volta, in prima linea.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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