Simon Poidevin

La forza di Poido

Nato il 31 ottobre 1958 a Goulburn, nel New South Wales, Simon Paul Poidevin ha iniziato a praticare il rugby al St. Patrick College, dove ha fatto parte della squadra scolastica. In quel periodo ha giocato una stagione con il Goulburn Rugby Union Football Club, quindi, nel 1978, si è trasferito a Sydney per studiare all’università del New South Wales, dove si sarebbe laureato in scienze. Proprio nella squadra universitaria ha avuto i primi contatti con il rugby che conta finché, nel 1979, è approdato ai Waratahs.

 

Fanatico della palestra, Simon ha saputo combinare velocità, forza fisica e dedizione, ottenendo una miscela di grande effetto, sia in difesa sia in attacco. Per questo motivo il 24 maggio 1980, il coach Alan Jones, cui erano venuti a mancare i “backrow” titolari Mark Loane e Greg Cornelson, non ci ha pensato due volte a farlo debuttare in nazionale in una partita contro Fiji, terminata 22 a 9.

 

I caps seguenti Poido li ha ottenuti, prima nella trionfale serie contro gli All Blacks nello stesso anno, due vittorie a Sidney ed una sconfitta a Brisbane, e successivamente con le due vittorie contro la Francia nel 1981, dove ha segnato la sua prima meta in un match ufficiale.

 

Simon è quindi partito con i Wallabies per il pessimo tour nel Regno Unito, datato 1981/82, dove i gialli hanno rimediato tre brutte sconfitte, contro Galles, Scozia e Inghilterra, ed un’unica vittoria per 16 a 12 a Dublino.

 

Nel 1983 Poidevin ha visitato l’Italia, quando l’Australia ha sconfitto a Rovigo la nazionale azzurra 29 a 7, e subito dopo la Francia, ottenendo un 15 a 15 ed una sconfitta per 6 a 15.

 

L’anno successivo i Wallabies si sono presi la rivincita contro le quattro unions britanniche, sconfiggendole una dopo l’altra nelle loro rispettive capitali. La serie è stata impressionante: 19 a 3 a Twickenham, 16 a 9 a Dublino, 28 a 9 in Galles e 37 a 12 a Murrayfield.

E pensare che prima della tournée l’Australia aveva perso di misura contro la Nuova Zelanda nella Bledisloe Cup. Secondo Poidevin, proprio quella delusione è servita a spronare gli australiani in vista del tour in Gran Bretagna. Lo stesso Simon ha marcato una meta superba contro l’Inghilterra, a conclusione di un raid di David Campese.

 

Due anni più tardi Poido ha sperimentato un successo ancora maggiore, quando l’Australia ha battuto gli All Blacks 2 a 1 in Nuova Zelanda. Era la prima volta che succedeva dal 1949.

 

Tuttavia, nel 1987 la Coppa del Mondo dei Wallabies è finita in semifinale, dopo che Simon e compagni hanno subito una dura lezione dagli avanti francesi.

Poidevin ha segnato una meta all’Inghilterra nella prima fase del torneo, nella gara vinta 19 a 7.

 

Con l’Australia da riorganizzare, Simon ha ricevuto la fascia di capitano. Da skipper però le cose non sono andate subito bene, colpa di un tour disastroso in Argentina, dove i Wallabies hanno rimediato un pareggio per 19 a 19 ed una sconfitta. Bisogna dire che Simon, a causa di una ferita alla mano, non era in campo nella sfida persa.

 

Poidevin ha iniziato la stagione 1988 ricevendo la medaglia all’Ordine dell’Australia per meriti sportivi e credendo di essere ancora il capitano della nazionale. Tuttavia, il nuovo allenatore Bob Dwyer ha preferito conferire l’onore a Nick Farr-Jones, lasciando Poido deluso. Per questo il flanker ha pensato di concedersi un momento di riflessione, ma ha dovuto essere persuaso a tornare sui propri passi per disputare le tre partite della Bledisloe Cup contro la Nuova Zelanda. Nonostante gli sforzi però, l’Australia è stata pesantemente sconfitta e, dopo la terza prova, Poido ha annunciato il suo ritiro dal rugby internazionale.

 

La sua assenza si è particolarmente notata l’anno seguente, quando il pack australiano è stato sbriciolato dagli avanti dei British and Irish Lions.

A causa di questo, e per il suo desiderio di “battersi” ancora una volta con Wayne "Buck" Shelford, Simon è tornato in campo per affrontare la Nuova Zelanda nella medesima stagione. Il test è stato perso 24 a 12, ma Poidevin ha contribuito a restaurare l’orgoglio degli avanti australiani ed è stato in grado di trasmettere una preziosa esperienza ai nuovi arrivati, come Phil Kearns e Tim Gavin.

 

Nonostante ha trascorso in panchina tutta la stagione 1990, il flanker era di nuovo in pista nel 1991, per preparare la Coppa del Mondo.

La sua prima sfida è stata quella di sconfiggere il forte pack inglese, in una partita giocata a Sydney, dove i Wallabies si sono imposti 40 a 15. La sua potente prestazione ha dimostrato come la serie dei Lions di due anni prima sarebbe potuta andare diversamente se lui fosse stato in campo.

 

L’Australia ha quindi disputato la Bledisloe Cup, vincendo la gara casalinga 21 a 12 e perdendo a Auckland 6 a 3. Quindi, la squadra è partita verso il Regno Unito con l’umore alle stelle.

 

L’ottimismo, come si sa, alla fine è stato giustificato in quanto l’Australia ha sollevato al cielo la Coppa del Mondo, dopo avere sconfitto in finale i padroni di casa dell’Inghilterra a Twickenham per 12 a 6. È stata quella l’ultima apparizione di Simon Poidevin in maglia oro.

 

Mark Ella ha fornito una sintesi appropriata del suo ex compagno di squadra, dicendo: "Simon è un perfezionista, per lui è quasi una malattia. Non solo è il miglior giocatore di rugby in Australia, è anche il più determinato".

 

In totale, Poidevin si è guadagnato 59 presenze per i Wallabies, segnando 5 mete, ma quello che conta è che egli sarà sempre ricordato come uno dei più grandi avanti che hanno indossato la maglia dei Wallabies.

 

Dopo il ritiro, Poido è diventato un agente di cambio, anche se ha mantenuto i suoi legami con il rugby lavorando come commentatore televisivo per Seven Network e Network Ten.

È stato Amministratore Delegato di Citigroup, in Australia, mentre nel marzo del 2009 è diventato Direttore Esecutivo della Pegana Capital Ltd, una società di gestione fondi con sede a Sidney.

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