Tana Umaga

Eroe nazionale

Nel 2007, quando ha lasciato la Nuova Zelanda per diventare manager del Tolone,  Tana Umaga era ormai elevato allo status di eroe nazionale e ampiamente acclamato come uno dei migliori tre quarti All Blacks, ala o centro che sia, di tutti i tempi.

 

Nato il 27 maggio1973 a Lower Hutt, un sobborgo della capitale, da genitori samoani, Jonathan Falefasa “Tana” Umaga, è stato “rubato” ancora ragazzo dal rugby XV alla concorrente League, codice dove per altro aveva giocato per i Junior Kiwi. Il “furto” a dire il vero non è stato difficile, perché, nonostante fosse cresciuto nella roccaforte della League di Wainuiomata, il ragazzo ha sempre avuto come sfondo una famiglia legata al rugby. Suo fratello maggiore Mike, ad esempio, ha giocato a livello internazionale per Manu Samoa, tant’è che nel 1999 i due fratelli si sono ritrovati avversari in un test al North Harbour Stadium di Albany, dove, per la cronaca, hanno vinto i neri 71 a 13, con 2 mete di Tana.

 

Così, alla fine del 1995, dopo una breve esperienza in Italia nel Viadana, allora in A2, Tana Umaga, è stato convinto a tornare in patria per giocare con Mike nel team di Petone, dove si è rapidamente guadagnato l’onore di rappresentare sia Wellington sia i New Zealand Colts.

 

L’anno seguente ha disputato con gli Hurricanes il primo Super 12, rivelandosi un attaccante letale, dotato di grande forza fisica e ritmo eccellente.

Nel frattempo il suo contemporaneo Lomu, stava cambiando alcune prospettive sulla fisicità dei giocatori. Dal canto suo anche Umaga non era certo un piccoletto, essendo alto 1,87 per 100 chili di peso e, grazie al marchio di fabbrica delle sue “serpentine ubriacanti”, si volgeva al futuro come un atleta da non sottovalutare.

 

Una stagione eccezionale, quella del 1997, in cui ha segnato 12 mete per gli Hurricanes, lo ha visto promosso negli All Blacks, approfittando anche del fatto che le due ali titolari del momento, Lomu e Glen Osborne, erano entrambe venute a mancare per la prima parte dell’anno a causa di infortuni.

Tana ha così debuttato con la felce sul petto a 24 anni, il 14 giugno 1997 ad Albany, in una partita contro Fiji, vinta 71 a 5, dove ha marcato anche una meta.

In quella stagione, il giocatore del Wellington ha disputato anche due gare contro l’Argentina, in tour dalle sue parti, e poi contro Australia e Sudafrica nel Tri Nations, vincendole tutte.

 

Quando Osborne e Lomu sono tornati, Umaga ha naturalmente perso il posto, anche se alla fine dell’anno ha partecipato al tour in Gran Bretagna e Irlanda, giocando però solo le partite infrasettimanali.

 

Il centro maori è rimasto quindi fermo per tutto il 1998, il che può essere considerata una fortuna in quanto non è stato costretto a partecipare ai cinque tests consecutivi persi, che hanno rovinato quella stagione e fatto sì che ci fossero numerosi avvicendamenti nel team.

 

Per tale motivo, e grazie alla sua splendida forma nel Super 12 del 1999, Tana è divenuto automaticamente fra le prime scelte degli All Blacks. Quell’anno, infatti, l’atleta di Lower Hutt ha giocato in cinque delle sei partite disputate dai neri, pur dovendo competere per un posto con tre campioni della backline del calibro di Jeff Wilson, Jonah Lomu e Christian Cullen.

Per accogliere tutti e quattro, il coach John Hart ha inserito Wilson a estremo e utilizzato Lomu e Umaga sulle ali e Cullen come centro. Col senno di poi, magari, la soluzione migliore sarebbe stata lasciare Cullen a estremo, Wilson e Lomu sulle ali e Umaga al centro dove, pochi anni dopo, sarebbe definitivamente maturato. Purtroppo, com’era accaduto prima di lui a due miti quali Joe Stanley e Frank Bunce, anche per Tana c’è stato un ritardo nello scoprire la sua vera natura, forse perchè, come per i due illustri predecessori, egli era stato sottovalutato per gran parte della carriera. Infatti , Umaga era sempre stato considerato più come un rifinitore piuttosto che un creatore di gioco o un organizzatore della difesa.

 

Comunque sia, il 2002 ha visto la Nuova Zelanda vincere il Tri Nations, con Umaga che poi è partito per la tournée novembrina in Europa, dove ha fatto il pieno sconfiggendo Inghilterra, e Galles e pareggiando 20 a 20 contro i galletti francesi.

 

Dopo avere vinto ancora il Tri Nations nel 2003, nel Campionato del Mondo dello stesso anno, in Australia, Umaga si è infortunato proprio durante la partita inaugurale contro l’Italia, quando uno scontro con Matteo Barbini gli ha fatto saltare i legamenti del ginocchio, e non ha più giocato in quel torneo.

Gli All Blacks hanno faticato non poco a colmare il vuoto che aveva lasciato e in molti si sono chiesti come sarebbe andata ai neri se lui fosse stato in campo.

 

Quando Graham Henry è diventato il nuovo coach degli All Blacks nel 2004, Umaga ha raggiunto il suo apice. Ha subito ricevuto la fascia di capitano, praticamente dalla gara contro l’Inghilterra a Dunedin, vinta 36 a 3, e l’ha mantenuta per 21 tests.

 

Nel 2005, nonostante le polemiche causate dal tackle che, in coppia con Keven Mealamu durante la prima prova, ha infortunato gravemente Brian O’Driscoll, Umaga è stato il leader ispiratore della vittoriosa serie contro i Lions.

Tana ha giocato col numero 13 nelle prime due prove e con il 12 nella terza, segnando tre mete e aiutando i neri a portare a casa un netto 3 a 0.

 

Nella medesima stagione ha guidato gli All Blacks ad un’altra vittoria nel Tri Nations e, alla fine dell’anno, alla conquista di un Grande Slam in terra europea.

Improvvisamente però, dopo l’ultima gara di quel tour, disputata a Edimburgo il 26 novembre, Umaga ha deciso di ritirarsi dalle scene internazionali.

 

Successivamente ha giocato altre due stagioni con gli Hurricanes, quindi ne ha disputata una con Wellington nella Air New Zealand Cup, raggiungendo quota 100 gare per l’Unione, prima di trasferirsi al Tolone, dove ha fatto una stagione da giocatore e due da allenatore.

Infine, quest’anno, per tentare di risollevare le sorti non proprio rosee della squadra francese, ha deciso di lasciare la panchina per tornare in campo.

 

In 74 partite, Umaga ha marcato 37 mete, per un totale di 185 punti ed è stato capitano 21 volte, di cui 18 sono state vittorie, un tasso percentuale di successo che l’ha posto davanti a capitani leggendari quali Brian Lochore, Wilson Whineray, Graham Mourie e Sean Fitzpatrick.

 

Tana Umaga è un esempio di quello che nel suo periodo è stata una notevole influenza dei Pacific Islander negli All Blacks. Nel momento in cui lui è entrato nella nazionale con la felce, altri atleti di origine Samoana e Tongana erano stati acclamati come campioni: Bryan Williams, Stanley, Michael Jones, Lomu e Olo Brown, per citarne qualcuno. Ma Umaga ha superato anche queste icone, perchè lui è stato il primo maori ha diventare capitano degli All Blacks, e lo ha fatto con stile e dignità. Un esempio? Tana è stato il primo neozelandese a vincere il premio “De Coubertin” per il fair play, in quanto, durante un test match contro il Galles, il centro si è totalmente disinteressato del gioco per soccorrere la terza linea dei Dragoni Colin Charvis, rimasto infortunato.

Un grande atleta e un grande personaggio.

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