Tony Neary

Flanker purosangue

Era una prassi consolidata, nell’Inghilterra degli anni ’70, che i giocatori di rugby che sbagliavano due partite consecutive perderssero il posto in squadra e, il più delle volte, rischiavano anche di non essere mai più convocati. Tony Neary non ha quasi mai dato ai selezionatori questa opportunità. Il flanker del Broughton Park, infatti, è sempre stato una costante nelle nazionali in maglia bianca per la maggior parte del decennio.

 

Anthony Neary è nato a Manchester, il 25 novembre 1948. Prima di entrare nel mondo del rugby ha provato con il basket, giocando con la nazionale under 18.

Scolasticamente parlando, ha frequentato il De La Salle College, Salford e, infine, l’Università di Liverpool, dove si è laureato in giurisprudenza.

 

In nazionale Tony ha esordito sabato 16 gennaio 1971, in una partita del Cinque nazione che gli inglesi hanno perso a Cardiff 22 a 6.

Successivamente il flanker ha giocato anche le altre tre gare di quel torneo, conseguendo una vittoria contro l’Irlanda, un pareggio a Twickenham con la Francia ed una dolorosa sconfitta, sempre nel loro tempio di Londra, subita ad opera dei cugini scozzesi.

 

Era una brutta Inghilterra quella dei primi anni ’70, tant’è che nel 1972 è riuscita nella poco onorevole impresa di aggiudicarsi il primo il Cucchiaio di Legno della sua storia.

 

Ad ogni modo, Neary è stato un giocatore moderno per il suo tempo: estremamente tecnico in avanti e abile a trattare con i trequarti. Infatti, in un momento in cui per l’Inghilterra la meta era una sorta di rarità, "Nearo" ha spesso rifinito il suo impeccabile lavoro difensivo con punti cruciali. Il più importante di questi è stato senza dubbio nella gara in cui l’Inghilterra ha sconfitto 16 a 10 la Nuova Zelanda, nel 1973.

Più tardi, quello stesso anno, il flanker è stato ancora determinante contro l’Australia a Twickenham, una vittoria che ha cementato una storica tripletta di trionfi contro i tre giganti dell’emisfero sud.

 

Purtroppo, anche se è stato selezionato dai Lions per il tour in Sud Africa del 1974, Neary non ha giocato alcuna prova, in quanto relegato in panchina dalle ingombranti presenze del suo compagno di squadra Roger Uttley e dell’irlandese Fergus Slattery.

 

Il 1976 sembrava aprire qualche spiraglio di luce al XV della Rosa, grazie alla vittoria d’inizio stagione contro i Wallabies, ma la delusione era ancora dietro la porta, in quanto Tony, appena nominato capitano, si è guadagnato un altro Cucchiaio di Legno.

La colpa, naturalmente, non è di Neary, ma piuttosto della politica incoerente adottata dagli allora selezionatori e delle tattiche confuse cui gli inglesi erano sottoposti in quel periodo.

 

L’anno seguente Neary è stato ancora selezionato per i British and Irish Lions, in rotta verso la Nuova Zelanda, ma ancora una volta si è trattato di un tour deludente, costituito da promesse non mantenute per il giocatore del  Broughton. Neary, infatti, non ha toccato il terreno di gioco se non alla quarta e ultima partita, quando ormai la serie era già persa. Per la cronaca anche in quella partita i rossi sono stati sconfitti 9 a 10.

 

Gli impegni di lavoro hanno impedito il coinvolgimento di Neary nel successivo tour dei Leoni in Sudafrica, nel 1980, così quella sconfitta di Auckland è diventata la sua unica presenza con la maglia rossa. Questo, sicuramente, è stato uno dei più grandi errori dei selezionatori nella storia del rugby britannico.

 

Le sue apparizioni per l’Inghilterra nel 1977 e nel 1978 sono stati altrettanto rare, ma la stagione successiva Neary è tornato al suo posto legittimo, in una squadra che finalmente ha iniziato a mostrare un gioco decente, nonostante un’unica vittoria nel Cinque Nazioni, contro la Francia a Twickenham, e la sconfitta di misura, sempre a Londra, contro gli All Blacks (9 a 10).

 

Finalmente nel 1980, dopo anni di mediocrità, il potenziale latente dell’Inghilterra è uscito allo scoperto e gli uomini in bianco hanno sconfitto tutte e quattro le loro rivali, ottenendo un fantastico Grande Slam, conclusosi con il trionfo di Murrayfield per 30 a 18.

Dopo 43 caps e nove anni di delusioni, Tony Neary ha finalmente gustato lo champagne della vittoria e forse, in quella squadra, nessun giocatore lo ha meritato più di lui.

Ciò che la gente ama di più ricordare a proposito della partita di Murrayfield, è la famosa ripresa televisiva in cui Bill Beaumont è stato trasportato fuori dal campo dai suoi compagni, circondato dai tifosi esultanti. Non è una sorpresa che Neary si trovasse proprio di fronte a Beaumont, a guidare il suo capitano in mezzo alla folla.

 

È stata quella l’ultima partita in nazionale di Nearo, ma a quel punto, grazie al suo contributo, era stato gettato il seme per una tradizione di flankers inglesi di livello mondiale, che sarebbe proseguita con gente del calibro di Peter Winterbottom, Mike Teague, Lawrence Dallaglio e Neil Back.

 

Purtroppo la vicenda di Tony non è finita bene come si vorrebbe. Nel febbraio del 1998, infatti, l’ex nazionale è stato arrestato per furto, dopo aver ammesso di aver rubato i soldi da un fondo fiduciario dell’amico miliardario John Gorna.

 

Oggi Neary, che dal suo rilascio vive a Londra, ha dichiarato: “Io non seguo più il rugby, ma sto solo cercando di andare avanti con la mia vita”.

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