O.O. (Origini Ovali) – Le origini del rugby

Che ne dite: potrebbe essere andata così?
(da una personalissima ricerca, del 1972, sulle origini del rugby)

Per risalire alle origini di uno qualsiasi dei giochi moderni praticati con la palla, non vi è indagatore il quale, pur senza scomodare tebani, egiziani, cinesi o giapponesi, non rivolga la sua attenzione ai giochi in voga presso i Greci nel V e IV secolo a.C., in partcolare all’ "Episkiros" e alla "Fenide", esercizi collettivi aventi in genere lo scopo, dopo una seria di lanci e rilanci, di sospingere la squadra avversaria o di portare una palla, solitamente ricoperta di cuoio, oltre la linea di fondo del campo avversario.

E’ indiscutibile, però, che la paternità più accettata per quasi tutti i giochi moderni con la palla,  è quella dell’ "Harpastum", nome di etimologia greca che designa la palla ed il gioco stesso. 

Di evidente derivazione dall’episkiros, fu il divertimento preferito dai romani, soprattutto dai legionari i quali, senza dubbio, lo avevano appreso nelle colonie greche dell’Italia meridionale. Ne parla ampiamente Galeno (II sec. d.C) il quale, da bravo medico, ne mette in risalto i benefici fisici derivanti dalla sua pratica, ne parla Sidonio Apollinare  (V sec. d.C.) indicandolo come gioco maschio e vivace, mentre Marziale (I sec. d.C.) gli ha dedicato addirittura un epigramma.

E tutti loro concordano nell’affermare che il campo era rettangolare, diviso da una linea mediana, e che lo scopo era di portare la palla dietro la linea avversaria. Il che per il rugby, costituisce uno straordinario  riconoscimento di paternità.

Evitando di andare troppo per il sottile, non si profila poi tanto tortuosa la trafila che l’harpastum, gioco tipicamente romano, porta al "football" di estrazione britannica. E’ facile intuire che le legioni romane, conquistando la Gallia, vi abbiano pure importato il loro divertimento preferito, e non mancano appunto notizie dele rapido dilagare tra quelle genti. Ma l’espansione, oltre che da una disordinata trasformazione delle regole, fu via via accompagnata da una preoccupante accentuazione della violenza, tanto che la pratica della "Soule" (così era denominato un gioco con la palla molto diffuso in Francia nel medio evo, specie in Normandia, Piccardia e Bretagna) non di rado concludeva il suo bilancio con feriti gravi, e talvolta con qualche defunto..

 

Ovviamente, la pratica di questo gioco tumultuoso, nel corso del quale non di rado faceva la sua comparsa qualche randello e dove sovente trovavano soluzione vecchi rancori personali, finì per preoccupare le autorità.

 

Ed infatti fu severamente ostacolata nel 1319 da Filippo V "il Lungo" re di Francia e di Navarra, e da Carlo V "il Saggio" nel 1369, mentre sembra che fosse protetto da Enrico II (incoronato re nel 1547) che lo trovava adatto per lo sviluppo armonico del fisico.

 

Ruggero Rizzi
Marzo 1972

(Continua)

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