Dalla Tribuna di Treviso (01.03.2009)

Disastro Italia – Mallet (per ora) non si tocca – Detto al volo

Il segno della disfatta: Gray va in meta mentre Bortolami finisce gambe all’aria insieme all’Italia del traballante Mallett

DISASTRO ITALIA

La Scozia ci strapazza Azzurri sotto shock

DALL’INVIATO FABRIZIO ZUPO

EDIMBURGO. Parisse droppa e segna come un’apertura, calcia le penaltouche, porta palla in avanti 17 volte (quando Taylor il mediano scozzese chiude a quota 9): la partita mostruosa del capitano di un’Italia che non c’è più.

E se la difesa torna in cattedra (9 le punizioni concesse, due le touche perse, 18 e 6 le cifre con l’Irlanda) è sempre l’attacco che manca. Sterile: una meta in tre turni, e 12 quelle subite, 26 punti fatti 100 incassati. E pure la difesa non è senza sbavi, come accredita invece il ct Hadden all’Italia, che vincendo ha salvato la panchina lasciando il cerino in mano a Mallett. Basta pensare alla prima meta di Danielli prima della pausa: buco in prima fase, con un semplice incrocio di Blair per il centro Morrison e palla all’ala chiusa. Roba da andare subito a farsi la doccia, come ha svelato Zanni (primo nella classifica dei tackle con 13 placcaggi). Restiamo in piedi per un drop di Parisse stile Zinzan Broke (mitico numero 8 dai piedi buoni), ma subito dopo aver sprecato. Perché in attacco, quando l’Italia ci prova (tre le occasioni limpide) pecca di di sfortuna.

Neppure gli “intercetti” e i “rimbalzi amici” che condirono la grande vittoria del 2007 e così mal apprezzati dal ct Mallett, ci sorridono: al 20’ proprio Zanni si trova la palla in mano per un errore di Blair. La fuga dura 30 metri, quando il mediano va a riprenderselo. Da quel mucchio esce la palla che serve al capitano per centrare la porta e accorciare lo score sul 6-3. La Scozia ci ridà venti punti di scarto, quelli che aveva beccato dagli azzurri due anni fa sempre al Murrayfield. Il 26-6 di ieri è il terzo risultato a doppia cifra in questo torneo. Mallett, sempre più vacillante, è passato da un Sei Nazioni con i minimi scarti a quello con i massimi, come al’esordio nel 2000. E il XV del cardo nell’ultimo lustro quando non ha perso non mai vinto oltre il break.

L’altro spunto lo trova Gonzalo Canale trovando una smagliatura nella difesa a bordo touche, che sfuma a 5 metri dalla meta. E nella ripresa quando Mauro Bergamasco prova un calcio a seguire, imposta la fuga per andare a raccogliere l’ovale, ma viene tradito da un rimbalzo che lo consegna alla difesa.

E nella giornata no, gira tutto storto: come Paterson mister 100% al piede, che entra in campo per sostituire provvisoriamente Goodman e, in 10 minuti segna due calci, mentre il “titolare” ne sbaglia due. Di episodi si tratta, anche se nel campo opposto, le stesse opportunità sono diventate mete o sempre punti. E si poteva rischiare anche un passivo più clamoroso. Succede alla mezzora della ripresa, quando Gray riceve e segna dopo una rasoiata nella difesa azzurra effettuata dai fratelli Evans (Max centro e Thom ala). Si riparte da centro campo e venti secondi dopo Danielli è di nuovo in meta grazie ad un intercetto e fuga sul lungo linea: McLean battuto allo sprint trova il modo di recuperare e schiacciare a terra l’avversario. Danielli avanza di centimetri e sembra toccare in meta. Owens chiede la moviola e quel tocco invece è un “in avanti”. Si riparte dalla mischia, ma gli sviluppi sono ancora scozzesi e si chiudono con tre punti al piede del solito Paterson. È il momento di massima confusione, con gli schemi saltati, Parisse che calcia, le scelte di Mallett di far rientrare Marcato, Griffen e McLean che si scambiano in mediana, la bocciatura del numero 9 per tentare con Canavosio. C’è da dire infine che pure la gestione di Owens è un ingrediente della sconfitta. L’unico neo, ma non deve essere alibi alla sconfitta. A senso unico i fischi in mischia, con Castrogiovanni a soffrire e Perugini a non capire: «Mi ha fischiato perché diceva che facevo crollare il pilone e, poi, al contrario, anche quando mi sono alzato perché il pilone cadeva. Strano che poi su una mischia a 5 metri, con noi che li spostiamo di metri, sia l’arbitro a far finire l’azione».

 

Mallett (per ora) non si tocca

Parisse ammette: «Questo è il nostro livello»

EDIMBURGO. Mallett parla poco e sfugge alla domanda sulle possibili dimissioni. In soccorso gli arriva il presidente Dondi: «Un esonero? Non se ne parla nemmeno», ma poi aggiunge: «Facciamo i conti a fine torneo». Galles e Francia dopo la perfomance vista venerdì, non sono le squadre in questo momento migliori da affrontare per risollevare le azioni di Mallett e le sorti degli azzurri. Ma fino al 21 marzo è il sudafricano il ct della Nazionale. Per contro tira un sospiro di sollievo Frank Hadden, ct scozzese, che se avesse perso la terza partita in tre anni contro gli azzurri, avrebbe visto certificato il suo licenziamento.

«Certo ho visto una squadra troppo nervosa – ha continuato Dondi – contro una Scozia più forte nell’uomo contro uomo. In questo 6 Nazioni siamo partiti male, ci manca un po’ di tranquillità». Mallett difende i suoi specie da sviste arbitrali, soprattutto in mischia: «Non mi va di parlare di Owens senza aver rivisto la partita. Ma è impossibile, ad esempio, che Perugini sia stato stappato: la mischia che spinge non va verso l’alto. E il fallo di Mauro era solo la chiusura di un placcaggio». Mallett maldigerisce le critiche ricevute in conferenza stampa, e la ciambella di salvataggio gli arriva dal capitano Parisse: «Non è Nick che va in campo – ha detto – siamo noi. Quindi sullo sfruttare o meno gli off load (i ricicli) tutto quello che ci insegna, siamo noi a doverlo mettere in pratica. Siamo onesti: questo è il nostro livello. Se il pubblico fischia, se piovono critiche arrabbiate, pensate a noi in che stato d’animo siamo. Credete che non ci mortifichi? Abbiamo avuto tre occasioni: con Canale, con Zanni e con Mauro e per un rimbalzo strano o per altro sono sfumate. Sono 21 punti lasciati per strada. Non siamo giocatori di grandissima qualità, non riusciamo a fare certi gesti tecnici, come gli off load, come li vedete fare dalle squadre dell’emisfero sud. È questa la realtà». Anche Zanni resta sul tema: «Non è possibile beccare una meta in prima fase – ha detto il flanker – in un match di questo livello. E questo ci ha tagliato le gambe, credetemi. La differenza con la Scozia? Siamo andati anche noi più volte nei ventidue come loro. Sono che noi non conretizziamo mai. 

(f.z.)

 

Detto al volo

Imbarazzo e rabbia. Imbarazzo per l’intervista rilasciata da Mallett a La7, a fine gara: purtroppo l’Italia possiede pochi giocatori di livello internazionale, il nostro livello è questo. Se il ct è convinto di non poter fare di meglio, col materiale umano a disposizione, può sempre accomodarsi sul primo volo per Johannesburg. Non credo lascerà eccessivi rimpianti.

Rabbia per l’atteggiamento della FIR. Nel nostro orticello ovale stanno consumando tempo e risorse in sterili polemiche sull’opportunità di schierare tre superteam italiani nella Celtic League. E intanto spediscono in giro per il mondo una nazionale penosa, per gioco e risultati. E’ il risultato, purtroppo annunciato, di una ottusa strategia federale. Sorvoliamo sulla debâcle dei test match, dimentichiamo l’exploit di Mauro Bergamasco mediano di mischia, cancelliamo pure l’assurdità di certe scelte nelle linee arretrate. Il problema vero, reale, concreto di questa Italia è l’assenza di gioco. Nel 2009 non si va da nessuna parte, palla in mano e dentro a testa bassa. Trequarti fantasma, sostegno inesistente, ormai stecchiamo anche nei fondamentali. Per favore, o per pietà: cambiamo strada.

Riccardo Roccato

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