Dal Gazzettino (16.02.2009) – Sei nazioni

SEI NAZIONI Per la prima volta il XV di Mallett contestato dai tifosi
al Flaminio. Dominati sia nel possesso che nell’occupazione – Azzurrini battuti, ma con onore – Brevi in Italia

SEI NAZIONI Per la prima volta il XV di Mallett contestato dai tifosi al Flaminio. Dominati sia nel possesso che nell’occupazione

Lezione irlandese all’Italia e piovono fischi

Solo tre piazzati di McLean poi gli azzurri subiscono cinque mete (due  d’intercetto). Esordio del rodigino Bacchetti

Roma

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Anche il pubblico inizia a stancarsi di una Nazionale alla moda,

ma sempre perdente. Per la prima volta in dieci anni di Rbs Sei Nazioni ieri l’ha fischiata sonoramente al Flaminio. Al 37′, quando ha beccato l’ultima inopinata meta d’intercetto di O’Driscoll. Poi a fine partita, accompagnando il mesto rientro negli spogliatoi. È questo il dato più importante emerso dalla netta sconfitta italiana contro l’Irlanda nel 2. turno dell’Rbs Sei Nazioni. Il giocattolo che ha affascinato vecchi tifosi e nuovi adepti si sta rompendo? Forse no. Ma prestazioni del genere non possono certo continuare a farlo funzionare. L’anno scorso a Dublino gli azzurri erano stati in partita fino all’ultimo e aveva perso di 5 punti.

Stavolta sono spariti dopo un tempo e lo scarto (-29) è tornato quello dei tempi del cucchiaio di legno. Idem per le mete subite. In tutto il torneo 2008 sono state 12. Ora già 10 in due giornate. Un disastro. Come le cifre del match, dominate dai rivali. Possesso 14′ a 4′ nel primo tempo, 11′ a 9′ nella ripresa per l’Irlanda. Occupazione ancora peggio: 26′ a 16′ nel primo tempo, 31′ a 12′ nella ripresa. Passaggi completati 157 a 89, falli concessi 18 a 12, placcaggi 50 a 114 (significa che l’Italia ha giocato quasi sempre in difesa). Dove si vuole andare con statistiche del genere?

E pensare che nonostante lo scellerato placcaggio al collo dopo appena 51" di Masi, costato il giallo e l’inizio del calvario in fatto di disciplina, le cose si erano messe bene per l’Italia. Su ruck un placcatore irlandese non rotola via e Mc Lean porta gli azzurri in vantaggio. Su un placcaggio duro O’Gara perde palla, un compagno compie ostruzione e consegna il calcio del 6-0. C’è di che essere contenti dopo aver giocato 10′ in 14.

L’Irlanda controvento è in difficoltà. Il timoniere O’Gara non appare in giornata. Lo dimostra non cercando più volte il calcio da posizione piazzabile e non trovando touche facili. Griffen al contrario è play maker pieno di verve, ritmo, e oculatezza per la mischia nonostante i 16 mesi di assenza dall’azzurro. Al 18′ piazza  addirittura una splendida rasoiata di trenta metri, che trova una touche dentro il campo, ma nell’azione successiva compensa il gesto con un intercetto devastante mentre tenta il salto del centro. La palla finisce a Bowe che corre per 60 metri evitanto i disperati tentativi di placcaggio. L’Irlanda passa in vantaggio (9-7) e l’Italia deve ricominciare a tessere.

Ci riesce ancora con il piede di Mc Lean (placcaggio alto su Ongaro). Potrebbe segnare una meta con Canale al 31′, quando stoppa un calcio di O’Gara e ha davanti il vuoto. L’apertura preferisce però il fallo di ostruzione e il giallo, piuttosto dei 7 punti subiti. L’Italia ha davanti 10′ in superiorità e la possibilità di allungare. Ma li spreca con un fallo in touche da cartellino giallo di Perugini. Con le squadre in equilibrio l’Irlanda riprende vigore. Il cambio per ferita sanguinante Paddy Wallace-Stringer le dà ritmo. Il lavoro del pack guidato da un superbo Heaslip le dà fiducia. Così dal 34′ s’installa nei 22 metri azzurri. Rinuncia a tre calci facili per cercare la meta da penaltouche. Inanella fasi e punti d’incontro, ripartenze a raso del pacchetto che esaltano, ma logorano alla lunga, la difesa azzurra. Alla fine dopo un’azione esaltante, che dimostra come con la mischia si possano costruire mete anche senza maul, passano. E’ Stringer a dettare la combinazione con Ferris sotto i pali, che libera l’accorrente Fitzgerald a difesa scompaginata.

Qui si decide la partita. Non è solo una marcatura fortemente voluta. E’ lo spartiacque del punteggio. Al rientro dagli spogliatoi l’Irlanda riprende il canovaccio. Dopo un sontuoso break di Heaslip fermato a un metro dalla linea trova una meta costruita in modo simile con il flanker Wallace. Ora anche O’Gara torna regista. In favore di vento usa in modo tattico il piede e piazza l’unico calcio da buona posizione. Occupa il campo in modo magistrale. L’Italia passa la metà campo per la prima dopo 24′. Con una fuga di Griffen e palla al largo illude, ma il calcetto a seguire di Mirco Bergamasco finisce in touche. Sembra un sintomo di ripresa, invece altre due mete beffarde mettono ko gli azzurri.

Una su touche furba e veloce giocata fra Fitzgerald e Murphy. Andrea Bacchetti, ventenne rodigino all’esordio, è sorpreso. Glielo si può perdonare per l’età, anche se dall’altra parte l’ala irlandese che l’ha beffato ha solo un anno in più di lui. L’altra sull’intercetto di O’Driscoll su Masi spostato apertura, che suscita vecchi ricordi gallesi e scatena i fischi del pubblico. Fischi da cui cui ripartire dopo la sosta del torneo per raccogliere i cocci di una nazionale azzurra davvero deludente.

Ivan Malfatto

 

Il PostPartita

Roma
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(I.M.) Facce da funerale in casa degli azzurri. Più il solito ritardo post-sconfitta alla conferenza stampa, poco rispettoso del lavoro dei giornalisti, ma ormai diventato un ticket da pagare visto che in momenti del genere piuttosto che affrontare l’orda di taccuini Mallett & C. preferirebbero…

Si parte dai primi storici fischi contro la l’Italia in dieci anni di Sei Nazioni. "Forse li meritiamo – dice con onestà capitan Sergio Parisse – Sarà un incentivo in più a preparare la prossima sfida con la Scozia. E’ normale che il pubblico sia deluso. Siamo delusi anche noi. Non ho parole da dire ai tifosi. Se c’è qualcuno da ringraziare in tutti questi anni sono proprio loro, che ci sono sempre stati vicini nonostante le sconfitte".

Deluso ed esplicito anche Alessandro Zanni, il flanker friulano secondo miglior placcatore della partita (15) dietro all’onnipresente Mauro Bergamasco (16). "Non saremo mica diventati una squadra di m… all’improvviso! – confessa – Non so che dire. Non mettiamo in pratica quanto facciamo in allenamento. Abbiamo sbagliato alcune scelte e fatto troppi errori, da qui sono scaturite le loro mete. Inaccettabile".

Nemmeno Mirco Bergamasco riesce a capacitarsi: "Siamo migliorati rispetto a Londra, ci sono i piani di gioco, la concentrazione, l’impegno. E’ mancata un po’ di fortuna che poteva fare girare la partita nel primo tempo". Da qui parte anche Nick Mallett per la sua analisi. Il ct che, se non raddrizzerà la baracca fra 15 giorni a Edimburgo, potrebbe decidere consensualmente con la Fir di rescindere il contratto. A giugno è infatti prevista una verifica biennale. "L’anno scorso nel primo tempo l’Irlanda ha avuto 4 opportunità di fare meta e non ne ha segnata nessuna. Quest’anno ha segnato 2 mete su 2 opportunità – afferma – Nella ripresa idem, sul 24-9 siamo stati 10′ nella loro metà campo, abbiamo perso una touche su nostra introduzione che poteva darci ill 24-16, alla fine ne abbiamo subite altre 2 su nostri errori. Lo stesso è capitato la settimana scorsa con l’Inghilterra, alla quale abbiamo concesso 4 marcature da palla in nostro possesso. La differenza fra il Sei Nazioni 2008, dove abbiamo giocato sempre alla pari, e quello di quest’anno sta tutta qui. Nelle opportunità concesse agli avversari".
Mallett se la prende con l’indisciplina azzurra: "Quando giochi una partita con 16 calci contro, 6 falli in mischia, 2 gialli e 2 touche perse avresti difficoltà anche contro Romania o Portogallo!". Invoca un maggior possesso dei suoi: "Abbiamo difeso per 60′, la nostra squadra non è in grado di giocare tanto senza palla". Spera di migliorare "le imperfezioni nei passaggi, che hanno determinato i due intercetti delle mete". Di certo avrà bisogno di una brusca sterzata della sua squadra, se vuol essere ancora l’allenatore dell’Italia nel prossimo Sei Nazioni.

 

«Ci vuole un altro ritmo per giocare queste partite»

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L’umore è nero. Giancarlo Dondi lo maschera dietro un volto impassibile. "Mi ero illuso il primo tempo, poi è andata come andata. Pensavo di aver ritrovato la Nazionale dell’anno scorso, invece nella ripresa è andata male".

Sui fischi del pubblico il presidente della Fir si limita a dire: "Mi dispiace averli sentiti. Colpa di quelle due ultime mete. Forse ci faranno riflettere di più". In mattinata aveva incontrato John Hussey per l’ammissione dell’Italia in Celtic League: "Dopo la prossima riunione del board ci daranno una risposta – spiega – Abbiamo chiesto di entrare dal 2009/10, vedremo se accettano. Ma la prestazione di oggi non è questione di Celtic o no, per la quale c’era una disponibilità già l’anno scorso. Ci sono altri problemi da risolvere. Ci vuole altro ritmo per giocare questo rugby". Sull’ipotesi di panchina traballante non si pronuncia. "Non credo che il problema sia Nick Mallett. Gli attori protagonisti sono sempre i giocatori. Se loro fanno la propria parte fa bella figura anche il tecnico, altrimenti cosa può fare per cambiare la situazione?". L’anno scorso però all’esordio Mallett soddisfatto, la squadra aveva disputato un buon torneo. "E’ difficile pensare che noi siamo peggiorati così – conclude Dondi – Io credo che siano migliorati gli altri. Hanno assimilato meglio le nuove regole. Per giocare oggi allo stesso livello dell’anno scorso bisogna fare una volta e mezza in più i chilomentri del passato. Evidentemente noi non ci riusciamo". Sul prato verde prima della partita, e sui tabelloni pubblicitari durante, campeggiava lo striscione con la scritta "L’Italia sarà la prossima meta". Slogan scelto per lanciare e sostenere la campagna per l’organizzazione della Coppa del Mondo 2015 0 2019. Dondi ci sta lavorando, entro maggio dovrà presentare la candidatura ufficiale e il 28 luglio l’Irb farà la sua scelta. In bocca al lupo per la sfida. Certo che la prossima meta, più che il Mondiale, diventa ora raddrizzare il bilancio del Sei Nazioni.

 

I. M.

 

LE ALTRE PARTITE del Sei Nazioni

Dopo lo scivolone della precedente gara a Dublino, la Francia contro la Scozia non poteva permettersi ulteriori passi falsi. Ed alla fine, seppure col fiatone, la vittoria è arrivata sebbene i coriacei ospiti abbiano saputo opporre una resistenza ad oltranza degna di nota. «Il primo dato positivo è che abbiamo vinto» ha esordito Marc Lièvremont nel dopo partita. «Poi ho visto una Francia che non ha mollato mai su nulla e che non si è fatta tradire dai nervi evitando di concedere pericolose penalità. Per il resto siamo stati troppo approssimativi con l’ovale in mano, vuoi forse anche per la grande pressione psicologica che gravava su di noi. Comunque dobbiamo lavorare ancora parecchio per restituire la parola "dignità" alla casacca della nostra squadra» ha concluso il tecnico visibilmente preoccupato. Gli ha fatto eco l’estremo Clément Poitrenaud: «Troppi errori e troppa foga. Ma perdere giocando bene a Dublino è stato molto peggio. Dobbiamo migliorarci moltissimo ma sono disposto a firmare subito per vincere contro il Galles giocando così male come oggi».

A Cardiff l’Inghilterra ha venduto molto cara la pelle e solo nel finale il Galles (23-15) ha messo al sicuro il risultato. «È stata davvero durissima ma la nostra difesa e lo spirito della squadra hanno saputo fare fronte alla fisicità degli inglesi» ha ammesso Warren Gatland. Capitan Ryan Jones, seppure contento, avverte: «Il nostro grande cuore ha saputo reggere alla grande contro l’assalto inglese. Ma non scomponiamoci perché siamo attesi dall’insidiosissima trasferta in Francia tra due settimane».

Il rammarico dell’occasione persa in casa inglese è stato riassunto così da Martin Johnson: «Giocare in 14 per ben 20 minuti e concedere 18 punti su penalità è un lusso che non ci possiamo permettere. Con un po’ più di autostima e disciplina oggi avremmo potuto espugnare il Millennium. Ad ogni modo ho visto un gruppo in chiara crescita, il che mi fa ben sperare per i prossimi impegni».

Giampaolo Tassinari

 

Azzurrini battuti, ma con onore

UNDER 20 – A Piacenza gli azzurrini di Romagnoli e Ghini sono andati vicino all’impresa contro i pari età dell’Irlanda, ma alla fine si sono dovuti accontentare di un onesto 23-29. Sempre a contatto dell’avversario, ma sempre sotto, a parte 2′ della ripresa (16-16 al 7′). Per gli italiani due mete di Venditti e Furno, quindi 13 punti di piede del trevigiano Benvenuti, 2 trasformazioni e 3 piazzati. In campo dall’inizio 4 veneti, Benettin (Carrera), Benvenuti (Benetton), Cazzola (Casinò di Venezia), Iannone (Tarvisium) e nella ripresa è entrato Chillon (Carrera). Altre: Galles-Inghilterra 16-28, Francia-Scozia 30-13; Inghilterra, Irlanda 4, Francia, Scozia 2, Galles, Italia 0.

DONNE – Italiane battute 17-35 dall’Irlanda nel secondo turno.
Irlandesi in fuga dalla seconda metà della ripresa (17-18 al 21′). Tre mete azzurre con Este, Cucchiella e la padovana del Richmond Zangirolami, una trasformazione di Veronica Schiavon, trevigiana del Mira. Dodici venete in campo, 10 dall’avvio, Giovanna Bado, Barattin, Furlan, Peron, Stefan (Benetton), Barbini, Molic, Valentina e Veronica Schiavon (Mira), Zangirolami (Richmond), quindi a 3′ dalla fine entrate Costa (Benetton) e Veronese (Mira).

E. G.

 

Coppa Italia, Rovigo e Carrera volano, Venezia ko

COPPA ITALIA
Montepaschi e Carrera guidano i due gironi della Coppa Italia al termine della seconda giornata

Girone A:Femi CZ Rovigo AlmavivA Capitolina 25-18  (mete polesane di Anouer, Basson e Boarato, quindi 10 punti di piede di Ambrosio), Montepaschi Viadana-Cammi Calvisano 35-9, riposava l’Overmach Parma.

Classifica: Montepaschi 6, Femi CZ, Overmach 4, AlmavivA 1, Cammi 0.
Terzo turno (domenica): Femi CZ-Overmach, AlmavivA-Cammi, riposa il Montepaschi.

Girone B: Rolly Gran Parma–Carrera Padova 15-36 (sei mete patavine, doppietta di Rosa, quindi Acuna, Ansell, Domolailai e Padrò, inoltre tre trasformazioni di Mercier), Futura Park Roma–Casinò di Venezia 24–10 (per i veneziani meta di Krause, quindi una trasformazione e un piazzato di Canale), riposava il Benetton.

Classifica: Carrera 10, Benetton 5, Futura Park 4, Rolly, Casinò di Venezia 0.

Terzo turno (domenica): Casinò di Venezia-Carrera, Futura Park-Benetton, riposa il Rolly.

SERIE C

Elite: Belluno-Bassano 24-23, Lido Ve-Feltre 16-50, Monselice-Alpago 14-30, Jesolo-Lemene 34-22, Pordenone-Conegliano 7-30;

Classifica: Bassano 56, Feltre 49, Belluno 43, Alpago 39, Jesolo 31, Conegliano 21, Lido Ve 17, Pordenone 11, Lemene 9, Monselice 8.

Civ "Est": Montebelluna-Montereale 110-5, Oderzo-Venjulia 28-13, Silea-Ped. Livenza 7-25, Cus Udine-Mirano 0-34, Spilimbergo-Valsugana 8-53;

Classifica: Montebelluna 64, Oderzo 47, Ped. Livenza 46, Mirano 32, Valsugana 28, Venjulia 27, Cus Udine, Silea 17, Spilimbergo 5, Montereale 2.

Civ "Ovest": West Vr-Monsters 19-41, Altovicentino-Valeggio 48-8, Frassinelle-Valpolicella 22-20, Cus Vr-Villadose 69-7, Trento-SudTirolo 22-5, riposava Vicenza;

Classifica: Vicenza 63, Monsters 49, Altovicentino 42, Frassinelle 37, Cus Vr 34, West 28, Valpolicella 14, SudTirolo, Valpolicella 11, Trento 9, Villadose -3.

SELEZIONE CIV – Una vittoria, un pareggio, una sconfitta nella trasferta a Tolosa della Sel. Civ Under 16, ospite del Comité Midi-Pyrénées, nell’ambito del tradizionale scambio fra i 2 comitati.

 

Ennio Grosso

 

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