Dal Gazzettino del 12 aprile 2010

Heineken, duello Irlanda-Francia – Il disastro delle nazionali giovanili preoccupa la Fir – Atleti Celtic: 50 mila euro per i club – Mischia Aperta di Antonio LIVIERO – RUGBY EDUCATIVO – Benvenuti, 19 anni, quattro con lode – RED PANTHERS

Heineken, duello Irlanda-Francia

Sarà duello Francia-Irlanda per la vittoria in Heineken Cup. Quarti
Leinster-Clermont 29-28, Munster-Northampton 33-19, Biarritz-Opreys
29-28, Tolosa-Stade Français 42-16. Semifinali: Biarritz-Munster,
Tolosa-Leinster. In semifinali di Challenge: Tolone-Connacht,
Wasp-Cardiff.
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Il disastro delle nazionali giovanili preoccupa la Fir

Il futuro azzurro è sempre più nero

LA RISPOSTA: al sud la quarta accademia e un torneo fra under 18

Ivan MALFATTO

Al termine di una preoccupata discussione durata circa due ore il
consiglio della Fir riunito a Parma e presieduto da Giancarlo Dondi ha
partorito due decisioni. Creare la quarta accademia under 18 al sud
(città da individuare). Istituire il campionato delle accademie
federali (Mogliano, Parma e Roma le altre): le giovani promesse che le
frequentano non torneranno più ai club per i rispettivi tornei il
weekend, ma giocheranno fra loro e contro selezioni estere.
     È allarme rosso in federazione sui risultati delle nazionali
giovanili, che addensano nubi nere sul futuro del rugby azzurro. Non è
un gioco di parole cromatico, purtroppo. È la triste realtà del
movimento italiano rispetto a quello internazionale dipinta dai
pessimi risultati negli impegni pre e post pasquali degli azzurrini.
Riassumiamoli. Italia under 19 ko 32-3 dalla Scozia. Italia under 18
umiliata 94-3 in Galles, annientata 50-0 nell’Europeo in Veneto dalla
Francia, sconfitta 33-13 in Scozia, vittoriosa con fatica (sempre
nell’Europeo) solo con Russia 13-8 e Germania 18-13, nazionali del
terzo mondo rugbistico.
     Peggio o quasi è andata all’Italia under 17 A, battuta in un
torneo a Crowthorne (Inghilterra) per 29-0 dal Canada (terzo mondo
rugbistico), 32-5 dalla Francia A, 18-10 dall’England Division.
L’Italia under 17 con i migliori azzurri, al IV Nazioni a Roma le ha
buscate 14-8 dal Galles, 48-8 dalla Francia e 26-25 dall’Inghilterra.
     Sommiamo questi 12 risultati ai precedenti stagionali: under 20
sempre sconfitta nel Sei Nazioni; under 18 battuta 60-3 in Irlanda e
28-12 con l’Inghilterra. Affianchiamoli ai risultati 2009: under 20
altro cucchiaio di legno, più la retrocessione dal Mondiale A (a
maggio per tornarci ce la giocheremo a Mosca in serie B con…Papua
Nuova Guinea); under 18 umiliata 86-3 in Sudafrica; under 18 A battuta
da Belgio (28-9) e Georgia (18-3). L’insieme dà l’esatta percezione
della disfatta. Che dura dieci anni, da quando con l’ingresso del Sei
Nazioni l’Italia fa parte dell’élite. In barba alle accademie sorte
per finalizzare l’alto livello (ma se non c’è la base cosa
finalizzi?), ai 34 milioni di budget Fir e a tutte le strategie
federali. Il futuro azzurro, insomma, è sempre più nero.
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Atleti Celtic: 50 mila euro per i club

(im) Cinquantamila euro. È l’indennità di formazione che la
federazione riconoscerà ai club per un giocatore formato nei propri
vivai che da una squadra di Super 10 passerà a una franchigia di
Celtic. L’ha decisa il consiglio federale. Sarà un modo per
ricompensarlo e premiare il campionato.
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Mischia Aperta – di Antonio LIVIERO

Passo indietro sulle basi del gioco: Italia nel dubbio

Non facciamoci ingannare dalla vittorietta sulla Scozia. Il Sei
Nazioni dell’Italia è stato uno dei più inquietanti degli ultimi
tempi. Dopo undici anni di sofferta ma allo stesso tempo entusiastica
militanza nel Torneo più magico del mondo, bisogna avere il coraggio
di guardare alla sostanza delle cose e ai contenuti del gioco.
     Restiamo una multinazionale imbottita di neozelandesi,
sudafricani, australiani, argentini. I talenti del vivaio che si sono
imposti negli ultimi anni scarseggiamo. Ghiraldini. Forse Zanni. E
poi? Da troppo tempo non produciamo mediani, estremi o seconde linee
di livello internazionale.
     Lo dico non per fare dei rilievi sul grado di sviluppo del rugby
italiano, che peraltro sarebbero sacrosanti, ma per dire delle
difficoltà di Mallett nel rigenerare un gruppo di senatori che
comincia ad accusare l’usura delle tante battaglie. Un effetto che
l’intensità degli impegni di Celtic League, per quanto gestibili, non
aiuterà a rallentare.
     Dopo gli incoraggianti test autunnali con All Blacks e
Springboks, nel Sei Nazioni ci si attendeva una crescita in termini di
concretezza e incisività. In particolare dal gioco al piede per
occupare meglio il campo e poter lanciare attacchi vicino alla linea
di meta, con costruzioni semplici più consone alle caratteristiche dei
nostri giocatori. Confidando magari nel ritorno del maul per riavere
qualche opzioni aggiuntiva per fare punti.
     Invece non solo il salto di qualità tattico non c’è stato, ma si
è assistito a un inatteso e preoccupante arretramento rispetto alle
basi del gioco. La mischia chiusa, considerata nostro punto di forza,
sembra tornata in una frustrante normalità. La touche è diventata una
fonte di continua insicurezza. Il maul non si è visto. E contro
Francia e Galles anche la fede nella tenuta difensiva ha cominciato a
vacillare.
     Dopo la gestione Berbizier e i primi due anni del corso Mallett,
era lecito attendersi almeno il consolidamento delle basi, da cui
partire per cercare di dare un po’ di volume e qualità al gioco in
vista della Coppa del mondo. Ma il passo indietro sui fondamentali
(placcaggi compresi) sembra rimettere tutto in discussione. Getta
interrogativi allarmanti sul futuro. E rende surreale qualunque
discorso sulle costruzioni offensive da migliorare e sulle mete che
mancano.
     Certo il brutto finale di Torneo non autorizza sentenze
premature. E c’è sempre la speranza che il carattere dei Bergamasco,
l’orgoglio di Bortolami, il ritorno di Parisse, la maturazione di
Zanni, la voglia e lo smalto di Ghiraldini, la freschezza di Cittadini
possano bastare a ricostruire la piattaforma del gioco. Ma lo scenario
non è dei più incoraggianti. Anche perchè le alternative nei vari
ruoli sono scarse. E il dover ricominciare di continuo dalle basi
rischia alla lunga essere scoraggiante.
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RUGBY EDUCATIVO Grande successo dell’iniziativa che ha coinvolto ieri
per tutta la giornata 60 squadre di bambini

"Università di Padova", la felicità di stare assieme ai campioni

Il 16. torneo di rugby educativo "Università di Padova", di scena per
tutta la giornata di ieri al Cus, si è tramutata in una grande festa,
animata dai bambini delle 60 squadre under 6, 8, 10 e 12 coinvolte,
espressione di 17 società giunte anche da Roma. I risultati, in questi
casi, contano poco, anche se è giusto ricordare che nella categoria
under 12 si è imposto proprio il Cus Padova, battendo il San Donà per
4 mete a 2. Tra gli under 10, la finale tra Benetton e Parma è
terminata 1-1, ma la vittoria è andata ai trevigiani, che avevano
un’età media più bassa, mentre, nell’under 8, si è imposto il
Mogliano, che ha superato per 4-0 il Cus.
     Tutti hanno assalito entusiasti Martin Castrogiovanni, Gonzalo
Garcia, Andrea Marcato, Alessandro Zanni, Leonardo Ghiraldini, Luke Mc
Lean e Simon Piccone, stelle di primo piano della nazionale azzurra
presenti per sostenere l’associazione "Olivia, inSegnare per
integrare" che si occupa appunto dell’integrazione dei bambini sordi
nell’ambito scolastico e nella società. Tutti hanno rilasciato
autografi a ripetizione. Per l’intera giornata sono state vendute
t-shirt con la stampa del logo di Olivia personalizzate dai giocatori
presenti, ed è stata allestita una lotteria che ha messo in palio la
maglia di Castrogiovanni, sorta di testimonial del progetto.
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Sabato prossimo il Benetton si misurerà con il Viadana, un’anteprima
dei play off. Intanto si fa largo un giovane.

Benvenuti, 19 anni, quattro con lode.

Ennio GROSSO

Non capita tutti i giorni di segnare 4 mete in una sola partita, in
particolare per un giovane di 19 anni, quasi esordiente nel massimo
campionato di rugby. Ma se l’atleta di cui si sta parlando risponde al
nome di Tommaso Benvenuti, certe prestazioni non possono stupire.
     Il poker di mete, per il gioiellino biancoverde, è arrivato alla
quinta presenza nel Super Ten giocata contro la Futura Park Roma.
     Atleta con una discreta esperienza nelle Nazionali giovanili,
nel suo curriculum infatti troviamo la Coppa del Mondo Under 20 dello
scorso anno, due Sei Nazioni Under 20 e un Sei Nazioni Under 18, in
campionato Benvenuti fino a sabato mattina aveva giocato
complessivamente 100’, in pratica poco più di una gara completa: una
volta da titolare, nel match casalingo contro L’Aquila, 3 volte
entrando dalla panchina, a Favaro col Casinò di Venezia, in casa
contro Prato e a Rovigo. Sabato, Franco Smith lo ha gettato nella
mischia sin dall’avvio per la seconda volta e Tommaso ha risposto
subito presente, segnando la prima delle 9 mete trevigiane, quindi la
sesta, la settima e la nona. “Indubbiamente fa molto piacere centrare
questi traguardi – ammette il trequarti trevigiano – è sempre
emozionante segnare, immaginiamoci farlo per 4 volte anche se magari
ho soltanto finalizzato le belle azioni prodotte dalla squadra. Avevo
tanta voglia e ho dato tutto sin dall’avvio; devo anche ringraziare i
miei compagni perché mi hanno sempre aiutato e costantemente
incitato”.
     Rispetto a Rovigo passi avanti in attacco, ma altre 4 mete subìte…
     “Volevamo dimostrare che il Benetton non può essere la squadra
di certi momenti del match di Rovigo. Abbiamo spinto dal fischio
d’inizio per dare alla nostra partita un risvolto importante. Avevamo
tanta voglia di tornare ad essere i migliori e credo che in attacco
abbiamo dimostrato di essere veramente competitivi. Certamente in
difesa dovremo fare dei progressi: abbiamo subìto 5 mete a Rovigo e 4
con la Roma: per una squadra come il Benetton non è cosa normale
subire 9 mete in 2 gare, ma già sabato contro Viadana avremo un’altra
opportunità per rifarci sotto questo aspetto”.
     Come vedi la sfida al vertice?
     “Interessante e suggestiva. L’affronteremo con l’intento
indubbiamente di vincere, ma anche di far capire a tutti chi è il
migliore. Sarà una gara da affrontare al massimo, sfruttando ogni
opportunità, ma soprattutto senza commettere errori”.
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RED PANTHERS

Terza sfida con Roma poi il match scudetto

(e.g.) Sarà il Red&Blu Roma l’avversario delle Red Panthers Benetton
in semifinale. Il XV capitolino ha vinto il barrage con Pesaro 51-12.
     Tutto come previsto e per il terzo anno consecutivo Treviso e
Roma si affronteranno per l’accesso in finale. Andata a Roma domenica,
ritorno il 25 aprile a Treviso. L’altra semifinale sarà Monza-Mira.

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