Dal Gazzettino (24.12.2007)

Canavosio in meta, a Ongaro il derby di Londra – SUPER 10 – Mezzo secolo di Mirano Istruzioni per l’uso – Ivan Francescato, quella finta piena di poesia. Un libro lo ricorda – Agli Under 19 di Fabio Coppo il Trofeo delle Zone – Ieri a Tirrenia il XV della Serenissima

Sapete qual’è l’allenatore dell’under 9 (nove) della Tarvisium? Un
certo JK, al secolo John Kirwan.
John ha sposato una trevigiana, è molto legato al rugby locale e, tra
una puntatina e l’altra in Giappone, si è messo in testa di allenare i
ragazzini. Lodevole.

Ringraziamento doveroso, con relativi auguri,  anche a tutti i
giornalisti del Gazzettino, davvero molto bravi e competenti: parlo
soprattutto di Grosso, Liviero e Malfatto (in rigoroso ordine
alfabetico) e di tutti gli altri che contribuiscono a far conoscere il
ns. amato ed insuperabile sport.

Desidererei, inoltre, anche in occasione del Natale, ricordare, come
più sotto meglio evidenziato, la figura di Ivan Francescato, talento
umano e sportivo mai dimenticato.

Ciao ragazzi, auguri a tutti ed a "risentirci" presto.
Franco (TV)

Ed ora ecco le notizie del Gazzettino.

 

Canavosio in meta, a Ongaro il derby di Londra

CONFERMATO HADDEN – Il 53enne tecnico della nazionale scozzese Frank  Hadden è stato riconfermato alla guida del XV del Cardo con un contratto che verrà periodicamente rivisto in base ai risultati dei biancoblu. Primo controllo previsto: novembre 2008.

"CONTRATTO INFINITO" – Con queste parole il direttore della Rfu, Rob Andrew, ha commentato la conferma di Brian Ashton alla guida della nazionale della Rosa. Il 61enne ex-Bath è stato individuato come l’uomo giusto per guidare le sorti della nazionale inglese attesa nel 2008 in Nuova Zelanda e nel 2009 in Argentina.

TOLOSA KO – Nel 5°turno del Top14 cade il Tolosa a Clermont 17-21 (Perugini 80′) mentre il Biarritz vince ad Auch 17-11 (Dellapé uscito al 52′). Continua la crisi dello Stade Français (Mirco Bergamasco 80′) sconfitto 24-16 a Montauban dove non è bastato super-Hernandez, autore dei 16 punti parigini. Prima vittoria in campionato del Brive con 14 punti di Orquera (27-19 a Dax) e successo del Castres con il Bourgoin (32-17) con meta di Canavosio.

Altri: Bayonne-Perpignan 35-8, Montpellier-Albi 19-14. Classifica: Tolosa 19, Clermont 17, Montpellier 16.

BATH A VALANGA – I biancoblu del duo James-Barkley travolgono il Leeds 41-10 appaiando in vetta alla classifica il Gloucester uscito indenne da Newcastle (20-13, Bortolami esce al 70′, Nieto 80′). I Saracens (Ongaro 80′) espugnano la tana degli Harlequins e il Leicester va Ko a Sale 14-20 (Castrogiovanni entrato al 58′).

OCEANO INDIANO – La squadra del 3FB, campione del Madagascar, dopo quattro anni ha rivinto la Coppa dell’Oceano Indiano sconfiggendo 38-20 il Saint-Paul (Isole Reunion) grazie a 23 punti del cecchino José Harison Rakoto.

Giampaolo Tassinari


SUPER 10 A Catania il Casinò di Venezia ha vinto un match importante grazie ad un calcio di rimbalzo dell’azzurro al 4′ di recupero Pez, giramondo alla ricerca delle origini «Altro che eroe! Prima avevo commesso diversi errori» – «Visiterò Tarvisio: da lì mio nonno arrivò in Argentina»

Quando la partita viene decisa all’ultimo minuto da un drop da trenta
metri, difficile non attribuire al suo autore tutti i meriti della
vittoria. È successo sabato a Catania, dove il Casinò di Venezia è
passato contro l’Amatori grazie a un calcio di rimbalzo di Ramiro Pez
al 4′ di recupero, nell’ultima azione di un incontro scritto da un
autore di thriller. Dove c’è la parte riservata al protagonista
principale, che risolve la situazione quando tutto sembrava perduto.

Te la senti di vestire i panni dell’eroe, Ramiro Pez?
«Non è proprio così, che arrivo io e metto a posto le cose» – attacca

il mediano di apertura della Nazionale italiana, argentino d’origine,

[script attributes=”%20type%3D%22text%2Fjavascript%22″ content=””] al suo esordio con il Casinò di Venezia alla settimana di andata –

anche perché prima del drop ho commesso anche qualche errore».

– Eri fermo da tre mesi, cioè dai Mondiali francesi: come è stato ritornare?
«Sul piano atletico sto molto bene, non ho mai smesso di allenarmi;

mentalmente invece è stato uno shock più forte, l’abitudine alla

pressione agonistica la fai solo giocando».

– Sei venuto al Casinò di Venezia soprattutto per… giocare. Sembra una banalità ma in prospettiva della Nazionale è la cosa più importante per te.
«Il mio obiettivo personale è essere confermato nella squadra azzurra, anche per questo ho scelto di ritornare nel campionato italiano, scartando le offerte che mi venivano dalla Premiership inglese. Per centrare questo obiettivo, più minuti sto in campo e meglio è. Ho ricevuto la convocazione al raduno azzurro del 20 gennaio in vista del Sei Nazioni, era importante arrivare preparato e con qualche gara vera disputata».


– Come hai trovato il Casinò al tuo esordio in Super 10?
«Nel complesso molto bene, a livello individuale invece ci sono cose

da mettere ancora a posto, prima fra tutte la mia intesa con i nuovi

compagni».

– Una vittoria che non risolve d’incanto i problemi: tu stesso hai sbagliato due piazzati piuttosto facili, con Catania in vantaggio fino all’ultimo minuto. Ma spiegaci l’aspetto più positivo che sabato è emerso nel Casinò di Venezia.

«Senz’altro l’attitudine mentale e l’affiatamento del gruppo, che ci

hanno permesso di inseguire fino alla fine la vittoria».

– Sei nato a Cordoba come un altro n. 10 che risponde al nome di Diego Dominguez. Senti un legame ereditario?

«È un puro dato anagrafico, per il resto non sono l’erede di nessuno».

– Abiti a Mestre con tua moglie Luciana e la piccola Francesca di appena sei mesi. Hai intenzione di fermarti dopo tanto girovagare?

[script attributes=”%20type%3D%22text%2Fjavascript%22″ content=””] «Dopo i mondiali avevo deciso di rallentare un po’ per stare vicino

alla famiglia, anche la decisione dell’Italia è stata presa tenendo

conto del futuro di mia moglie e mia figlia. E poi mia nonna veniva da

Salerno, mio nonno addirittura dal Friuli, qui vicino. Ho chiesto ad

una sorella di mio papà di cercare i parenti che si trovano vicino a

Udine, pare che la località precisa sia Tarvisio. Appena ho un po’ di

tempo li vado a cercare».

Michele Salin

 

 

Mezzo secolo di Mirano Istruzioni per l’uso

Uno dei brindisi di Natale quest’anno sarà per il Mirano. A leggere la
storia di questo splendido club che festeggia i 50 anni si scopre che
in Veneto siamo un po’ tutti miranesi: fondato nel ’57 da un emigrante
rodigino, Ferruccio Bianchi, svezzato tecnicamente alla scuola di un
grande padovano come Ciano Luise e affermatosi con i fuoriclasse
trevigiani, da Bruno e Nello Francescato a Troncon. Legami che
affiorano dalla piacevole lettura di "Una piazza ovale, mezzo secolo
di rimbalzi strani a Mirano" (stampato in proprio dal club, pp. 255).
Un libro ideato da Vanni Favorido, che ne ha curato la monumentale
parte statistica, e che Simone Battaggia, a lungo collaboratore del
nostro giornale, ha scritto associando al rigore storico la lucidità
di analisi sia tecnica che sociale.
Ferruccio Bianchi classe ’27 , viene da Borsea, frazione alle porte di
Rovigo. E’ cugino di Vittorio Vicariotto, campione d’Italia con i
"bersaglieri", si è appassionato vedendo giocare al Tre Martiri lo
squadrone di Maci Battaglini ed è diventato arbitro seguendo i corsi
di Ivan Piva. Dopo l’alluvione che sconvolge il Polesine, la famiglia
vende la terra e si trasferisce a Mirano . E’ il ’53. Comprano 25
campi sulla riva destra del Taglio. Ferruccio, detto Maci come il suo
idolo, trova un impiego alle Poste. Lontano dalla terra d’origine e
[script attributes=”%20type%3D%22text%2Fjavascript%22″ content=””] dal rugby gli vengono i blues. Una nostalgia che diventa sempre più
irrequieta quando guarda il liston della piazza di Mirano la cui forma
ovale gli appare come inequivocabile profezia. Un giorno convince
Renzo Marcoleoni, un tipo ben piantato che va a prendere il latte da
lui: organizzano una partita dimostrativa tra Fiamme Oro e Pelv
Venezia. Con Eugenio Artuso, Livio Toniato, Paolo Simionato, Ennio
Covatta e altri mettono poi in piedi la squadra. Maci è il presidente.
Ma che fatica trovare quindici giocatori. Fermano i ragazzi per strada
con una domanda che sembra un ordine: hai quattro foto da darmi?
Perché? chiede quasi sempre il malcapitato. Tu dammele, ti tessero per
il rugby e venerdì puoi provare ad allenarti.

Il presidente diventa un assiduo frequentatore dell’ufficio leva del
Comune dove va a scovare i nomi dei ragazzi più alti. Agli inizi la
città è fredda. La piazza, con la sua borghesia, è tutta per il
calcio. Quella del rugby è considerata gente di campagna, venuta su al
di là dei ponti. Allora si inventano l’operazione "cin cin
propaganda". Consiste nell’infiltrarsi in un crocchio di persone che
stanno chiacchierando in piazza Martiri. Poi offrono da bere e
cominciano a magnificare il rugby. Funziona.

La prima partita in casa è il 27 ottobre 1957. Un’amichevole con il
Mogliano persa 15-6. Il 3 novembre comincia in trasferta sul campo del
Lancenigo il campionato di Promozione. Tra il patronato Pio X e il
campo di via Porara il rugby germina. Nell’84 arriverà la promozione
in Serie A con la squadra sponsorizzata Blue Dawn, cui seguiranno
negli anni Novanta le stagioni d’oro nell’elite nazionale con l’Osama
di Dotto e il Lofra di Trame. Successi che porteranno la piazza ovale
a identificarsi nel rugby.

Una storia paradigmatica. Che da un lato rende l’idea del radicamento
del rugby in Veneto sulla scia dei trionfi di Rovigo, Padova e
[script attributes=”%20type%3D%22text%2Fjavascript%22″ content=””] Treviso. Dall’altro presenta uno spaccato di genuino spirito
pionieristico. Buone pratiche da riscoprire ora che il rugby italiano,
entrato nel Sei Nazioni, vuole diventare uno sport nazionale. Cin cin.

A 9 ANNI DALLA SCOMPARSA

Ivan Francescato, quella finta piena di poesia.
Un libro lo ricorda

Treviso

NOSTRO SERVIZIO

Sabato, nella sala stampa dello stadio di Monigo, è stato presentato
il libro La finta di Ivan, un volume di ricordi in memoria di Ivan
Francescato, uno dei maggiori talenti che il rugby possa ricordare, a
quasi 9 anni dalla sua scomparsa. Il libro (aviano.com l’editore) è
scritto da Elvis Lucchese con contributi di Andrea Passerini. La finta
di Ivan è l’inizio di una collana proposta dalla rivista Rugbyclub.

L’incontro ha avuto grande risalto e buona affluenza. Presenti anche
Amerino Zatta e Guido Feletti, i presidenti dei due club con i quali
Ivan Francescato ha giocato, Benetton e Tarvisium. E c’erano
ovviamente i fratelli di Ivan e proprio Nello, il maggiore, ha voluto
ringraziare l’autore del libro per aver messo in evidenza com’era
Ivan, con la sua allegria e il suo sorriso, un vero esempio per i
giocatori di oggi.

«L’idea era di raccontare una storia bella seppure drammatica ha detto
Elvis Lucchese personalmente non ho conosciuto Ivan, ma ho avuto
sempre esempi positivi su di lui. Anche per questo motivo non ho
trovato grandi difficoltà a raccogliere il materiale necessario per
raccontare la sua vita e il suo modo di essere».

«L’intento era appunto quello di raccontare una storia simpatica e
spero di esserci riuscito. Il libro è in pratica una raccolta di
testimonianze da parte dei fratelli, innanzitutto, ma anche degli
allenatori che hanno guidato Ivan, dei compagni di squadra o dei
[script attributes=”%20type%3D%22text%2Fjavascript%22″ content=””] semplici amici di Ivan. Come ho detto, tutti erano ben disposti a
parlare di Ivan e anche per questo il mio lavoro è stato alleggerito,
tutti ricordi con il sorriso perché Ivan ha lasciato dietro di sé solo
immagini positive e divertenti».

Alla fine anche due interventi non previsti, quello di Franco
Paludetto, memoria del rugby trevigiano, autore già di numerosi libri
sulla pallaovale, nonché vicino di casa di Ivan, e di Valter
Cristofoletto, compagno di squadra di Ivan e con il quale ha condiviso
le gioie e i dolori del campo da rugby.

Ennio Grosso

SERIE C Fermo il Girone d’Elite, nel Girone Civ si è giocato
l’undicesimo turno.

Pordenone-Valdagno 45-6, Lido-Ped. Livenza 27-3, Cus Verona-Valsugana 20-15, Trento-Valpolicella 20-29, The
Monsters-Valeggio 120-7, West Verona-Frassinelle 0-17, riposava
SudTirolo.

Lido 50, Pordenone 45, Ped. Livenza 40, The Monsters 36,
Valdagno 25, Frassinelle 24, West Verona 21, Cus Verona 16, Valsugana 13, Valpolicella 11, Trento 2, SudTirolo 1, Valeggio 0.

Agli Under 19 di Fabio Coppo il Trofeo delle Zone, promosso dallaFederazione per la selezione territoriale dei migliori talenti

Serenissimi, un serbatoio per i campioni di domani

Si chiamano Serenissimi, ma non hanno nulla a che fare con il commando che 10 anni fa assaltò il campanile di San Marco per rivendicare l’indipendenza del Veneto. Al contrario, vogliono unire e non dividere l’Italia del rugby, attraverso il progetto di quattro selezioni interregionali nate per formare rugbisti di alto livello. Una realtà esistente da due stagioni a livello di settori giovanili, grazie al
Trofeo delle Zone organizzato dalla Fir. Lo disputano 4 selezioni
under 19 e 4 under 17: XV della Serenissima (Nordest), Levrieri
(Nord-Ovest), Duchi (Centro-Nord), Heracles (Centro-Sud). Il
[script attributes=”%20type%3D%22text%2Fjavascript%22″ content=””] coordinatore tecnico dei Serenissimi è Fabio Coppo, 43 anni, padovano,  ex 3. linea, ct dell’Italia under 18. Al suo fianco nello staff Mauro Dal Sie, Mario Pavin e Silvano Garbin.

Coppo, il bilancio del Trofeo delle Zone dopo due anni?
«Positivo, anche se perfettibile. È fondamentale avere un livello

intermedio fra quello di club e della nazionale per provare a formare

giocatori di alto livello. Creando le quattro zone-selezioni possiamo

valutare una volta al mese le qualità tecniche, fisiche e mentali

delle 100 migliori promesse di due fasce d’età. Ora così la Fir e il

movimento rugbistico hanno un bel "data base" su cui contare. La

scelta di chi veste l’azzurro non è più casuale».



Le selezioni nei settori giovanili funzionano?
«Sì perchè sono l’anello intermedio. Completano il lavoro di base

fatto dai club e quello di vertice delle nazionali di categoria. Solo

con l’integrazione di questi tre livelli di preparazione si possono

formare giocatori validi, non c’è altra strada».

La collaborazione con i club funziona? O, come all’Accademia di Tirrenia, vi arrivano le seconde e terze scelte?

«Per realizzare un modello di sviluppo così non si può lavorare senza

l’appoggio dei club. E i club si stanno rendendo conto che il

passaggio in selezione, e poi in nazionale, è fondamentale per i loro

atleti. La collaborazione con allenatori e responsabili dei settori

giovanili del Nordest per quanto mi riguarda è proficua».

Come si svolge l’attività delle selezioni?

«Le 4 selezioni si trovano una volta al mese, alternativamente 2 a 2.

Ad esempio: i 25 atleti di Serenissimi e Levrieri a un raduno, i 25 di

Heracles e Duchi all’altro. Giovedì e venerdì si fanno allenamenti

comuni, sabato specifici per zona. La domenica c’è la partita di

verifica. Questo si ripete 6 volte, da luglio a dicembre per l’under

19, da settembre a febbraio per l’under 17. Vince il Trofeo delle Zone

chi arriva primo in classifica. Negli altri week-end i ragazzi giocano

[script attributes=”%20type%3D%22text%2Fjavascript%22″ content=””] con il club o in nazionale».

In una stagione quanti match disputa una promessa azzurra?

«Circa 30-32: 18-20 in campionato con il club, 6 nella selezione e

altri 6 con l’Italia. Un buon numero, che abbinato alla continuità

nella preparazione (allenarsi ogni giorno è necessario anche a questa

età) dovrebbe far sbocciare i talenti».

Cosa curate in particolare dal punto di vista tecnico?
«La velocità d’esecuzione. È questa che fa la differenza a livello

internazionale. La rapidità di ripiazzamento in difesa, di arrivo sui

punti d’incontro e di esecuzione nei gesti tecnici è basilare. Noi la

conserviamo un po’, poi crolliamo. Quando colmeremo il gap

raggiungeremo il livello in cui sono ora le migliori nazionali

straniere».

Ivan Malfatto

Ieri a Tirrenia il XV della Serenissima

(im) Ieri a Tirrenia il XV della Serenissima ha vinto il Trofeo delle
Zone u19 battendo gli Heracles 15-5 (mete Benettin, Zanet,Cazzola) in una sorta di finale del torneo, visto che alla vigilia dell’ultimo
turno le due selezioni erano distanziate solo di un punto. Nell’altro
match Duchi-Levrieri 21-12. Classifica: Serenissimi 20, Duchi 16,
Heracles 15, Levrieri 6.

 

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