Dal Gazzettino del 24 maggio 2010

In 5000 al Battaglini – Casellato: “era già deciso chi doveva passare” – Rovigo vince ma niente finale – Mogliano promosso Super10 – Heineken Cup a Tolosa – Sulla strada dello scudetto ci sarà ancora il Viadana – NEGLI SPOGLIATOI: Casellato fiume in piena non digerisce l’eliminazione – Un problema al polpaccio per Riccardo Bocchino – «Finale persa nei 10’ conclusivi a Viadana» –
IL DISAPPUNTO.

IN CINQUEMILA AL BATTAGLINI

I tifosi di Rovigo sfottuti dai rivali alla fine urlano "Treviso Treviso…"

 (im) È finita con i tifosi di Rovigo che urlavano "Treviso, Treviso"
per rispondere ai gesti sfottenti con le braccia dei cecchini Law e
Johansson nei loro confronti. E con il rossoblù di lungo corso Marco
Barion (229^ presenza) accorso dalla panchina per difenderli
innescando la classica zuffa. Un finale degno del cuore della FemiCz
Rovigo. Che ha dato tutto, e anche qualcosa di più, per ribaltare le
sorti dell’andata e volare in finale, ma non c’è riuscito. Al
"Battaglini" un finale degno del cuore dei tifosi di Rovigo.
     In cinquemila sugli spalti (non più di 300 i viadanesi) già
un’ora prima del fischio d’inizio. Hanno sfoggiato in un solo match
più striscioni che tutte le rivali in un intero Super 10. Irriverenti:
"Osei del Delta vs Aironi del Po". Poetici: "Tommy capitano, mio
capitano" e "15 anime, 50.000 cuori". Terzotempisti: "Siamo cresciuti
con te bevendo birra per tre…Dai Rovigo alè". Anti federali:
"L’inferno rossoblù alla Fir non va giù". E l’inferno, come promesso,
l’hanno fatto vivere al Viadana in campo fino all’ultimo minuto…
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Casellato: «Era già deciso chi doveva passare»

Il tecnico della Femi Cz Rovigo, Umberto Casellato, non usa certo i
toni della diplomazia nel dopo partita. «Dopo quello che ho visto oggi
è chiaro che in federazione avevano già deciso chi dovesse andare in
finale. Di sicuro non il Rovigo. L’arbitraggio di Damasco a Viadana
una settimana fa è stato una vergogna. Oggi è bastato avere una
direzione di gara normale perché si giocasse in maniera regolare. E,
non a caso, ha vinto il Rovigo che, a differenza del Viadana, cerca di
giocare a rugby. Sono fiero della mia squadra che ha dato tutto per
riuscire a raggiungere la finale». Delusione, ma anche consapevolezza
di una stagione positiva per il ds rossoblù, Andrea Scanavacca.
«Questi ragazzi meritano un grande ringraziamento per quello che hanno
fatto. Siamo partiti in mezzo a tante perplessità, ma alla fine questo
gruppo ha disputato uno splendido Super 10». Ha temuto di non farcela,
ma alla fine Franco Bernini ha condotto il suo Viadana in finale.
«Devo dire che dopo la meta del Rovigo abbiamo passato un momento
difficile. Però credo che questa finale ce la siamo meritata. Adesso
affronteremo il Treviso che sicuramente ha fatto meno fatica di noi».
Roberto Roversi
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Rovigo vince, ma niente finale

A contendersi lo scudetto sarà il Viadana per una differenza di soli
cinque punti

Ivan MALFATTO

Vince Rovigo, ma in finale scudetto vola Viadana. Per la misera
differenza di 5 punti segnati in più nell’arco dei due match di
semifinale. Era l’epilogo più probabile, ma ieri la FemiCz ha
rischiato davvero di fare il colpaccio e schiantare la corazzata
Celtic che dalla prossima stagione prenderà il nome di Aironi.
     Se c’era una squadra che meritava di qualificarsi era Rovigo per
cuore, attitudine al gioco e splendido pubblico. Cinquemila tifosi che
devono far riflettere sul patrimonio che si rischia di perdere
"rottamando" il Super 10. Alla fine però hanno prevalso la forza
fisica del pack, il calciatore da 100% e la qualità-quantità della
rosa dell’Mps. Basti pensare che i Bersaglieri a causa dell’usura
stagionale hanno giocato la semifinale d’andata (persa 25-16) con
un’apertura mediano di mischia (Bocchino) e ieri privi del loro
uomo-squadra Immelman, sostituito con rimpianto dal puma Abadje a
numero 8.
     Bersaglieri che sono entrati in campo nel boato del pubblico
sulla solita marcia suonata al "Battaglini". Mentre all’ingresso dei
rivali sono state riservate le note degli Ac/Dc, scelte da un
referendum dei tifosi rodigini, di "Higway to hell". Autostrada per
l’inferno, tanto per capirci. E inferno è stato per Viadana, non solo
a causa della prima canicola di stagione. Nei 20’ iniziali
l’indisciplina che aveva punito Rovigo all’andata ha seguito la legge
del contrappasso con De Santis. Cinque calci contro i viadanesi (a
fine primo tempo saranno 9-3) e Rovigo si porta sul 9-0 colamando il
gap dell’andata. Con Bustos impreciso in altri due piazzati che a fine
giornata si riveleranno decisivi, in negativo.
     Viadana non mette mai piede nei 22 avversari. Ma i rodigini non
sfruttano la superiorità numerica (giallo a Cox per placcaggio in
ritardo a Basson), nè il possesso e il dominio territoriale per
piazzare la mazzata decisiva. Così piano piano l’Mps risale. Grazie a
tre prodezze balistiche da metà campo di Law (2 falli nei
raggruppamenti e un fuori gioco) torna in parità. Nella ripresa la
musica cambia (3 falli per parte). Dopo l’illusione di un altro
vantaggio con Bustos, sono i rivali a prendere il largo di 6 punti,
nonostante la seconda inferiorità numerica. Esemplare nel frangente il
drop di Johansson, preparato dalla superiorità della mischia.
     Ma quando Rovigo sembra morto in realtà risorge. Trova l’unica
meta della partita con azione alla mano finalizzata dalla potenza di
Pizarro, dove i piloni De Marchi e Ravalle eseguono due ricicli in
gioco aperto degni di trequarti. A questo punto i Bersaglieri ci
credono. Se vincono di +9 passano, perchè a parità valgono le mete
segnate (2-1 nei 160’). Spinti dal pubblico vanno vicini alla
marcatura con di break Pizarro-Ravalle (21’) e Pratichetti (34’)
sprecati con avanti di Abadje, più una fuga di Basson fermato da una
francesina (39’). Devono però accontentarsi solo di calcio e al 45’ su
una touche sbagliata nei 22 avversari vedono morire le ultime speranze
di acciuffare la finale.
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Mogliano promosso Super10
Heineken Cup a Tolosa

(e.g.) Vincendo con un largo 57-18 il barrage contro il San Gregorio
Catania, Mogliano accede al campionato d’Eccellenza 2010/2011. Partita
incanalatasi subito sul binario giusto per i trevigiani, 16-0 dopo
19’.
     HEINEKEN CUP – Persa la semifinale del Top 14, Tolosa si rifà in
Coppa Europa. Sabato nella finale di Parigi i tolosani hanno sconfitto
Biarritz 21-19 conquistando la loro quarta Heineken Cup.
     CHALLENGE CUP – Vittoria gallese in Challenge, col Cardiff Blues
che ha sconfitto i francesi del Tolone 28-21 nella finale di
Marsiglia.
     SERIE B – Andata finali promozione: Roccia Rubano-Segni 21-11,
Frascati-Valpolicella 16-20. Domenica il ritorno a campi invertiti.
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Gazzettino edizione di Treviso

SUPER TEN: Il trequarti sudafricano (Goosen) disputerà l’ultima sfida
prima di smettere, ma detta le "regole" per vincere il titolo.

L’urlo di Goosen: «Saremo dei Leoni»

«Non conta l’avversario ma le nostre motivazioni»

Ennio GROSSO

“Marius una sola parola: grazie”. Questo recitava uno dei tanti
striscioni esposti sabato sulle tribune di Monigo in onore di Marius
Goosen, il giocatore amato da tutti i tifosi trevigiani, all’ultima
partita sul campo amico. Lo striscione sicuramente più significativo.
Sabato a Padova, nella finalissima che assegnerà l’ultimo scudetto
dell’era Super Ten, Goosen giocherà la propria ultima sfida. Poi, a 36
anni, passerà la mano e diventerà l’Assistant Coach di Franco Smith:
una conduzione tutta sudafricana per un Benetton che anche in Celtic
League aspira a continuare a fare grandi cose come sta facendo in
Italia.
     Sabato, quindi, ci sarà l’ultima pratica da sbrigare, la finale
contro il Montepaschi Viadana, un avversario che Goosen conosce molto
bene, ma un avversario come un altro per il trequarti sudafricano.
«L’avevo detto anche sabato, al termine della partita con Padova, che
per me non sarebbe cambiato nulla – dice – che arrivasse in finale
Viadana o Rovigo, poco importava. Sapevamo che qualsiasi avversario ci
sarebbe toccato, le difficoltà sarebbero state le stesse. Rovigo e
Viadana hanno caratteristiche diverse e per motivi diversi avrebbero
comunque creato dei problemi non semplici da risolvere».

     – Il Benetton disputerà la ventesima finale, Viadana appena la
quarta: potrà contare questa differente esperienza?
     «Non credo. La finale è una partita a sé, vince chi ha più
voglia, chi è più determinato: in passato abbiamo visto che spesso le
squadre favorite sono state poi quelle che hanno perso. Certe
situazioni contano poco o nulla nella sfida decisiva».

     – Treviso sembra averne tanta di voglia…
     «A vincere non ci si stanca mai, quindi anche noi abbiamo ancora
tanta voglia di confermarci più in alto di tutti e vincere un altro
scudetto. Negli ultimi due-tre mesi siamo cresciuti parecchio, durante
la coppa Italia e nelle successive partite abbiamo preso molta
confidenza con il nostro gioco e sabato nel match di ritorno contro
Padova lo abbiamo dimostrato ampiamente. Ma tutto questo non conterà
nulla se poi a vincere la finale sarà qualcun altro. Sabato dovremo
confermare il nostro buon momento e se saremo in grado di giocare con
la stessa forza davanti e la stessa incisività dietro, come abbiamo
fatto nelle ultime gare, avremo buone possibilità di portare a casa
ancora una volta il titolo».

     – Ma sarà veramente la tua ultima partita?
     «Sì, stavolta ho deciso. Ho preso una decisione che non posso
assolutamente cambiare, gli impegni presi vanno rispettati».

     – Chiudere con lo scudetto sarebbe per te risultato
importantissimo. Perché?
     «Non dovessimo farcela sarebbe una grossa delusione, ma non solo
per me. Giocheremo l’ultima gara italiana, poi passeremo in un
campionato estero e in tutti c’è la volontà di lasciare il segno».
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Sulla strada dello scudetto ci sarà ancora il Viadana

TREVISO – (e.g.) Sarà il Montepaschi Viadana l’avversario del Benetton
nella finale scudetto di sabato a Padova (stadio del Plebiscito, alle
18). Nella semifinale di ritorno il XV mantovano ha perso a Rovigo
22-18, ma in virtù del successo dell’andata per 25-16 ha staccato il
pass per la finale. Una finale celtica visto che trevigiani e
mantovani saranno dalla prossima stagione i protagonisti italiani
nella Magners Celtic League. Sarà la terza finale scudetto tra Treviso
e Viadana, la seconda consecutiva. In precedenza le due squadre si
erano affrontate il 17 maggio 2007 a Monza. Vinse il Benetton 28-24
dopo due tempi supplementari. Il 30 maggio 2009, a Roma, altra sfida e
nuova vittoria dei trevigiani per 29-20. Viadana giocherà la sua
quarta finale: ha giocato anche contro Calvisano, nel 2002, l’unica
che ha vinto. Per Treviso sarà la ventesima.
     ARBITRO – Con ogni probabilità sarà Alan Falzone di Padova
l’arbitro della finale scudetto. Falzone non ha diretto alcuna gara di
semifinale e dalla prossima stagione dovrebbe essere, con Damasco, uno
dei due fischietti italiani in Celtic League.
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Gazzettino edizione di Rovigo

NEGLI SPOGLIATOI: Casellato fiume in piena non digerisce l’eliminazione

SUGLI ARBITRI: «Se applicano il regolamento vinciamo noi 9 volte su 10»

SUL VIADANA: «Una squadra che sa fare solo mischie e non rugby»
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La partita è finita appena da qualche minuto, ma Umberto Casellato, il
coach della Femi Cz Rovigo, è già un fiume in piena. Il suo non è
commento, ma uno sfogo rabbioso e preciso.
     “Dopo quello che ho visto oggi è evidente che la federazione
voleva una certa finale di campionato e il Rovigo non era previsto”.
Inizia così il tecnico dei rossoblù che sta scontando una squalifica
di 4 mesi per le accuse rivolte domenica scorsa all’arbitro napoletano
Damasco. Ed è ancora il direttore di gara campano ad essere nel mirino
di Casellato.
     “Il modo in cui ha arbitrato Damasco a Viadana è stato
vergognoso. Lo dico con assoluta convinzione. Se mi daranno altri mesi
di squalifica non importa, ma non posso accettare certe cose. Oggi,
dopo che in settimana abbiamo fatto avere in federazione il video
della partita di domenica, evidenziando gli errori arbitrali, è stata
sufficiente una direzione di gara normale per disputare una partita
regolare. E l’abbiamo vinta noi. Contro questo Viadana, il Rovigo
vince nove volte su dieci se l’arbitro applica il regolamento come è
successo oggi”.
     In particolare Casellato se la punta il dito sul gioco violento
del Viadana. “Oggi hanno rimediato due cartellini gialli per i loro
falli, ma a Viadana nessun provvedimento è stato preso nei loro
confronti, nonostante un vistoso stampig di Pace su Bacchetti. Se un
mio giocatore fa un fallo di quel genere sono io che lo tolgo dal
campo, non aspetto che lo faccia l’arbitro. Anche nelle mischie oggi è
stato tutto diverso e non abbiamo avuto problemi. Possibile che
nell’arco di una settimana ci siano due arbitraggi così diversi? Non
mi va di perdere in questo modo. Quello che è successo a Viadana, dove
siamo stati derubati della vittoria, è un a vergogna e oggi ne ho
avuto la conferma”.
     Il tecnico rossoblù non risparmia critiche nemmeno al Viadana,
usando un’espressione molto colorita (e non pubblicabile) per definire
il suo gioco. “E’ una squadra che non fa rugby. Sanno fare solo
mischie e ripartenze dai punti d’incontro. Oggi non hanno fatto una
sola azione degna di questo nome e si sono affidati esclusivamente ai
calci, come avevano fatto all’andata. Io, invece, sono fiero dei miei
ragazzi che hanno cercato di rilanciare l’azione da ogni parte del
campo mostrando cosa vuol dire giocare a rugby”.
     A Casellato non sono poi piaciuti certi comportamenti di alcuni
giocatori del Viadana che si sono rivolti al pubblico rodigino con
gesti poco sportivi, tanto da scatenare la reazione dei rossoblù e un
piccolo accenno di rissa dopo il fischio di chiusra. “Non ci comporta
in questo modo, soprattutto con il pubblico di Rovigo”.
 Bocchino in tribuna: punizione o guaio fisico?
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(A.S.) Un problema al polpaccio per Riccardo Bocchino pare essere il
motivo dell’esclusione in extremis dalla compagine rossoblù
anti-Viadana. Per tutta la settimana il giovane romano si è allenato
nel ruolo di mediano di mischia per essere pronto a sostituire in caso
di necessità Juanci Legora alle prese con la fascite al piede. Anche
sabato, Bocchino era presente alla rifinitura. Dal comunicato
ufficiale della società era stato inserito nei 22 atleti che sarebbero
scesi in campo l’indomani. Poi, però, un problema al polpaccio l’ha
messo fuori dall’importante partita contro il Mps. Alcune voci hanno
però fatto pensare che si sia trattato di un provvedimento
disciplinare dovuto al fatto che il giovane è uscito con degli amici
fino all’una in un locale del centro. Dalla società è stato ribadito
il problema fisico e il giocatore non si è nascosto dietro il fatto di
essere uscito con gli amici: “E’ il modo di stemperare la tensione
prima di una partita importante”.
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La squadra:

«Finale persa nei 10’ conclusivi a Viadana»

Roberto ROVERSI

Un misto di lacrime, amarezza, sudore. “Abbiamo vinto la battaglia, ma
perso la guerra” afferma Luke Mahoney. In una frase sintetizza
concetti, sensazioni, emozioni che si accumulano, si scontrano, si
mescolano nelle teste, nei cuori e nei nervi dei Bersaglieri.
     “Non ci posso credere, abbiamo commesso degli errori stupidi,
soprattutto alla fine – dice Stefan Basson, accompagnato da un cordone
umano di persone che lo accompagna agli spogliatoi – E poi, con un
pubblico così..Neppure in Sud Africa dove ci sono 50 mila persone a
partita ho mai visto uno spettacolo di questo genere. La città intera
meritava la finale”.
     Il veterano Emmanuel Pellegrini è conciso: “Abbiamo pagato gli
errori commessi da Damasco a Viadana” mentre il compagno di tante
avventure, Marco Barion ha detto: “Una grande stagione, conclusa con
l’ennesima vittoria. Dispiace perché ci credevamo, ma usciamo a testa
alta”. Ci credeva fermamente anche Massimiliano Ravalle: “Siamo stati
superiori nel gioco, ma ci è mancato quel pizzico di fortuna per
centrare la finale. Rimarrà per sempre questo ricordo dolce-amaro.
Sono senza parole”.
     Alla sua ultima partita in rossoblù, al “Battaglini” – dal
prossimo anno giocherà con gli Aironi – Andrea De Marchi conclude in
bellezza con il man of the match, ma non si fa tradire dall’emozione,
“Qui ci lascio il cuore” chiosa in una battuta. Pablo Calanchini, da
sempre uno dei beniamini della tifoseria rossoblù spiega: “E’ stata
una stagione indimenticabile per noi, un gruppo stupendo che spero
rimarrà anche il prossimo anno. La città aveva il diritto alla finale,
purtroppo c’è scappata una settimana fa con gli ultimi due falli
commessi a fine gara”. Giovanni Boccalon, anni di battaglie sulle
spalle, ma “una famiglia fatta di 5mila persone? Dove lo trovi un
altro posto così. E’ una perdita per il rugby italiano. Il grande
rugby senza Rovigo sarà triste”.
     Rammarico anche per una delle rivelazioni di stagione, Roberto
Pedrazzi: “C’era la consapevolezza di potercela fare, per questo
brucia ancora di più”, mentre Gabriel Pizarro ha sentenziato:
“Rimpiangiamo gli ultimi 10’ di Viadana”. “Sono molto orgoglioso di
questa squadra: ha mostrato coraggio, attitudine, determinazione.
Purtroppo abbiamo ottenuto meno di quello che abbiamo seminato” ha
proseguito Luke Mahoney. Il capitano Tommaso Reato chiude dicendo:
“Difficile dire se c’è più amarezza per la mancata impresa o felicità
per la vittoria. L’unica cosa che voglio dire, in questo momento è
grazie. Grazie alla squadra, allo staff, alla società e a tutti i
tifosi.
     Alice SPONTON
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IL DISAPPUNTO

Pedrazzi: «Potevamo farcela e perciò questa sconfitta brucia ancora di più»

IL FUTURO

Lo chiedono Ravalle, Tumiati Boccalon e altri. Basson commosso

I rossoblù in coro: «Vogliamo restare»

(A.S.) Archiviato il mancato accesso alla finale di Padova, è già
tempo di pensare al futuro. “Lo farà nei prossimi tre giorni “ spiega
Stefan Basson, anche se si commuove quando i tifosi gli dedicano una
standing ovation mentre entra negli spogliatoi. Non dice di più il
forte estremo rossoblù, ma il cuore lo porterebbe in Sud Africa,
vicino agli affetti e alla famiglia che gli manca, anche se qualcuno,
sussurra negli spogliatoi, che Padova sarebbe fortemente interessato
al biondo gioiello della Femi Cz.
     “Non ho programmi per il prossimo anno” sorride il pilone
Giovanni Boccalon, lasciando intendere che a Rovigo giocherebbe un
altro anno. Dichiarazione d’amore alla città per Massimiliano Ravalle,
deciso a restare, “Per me sarebbe un onore continuare la mia avventura
in rossoblù” ha spiegato. “Futuro incerto” invece per Pablo Calanchini
che deve fare i conti con la mancanza della famiglia argentina, mentre
in base alle norme sugli stranieri che entreranno in vigore dal
prossimo anno, attendono delucidazioni German Bustos, Juanci Legora e
Gabriel Pizarro.
     “Se mi vogliono resto, amo questa città” dice Daniele Tumiati,
ormai entrato a pieno titolo, da padovano ed ex petrarchino, nello
spirito rodigino. Stagione da incorniciare per le sue prestazioni per
Roberto Pedrazzi, “spero di avere una buona proposta, mi piacerebbe
molto restare. Mi sono trovato benissimo, in poche città si vive il
rugby in questo modo”. Con Andrea De Marchi – “ Rovigo mi ha dato
tanto, forse troppo “ – e Riccardo Bocchino già agli Aironi, pare che
sia solo questione di ufficialità l’ingaggio da parte del Benetton
Treviso del forte tre quarti Andrea Pratichetti. Spiraglio di speranza
per Luke Mahoney, intenzionato a “sistemare alcune questioni
personali” per poi in settimana dedicarsi alla decisione della vita.
Restare, altro club o tornare in Nuova Zelanda? A giorni la società
discuterà con i diversi atleti per capire le reciproche intenzioni e
decidere sull’assetto della squadra che disputerà la prossima
stagione.

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