Dal Gazzettino (25.02.2008)

L’Italia dura solo un tempo – SEI NAZIONI È il verdetto dei primi tre match – Abbiamo visto Masi Ora si provi Marcato – CIFRE & CURIOSITÀ – Troncon e le foto di Resini raccontano la magia del torneo – LE ALTRE SFIDE – SUPER 14 – Benetton e Overmach volano in semifinale

L’Italia dura solo un tempo

Dopo tre turni dell’Rbs Sei Nazioni l’Italia di Nick Mallett piace a metà. Ovvero solo un tempo, il secondo con Irlanda e Inghilterra, il primo con il Galles. Questo il verdetto alla seconda sosta del torneo. Quella con i gallesi è stata la sconfitta peggiore (-39) dai tempi della gestione di John Kirwan. Il 47-8 ha battuto anche un record secolare: la vittoria più larga nella storia del torneo per il Galles, risaliva al 49-14 del 1910 contro la Francia!

SEI NAZIONI È il verdetto dei primi tre match. Tornano i fantasmi della mancanza di competitività.
Nota positiva dalle promesse del vivaio veneto

L’Italia di Mallett piace solo per un tempo

Il ko contro i gallesi è il più pesante dalla gestione di Kirwan. La
scarsa caratura internazionale dei ricambi è il grande limite

Cardiff

NOSTRO INVIATO

L’Italia ritorna con i piedi per terra. Dopo l’opportunità fallita di un soffio in Irlanda e il sogno cullato fino all’ultimo contro l’Inghilterra, è il momento della dura realtà. Gli Azzurri sono squadra volonterosa, ma debole e incompleta rispetto alle rivali. Salvo miracoli in Francia, dovrà giocarsi il Cucchiaio di legno nell’ultimo turno contro la Scozia. Questa è sempre stata la sua vera dimensione. Anche in un torneo dimostratosi senza padrone come questo post-Mondiale. Lo stesso Galles, finora a punteggio pieno, non appare insuperabile. Fra due settimane a Dublino può cadere, allineando così 4 compagini in testa a pari punti (6) all’ultima giornata dell’Rbs Sei Nazioni.

La Nazionale dell’era Nick Mallett si è finora dimostrata squadra competitiva solo per un tempo. Il secondo contro l’Irlanda, vinto di misura con un parziale di 8-6, dominato nel possesso (18′ a 10′) e nella conquista con la mischia. Sempre il secondo contro l’Inghilterra, vinto nettamente nel parziale (13-3), nel possesso (15′ a 8′) e nell’occupazione (29′ a 17′). Il primo in Galles, dove il passivo è rimasto sotto il livello del break meta (8-13), il possesso in bilico (12′ a 13′) e la sensazione di competitività molto forte. Per il resto l’Italrugby ha sempre subito la supremazia dei rivali. Restare in partita tutto il match con irlandesi ed inglesi. Cedendo di schianto con i gallesi. Tanto da evocare in quest’ultimo caso i fantasmi del passato. Quando nelle prime edizioni del torneo gli Azzurri uscivano dalla partita molto prima del fischio finale.

Per trovare un passivo più alto del -39 subito sabato a Cardiff, bisogna tornare all’Italia di John Kirwan e al -43 contro la Francia del 2005, con tanto di Cucchiaio di legno costato il posto al citì neozelandese. L’Italia di Pierre Berbizier in due stagioni aveva infatti portato la concreta sensazione di una squadra sempre in partita, anche quando perdeva. Nell’andamento del punteggio come in quello del match. Uniche eccezioni l’anno scorso i ko con la Francia (-36) e l’Irlanda (-27, ma meta all’80′ di De Marigny costata la vittoria del torneo ai rivali). Tale livello di competitività nell’arco dell’intera partita è la vera eredità che Mallett deve acquisire dal suo predecessore, conservare e con il tempo migliorare. La batosta di Cardiff è il primo deragliamento da questo binario.

D’altronde il citì sudafricano aveva sgombrato il campo da illusioni fin dalla vigilia. «Per il livello di sviluppo del rugby italiano – aveva detto – il risultato sorprendente del 2007 negativo non è l’eliminazione ai quarti del Mondiale a opera della Scozia per due punti, ma la vittoria di due partite nel Sei Nazioni». Questa è la realtà con cui fare i conti. Alla quale se ne aggiunge come logica conseguenza un altra. Evidenziata anch’essa a suo tempo, con chiarezza, da Mallett: «Se l’Italia non ha infortuni, con il XV titolare e i buoni ricambi in prima linea può essere all’altezza delle rivali. In caso contrario la sua competitività si ridimensiona, perchè non ha sostituti di livello internazionale». Previsione divenuta realtà, vista l’usura a cui un torneo simile sottopone una squadra. Bortolussi, Robertson, Canavosio sono out, ora rischiano di aggiungersi altri. Peggiorando la situazione in vista della Scozia, la vera sfida da non fallire.

Italia squadra incompiuta, quindi. Bella solo un tempo. Vittima dei limiti di caratura internazionale. Ma con un dato confortante. La covata dei giovani italiani di formazione lanciati, pur tra luci e ombre, che potrebbero potrebbero diventare l’ossatura del futuro. Sono quasi tutti tutti veneti. Leonardo Ghiraldini, classe ’84, dà già garanzie per il dopo Ongaro nel ruolo di tallonatore. Tommaso Reato (’84) ha assaggiato la ribalta in seconda linea, come Lorenzo Cittadini (’82) in prima e Paolo Buso (’86) estremo. Simon Picone (’82) è il vero erede di Troncon in mediana. Alberto Sgarbi (’86) all’ala e Andrea Marcato (’83) come calciatore hanno avuto la sfortuna di una prova del fuoco terribile, ma non devono essere bruciati. «Ringrazio per i complimenti ricevuti, ma non posso essere contento dopo un risultato del genere. Spero di essere confermato» dice con proprio Marcato. Un approccio umile che gli fa onore ed è il modo migliore per ripartire.

Ivan Malfatto

Abbiamo visto Masi Ora si provi Marcato

C’è quella divertente storiella sulla copertura del "Millennium stadium" che andrebbe aggiornata. Si dice che il Galles voglia il tetto dello stadio sempre aperto per consentire a Dio di vedere idragoni attaccare. Ma sabato, di fronte alla minaccia della pioggia, i gallesi volevano chiuderlo, per garantire ai loro tecnici e rapidi trequarti di fare la differenza sul terreno asciutto. E’ stato Mallett a far valere il pensiero religioso su quello laico. Ha preteso lui che il tetto dello stadio fosse aperto perché Dio potesse vedere l’Italia difendere. E concederle la grazia prima della trasferta di Parigi. Battute a parte, la sconfitta di Cardiff è pesante. Capisco il rammarico dei tanti tifosi al seguito. Ma non la sorpresa. Di fondo è soprattutto questo il rugby italiano, come dimostra anche il 33-13 incassato dall’Under 20 a Newport. Lo ha detto Mallett quando è arrivato.E bisogna prenderne atto se si vuole crescere e introdurre i cambiamenti necessari al sistema. Invece in Italia siamo troppo facili all’entusiasmo. Ci culliamo, unici al mondo, sulle sconfitte onorevoli. Poi arrivano i cali di tensione (storici tra i latini), troviamo una squadra che ha più voglia delle altre, che a tratti sa muovere meglio la palla. Salta la diga. Ci perdiamo. Il primo manca il placcaggio, il secondo va molliccio sull’avversario, il terzo lo guarda tuffarsi in meta. E diventano cinquanta punti.

Cos’è cambiato rispetto alle prime due partite del Torneo? E tra il primo e il secondo tempo di Cardiff? Di sicuro la difesa. È crollata. Ed era la prima volta che veniva sollecitata in modo importante sulla larghezza, dopo che i dragoni avevano fatto il soprannumero sull’asse verticale. Ciò in capo a sequenze a più fasi che hanno messo in crisi la capacità di ripiazzamento e riorganizzazione degli azzurri. Sfaldatasi la linea compatta che nel primo tempo aveva consentito efficaci placcaggi a due, sono affiorate sugli spazi le lacune di tecnica individuale. Mettiamoci una certa riottosità al placcaggio che farà infuriare Mallett. Aggiungiamo un evidente calo fisico e mentale introdotto da errori grossolani che ci hanno fatto uscire dalla partita nei primi 10 minuti della ripresa. C’è stata invece un po’ meno timidezza nel gioco al piede. Masi si è assunto la responsabilità di calciare. Ha fatto anche cose egregie (come il destro in touche da cui è arrivata la meta di Castrogiovanni) ma sono stati di più i pasticci: palloni restituiti agli avversari da cui sono partiti pericolosi contrattacchi o maturate punizioni contro. Giocare apertura richiede una forma mentis. Nessuno si può improvvisare. Tanto più nell’uso dei piedi, che domanda precisione individiale e organizzazione collettiva per portare pressione. Però è anche vero che quando Masi è uscito sono cominciati i dolori per la nostra linea di difesa.Tuttavia la buona prestazione complessiva di Marcato suggerisce, dopo le tre partite con Masi primo attaccante, di provarne almeno una con un numero dieci di ruolo dall’inizio. Non si tratta di bocciare Masi. Che è un giocatore forte e dà il meglio di sé in altri ruoli dei trequarti. Ma di sollevarlo almeno per un po’ dal peso delle responsabilità, sperimentando anche altre soluzioni. Ricordate Berbizier dopo il trionfo di Edimburgo? Disse: abbiamo visto all’opera Scanavacca, ora vediamo Pez. E rischiò una mezza rivolta di tifosi e giornalisti. Masi potrà tornare più avanti a fare il primo attaccante, ma all’interno di un progetto che preveda un’alternanza con Marcato, per far maturare in fretta l’apertura di Treviso. Al quale non può bastare l’impiego con continuità nel suo club.

CIFRE & CURIOSITÀ

Il Galles batte un record che durava da 98 anni

 

Sei stranieri tra gli Azzurri, come con Berbizier

Cardiff

NOSTRO INVIATO

(im) Italia più italiana degli ultimi tempi a Cardiff? Sì nei 24 convocati, con soli 7 giocatori di formazione straniera. Sì nei 22 con 6 (Nieto in tribuna). No nel XV, l’anno scorso Pierre Berbizier con 6/15 di stranieri (+2 durante il match) ha centrato la storica vittoria in Scozia e perso con l’Irlanda (+ 1). Nick Mallett, causa infortuni, sta però tenendo fede al proposito di convocare italiani di formazione a parità di valore con gli stranieri. Bel messaggio.

RECORD NEGATIVO – Battuto un record che durava da quasi un secolo. La miglior vittoria nel torneo del Galles risaliva al 1910, 49-14 alla Francia (+35). Ora è il 47-8 contro l’Italia (+39). Brutto messaggio.

PARISSE PROIBITO – Niente intervista a Sergio Parisse al captan’s run per una delle tre tivù italiane al seguito. E’ stato requisito dallo staff dopo pochi minuti, a differenza dei gallesi con le loro tv. Potrebbe partire una lettera di protesta alla Fir. Il clima da azzurri blindati è esploso con il boom del rugby e sta rendendo gli azzurri sempre più inarrivabili, come i calciatori. L’opposto del messaggio che si dovrebbe lanciare.

PEARSON ITALIANO – L’arbitro Dave Pearson, quello che nel ’06 ha annullato all’Italia la meta decisiva della sfumata vittoria in Irlanda e che sabato ha affibbiato il cartellino giallo a Mirco Bergamasco, ha cenato la sera prima del match al "Positano". Ristorante di Church Street gestito da un calabrese vissuto fino a 10 mesi fa a Mira. I camerieri l’hanno saputo solo quando era già andato via. Scherzando hanno assicurato: «Peccato, altrimenti una purgatina a quello che mangiava non gliela toglieva nessuno». Messaggio ricevuto.

 

Troncon e le foto di Resini raccontano la magia del torneo

(im) S’intitola "Sei Nazioni. Storie e immagini dai campi di battaglia d’Europa" (Mondadori, pp.168, euro 19,50). È il secondo libro di Alessandro Troncon, dopo l’autobiografia. L’ex mediano di mischia in coppia con il fotografo Daniele Resini, per le splendide immagini, racconta lo spirito straordinario del torneo più antico del mondo, gli uomini che lo animano e la sfide che lo caratterizzano. Il tutto dall’ottica del protagonista diretto, dall’alto delle sue 101 presenze in azzurro.
 

LE ALTRE SFIDE DEL SEI NAZIONI

Ashton felice: «Il miglior Wilkinson degli ultimi 5 anni».
La Francia è delusa:«Troppa sofferenza in mischia»
Hadden preoccupato: «Non concretizziamo il possesso»

La solida prestazione allo Stade de France ha riportato in corsa l’Inghilterra nel Sei Nazioni. «Vittoria meritata grazie al grande lavoro dei nostri avanti. E Wilkinson ha giocato uno dei suoi migliori incontri degli ultimi cinque anni. Ma abbiamo commesso troppi falli e per le prossime gare dovremo mantenere molto di più la disciplina» ha affermato il citì Brian Ashton che ha riproposto un XV molto simile a quello della semifinale mondiale.

Contrariato ma realista Marc Lièvremont, tecnico francese: «Siamo ancora in costruzione e dobbiamo migliorarci. Abbiamo sofferto molto in mischia chiusa, ma i ragazzi non hanno mai mollato mostrando grande carattere. Nonostante la mancanza di esperienza la spina dorsale Parra-Trinh-Duc-Picamoles ha funzionato bene. Peccato solo per gli atteggiamenti del tallonatore inglese Mark Regan: si è dimostrato un buffone ed un provocatore». Gli fa eco capitan Nallet: «Abbiamo incassato subito dieci punti e non siamo riusciti a costruire il nostro gioco. Dobbiamo abituarci a giocare contro squadre così ostiche».

Reazioni dei media: L’Equipe "Fine dello stato di grazia", Le Dauphine Liberé (Lione) "Blues troppo teneri", Sunday Times "Il potere inglese colpisce la Francia", Guardian "Un’Inghilterra felice si sbarazza dei Bleus".

 

Il cinico successo irlandese lascia contento il citì O’Sullivan che ha festeggiato la 50. vittoria al timone della squadra: «Ci aspettavamo una Scozia dominante nel possesso e nel territorio per cui ci siamo allenati a colpirli con la massima precisione ad ogni opportunità. Sono soddisfatto». Molto deluso invece il collega scozzese Frank Hadden: «Ho visto progressi rispetto al match in Galles, ma con così tanto possesso non abbiamo concretizzato. Troppa immaturità e molti falli stupidi ci hanno tagliato le gambe».

 

Commenti dei giornali: Irish Independent "Sono passati i giorni bui",

 

Irish Times "Continua la rinascita", Sunday Herald (Glasgow) "Grandi cuori, teste calde",  Scotsman "Non basta il coraggio".

 

Giampaolo Tassinari

SUPER 14 Hadden preoccupato: «Non concretizziamo il possesso»

Nuove regole, pericolo XIII

 

Le variazioni sperimentali saranno usate in Europa dopo l’estate

Dopo le prime due giornate dell’edizione 2008 del Super 14, solamente Crusaders e Blues sono a punteggio pieno. Le due compagini neozelandesi stanno dimostrando una netta superiorità rispetto al lotto delle avversarie in virtù di un gioco spumeggiante e ricco di iniziativa dei singoli che bene si adatta al nuovo pacchetto delle variazioni sperimentali delle regole (Elv) deciso dall’Irb. Queste modifiche temporanee delle regole, che saranno utilizzate anche in Europa dopo l’estate, sono state introdotte per rendere ancora più dinamico e fluido il gioco facilitando ulteriormente il compito di chi ha il possesso dell’ovale. La speranza dell’Irb è quella di ottenere un gioco maggiormente spettacolare con l’evidente rischio, però, di snaturare di parecchio lo spirito ultracentenario del medesimo.

Dalle prime indicazioni, Crusaders e Blues a parte, nel Super 14 c’è ancora abbastanza incertezza su come comportarsi. Già molti tecnici e giocatori stanno notando come si corra il pericolo di clonare il Seven, se non addirittura di sfornare un gemello del Rugby League a XIII, con infinite multifasi di gioco che rendono sempre meno necessario l’uso della mischia. Molte compagini hanno inoltre commesso un’infinità di errori nella gestione dell’ovale conditi da tantissimi passaggi in avanti.

Di contro le squadre sudafricane si sono affidate in misura oltremodo crescente al gioco al piede, resosi necessario per penetrare il muro umano avversario quando incapaci di sfondarlo nell’uno contro uno. Questo notevole avvicinamento al concetto australiano del rugby sta al momento favorendo il serbatoio Wallaby rappresentato da Reds, Waratahs, Brumbies e Western Force, squadre capaci di inventarsi fino ad ora una vittoria a testa nonostante siano state dominate dagli avanti avversari. Non senza una certa preoccupazione, quindi, l’Europa guarda alla prossima estate.

G.T.

Benetton e Overmach volano in semifinale

COPPA ITALIA
Benetton Treviso e Overmach Parma già in semifinale di Coppa Italia; Carrera fermato dalla nebbia, rinvia la qualificazione, decisive nell’ultimo turno le sfide Benetton-Carrera per il primato e Montepaschi-Cammi.

Girone A Vibu Gran Parma-Benetton 23-38, Carrera-Casinò Ve 28-6 (sosp. al 54′), riposava il Femi Cz.

Benetton 15, Carrera 10, Vibu 5, Casinò 4, Femi Cz 0;

Carrera e Casinò una gara in meno, Vibu una in più.
Prossimo turno: Benetton-Carrera, Casinò-Femi Cz.

Netta vittoria dei trevigiani che rifilano 5 mete al Vibu, doppietta di Candiago, quindi Ansell, Di Santo e Mulieri. A Padova il Carrera era riuscito nel suo intento fino al 54′: vantaggio consistente e 4 mete di Faggiotto, Gatto, Palefau e Preo; solo 2 piazzati di Canale per il Casinò. Poi la nebbia ha cancellato tutto.

Girone B Cammi-Overmach 17-28, AlmavivA-Montepaschi 18-19, riposava l’Amatori Catania.

Overmach 13, Cammi 10, Montepaschi 9, Amatori 4, AlmavivA 3; AlmavivA una gara in più.

Prossimo turno: Montepaschi-Cammi, Overmach-Amatori Catania.

SEI NAZIONI DONNE Nuova sconfitta per l’Italia battuta in Galles 27-5.


UNDER 19 Sconfitta anche l’Under 19 azzurra che a Parabiago è stata
fermata dai pari età della Scozia 32-10.

EUROPEO UNDER 18 L’ottava edizione degli Europei under 18 si svolgerà
dal 15 al 22 marzo in Veneto che torna ad ospitare la rassegna dopo le
esperienze del 2004 e del 2006. 30 squadre e 8 località, Casale,
Jesolo, Mirano, Mogliano, Pieve di Soligo, San Donà, Silea e Villorba,
finalissime al Monigo di Treviso sabato 22 marzo.

Ennio Grosso

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