Dal Gazzettino (15.01.2007)

Coppe europee – Umaga missione compiuta – Nuove regole vecchie difficoltà – Intervista al presidente della LIRE Sandro Manzoni – Intervista al presidente del Benetton Rugby Amerino Zatta

Nelle coppe europee un solo successo per le italiane, Leinster e Llanelli già qualificati, Toulouse e Cardiff fuori 
L’Arix espugna Albi, Treviso perde Picone
 
Solo un successo per le italiane, ancora una volta con l’Arix Viadana che ha vinto ad Albi, in Francia. Buone prestazioni per Benetton, Calvisano e Carrera, sconfitte ma uscite a testa alta.
Intanto Treviso ha due nuovi infortunati, Orlando e Picone; il primo, rientrato da una settimana dopo lo strappo muscolare che lo aveva bloccato per 4 mesi, ha riportato una contrattura alla gamba destra, per Picone si parla di sub lussazione alla spalla destra. Guai che non ci volevano per i biancoverdi, da ottobre con l’infermeria già affollatissima e costretti, anche dal regolamento federale, a fare affidamento su molti ragazzi, certamente di qualità ma ancora inesperti, soprattutto in relazione all’alto livello internazionale. Comunque a Treviso aspettano con impazienza di voltare pagina dopo le sconfitte in Europa. Il general manager Vittorio Munari ha chiesto a tutti (fisioterapisti compresi) di stringere i denti per onorare l’ultima uscita di Coppa (sabato a Perpignan) e aggiudicarsi il derby col Rovigo. Subito dopo la squadra potrà dedicarsi alla Coppa Italia per ritrovare tutti i suoi effettivi e preparare al meglio la volata del Super 10.

HEINEKEN CUP Comincia a delinearsi il quadro delle qualificate. Già ai quarti, con un turno di anticipo, Leinster e Llanelli, ad un passo il Biarritz. Eliminate squadre illustri come Cardiff, Perpignan e Toulouse.

Poule 2: Leinster-Edinburgh 49-10, Agen-Gloucester 26-18 (Bortolami, capitano e Nieto 80′ giocati, cartellino giallo per quest’ultimo); Leinster 20, Agen 13, Gloucester 11, Edinburgh 5.Poule 3:Ospreys-Stade Français 22-22 (Parisse 80′, Mirko Bergamasco entrato al 55′), Calvisano-Sale 11-29 (per Calvisano una meta di Cittadini, un drop di De Marigny e un piazzato di Scanavacca); Stade Français 17, Ospreys 16, Sale 15, Calvisano 0.Poule 4: Bourgoin-Munster 27-30 (Del Fava entrato al 69′), Leicester-Cardiff 34-0 (Castrogiovanni titolare per 64′); Munster 22, Leicester 19, Cardiff 5, Bourgoin 2. Poule 5: Ulster-Llanelli 11-35, London Irish-Toulouse 24-26 (Perugini entrato al 47′); Llanelli 23, Toulouse 13, Ulster 10, London Irish 8.Poule 6: Biarritz-Overmach Parma 45-3 (Masi entrato al 45′ e Canale autore dei 3 punti parmensi con un piazzato), Border Reivers-Northampton 19-29; Biarritz 25, Northampton 20, Border Reivers 5, Overmach Parma 0.

CHALLENGE CUP Bath e Clermont Auvergne già ai quarti, anche per Brive e Saracens ormai è quasi fatta.

Poule 1: Dragons-Bristol 17-11 (Pozzebon entrato all’inizio della ripresa), Bayonne-Bucuresti 38-31; Bristol, Dragons 20, Bucuresti 8, Bayonne 7.Poule 2: Saracens-Narbonne 47-20 (Ongaro in panchina), Gran Parma-Glasgow 17-47 (per il Gran una meta, due trasformazioni e un piazzato di Wakarua, quindi una meta di Alcacer); Saracens 24, Glasgow 20, Narbonne 5, Gran Parma 1.Poule 3: Newcastle-Brive 24-17 (Orquera 80′ giocati e 5 punti, una trasformazione e un piazzato). Poule 4: Connacht-Bath 24-36, Montpellier-Harlequins 27-37 (Stoica entrato al 75′); Bath 21, Harlequins 16, Connacht 8, Montpellier 5.Poule 5:Worcester-Clermont Auvergne 22-35 (Canale 80′, Troncon in panchina), Albi-Arix Viadana 17-27 (per l’Arix, 3 mete di Pedersen tutte trasformate da Howarth autore anche di due piazzati); Clermont Auvergne 23, Worcester 15, Arix Viadana 10, Albi 0.

Ennio Grosso
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Umaga, missione compiuta
 
(im) Missione compiuta per l’ex capitano degli All Blacks Tana Umaga. Era arrivato a Tolone il 27 ottobre con un contratto di 350mila euro per due mesi, alla fine 50mila euro a partita giocata, e l’imperativo di riportare ai vertici il glorioso club (3 titoli di Francia), oggi precipitato in Seconda Divisione (Pro D2). C’è riuscito, perchè con lui Tolone ha vinto 7 partite su 8 (l’unica persa, con Tarbes, Umaga era infortunato) e si è portato dal nono al terzo posto, in piena zona promozione dietro ad Auch e Beziers. Inoltre il campione neozelandese ha lasciato un ricordo indelebile, come testimoniano la cittadanza onoraria assegnatagli e lo scenario dell’ultimo match, vinto 32-10 domenica con Grenoble: 13mila spettatori allo stadio Mayol, il canto dell’haka diffuso dagli altoparlanti e un “Merci Tana” su maxischermo. «Si è trasformato da stella a soldato semplice – spiega il tecnico Gilbert Doucet, ex Roma e Calvisano – Raramente ho incontrato una persona così semplice nonostante il suo palmares». La classe non è acqua, non solo in campo.
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Nuove regole vecchie difficoltà 
 
 
Bassi, tocco, pausa, ingaggio. Dall’inizio di gennaio le entrate in mischia avvengono con un comando supplementare dell’arbitro al quale i piloni, dopo il posizionamento e la flessione sulle gambe, devono toccare la spalla del diretto avversario. Il braccio viene poi ritirato per una breve pausa durante la quale il direttore di gara dovrebbe poter osservare le posizioni delle teste di mischia prima dell’ingaggio.
Una misura sollecitata per un paio di motivi ufficiali. Il primo riguarda la salute delle prime linee, i rischi di infortuni gravi in seguito alle tensioni e alle torsioni che si possono generare all’impatto. Secondo motivo, collegato al primo ma anche alle esigenze del gioco: mettere ordine alle mischie chiuse gravate da crolli, spinte trasversali, rotazioni. In sostanza, riducendo la distanza disponibile per l’entrata dei pack si punta a diminuire l’intensità dell’impatto. Inoltre il tocco e la pausa dovrebbero consentire all’arbitro di cogliere le scorrettezze all’origine.

Per capire i possibili effetti della nuova regola sul gioco è presto. Magari tra due o tre mesi si potranno avere le prime indicazioni, poi alla Coppa del mondo, e nell’anno seguente, si vedranno gli adattamenti più ponderati e duraturi. Per ora solo impressioni. Sabato a Treviso tra Benetton e Castres nel primo tempo si è assistito a una serie importante di crolli in mischia. E se il buongiorno di vede dal mattino… Inoltre mi ha sorpreso vedere il tocco così furtivo, quasi uno sfioramento fulmineo della spalla dell’avversario tanto da far venire in certi casi il sospetto che fosse realmente avvenuto. E subito dopo, una pausa quasi inesistente con le mischie all’impatto anticipando l’arbitro. In simili condizioni ho forti dubbi che quest’ultimo possa concentrarsi meglio sulla posizione delle prime linee. Anzi, secondo me ha un’incombenza in più: controllare che il contatto preliminare sia effettivamente avvenuto.

All’apparenza dunque nulla è cambiato. E su questo ho avuto il conforto di una lunga chiacchierata con Laurent Seigne, chiarissimo luminare della mischia. «Siamo nella prima fase dell’applicazione della regola, bisognerà vedere più avanti che cosa succederà – dice il capo allenatore del Castres-. Per il momento i crolli mi sembrano identici a prima. E onestamente credo che gli arbitri avessero già le regole necessarie per gestire la mischia. Ad esempio, quando si entra, le spalle devono essere più alte del bacino. Basta fare rispettare la norma». Quanto agli infortuni gravi va detto che sono piuttosto rari (ma finché ce ne sarà anche uno solo per me sarà di troppo) e che ad alto livello sono da considerarsi inesistenti. Per cui sul rugby che si vede alla tivù, grazie al cielo, nulla di diverso.

E tuttavia Seigne, ordinando un caffè e guardando serio negli occhi il suo assistente Mola come se stesse per confidargli una profezia. Pensa che ci sarà una seconda fase di applicazione della regola, «che questa sì potrebbe portare a cambiamenti nel gioco della mischia». Si tratta di sviluppi legati a piani diversi da quelli che hanno ispirato la nuova regola. Attengono il lato profondo e invisibile del reparto, l’effetto usura del combattimento collettivo
, le ricadute sul gioco, l’essenza stessa di questa fase di conquista. Questione più complessa. Ne riparleremo.

(antonio.liviero@gazzettino.it)
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Presidente della Lire Sandro Manzoni, il Benetton Treviso è …
 
 
Presidente della Lire Sandro Manzoni, il Benetton Treviso è uscito dalla lega perchè non si sente più tutelato…
«Non c’è nessun motivo logico per l’uscita. Il Benetton non può perdere 71-5 in Europa e poi dire che è colpa della regola dei 12 italiani a referto. Regola istituita nel 2004/05 proprio quando presidente della Lire era il presidente del Treviso Amerino Zatta. Perchè allora non l’ha bloccata lui?».

Da quando la regola esiste, e i migliori italiani giocano all’estero, la competività in Europa è però crollata. Quest’anno 28 sconfitte (molte pesanti) e 2 vittorie (contro una neopromossa francese).

«Lo sappiamo tutti che in Italia ci sono al massimo 60 giocatori buoni. Se vogliamo essere competitivi in Europa, l’unica è raggrupparli in due selezioni Nord e Sud come fa l’Irlanda, il cui modello ammiro molto. Ma proprio il Benetton, quando è emersa l’idea Celtic League, ha sempre detto di volerci andare con la sua squadra e di essere contrario alle selezioni».

Uno dei nodi dello strappo, anche da parte di Calvisano, è proprio l’ipotesi Celtic League sfumata.

«Ogni tanto salta fuori questa favola. Ma ci ha parlato il Benetton con il presidente della Celtic? Io sì. Mi ha detto che non ci vogliono. O che al massimo prenderanno un’italiana, per arrivare a 12 squadre. Allora chi ci andrà, Treviso o Calvisano?».

L’altro è l’appiattimento della Lire sulle posizioni della Fir: allineata invece che contropotere.

«È vero, Zatta in quell’esecutivo di Padova dove annunciava l’uscita dalla Lire mi ha detto chiaro: io ce l’ho con la Fir, non con la Lire. Ma allora perchè attacchi me e l’associazione dei club che rappresento?»

Ridotta a otto club dove andrà la Lire?

«Lunedì 22 gennaio a Bologna ci saranno l’esecutivo e poi l’assemblea dove il presidente Fir Giancarlo Dondi parlerà del campionato futuro. Tutti i club vogliono mantenere il Super 10 e sono contrari alle selezioni, tranne in caso sperimentale per le coppe. Ho lavorato mesi a questo vertice. È quel confronto sui progetti che il Benetton chiede da tempo a gran voce. Ma proprio Treviso non ci sarà a sentirne gli esiti…»

Ivan Malfatto
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Presidente del Benetton Treviso Amerino Zatta, perchè non si …
 
 
Presidente del Benetton Treviso Amerino Zatta, perchè non si sente più tutelato dalla Lire e l’ha abbandonata?
«È un organismo che abbiamo contribuito a creare, in cui ancora credo, ma che riteniamo troppo appiattito sulle posizioni della Fir. La Lire è nata per organizzare e gestire un movimento del quale la federazione, con il suo consiglio, deve dettare la filosofia-guida, i progetti a lungo respiro. Due compiti istituzionali precisi e distinti, che non si stanno realizzando. Perciò siamo usciti».

Non condividete l’attuale gestione del rugby di vertice.

«No. Continuiamo a curare i settori giovanili per poi vedere i giocatori andare all’estero a 20-22 anni, perchè in Italia non c’è un palcoscenico adeguato. Per lo stesso motivo non siamo in grado di attrarre i migliori stranieri e ora anche gli allenatori validi se ne vanno, come a fine stagione capiterà al nostro Toni Green. Cosa possiamo fare, allora, se non lanciare un grido d’allarme e uscire dalla Lire?».

Un grido che chiede cosa?

«Forse anche sbagliando, il Benetton continua a chiedere da tempo quali sono i progetti della Fir per un movimento composto certo da società di base, ma anche da quelle di vertice. Le uniche, queste ultime, a spendere soldi per l’alto livello, visto che la federazione al contrario li riceve dal Sei Nazioni. Chiediamo rispetto per tali club che spendono. Chiediamo a quali regole, progetti, strategie di lungo termine andranno incontro. Appena lo sapremo prenderemo atto e decideremo di conseguenza».

Avete chiesto ufficialmente questi progetti?

«Due volte, in assemblee dov’erano presenti per la Fir i consiglieri Cesare Barzoni e Roberto Besio. Ci dicono che le proposte devono venire dai club. Salvo poi quando le abbiamo fatte (Celtic League) sentir rispondere che bisognava decidere collegialmente, con una votazione che ha bocciato per 7-3 il progetto, facendoci perdere un treno decisivo per l’Europa. Abbiamo preso atto, aspettato progetti e riforme. Ma due anni dopo siamo ancora qui ad aspettare. Intanto l’Europa del rugby si è allontanata sempre più…»

I.M.

One response to “Dal Gazzettino (15.01.2007)”

  1. un grande giocatore si vede quando gioca bene un grande atleta ed uomo si vedono quando si diventa umili e grandi allo stesso tempo

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