Dal Gazzettino (15.03.2009) – I commenti sulla partita Italia-Galles

L’Italia s’è desta, ma si mangia le mani – Orgoglio, rammarico e rivalsa sono i tre sentimenti dominanti nel clan azzurro dopo Italia-Galles

ROMA (14 marzo) – Dopo le precedenti pesanti sconfitte l’Italia sfiora al Flaminio l’impresa contro il Galles. Una meta a pochi minuti dalla fine del gallese Shanklin condanna la formazione di Mallett (15-20 il risultato finale) in vantaggio per gran parte del match, a una ingenerosa sconfitta. Contro il Galles campione in carica gli azzurri mettono in campo tutto quello che in questo Sei Nazioni non si era visto: grinta, carattere, gioco, concentrazione. E poi la mischia, il lavoro dei trequarti non soltanto in fase offensiva. Insomma finalmente una buonissima Italia in questo torneo. Anche grazie a Giulio Rubini, che fa bene nell’esordio dal 1′, al solito Sergio Parisse, ovviamente man of the match. Un altro Marcato è quello visto oggi, ancora estremo, rispetto all’ultima uscita. Conferme anche dalla mediana, con il (quasi) consolidato duo Griffen-McLean. Il primo tempo è di sorprendente intensità, per merito soprattutto dell’Italia. Che ritrova anche il pacchetto di mischia, la sua arma migliore, in difficoltà in questo inizio di torneo.

 

Italia-Galles 15-20

Italia: Marcato (35′ st Orquera); Rubini, Canale, Mi. Bergamasco (33′ st Quartaroli), Pratichetti; McLean, Griffen (20′ st Canavosio); Parisse (cap), Ma. Bergamasco, Zanni; Bortolami (19′ st Sole), Dellapè(5′ st Del Fava); Nieto (5′ st Castrogiovanni), Ghiraldini, Perugini.
A disp. Sbaraglini. Ct Mallett

Galles: Byrne (28′ st Shanklin); M. Jones, Roberts, Henson, Williams; Hook (35′ st S. Jones), Phillips; D. Jones, Powell, J. Thomas (21′ st R. Jones); A-W. Jones (cap), Charteris (30′ st Davies); R. Thomas (22′ st Jenkins), Bennett (20′ st Rees), Yapp.
A disp. Fury. Ct Gatland

Arbitro: Lewis (Irlanda)

Marcatori: primo tempo: 6′ cp Marcato (I), 26′ mt Williams tr Hook (G), 32′ cp Marcato (I), 36′ cp Marcato (I); secondo tempo: 18′ cp Marcato (I), 19′ cp Hook (G), 24′ cp Hook (G), 30′ cp Marcato (I), 32′ mt Shanklin tr Hook (G)

Note: primo tempo 9-7. Calci: Marcato 5/5 cp, 0/2 drop; Hook 2/3 cp e 2/2 tr; S. Jones 0/1 cp

 

Roma
NOSTRO INVIATO

L’Italia s’è desta, ma si mangia le mani.

 

Un Galles così "cialtrone" difficilmente lo ritroverà. Dopo averlo messo in difficoltà con le armi della squadra più debole (piede, occupazione, difesa, poco ritmo e tanta grinta) e avere condotto la partita per un’ora e 4’, doveva sferrare il colpo del ko. Non ci è riuscita. Mandando in archivio l’ennesima occasione persa e l’ennesima onorevole sconfitta. E con la sua resistenza ha complicato la vita ai gallesi in prospettiva titolo: sabato, contro l’Irlanda, per strapparle il torneo, dovranno imporsi di +13.

Tanto di cappello quindi agli azzurri. Dopo quanto mostrato nei primi tre match c’era da aspettarsi la debacle. Invece c’è stata la reazione d’orgoglio. La risposta del gruppo, del cuore e del gioco. Ampiamente sufficiente, nonostante la sconfitta, per licenziare con un applauso (come quello del pubblico, che stavolta non ha fischiato) questo 4. turno del torneo. Persiste la stitichezza in fatto di mete (una in 4 match). Ma ora c’è la speranza di poter fare bella figura anche con la Francia e chiudere il Sei Nazioni nella maniera opposta in cui si è aperto. Da squadra outsider. Con meno potenzialità di altre, ma in grado di mettere in difficoltà tutti.

Così è stato ieri grazie a una mischia che ha schiantato i rivali. Con l’innesto finalmente di Nieto in prima linea al posto di Castrogiovanni. La chiusa ha stappato quella rivale e prodotto i primi 6 punti del 100% ai calci Marcato (ma 2 errori nei drop). La touche (2 perse a 1) e il pack hanno garantito quella conquista di qualità che ha permesso di dominare in possesso e occupazione. Emblematiche le cifre, con l’Italia un’ora nel campo rivale (56’44" contro 36’04") e 37’13" a 34’ nel possesso. Su tale conquista si è infatti innestato un gioco tattico mai visto nelle ultime partite. Marcato e Mc Lean hanno bombardato al piede la retroguardia trovando touche e occupazioni. Hanno sempre risposto al ping pong a cui li hanno sottoposti Hook e compagni, i quali non andavano volutamente in touche, ma cercavano di recuperare palla con la pressione. Hanno messo in difficoltà i gallesi con up ad under o calcetti.

Strategicamente quindi un’Italia concreta. Dalla quale si è vista anche propensione al gioco. Che l’ha portata spesso a trovare break, avanzamenti, ricicli efficaci e occasioni da meta come non era mai successo prima. La prima volta già al 3’ con un imperioso break di 30 metri di Mirco Bergamasco. Poi in una doppia fuga al piede Canale-Bergamirco (19’) con i gallesi che annullano. Al 28’ su palla di recupero di Zanni (sempre fra i migliori), che innesca ancora Canale, Mirco e poi Bortolami al largo che fa in avanti. Al 38’ con un calcetto di McLean su cui Mark Jones s’impapera e sulla pressione di Rubini (complimenti di Mallett) annulla con fatica, al punto che serve l’immagine del tmo per non decretare la meta.

Eppure tutto questo non è bastato. Il Galles pur in difficoltà è riuscito a trovare le due marcature che hanno fatto la differenza, «ancora su due nostri placcaggi sbagliati» si rammarica Mauro Bergamasco. La prima al 26’ con una splendida combinazione Phillips, Wyn Jones, Henson che assorbe l’ultimo placcaggio e libera Shane Williams in sovrannumero, dopo una ripetuta azione di pick and go con gli avanti. La seconda al 31’ della ripresa con un’apertura al largo per Shanklin in sovrannumero tre contro uno, dopo una serie di raggruppamenti in zona d’attacco anche qui. E’ stata la meta del sorpasso definitivo.

Ma se il Galles dei trequarti brillanti e delle azioni briose (grandi assenti al Flaminio) ha voluto risolvere i quesiti posti dall’Italia ha dovuto anch’esso usare il piede. Con due calci di Hook a metà ripresa, uno da 50 metri e l’altro dai 22 laterali per fallo su raggruppamento di Pratichetti, che hanno consentito allo scoccare dell’ora e 4’ di gioco il primo sorpasso. Il piede ancora di Marcato aveva consentito agli azzurri di rimettere ancora il petto avanti (30’, tallonaggio con la mano di Shanklin). Se al 12’ del primo tempo si fosse piazzato da buona posizione invece che andare in touche per un fallo di Charteris il vantaggio sarebbe stato più ampio. Ma comunque non sarebbe bastato per contrapporsi alla rimonta.

Ivan Malfatto

 

 

ROMA

 

Orgoglio, rammarico e rivalsa

sono i tre sentimenti dominanti nel clan azzurro dopo Italia-Galles.

 

E attesa: «Martedì – annuncia il presidente della Fir Giancarlo Dondi – il Board della Celtic League si riunisce e analizzerà la possibile ammissione di due nostre squadre. I gallesi (David Pickering ha confermato le parole del presidente ndr) sono dalla nostra parte e ci vorrebbero già dalla prossima stagione». Orgoglio per la buona prestazione in campo. Rammarico per non aver colto una vittoria alla portata. Rivalsa nei confronti degli attacchi ricevuti dalla stampa, ritenuti eccessivi. Soprattutto quelli che parlavano di senatori in rivolta contro lo staff, dissapori e problemi con Mallett.

«A me piace quando le squadre danno tutto e oggi è successo – inizia Dondi -. Abbiamo messo un grande pressing sul Galles ed è mancata solo un’azione da meta per batterli. Peccato, questo è l’unico dispiacere. La prestazione ha dimostrato che l’armonia c’è. I dissapori nel gruppo e contro lo staff sono balle. L’ho constatato di persona stando vicino alla squadra in settimana e si è visto in campo. Ho saputo del gesto fatto da Alessandro Troncon (un pallone scagliato contro i giornalisti, ndr) e mi scuso per lui. Sono sicuro che faremo una bella prestazione anche contro la Francia».

Sulla stessa lunghezza d’onda il ct Nick Mallett. Tornato ad esprimersi in inglese nella conferenza stampa (fino al match con la Scozia parlava in italiano). Forse per paura di essere frainteso. «Sono orgoglioso del lavoro e della prestazione di tutti – spiega il ct – In particolare delle buone prove di Marcato, McLean e Rubini. La mischia ha svolto un lavoro determinante. I trequarti per la prima volta hanno giocato per gli avanti. Abbiamo usato bene il piede, con efficace avanzamento. Non abbiamo fatto passagi stupidi. Non abbiamo segnato mete, ma ci siamo andati vicino con Zanni, Parisse e in altre occasioni. Sono rammaricato, invece, per aver concesso quella meta nel finale che ha determinato il risultato. Mi è sembrato di rivivere la stessa scena della partita contro l’Australia. Sulle critiche precedenti, mi va bene che le facciano a me e sulle prestazioni, ma non allo spirito del team e al gruppo. Sono davvero orgoglioso di quest’ultimo».

Completa il coro capitan Sergio Parisse: «Non dobbiamo essere contenti di un’altra sconfitta. Ma siamo molto contenti di come abbiamo giocato. Il Galles è forte, è campione in carica, e con noi ha sofferto molto, perchè tatticamente abbiamo giocato bene. Cos’è cambiamo rispetto alle brutte prestazioni precedenti? Niente. I giocatori sono gli stessi, lo staff pure. Prima arrivavamo in partita e non giocavamo come sappiamo, come ci dice di fare il tecnico. Stavolta è cambiato il nostro approccio. Ci siamo preparati in modo diverso nel giocare sia in attacco che in difesa. Ed è venuta la partita che tutti avete visto».

I.M.

 

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