Dal Gazzettino (3.12.2007)

Masi a segno in Francia, la Tarvisium fa felice il Benetton nell’under 19 – La Fir ha varato il programma di incentivi annunciato dal presidente
Dondi al “Gazzettino”. – Elio De Anna tra i prìncipi con la bicicletta di Moser – LA DIFFICILE DECISIONE PER LA PANCHINA
Henry ci riprova, duello con Deans per gli All Blacks

Masi a segno in Francia, la Tarvisium fa felice il Benetton nell’under 19

BARBARIANS SHOW E’ finita 22-5 per i Barbarians la sfida col Sudafrica a Twickenham. Per i Baa-Baas mete di Giteau, Williams, Elsom, per gli Springboks di Pieterse.

TOP 14 FRANCESE 4. turno Tolosa (Perugini 80′)-Albi 33-12,
Bourgoin-Clermont (Canale 80′) 14-20, Stade Français (Mirco Bergamasco 80′)-Dax 22-19, Brive-Montpellier (Bortolussi, 80′ e 2 cp) 6-9, Auch-Montauban 19-13, Bayonne-Biarritz (Masi 80′ e 1 m.) 10-14, Castres-Perpignan 0-16. Toulouse 18, Clermont, Stade Français 13.

MARCATORI S10 – Punti: Wakarua (Rolly) 85, Raineri (AlmavivA) 74, Fraser (Cammi) 72, Goosen (Benetton) 70, Irving (Overmach) 61. Mete: Sgarbi (Benetton) 5, Acuna, Koyamaibole (Carrera), Perziano (Casinò di Venezia), Williams (Benetton) 3.

COPPE Riprendono le coppe europee. Heineken Cup: Benetton-Dragons (sabato, ore 14.30), Saracens-Montepaschi (sabato, ore 15 locali). Challenge Cup: Carrera-Montpellier (sabato, ore 15), Overmach-Auch (sabato, ore 15), Worcester-Gran Parma (sabato, ore 15 locali), Leeds-Calvisano (domenica, ore 15 locali).

SERIE A DONNE Cagliari-Benetton 0-44, Sitam-Pesaro 44-7, Monza-Biella 12-5, Roma-Piacenza 8-5. Benetton 35, Sitam 24, Monza 22, Roma 19, Pesaro 18, Biella 9, Piacenza 5, Cagliari 4.

SERIE C Elite: Casale-Lemene 37-12, Belluno-Monselice 15-33, Jesolo-Montebelluna 5-9, Vicenza-Oderzo 5-16, Montereale-Villadose 8-31, Conegliano-Alpago 21-16. Casale 32, Monselice 30, Belluno 28, Montebelluna 23, Oderzo 22, Villadose 21, Lemene 20, Jesolo 18, Conegliano 15, Alpago 8, Vicenza 6, Montereale -4.Civ:Valdagno-Lido 6-28, Pordenone-Cus Verona 71-17, Pedemontana-Valsugana 24-0, Valpolicella-Monsters 7-29, SudTirolo-Frassinelle 7-42, Trento-Valeggio 22-10. Lido 35, Pordenone 34, Pedemontana 31, Monsters, Valdagno 21.

UNDER 19 Girone 1:Benetton-L’Aquila 71-5, Capitolina-Tarvisium 17-20, Carrera-Viadana 27-17, Calvisano-Parma 22-5, Benevento-Noceto 16-14. Benetton 40, Capitolina 33, Calvisano 29, Tarvisium 28, Benevento, Carrera 22, L’Aquila 17.Girone 2:Orved-Casale 80-5, Cus Genova-Mirano 60-0, Femi Cz-Brescia 34-3, MarchiolSanMarco-Modena 6-12, Grande Milano-Gran Parma 6-36. Gran, Modena 36, Orved 34, Cus Genova 23, Femi Cz 21.

a cura di Ennio Grosso


 

La Fir ha varato il programma di incentivi annunciato dal presidente. Dondi al "Gazzettino". I contributi saranno di 50, 100 e 150mila euro a stagione

Soldi alle squadre che faranno giocare italiani

 

È il primo provvedimento del genere in un grande sport di squadra. Riusciremo ad avere una Nazionale meno zeppa di stranieri?

Cinquantamila euro ai club del Groupama Super 10 che schiereranno per l’intera stagione 13 atleti di formazione italiana sui 22 della lista-gara. Centomila euro a chi ne inserirà 14, ben 150 mila (l’equivalente di uno sponsor medio) a chi arriverà a 15. È la "rivoluzione italiana" del rugby. O almeno il primo passo. A cui dovranno seguirne altri perchè diventi efficace e non si spenga in una sorta di "restaurazione". L’ha compiuta sabato a Roma il consiglio federale varando il "Progetto Italia". Esso prevede dal campionato 2008/09 il ritorno all’obbligo dei 12 italiani di formazione nelle liste-gara del Super 10 (17 in A, 20 in B e C), più l’incentivo finanziario a chi ne utilizzerà 13, 14 o 15 per tutte le partite. Si tratta di quel milione di euro per l’italianizzazione dei club annunciato dal presidente Giancarlo Dondi al "Gazzettino" il 12 novembre. Per la prima volta la federazione di un grande sport di squadra investe in tale direzione. Un primato di cui il rugby può essere orgoglioso.

 

Il tema dell’identità nazionale è diventato uno di quelli caldi nel mondo dello sport. Nel calcio il presidente della Fifa Joseph Blatter ha detto che va difesa, «perchè schierando stranieri nei posti chiave come sperate di far crescere giovani da Nazionale?». Nel volley il presidente della federazione mondiale Ruben Acosta ha proposto al consiglio di ridurre nelle squadre gli stranieri a 3 (2 in campo, 1 in panchina) affermando: «Non penso sia educativo vedere club con 6 stranieri su 7 atleti in campo». Nel rugby la questione è diventata preoccupante da quando la Nazionale è stata imbottita di oriundi per affrontare la Coppa del Mondo ’99 e non ha più fatto marcia indietro.
Negli anni successivi i club hanno preso la stessa china (gli stranieri costano meno, i vivai non sfornano talenti a sufficienza) e siamo arrivati al punto attuale. Con l’Italia che ormai è una "multinazionale" (nell’era Berbizier ha ospitato giocatori originari di 7 Paesi esteri) e i XV dei club imbottiti anche di 11 stranieri (ultimo esempio il Rovigo vittorioso a Venezia).

È il momento di voltar pagina. I 50-100-150 mila euro del "Progetto Italia" sono uno stimolo per farlo. Ci si aspettava una sua miglior articolazione (contributo finalizzato ai giovani di interesse azzurro, non indistinto). Il progetto va accompagnato dalla politica del ritorno dei nostri big oggi all’estero, da una scelta più italiana nelle future convocazioni del ct e da altri indirizzi. Intanto però il primo passo è stato fatto. E la direzione imboccata sembra proprio quella giusta.

Ivan Malfatto

Elio De Anna tra i prìncipi con la bicicletta di Moser

Il ’77 è un anno magico per il rugby italiano. A ottobre arrivano in Italia per la prima volta gli All Blacks. Nello stesso giorno, il 22 ottobre, un’altra storica prima: un italiano è convocato con il Resto del Mondo per affrontare una nazionale. È Elio De Anna, trequarti ala del Rovigo. Per stile è una sorta di Lomu ante litteram: una miscela di potenza e velocità. Viene dall’atletica e vanta un personale 10"9 su 100 metri. La Fir lo sceglie per rappresentare l’Italia nel gala della federazione francese al Parco dei Principi in occasione del centenario della nascita del rugby a Parigi.
Elio deve vincere prima una sfida personale: quella con il ginocchio sinistro. Una distorsione ai legamenti lo tiene bloccato. Il recupero è lento. Un giorno gli telefona lo sponsor del Rovigo, Teofilo Sanson:
«Elio, lassa perdar. L’unica xe la bicicleta». Gli manda una bici identica a quella di Moser e gli mette a disposizione, Bertocco, il massaggiatore del campione trentino, che abita a Fiesso D’Artico. Due settimane prima di Parigi riesce disputare 20 minuti a Piacenza. Poi l’intera partita in casa contro l’Intercontinentale. Negli spogliatoi il verdetto: «Ora sto bene, vado a Parigi. Chissà».

Più che altro quella di giocare è una speranza. Gli europei nella selezione mondiale sono appena tre, in quanto gli anglosassoni non si considerano tali: oltre a De Anna, il rumeno Florica Murariu e lo spagnolo Ignacio Alvarez Cienfuego. Il coach John Dawes, capitano dei Lions nel vittorioso tour del ’71 in Nuova Zelanda, in allenamento lo schiera sulla fascia sinistra con il XV titolare. Ma all’annuncio della formazione, a sorpresa c’è l’australiano Crowne ala destra e il gallese Gareth Evans a sinistra."Ma dov’è Evans?" chiedono i giornalisti.

"Arriva domani mattina" spiega senza il minimo imbarazzo Dawes. Ma subito aggiunge: Ilio Daiana (così lo chiama) entra nel secondo tempo.

Sarà il solo europeo contro la Francia di capitan Fouroux reduce da un memorabile slam nel 5 Nazioni. Con il Resto del mondo giocano per la prima volta insieme all’estero un bianco e un nero sudafricani: il capitano degli Springboks Morne Du Plessis e Timothy Konki, un furetto bantu schierato al centro. Tra gli altri ci sono le stelle inglesi Ripley, Wheeler e Burton, il neozelandese McDonald e il puma Hugo Porta, che rimane in panchina. Una partita caratterizzata dal gioco aperto e di qualità, con l’estremo Aguirre gran protagonista. De Anna entra al 50′ al posto di Crowne. L’amalgama tra i vari Paco, Imbernon e Skrela non lascia troppe speranze alla selezione in maglia iridata. E l’ala azzurra ha poche occasioni. Nel finale Konki gli serve però una magnifica palla in velocità. Il "tornado" di Cordenons supera di forza la linea francese ed esplode finalmente la sua potenza: una progressione di 30 metri accompagnata dal boato della folla. Guarda dritto, la palla stretta al petto con la destra, il braccio sinistro pronto a sparare il suo fulminante frontino. Gli si mette di fronte quel satanasso di Aguirre. Elio lo punta. Ed esegue il cambio di velocità a colpo sicuro. Ma la gamba sinistra non risponde. Non è il ginocchio a tradirlo, è la muscolatura che non reagisce alla sollecitazione. De Anna scivola sull’erba umida e l’azione sfuma. Alle spalle c’era il pilone del Gloucester Burton, famoso per le corse in sostegno a tutto campo. "Daiana, peccato. Ti avevo già visto dentro" gli dice. E aggiunge: "L’avresti meritata". La partita è della Francia: 29-18.

LA DIFFICILE DECISIONE PER LA PANCHINA

Henry ci riprova, duello con Deans per gli All Blacks

Saranno quattro i candidati allo scottante posto di head coach degli All Blacks per il quadriennio 2008-2011. L’attuale tecnico Graham Henry ha infatti confermato la sua ricandidatura aggiungendosi quindi a Robbie Deans (Crusaders), Colin Cooper (Hurricanes) e Ian Foster (Chiefs). Anche altri tre tecnici, che per la legge sulla privacy vigente in terra kiwi avevano chiesto di mantenere top secret le loro generalità, avevano fatto domanda, ma il comitato che dovrà scegliere il nuovo Ct ha rigettato le loro richieste. Considerate le quasi nulle possibilità sia di Cooper che di Foster, si preannuncia un testa a testa tra il vecchio marpione Henry ed il rampante Deans. Graham Henry è stato titubante fino all’ultimo momento se ripresentarsi come candidato, dopo avere sostenuto un lungo dialogo di verifica con i massimi vertici federali per appurare le reali cause del fallimento al recente Mondiale transalpino. Ed alla fine ha optato per cercare di continuare quello che ha definito «un compito da portare a termine» con la chiara intenzione di puntare alla vittoria nel Mondiale del 2011 assieme ai suoi due fedelissimi assistenti Wayne Smith e Steve Hansen.

La ricandidatura di Henry ha lasciato di stucco buona parte del mondo ovale neozelandese dopo che il tecnico aveva sempre chiesto di «essere giudicato per il risultato al Mondiale del 2007». L’opinione pubblica del suo paese intanto gli ha già girato le spalle e tra questi in prima linea i media che quotidianamente invocano l’arrivo di Deans. Henry dalla sua può contare su di un ruolino di marcia a dir poco notevole avendo guidato in questo quadriennio gli All Blacks a quarantadue vittorie in quarantotto test. Ma il presidente della Nzrfu, Jock Hobbs, ed i suoi accoliti non se la sono sentita di confermarlo prima di avere interpellato anche altri pretendenti.

Deans ha un record di tutto rispetto nel Super 12/14 ed è l’uomo del momento talmente tanto richiesto che, se non dovesse essere nominato coach degli All Blacks, avrebbe già il posto assicurato alla guida dei Wallabies. Questi ultimi nel caso Deans rimanesse in patria hanno già opzionato l’attuale allenatore dei Blues di Auckland, David Nucifora.

Assieme all’immagine commerciale degli All Blacks, così economicamente allettante, ora i dirigenti federali chiedono a Babbo Natale di portare il dono più gradito sotto l’albero di Natale 2007: il coach invincibile che faccia vincere agli All Blacks la Coppa del Mondo del 2011.

Giampaolo Tassinari

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