Dal Gazzettino (31.12.2007)

REFERENDUM DEL GAZZETTINO – È Parisse il miglior rugbista dell’anno – Nell’anno degli Springboks brinda anche Hadden – Va superato lo choc del Mondiale vincendo almeno con la Scozia – IL GIOCATORE DEL 2007 – Si aprono i cantieri Gli enigmi di Mallet – IL CAMPIONATO ITALIANO

Per il terzo anno proponiamo il referendum del Gazzettino con gli
allenatori del Super 10 sul miglior giocatore italiano o che milita
nel nostro torneo. Ogni tecnico ha indicato cinque nomi in ordine di
classifica ai quali abbiamo attribuito il seguente punteggio: 8 punti
al 1., 5 al 2., 3 al 3., 2 al 4. e 1 al 5. Nessuno ha potuto votare
atleti del proprio club.

Il giocatore del 2007 è risultato Sergio Parisse, seguito da 32 rugbisti. Agli allenatori abbiamo chiesto anche un pronostico commentato su chi andrà in finale del campionato (6 hanno risposto Treviso-Viadana, 2 Treviso-Parma, 1 Treviso-Calvisano, 1 niente), su chi vincerà lo scudetto (6 Benetton, 2 Montepaschi, 2 niente), su chi sarà la rivelazione del torneo (6 voti Rovigo, 2 Parma, 1 Padova, 1 Capitolina). I commenti potete leggerli nell’articolo sotto.

Sopra, invece, si sono i pronostici sulle vittorie dell’Italia, e contro chi, al prossimo Sei Nazioni (4 hanno detto 2 vittorie, 3 una, 2 uno-due successi, 1 non ha risposto).

Buona
lettura, buon rugby e buon 2008 a tutti.

È Parisse il miglior rugbista dell’anno

di Ivan Malfatto

Bello (è fidanzato con Miss Europa), bravo, ricco (per i parametri degli ingaggi del rugby) e famoso. Le ha proprio tutte Sergio Parisse. Ventiquattrenne italiano d’Argentina, nel senso che i suoi sono de l’Aquila mentre lui è nato e cresciuto là, icona dell’Italrugby diventata di moda anche tra i profani. Ora il bel Sergio ha un motivo in più per gioire. I dieci allenatori del campionato italiano l’hanno eletto rugbista del 2007, nel referendum che da tre anni indice tra di loro il Gazzettino.

Parisse si era già classificato terzo nel 2005, quando ha vinto la funambolica ala del Benetton Treviso Brendan Williams. Era arrivato secondo nel 2006, alle spalle del suo capitano in maglia azzurra Marco Bortolami. Stavolta è salito sul gradino più alto e di Bortolami potrebbe addirittura prendere il posto alla guida dell’Italia (è in lizza con lui e Mauro Bergamasco per la fascia di capitano). Gli allenatori del Groupama Super 10 gli hanno assegnato 29 punti nella speciale classifica, contro i 18 del regista del Benetton Marius Goosen e i 15 di Bergamasco senior.

I tecnici dovevano esprimere una graduatoria di cinque preferenze, in base alla quale è stato assegnato un punteggio a scalare: 8 al primo, 5 al secondo, 3 al terzo, 2 al quarto e 1 al quinto. Parisse è stato l’unico votato da 5 giurati su 10 (Mauro da 4, il fratello Mirco e Goosen da 3). È stato l’unico segnalato primo da due allenatori (Smith del Benetton, Brunello dal Rovigo). In pratica ha messo d’accordo tutti in una lista di prescelti lunga e frammentata.

Sono stati ben 33 i giocatori votati e 24 di loro hanno avuto preferenze da un solo tecnico. Fra gli altri nove atleti va quindi cercata l’élite del 2007 rugbistico. Oltre ai tre del podio ne fanno parte Martin Castrogiovanni, Mirco Bergamasco (quarti a pari merito), Alessandro Troncon (6°), Brendan Williams (7°), Marco Bortolami (11°) e Gerard Fraser (15°.). In tutto sei azzurri, due stranieri di alto livello e un neozelandese che sta per essere equiparato e finire a giocare con l’Italia. Ciò dimostra che la Nazionale è regina per visibilità e qualità rispetto al campionato. Non a caso tutti e sei questi azzurri giocano nei tornei esteri.

In questo binomio va cercato anche il motivo della scelta di Parisse. Nel 2007 con lo Stade Français ha vinto il campionato di Francia, giocando molte delle partite decisive, e con l’Italia è stato fra i grandi protagonisti delle due storiche vittorie contro Scozia e Galles nel Sei Nazioni. A soli 24 anni è già un veterano per caps (48), esperienze maturate e occupazione mediatica degli spazi. L’elezione a giocatore dell’anno se la merita tutta.

Nell’anno degli Springboks brinda anche Hadden

Il 2007 è stato l’anno del Mondiale, dal quale sono usciti diversi
verdetti. Per la serie "delusioni" al primo posto va la Nuova Zelanda
che, presentatasi come strafavorita, è crollata nei quarti di finale
contro la Francia. Giocatore più deludente: il capitano degli All
Blacks, Richie McCaw. Scomparso contro la Francia, quando più serviva
la sua presenza, è crollato nella conferenza stampa del dopo partita
quando si è messo a piangere.
Allenatori da seppellire: Graham Henry e Bernard Laporte. Henry ha
dimostrato di avere sbagliato la preparazione e la filosofia di
approccio al Mondiale, ma la Nzrfu l’ha riconfermato per due anni.
Laporte, osannato come il grande innovatore, non ha saputo sfruttare
il fattore campo e la proverbiale "joie de vivre" francese, frustrata
in semifinale dall’arcigna Inghilterra. Quest’ultima è stata la
squadra rivelazione dell’anno. Dopo un Sei Nazioni interlocutorio ed
uno 0-36 patito con gli Springboks ad inizio Mondiale, ha saputo
serrare le fila dando lezioni di realismo a Wallabies e francesi.

Giocatore rivelazione: il sidafricano François Steyn. Versatile e
solido, fantasioso e geniale. Ha solo vent’anni e gioca come un
veterano. Allenatore rivelazione: Frank Hadden. Ha portato una Scozia
mediocre ai quarti di finale creando quello spirito di gruppo e quella
voglia di non mollare che altre nazionali con maggiori individualità
non hanno evidenziato. Migliore giocatore: John Smit, Sudafrica. Ha
mostrato una leadership ed una capacità di gestione delle situazioni
difficili davvero incredibili. Migliore allenatore: Jake White. Ha
compiuto il miracolo di vincereil Mondiale in mezzo all’inferno: non
servono altre parole.

Squadra dell’anno: il Sud Africa. Ha giocato un rugby che qualcunom ha
definito "di altri tempi" confermando che non servono ricette stellari
e spettacolari né nuove regole di gioco o punteggi mirabolanti
nonostante la pletora di sponsor legata all’Irb voglia renderlo sempre
più simile al Rugby League.

Giampaolo Tassinari

Va superato lo choc del Mondiale vincendo almeno con la Scozia»

Quante vittorie centrerà l’Italia nel prossimo Rbs Sei Nazioni (gare casalinghe con Scozia e Inghilterra)?

Smith: «Con il cambio tecnico e diversi problemi è ragionevole puntare su una vittoria in casa. Una bella rivincita con la Scozia dopo la sconfitta dei mondiali».

Love: «L’Italia può fare bene contro le tre celtiche. Importante è

calciare pochi ovali nelle mani avversarie, capitalizzare il possesso

e giocare la palla aprendo».

Cavinato: «Sarà un Sei Nazioni duro, perchè il ct Nick Mallett ha poco tempo per lavorare e l’Italia parte dello choc dei Mondiali. Non sarà fondamentale vincere, ma inserire nuovi giocatori, possibilmente italiani, in un gruppo consolidato. Dico una vittoria con la Scozia, rivale alla nostra portata, e risultato stretto con Irlanda e Inghilterra».

Presutti: «Due vittorie con Scozia e Galles».

Brunello: «L’Italia vince con Scozia e Galles. Sono squadre alla nostra portata. Gli azzurri sono in crescita come gruppo e in mischia hanno grande qualità. Ripeteranno il Sei Nazioni 2007».

Mascioletti: «Può vincere almeno due incontri. Galles e Scozia sono stati raggiunti a livello di gioco, possiamo batterli. L’Irlanda è ancora un po’ avanti, ma in un incontro possiamo fare il colpaccio».

Delpoux: «Dipende dalla politica di Mallett: se punta a costruire per il mondiale del 2011 allora deve mettere in cantiere molte sconfitte. Se invece vuole vincere subito può battere la Scozia e una a sorpresa in trasferta tra Irlanda e Galles».

Casellato: «Sarà un torneo strano, perchè dopo il Mondiale bisognerà vedere come si comportano le grandi. Dico 1-2 vittorie, contro la Scozia, cui cui ce la giochiamo sempre, e il Galles, con cui sarà più dura, ma che ha le nostre stesse incognite dopo un Mondiale  deludente».

Vuillemin: «In casa forse con la Scozia può farcela, ma gli scozzesi sono dati per spacciati spesso e poi guardate cosa hanno fatto ai Mondiali. In Francia sarà durissima. Con il Galles sarà difficile, perchè sono arrabbiati per il Mondiale deludente. Gli irlandesi giocheranno alla morte per cancellare il Mondiale penoso. Nessuna partita facile, servono prestazioni d’acciaio».

Bertoncini: «Non siamo più la sorpresa, ma in casa con la Scozia è nostro dovere vincere visto che li abbiamo battuti un anno fa a Murrayfield e dobbiamo restituirgli la sconfitta del Mondiale. Fuori casa potremmo giocarcela in Irlanda. Hanno fatto un Mondiale deludente e sono messi peggio dei gallesi».

 

IL GIOCATORE DEL 2007
Nel referendum del Gazzettino gli allenatori del Super 10 hanno preferito il terza linea azzurro al sudafricano e a Mauro

Parisse superstar, batte Goosen e Bergamasco

Brunello: «Ha fatto la differenza nel Top 14». Bertoncini: «Continuità

da grande giocatore». Smith: «Ottimo portatore di palla»

Quali sono stati, nell’ordine, i 5 migliori giocatori del 2007 tra nazionale e campionato, esclusi quelli che giocano nel vostro club?



FRANCO SMITH (Benetton Treviso): «Il mio oscar va a Sergio Parisse, un grande portatore di palla, capace di esprimersi ad alto livello con continuità. Alle sue spalle Mauro Bergamasco che sa fare cose importanti in qualunque momento, attacco o difesa che sia. Poi nell’ordine il sudafricano Stefan Basson che a Rovigo ha portato un bel cambiamento, Gerard Fraser e l’azzurro Josh Sole».

JIM LOVE (Montepaschi Viadana): «Miglior giocatore Paul Griffen, molto bravo, veloce ed abilissimo nel distribuire l’ovale. Secondo Marius Goosen, ottimo calciatore, controlla molto bene il gioco con scelte tattiche eccellenti. A seguire Fabio Staibano, Sisa Koyamaibole e Gerard Fraser».

ANDREA CAVINATO (Overmach Parma): «Primo Alessandro Zanni. Ha fatto progressi nel club, in Nazionale e ha migliorato il livello caratteriale dopo gli infortuni (suo punto debole). Ora salta, porta palla, avanza, difende, può essere usato in modo totale nel rugby moderno. Secondo Corrado Pilat, perchè a 33 anni ha dimostrato che classe, testa e professionalità fanno superare anche gli ostacoli dell’età. A seguire Andrea Scanavacca, Leonardo Ghiraldini e Andrea Marcato».

PASQUALE PRESUTTI (Carrera Padova): «Il giocatore dell’anno è stato Mauro Bergamasco, che si è confermato a livelli ottimali. Secondo il fratello Mirco, cresciuto moltissimo. Quindi Marco Bortolami, Gonzalo Canale e Cristian Stoica. Quest’ultimo lo rivisto in Coppa con il Montpellier e ha dimostrato di avere sempre qualità e un buon livello fisico».

MASSIMO BRUNELLO: (FemiCz Rovigo): «Numero uno Sergio Parisse, perchè nel Top 14 in Francia ha fatto la differenza nello scorso campionato e ha giocato molto bene anche nel Sei Nazioni. Secondo Martin Castrogiovanni, perchè è stato eletto migliore giocatore della Premiership e ha fatto bene anche in nazionale. Terzo Alessandro Troncon, quarto Brendan Williams, quinto Matteo Pratichetti».

MASSIMO MASCIOLETTI (AlmavivA Capitolina): «Miglior giocatore Brendan Williams, ogni volta contro di noi ci mette in croce, fa la differenza quando scende in campo. Poi Marius Goosen, rugbista completo, che sa gestire con padronanza le situazioni difficili, ottimo in attacco e cecchino precisissimo. Gli altri tre sono gli azzurri Sergio Parisse, Marco Bortolami e Mauro Bergamasco».

MARC DELPOUX (Cammi Calvisano): «Il migliore è l’ala del Viadana Hayden Pedersen: grandi potenzialità offensive, visione di gioco, è uno che può cambiare le sorti di una partita. E non è da tutti. Dopo di lui Dion Kingi, per la forza mentale e il lavoro oscuro che svolge. Quindi il petrarchino Nicki Little, il viadanese Jaco Erasmus e Mauro Bergamasco».

UMBERTO CASELLATO (Casinò di Venezia): «Martin Castrogiovanni, perchè è un "mostro" a giocare pilone sia destro che sinistro con il club numero uno d’Europa, il Leicester, e contro le squadre più forti del continente in Heineken. Poi Mirco Bergamasco, ha giocato abbastanza con lo Stade Francais e non è facile a Parigi vincere la concorrenza. È cresciuto negli ultimi 2 anni, dimostrando di avere qualcosa in più degli altri in fatto di creatività. A seguire Silvio Orlando, Robert Barbieri e Fabio Ongaro».

JEAN MICHEL VUILLEMIN (Amatori Catania): «Il primo posto va ad

Alessandro Troncon, che ha culminato una carriera eccezionale sempre sulla cresta dell’onda; il secondo a Sergio Parisse, il quale ha disputato un bellissimo campionato, da vero protagonista, con lo Stade Français. A seguire nell’ordine altri tre azzurri che giocano nel campionato francese: Mirco Bergamasco, Gonzalo Canale e Salvatore Perugini».

ACHILLE BERTONCINI (Rolly Gran Parma): «Miglior giocatore Marius Goosen, perchè organizza benissimo il gioco e aiuta i compagni a migliorarsi. Dà ordine e qualità al gioco del Benetton. Lo vorrei avere al Gran. Secondo Sergio Parisse, perchè ha avuto un rendimento continuo altissimo e da quando è in Francia si è trasformato divenendo un grande giocatore. A seguire Josè Pellicena, mediano di mischia dell’Overmach, lo scozzese Barry Irving, apertura-estremo dell’Overmach, e Benjamin De Jager ala italo-sudafricana del Benetton».

(Interviste realizzate da Antonio Liviero, Ivan Malfatto e Giampaolo Tassinari).

Si aprono i cantieri. Gli enigmi di Mallet

di Antonio Liviero

L’anno dopo la coppa è per tradizione, sotto ogni latitudine, dedicato
all’apertura dei cantieri. Il prossimo non farà eccezione. E dunque i
risultati potrebbero essere più aperti al refolo dell’incertezza.
Ciò varrà soprattutto per il Sei Nazioni. Che non ha un vero padrone.
L’Inghilterra è la squadra che è andata più lontana in Francia, ma al
prezzo di un mezzo ammutinamento della squadra nei confronti del ct
Ashton, che è stato riconfermato. Il suo lavoro, molto ambizioso e
difficile, in pratica comincia adesso. Perchè il metodo Ashton, basato
sulla responsabilizzazione dei giocatori e un modulo a bassa
programmazione, richiede tempi lunghi.

La Francia cambia corso, si affida ad allenatori giovani e dovrà fare
i conti anch’essa con ritiri importanti, come quelli dei capitani
Pelous e Ibanez, o di Dominici. È delusa dal quarto posto e certamente
si rinnoverà parecchio. L’Irlanda ha confermato O’Sullivan fino al
mondiale del 2011. Ma ha deluso ancor più della Francia e sembra
bisognosa di una rigenerazione. In generale le tre celtiche confermano
un grosso problema: difettano di potenza complessiva, ma soprattutto
tra gli avanti i cui organici denotano lacune. Ed è molto complicato
costruire un gioco di qualità senza basi solide. Per chiunque. Forse
la Scozia, che non è tornata abbacchiata dalla Francia, ha confermato
la guida tecnica e sta irrobustendo il pack, avrebbe potuto
scommettere su un buon torneo se non avesse un calendario privo di
partite facili.

Con l’Italia al "Flaminio" all’ultimo turno ci sarà una rivincita che
si annuncia epica. Peccato che Mallett sia appena arrivato, conosca
più di tutti, o quasi, il rugby mondiale ma ancora poco quello
italiano. Ha un pack di ferro che è una garanzia, sicuramente a
livello delle prime tre del Torneo. Ma deve sostituire Troncon,
l’anima delle imprese della scorsa stagione. E non sarà facile.
Griffen avanza con gli anni, Canavosio, convertitosi ala, sembra aver
perso l’abitudine al ruolo, da Picone ci si attende sempre che imponga
la sua personalità, Semenzato deve maturare. Anche all’apertura non
sono rose. Ma Pez sembra aver trovato a Mestre le condizioni per
giocare con continuità, e proprio in virtù del suo arrivo, Marcato ha
ora il punto di riferimento con il quale misurarsi ogni sabato.

Nell’emisfero australe e a livello mondiale c’è da attendersi una
ripresa del dominio degli All Blacks. Con tutto il rispetto per gli
Springboks, che certamente sono forti e ora animati dall’orgoglio
della difesa del titolo mondiale, la squadra di Henry resta la più
forte, completa e spettacolare in condizioni di normalità e in tornei
a punti come il Tri-Nations. Non dico che l’ennesima eliminazione
dalla Coppa del mondo sia casuale (tre indizi fanno una prova diceva
Agatha Christie). Ma non è nemmeno tale da rimettere in discussione le
cose. Come saggiamente ha fatto la federazione neozelandese
riconfermando lo staff. C’è da aspettarsi degli All Blacks molto
motivati. Anche con rabbia.

Del campionato italiano parlano gli allenatori nel nostro referendum.
Per ora sembra esserci molto più equilibrio che in passato, ed è
sicuramente positivo per tutto il movimento la sorpresa del Rovigo.
Per quanto riguarda le venete da anni non si presentavano tutte così
competitive. Il Treviso è tornato a vincere in Europa, in trasferta. E
tenterà un altro colpaccio a gennaio. Anche se poi la questione
relativamente al nostro campionato passa per l’innalzamento della
qualità del gioco e dunque per l’aumento del tasso tecnico dei
giocatori.

 


 

IL CAMPIONATO ITALIANO

Sei allenatori su dieci la pensano così.

Per Casellato (e Brunello) all’ultimo atto arriverà invece il Parma del cugino Cavinato «Finale Viadana-Treviso, scudetto al Benetton, Rovigo rivelazione»

Quali saranno le finaliste del Gropuama Super 10 e chi vincerà lo scudetto?

Smith: «In finale Viadana, che può battere qualsiasi squadra, e, spero, Treviso. In questo caso vinciamo noi: credo completamente nelle capacità della mia squadra».

Love: «Finale Benetton-Montepaschi. Noi con l’Heineken abbiamo

raggiunto un livello superiore ad altre italiane. Il Benetton è

esperto, sa uscire nei momenti che contano. Vince Viadana, siamo una buona squadra, bilanciata in ogni reparto».

Cavinato: «Calvisano, perchè ha mantenuto lo stesso allenatore e si è rinforzata. Treviso, perchè ha un parco giocatori ampio e di qualità.

Scudetto al Benetton, ha una mentalità più vincente, data dalla storia

delle finali negli ultimi 15 anni».

Presutti: «Mi auguro il Petrarca. Perchè un pensierino lo facciamo

anche noi. Ma per scaramanzia dico Viadana e Benetton. Due squadre che non sbagliano mai negli appuntamenti importanti. Per lo scudetto è favorito il Treviso. È abituato a vincere».

Brunello: «Finale Benetton-Overmach. Treviso si è rinforzato, ha

mentalità vincente e giocatori di qualità. Parma è in crescita, ha

fatto bene contro Rovigo e ha in Cavinato un ottimo tecnico. Scudetto

al Benetton, perchè ha l’esperienza per vincere la finale, ma in una

gara secca l’Overmach può trovare la forza dell’exploit».


Mascioletti: «Troppo presto per prevedere finaliste e vincitrice. È un

campionato strano ed equilibrato, può succedere di tutto».

Delpoux: «Treviso-Viadana. Poi come sempre vincerà Treviso, anche se Viadana è potenzialmente migliore. I trevigiani non perdono mai la fiducia nei momenti difficili. Quest’anno poi hanno rinforzato la

mischia, hanno molti sudafricani validi. Bella squadra».

Casellato: «Treviso sta prendendo confidenza con i nuovi del gruppo e con il nuovo tecnico, ce la farà. Poi la sorpresa Parma, l’ho vista

bene con noi e ha fatto importanti vittorie con Viadana e Padova.

Scudetto a Treviso per il gruppo più forte e l’esperienza».

Vuillemin: «Finale Treviso-Viadana. Il Benetton gioca un rugby di

qualità, è completo, ha giocatori eccellenti. Viadana è interessante,

ha acquisito esperienza nelle valide prestazioni in Heineken Cup. La

differenza in finale la farà l’esperienza, impossibile ora un

pronostico».

Bertoncini: «Finale Benetton-Viadana. Mostrano qualcosa in più degli altri come gioco e qualità. Hanno gli organici più completi e potenzialmente forti. Vincerà Viadana, perchè oltre al collettivo ha individualità che possono risolvere le situazioni di gioco».

Quale sarà la squadra rivelazione del campionato?

Smith: «Rovigo. Ha fame di vittorie e molto orgoglio. Un bella sorpresa».

Love: «È il Petrarca, ottimo in ogni reparto, difende e attacca bene,

soprattutto con i trequarti».

Cavinato: «Rovigo e Overmach. Entrambi stiamo facendo un campionato sopra le nostre possibilità».

Presutti: «Tanti parlano della Capitolina , io dico Rovigo. È più tranquillo, ha una buona squadra, è anche fortunato, ma la fortuna ha saputo meritarla. In casa è dura batterli».

Brunello: «Mi auguro Rovigo, continuando il buon campionato giocato finora e andando oltre quanto prefisso, ovvero una tranquilla

salvezza. Possiamo arrivare in zona coppe».

Mascioletti: «Le squadre meno favorite al titolo sono tutte potenziali
rivelazioni. Con l’equilibrio che c’è non mi meraviglierei che quelle
di bassa classifica fossero le rivelazioni nel prosieguo. Non ho un
nome in particolare».

Delpoux: «Rovigo. Non è in difficoltà come l’anno scorso».

Casellato: «Rovigo senza dubbio. È più forte della Capitolina, che

finora ha goduto di circostanze favorevoli e non è ancora stata nei

campi più difficili».

Vuillemin: «L’Overmach Parma, sta facendo un buon campionato e ha giocato bene in coppa con Auch e Albi».

Bertoncini: «L’ AlmavivA Capitolina: in un gruppo già collaudato ha

integrato i nuovi arrivi eseguendo una precisa strategia societaria».

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