Film sul rugby

Ho ricercato sul Morandini 2000 e da altre parti e ho trovato questi titoli e commenti. Non li ho visti tutti. In alcuni casi il rubgy potrebbe essere citato per errore e penso ci si riferisca invece al football americano. Inoltre mi vengono in testa almeno altri 2 film che però non sono riuscito a trovare:
il primo parla di un giocatore forte terza linea che vuole piantarla col rugby (sport da machi) per passare alla danza (sport da femminucce). Tra parentesi ho messo gli stereotipi attraverso i quali il protagonista viene attaccato per questa sua scelta: un altro film invece è una commedia in cui un signore coi baffi si sostituisce ad un giocatore, che gli assomiglia vagamente, di una squadra di rugby per farla perdere, il primo è un film neozelandese, il secondo invece non mi ricordo se sia statunitense o neozelandese, li ho visti entrambi in tv, ma solo qualche pezzetto, perchè erano proprio brutti! Se qualcuno conosce altri film per favore mi mandi una mail!! Carlo (ciaerrelleo@libero.it)

I Cinghiali di Portici

Italia: 2003
REGIA: Diego Olivares

Attori: Ninni Bruschetta, Carmine Borrino, Carlo Caracciolo, Michele Gente, Alessandra Borgia, Salvatore Grasso, Antonia Truppo (e tanti ragazzi della rugbylist)

Trama: (da MyMovies) I migliori anni della “loro” vita passati in un centro di recupero per
tossicodipendenti e ragazzi “a rischio”. Diego Olivares è alla sua
prima regia per il grande schermo e già fa parlare benissimo di sé.
Avvocato civilista, ormai ex, approda al cinema assecondando la sua
grande passione per le storie. Già autore di un paio di riuscitissimi
cortometraggi (Mimmo X e Les Jeux sont faits) e di un documentario
sulla dismissione di un ospedale psichiatrico napoletano, Gli ultimi
giorni del Frullone, arriva nelle sale italiane con un interessante e
riuscito spaccato di una provincia del Sud. Un gruppo di giovani si
scopre unito dalla comune passione per la palla ovale, tutti pronti ad
affrontare insieme al mentore/allenatore il loro primo campionato di
Rugby. Fra il desiderio di evadere e di costruirsi un futuro, con un
pallone dai rimbalzi irregolari come la vita, si alternano sul campo da
gioco le vite “sospese” dei protagonisti. I cinghiali di portici (titolo definitivo che si è sostituito al precedente H,
riferito alla forma della meta rugbistica) è sceneggiato dallo stesso
regista e montato dal bravissimo Giògiò Franchini, affermatosi come uno
dei migliori sulla piazza dopo aver messo lo zampino nei due precedenti
film del napoletano Paolo Sorrentino. Dopo i problemi legati alla
distribuzione, con una gestazione durata quasi quattro anni, Olivares è
pronto per entrare con merito nell’olimpo dei nuovi talenti del cinema
italiano: un campionato che troppo spesso ha premiato volti anonimi e
poco raccomandabili.

Commento: Introvabile, purtroppo

Cinque matti in mezzo ai guai

La grande java
Fr. 1970
REGIA: Philippe Clair
ATTORI: Les Charlots; Francis Blanche; Corinne Le Lopoulaine; Nicholas Florian
* Un semionesto candidato alle elezioni amministrative di un paesotto francese sfrutta in campagna elettorale il tifo dei concittadini per la squadra locale di rugby. La vicenda è un pretesto per permettere ai Charlots – quintetto comico-musicale popolare in Francia tra gli anni ’60 e ’70 – di agganciarsi allo sport nazionale francese. Vale la pena vederlo soltanto per la lunga sequenza della partita, di una buffoneria sgangherata che sconfina nel surreale grottesco. Fu il 1o dei 7 film con Les Charlots distribuiti in Italia: Cinque matti al servizio di leva (1971), Cinque matti alla corrida (1972), Cinque matti allo stadio (1972), Cinque matti al supermercato (1973), Cinque matti alla riscossa (1973), Cinque matti vanno in guerra (1974). I registi (Claude Zidi, Jean Girault, André Hunebelle) sono intercambiabili.
GENERE: Comico DURATA: 90′ VISIONE CONSIGLIATA: T
CRITICA: 2 PUBBLICO: 2

Cornetti alla crema

It. 1981
REGIA: Sergio Martino
ATTORI: Lino Banfi; Edwige Fenech; Gianni Cavina; Milena Vukotic; Marisa Merlini
* Sarto per preti, marito e padre rassegnato, Domenico Petruzzelli si trova invischiato in un’avventura extraconiugale con squinzia che ha ambizioni di cantante lirica e un fidanzato, colosso del rugby. Vi piace Banfi? È la farsa che fa per voi. Volgare? Sì, ma in modo sano. Contorno di bravi caratteristi.
GENERE: Comm. DURATA: 109′ VISIONE CONSIGLIATA: S
CRITICA: 2 PUBBLICO: 3

Io sono un campione

This Sporting Life
GB 1963
REGIA: Lindsay Anderson
ATTORI: Richard Harris; Rachel Roberts; Alan Badel; William Hartnell; Colin Blakely
* Frank Machin, minatore dello Yorkshire, diventa campione di rugby, ma ha un cattivo carattere. È il 1o lungometraggio di L. Anderson, il solo film tragico nel quadro del Free Cinema e, insieme a Sabato sera domenica mattina (1960) di Karel Reisz, il miglior film realistico britannico degli anni ’60. “… Anderson sfida il realismo sul suo stesso terreno, adottando una costruzione esplicitamente artistica e poetica per dei personaggi e una storia che la tradizione cinematografica britannica ha consegnato alla prosa” (Emanuela Martini). Sceneggiatura di David Storey, fotografia di Denys Coop. R. Harris e R. Roberts furono candidati all’Oscar.
GENERE: Dramm. DURATA: 134 FOTOGRAFIA: BN VISIONE CONSIGLIATA: T
CRITICA: 4 PUBBLICO: 3

M.A.S.H.

M*A*S*H
USA 1970
REGIA: Robert Altman
ATTORI: Donald Sutherland; Elliott Gould; Robert Duvall; Tom Skerritt; Sally Kellerman; Jo Ann Pflug; Bud Cort
* In un ospedale mobile da campo, durante la guerra di Corea, tre ufficiali chirurghi ne combinano di tutti i colori, andando a donne e infischiandosene della disciplina. Messi sotto inchiesta se la cavano vincendo a rugby. Scatenata e impertinente farsa antimilitarista che fece epoca e fu seguito dall’omonima, famosa serie TV. Fa ridere molto e morde. Oscar per la sceneggiatura di Ring Lardner Jr. che aveva adattato un romanzo di Richard Hooker. Ottimi attori cui R. Altman diede, durante le riprese, spazio per improvvisare. Palma d’oro al Festival di Cannes. M.A.S.H. = Mobile Army Surgery Hospital.
GENERE: Comico DURATA: 116′ VISIONE CONSIGLIATA: T
CRITICA: 4 PUBBLICO: 5
AUTORE LETTERARIO: Richard Hooker

Quel fenomeno di mio figlio

That’s My Boy
USA 1951
REGIA: Hal Walker
ATTORI: Dean Martin; Jerry Lewis; Marion Marshall; Ruth Hussey; Polly Bergen
* Un ex campione di rugby vuole che il figlio, timido e imbranato, segua le sue orme e per questo gli affianca un aitante, sportivissimo amico. 4o film della coppia Martin-Lewis, e il 1o che fa emergere con chiarezza elementi e temi della comicità di Lewis. Il riferimento all’Harold Lloyd di Viva lo sport! (1925) è inevitabile.
GENERE: Comico DURATA: 98′ FOTOGRAFIA: BN VISIONE CONSIGLIATA: T
CRITICA: 2,5 PUBBLICO: 3

Stadio

It. 1934
REGIA: Carlo Campogalliani
ATTORI: Giorgio Censi; Enrico Amante; Enzo Rampelli; Giancarlo Del Vecchio; Maria Arcione; Luigi Beccali
* Uscito malconcio da una partita, rugbista lascia la palla ovale per correre dietro a una squinzia che si spaccia per americana, ma poi si pente, si allena e ridiscende in campo. Vicenda pretestuosa, personaggi labili. Interessa soltanto per la parte sportiva: una regata sul Tevere, l’incontro di rugby nel 2o tempo e la presenza di Beccali, primatista mondiale dei 1500 m e medaglia d’oro alle Olimpiadi di Los Angeles (1932). Benché innocuo, Il C.C.C. (Centro Cattolico Cinematografico) lo sconsigliò “per l’eccessiva nudità degli atleti”. Prodotto dall’Istituto Luce. Medaglia d’oro alla Mostra di Venezia. Importato dalla Gran Bretagna alla fine dei ’20, il rugby, sport maschio, fu favorito dal regime fascista che lo introdusse nei G.U.F. (Gruppi Universitari Fascisti). La squadra più famosa era l’Amatori di Milano. Unico film italiano sul rugby prima di Asini (1999).
GENERE: Sport. DURATA: 64′ FOTOGRAFIA: BN VISIONE CONSIGLIATA: T
CRITICA: 1,5 PUBBLICO: 2

ASINI

regia di Antonello Grimaldi, con Claudio Bisio, Giovanna Mezzogiorno, Renato Carpentieri, Maria Amelia Monti, Vito; commedia; Italia; C.
Voto 7-

La lingua del Santo

It. 2000
REGIA: Carlo Mazzacurati
ATTORI: Antonio Albanese; Fabrizio Bentivoglio; Isabella Ferrari
* Antonio, ex giocatore di rugby, e Willy, depresso dopo l’abbandono della moglie, vivono a Padova di piccoli furti finché tentano, a scopo di riscatto, il colpo grosso: la teca dov’è conservata una reliquia di Sant’Antonio da Padova.
GENERE: Comm. DURATA: 110′

I sopravvissuti delle Ande

(non so se questo film sia uscito in Italia, comunque il suo remake made in usa è:
Alive – I sopravvissuti
Alive)
USA 1993
REGIA: Frank Marshall
ATTORI: Ethan Hawke; Vincent Spano; Josh Hamilton; Bruce Ramsay; Illeana Douglas
* 13 ottobre 1973: un aereo si schianta su un ghiacciaio delle Ande. Dei 27 superstiti, 16 riescono a sopravvivere fino al 23 dicembre quando arrivano i soccorsi. Come? Nutrendosi con la carne dei morti. Anticipato da I sopravvissuti delle Ande (1976) del messicano R. Cardona e ispirato al libro Tabù di P.P. Read, è apprezzabile per lo scrupolo cronistico, la rinuncia al sensazionalismo, la coralità del racconto, l’efficacia spettacolare dello schianto, ma tempi e personaggi sono poco approfonditi, qua e là si scivola nella retorica e si nomina troppo spesso il nome di Dio invano.
GENERE: Dramm. DURATA: 125′ VISIONE CONSIGLIATA: G
CRITICA: 2 PUBBLICO: 2
AUTORE LETTERARIO: Piers Paul Read

Monty Python – Il senso della vita

Monty Python’s The Meaning of Life
GB 1983
REGIA: Terry Jones
ATTORI: Graham Chapman; John Cleese; Terry Gilliam; Eric Idle; Terry Jones; Michael Palin; Carol Cleveland
* Realizzato con ricchi mezzi, è il 4o e il migliore dei film del gruppo britannico: il più trasgressivo, provocante e divertente almeno per chi non considera indispensabile nel comico la nozione di buon gusto. L’aiuta la struttura a episodi, vicina ai loro programmi televisivi (1969-74) più che ai film precedenti. In questo circo beffardo e dissacrante si scherza con la morte, la vita dopo la morte, le guerre coloniali, la follia e l’ipocrisia del nostro tempo, il Medioevo, il controllo delle nascite, cattolici e protestanti, l’educazione sessuale, la chirurgia e il sistema bancario che ispira il primo immaginoso sketch. Tremendo quello sulla gastronomia, parodia assassina di La grande bouffe e apoteosi del vomito con T. Jones in un travestimento elefantino e l’impareggiabile J. Cleese come cameriere.
GENERE: Sat. DURATA: 103′ VISION
E CONSIGLIATA: T
CRITICA: 4 PUBBLICO: 3

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