Notizie del lunedì

Copio ed incollo dal Gazzettino di oggi.
Ciao.
Franco

Italia, polemiche sulla leadership

Dopo i tre test autunnali voci insistenti nell’ambiente azzurro sul
problema della leadership. Il capitano Bortolami, parla a cuore
aperto: «So di avere la fiducia del gruppo, se la squadra non mi
dovesse riconoscere come tale sarei il primo a rinunciare ai gradi».
Ieri nel Super dieci vittoria sofferta del Benetton Treviso contro la
Capitolina Roma e sconfitta casalinga della FemiCz Rovigo contro il
Viadana. Rinviato per nebbia il posticipo serale Carrera
Padova-Overmach Parma, con gli ospiti in vantaggio di due punti.
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Un Benetton grigio soffre in casa con la Capitolina che conquista il
bonus difensivo
Treviso, un’ora di letargo

Treviso
NOSTRO SERVIZIO

Partita da archiviare in tutta fretta quella vista ieri a Monigo tra
il Benetton e la matricola Capitolina. Treviso ha vinto e questo è
l’unico dato positivo per i Campioni d’Italia in una partita
perfettamente in linea con le condizioni atmosferiche, grigie e
minacciose.

Si comincia con i ricordi: un minuto di silenzio, doveroso, alla
memoria di Roy Bish, scomparso due settimane fa e ricordato nella
prima partita casalinga del Benetton, la squadra che Bish allenò per
due stagioni, 80/81 e 81/82. Poi, via alla contesa e subito meta
romana. La Capitolina conquista una mischia a metà campo, Toniolatti
fugge dal lato sinistro e lancia con un calcione l’ala Sepe
posizionato dalla parte opposta: meta sulla bandierina. Treviso fatica
a riprendersi. Domina territorialmente ma il suo attacco è sterile e
il parziale non ha tanti sussulti. I primi 40′ si chiudono pertanto
sul 5-0 per gli ospiti.

Nella ripresa si pensa ad un Benetton diverso per la strigliata di
Green durante l’intervallo. Invece è ancora la Capitolina a
rimpinguare il punteggio con un piazzato di Raineri. Sotto 8-0 i
trevigiani hanno finalmente una reazione e dopo ben 49′ di gioco
schiodano lo zero dal punteggio grazie ad un piazzato di Marcato.

La vittoria è però ancora lontana. Solo dopo un’ora di gioco, infatti,
il Benetton mette per la prima volta il muso davanti. Treviso vince un
raggruppamento, Ansell parte rasente al pack e segna la prima meta
trevigiana. Il Benetton sembra sbloccato ed in effetti dopo poco
concretizza la superiorità degli avanti con una meta tecnica che
Marrama decreta dopo l’ennesimo fallo sistematico dei romani. Sul 17-8
la partita sembra chiusa. I romani trovano comunque altri 3 punti per
il bonus e fanno soffrire Treviso fino allo scadere.

Ennio Grosso
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I Jaguar test lasciano in eredità una polemica sulla leadership della
squadra azzurra. Il seconda linea padovano ne parla a cuore aperto
Italia, Bortolami difende la fascia di capitano
È stata messa in discussione, ma lui replica: «So di avere la fiducia
del gruppo e mi basta, non fosse così sarei il primo a rinunciare»

Fontanafredda
NOSTRO INVIATO

La fascia azzurra di Marco Bortolami non è in pericolo. E se lo fosse,
sarebbe lui il primo a rimettere la decisione sul capitanato alla
squadra. Parola del 2. linea padovano, che fa il bilancio dei Jaguar
test e parla a cuore aperto del problema.

Si dice che la tua leadership è in discussione, alla luce di questi
test, nonostante tu sia stato capitano nei club dei tre più importanti
campionati d’Europa.

«Sono orgoglioso di essere capitano azzurro e voglio continuare ad
esserlo. Ma se la squadra non mi dovesse riconoscere come tale sarei
il primo a rinunciare al ruolo. So di avere la fiducia del gruppo e
questo mi basta. Le insinuazioni non mi interessano. Se qualcuno crede
che non debba farlo io deve solo dirlo davanti alla squadra e la
squadra deciderà».

Ko con Australia e Argentina, giocando alla pari, e larga vittoria
prevista contro il Canada: bilancio positivo o negativo?

«Sono state partite diverse. Con l’Australia siamo andati oltre le
aspettative della vigilia e arrivati vicini al colpaccio. Con
l’Argentina non siamo riusciti a sviluppare il gioco deciso con lo
staff tecnico, perchè è mancata l’efficacia nel trasformare le palle
di conquista in palle pericolose. Con il Canada dopo un primo tempo in
cui loro hanno mostrato di avere qualità, abbiamo espresso il gioco di
movimento provato in allenamento, che ha portato una vittoria
fondamentale per il morale e la fiducia».

Dopo i primi due test si sono ipotizzate tensioni tra giocatori e con
lo staff. Anche alla luce di tue dichiarazioni sul limitato lavoro in
touche negli allenamenti (Australia) e su qualche compagno che non ha
fatto il suo dovere (Argentina).

«Ipotesi infondate. La parola confronto non è sinonimo di tensione.
Quando ho detto che era necessario lavorare di più in touche non
intendevo criticare il lavoro svolto. Alcuni meccanismi non
funzionavano. E per farli funzionare non c’è altro da fare se non
allenarsi, anche la notte se necessario. Per quanto riguarda i
compagni, siamo un gruppo unito, con ampi margini di miglioramento e
individualità forti che remano nella stessa direzione».

Cosa lascia in eredità il trittico autunnale, in vista di Sei Nazioni
e Coppa del Mondo?

«Piena fiducia nel progetto del ct Pierre Berbizier da parte mia e di
tutti i giocatori, perché con lui abbiamo fatto molti passi avanti.
Guardando al Sei Nazioni, dobbiamo trasformare il pari di Cardiff
contro il Galles in un successo e ribaltare la sconfitta contro la
Scozia. Per il Mondiale, ovviamente, l’obiettivo è raggiungere i
quarti di finale».

Ivan Malfatto
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NOTIZIARIO
McCaw giocatore dell’anno L’Irlanda travolgente

OSCAR- Il capitano degli All Blacks Richie McCaw è stato premiato ieri
sera a Glasgow dall’International Board quale miglior giocatore
dell’anno. Succede al compagno di squadra Carter. Per i neozelandesi
un altro grande slam con gli oscar della miglior squadra e a Graham
Henry come miglior allenatore. Per i giovani riconoscimenti al
francese Lionel Beauxix (Under 21) e all’australiano Josh Holmes
(under 19).
TEST -Nell’ultimo test match l’Irlanda ha battuto le Isole del
Pacifico per 61-17, 8 mete a 3 con doppietta di Easterby, terza linea
irlandese.

MARCATORI SUPER 10 Wakarua (SKG) 104 punti, Little (Carrera) 76,
Raineri (AlmavivA) 73;. Metaman Pedersen (Arix) 7, Spragg (Cammi) 5.

TOP 14 Stade Français-Castres 43-18 (5′ per Denis Dallan),
Perpignan-Clermont Auvergne 32-15 (Troncon, capitano, ha giocato fino
al 72′ e ha avuto un giallo), Albi-Toulouse 13-13, Brive-Bourgoin 28-3
(23 punti Orquera in 77′), Montauban-Bayonne 17-18 (42′ per Arganese),
Biarritz-Narbonne 42-14, Agen-Montpellier 14-9. Stade Français 55,
Clermont Auvergne 46, Biarritz 43, Perpignan 41.

GUINNESS PREMIERSHIP La sfida al vertice ha detto Bristol: battuto
Gloucester 14-12. London Wasps-Leicester 13-19, Sale-Harlequins 17-12.
Bristol 34, Gloucester 31, Leicester 29, London Wasps 27, Sale 26,
Saracens 23.

SERIE C Elite: Riviera-Tarvisium 12-10, Oderzo-Montebelluna 16-13,
Lido-Belluno 10-29, Vicenza-Alpago 15-20, Lemene-Frassinelle 36-14,
riposava Casale. Riviera 35, Oderzo 34, Belluno 32, Montebelluna 31,
Tarvisium 29. CIV: Cus Verona-Jesolo 5-10, Ped. Livenza-Monsters
29-22, Pordenone-Valdagno 25-5, Valpolicella-SudTirolo 28-12, West
Verona-Trento 13-0, riposava Montereale. Cus Verona 33, Montereale 32,
Jesolo 28, Monsters 25.

E.G.
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Roy Bish, il gallese che ha allargato i nostri orizzonti

di Vittorio Munari
Roy Bish se ne è andato. Dopo aver guidato Cardiff e Oxford, nella
seconda parte degli anni 70 ha allenato in Italia. Prima la Nazionale,
poi Roma e Treviso. Ma il suo contributo per il rugby italiano non
deve essere misurato solo dai risultati delle squadre allenate. Roy
veniva dal Galles che, in quel periodo, rappresentava il riferimento
per tutto il rugby mondiale. Non c’erano video cassette, non
esistevano fax e internet. I rari manuali scritti erano difficili da
reperire. Il filmato in super 8, con la leggendaria meta di Gareth
Edwards, veniva visto e rivisto.

Roy in Italia ebbe il grande merito di allargare i nostri ristretti
orizzonti. Su suo suggerimento la Federazione Italiana tradusse e
divulgò Better Rugby. Questo manuale, pubblicato nel 1973 dalla Rugby
Football Union, assorbiva molte influenze gallesi collegate al dominio
nel 5 Nazioni e al vittorioso tour dei Lions britannici in Nuova
Zelanda nel 1971. Per un rugby migliore divenne la bibbia di tanti
appassionati allenatori, aiutando ad impostare in modo innovativo per
noi le sedute di allenamento. Prese sempre più piede il metodo di
allenamento attraverso griglie e circuiti, ma anche la programmazione.
Si arrivò a uniformare in tutto il rugby italiano una metodologia
unica sulle tecniche da applicare, in particolare in mischia e maul.
Apparve rivoluzionaria la modifica della posizione dei piedi dei
piloni e l’introduzione del primo canale per far emergere la palla.

Il rugby italiano allargava i confini. Negli stessi anni la
leggendaria figura di Carwyn James approdava a Rovigo, aumentando
l’entusiasmo ma anche soddisfando la conoscenza dei rugbisti nostrani.
Divenne una moda la realizzazione di club house in grado di permettere
socializzazioni. L’orgoglio di appendere la maglia del giocatore
prestigioso, o il raro cimelio da ostentare, ricambiava ogni sforzo.
Il rugby italiano iniziava a decollare. La leggendaria figura di
Gareth Edwards si materializzava sui campi dell’Acquacetosa per fare
da esempio ai giocatori della nostra nazionale. Il suo contributo Roy
lo ha dato come organizzatore e prezioso ufficiale di collegamento
verso le Home Unions. E questa sua caratteristica di gentile, arguto
ambasciatore, lo ha accompagnato fino agli ultimi anni, in ogni
occasione che aveva di ricongiungersi con i tanti amici che aveva in
Italia.
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SUPER 10 Contro il Viadana settima sconfitta consecutiva del Rovigo
che è crollato nel secondo tempo. Espulsioni temporanee di Barion e Di
Maura
Touche disastrosa, alla FemiCz non basta Wyllie

Rovigo
NOSTRA REDAZIONE

La FemiCz illude per un tempo, incassa la settima sconfitta
consecutiva (15esima considerando la scorsa stagione) e rimane
all’ultimo posto in classifica. Una prestazione dai due volti. Benino
il primo tempo, quando con aggressività riesce a imbavagliare i
pasticcioni e frenetici mantovani che, pur con a disposizione una
valanga di palloni, non riescono mai a rendersi pericolosi. La FemiCz
va al riposo avanti 9-3 grazie a una prestazione ordinata, efficace in
difesa, di qualità nei punti d’incontro e nell’occupazione degli
spazi; mentre la nota negativa è la touche, dove nemmeno il debutto
dell’australiano Wyllie (da rivedere) permette un rendimento
accettabile con, alla fine, 7 lanci su 11 persi.

Al rientro cambia la musica. Viadana si desta dal torpore e si insedia
nella metà campo rossoblù. Rinuncia in ben tre occasioni a piazzare
per cercare senza successo la strada della meta trovandosi davanti il
muro rodigino. Al 26′ la svolta. 13 contro 15 (gialli per Barion e Di
Maura) Rovigo capitola. Sui dieci metri Bustos sotto pressione si fa
ribattere un calcio di liberazione da Birchall che raccoglie e vola in
mezzo ai pali. Match in discesa per Viadana contro un Rovigo che perde
lucidità (mediana insufficiente), giocatori importanti (Sauan nel
primo tempo e Salvan nella ripresa) e lentamente cala. Un altro errore
di Bustos (calcio di liberazione sparacchiato in mezzo al campo)
rimette in movimento Birchall che penetra e poi la palla fila liscia
al largo per il tuffo decisivo di Accorsi in bandiera. Allo scadere
Bortolussi inventa la terza meta con un grabber a scavalcare la linea
difensiva rodigina.

Successo del Viadana che ha svolto “il compitino” senza però
impressionare. Nel Rovigo qualche segnale incoraggiante (mancava anche
il puma Manuel Contepomi), ma una ripresa da dimenticare, importanti
giocatori fuori fase, alcuni non all’altezza del Super 10, touche
inesistente e una difficoltà incredibile di avvicinarsi all’area di
meta.

Paolo Ponzetti
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Il posticipo serale sospeso al 57′ con l’Overmach in vantaggio di due punti
A Padova troppa nebbia

Padova
NOSTRO SERVIZIO

Tra Carrera e Overmach, partita nebbiosa sotto vari aspetti. Il primo,
e più grave, per la decisione di Sky di posticipare una partita alle
18 a fine novembre nel Veneto, dove il rischio nebbia è elevato. Il
secondo per la “fumosità” del gioco di entrambe le squadre,
probabilmente arruginite dalla pausa azzurra. Il terzo, ed ultimio per
la fittissima coltre calata sul Plebiscito proprio durante
l’intervallo, quando il punteggio era di 10-8 per l’Overmach.
L’arbitro De Santis (tanto per rimanere in tema, nebbiosa anche la sua
direzione) ha fatto lo stesso riprendere il gioco, ma non si vedeva
assolutamente nulla e così al 17′, dopo aver fatto le necessarie
verifiche, ha sospeso tutto. La gara – salvo differenti accordi tra le
società – verrà recuperata, come da regolamento, tra due martedì,
ovvero il 5 dicemnre. Si spera non alle 18.

La cronaca. Neanche il tempo di iniziare e l’Overmach è in meta.
Martin rinvia in mezzo al campo. Orsi recupera palla, si beve mezza
difesa petrarchina e porge a Barbieri per la facile segnatura, che
Mazzariol trasforma. Parma insiste e al 5′ si porta sul 10-0 con
Mazzariol dalla piazzola. Il Carrera reagisce con tanta foga, ma
scarsa lucidità. Il pacchetto di mischia spinge e in almeno tre
occasioni va vicinissimo alla segnatura (al 15′ Sisa Koiamaibole ci
riesce, ma commette “in avanti”). Che arriva solo al 44′ con Dallan
sull’out. La ripresa inizia con Little che sbaglia un calcio
facilissimo. Poi non si vede più nulla. E De Santis manda tutti a
casa. «Non sono per nulla soddisfatto di come abbiamo giocato – dice
il giemme del Carrera, Alejandro Canale – Troppi errori e poca
disciplina. Dovremo parlarci sopra perchè c’è qualcosa da sistemare.
Nonostante tutto la partita l’abbiamo fatta noi e credo che se fosse
continuata, avremmo vinto. Ma era impossibile giocare».

Alberto Zuccato
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 Sui palloni di recupero la sfida degli All Blacks

Svolta tattica a dieci mesi dalla Coppa del mondo in Francia. Arriva
dagli All Blacks, e non c’era motivo di dubitarne. La squadra di Henry
ha saccheggiato l
‘Europa, dopo aver dominato il Tri-nations, relegando
in secondo piano il gioco a partire dalla conquista diretta (mischie e
touche) su propri lanci e introduzioni. I neozelandesi hanno costruito
quasi tutto il loro arsenale offensivo a partire dai palloni di
recupero, cioè dai possessi strappati agli avversari. L’85 per cento
delle mete segnate nei tre test con Inghilterra e Francia, cioè quelli
in teoria più equilibrati e con la maggior pressione difensiva sulla
linea del vantaggio, sono frutto di intercetti, placcaggi, turnover
nelle ruck, contrattacchi, rilanci sui calci di invio e di rinvio
avversari, punizioni giocate rapidamente alla mano.
Un grande slam trionfale quello dei tutti neri, che hanno acquisito un
netto vantaggio psicologico in vista del mondiale, travolgendo prima
l’Inghilterra, detentrice del titolo (41-20), poi infliggendo una
pesantissima lezione (47-3) alla Francia vincitrice del Sei Nazioni e
squadra di casa nella rassegna iridata. Galletti ribattuti, ma con un
punteggio meno largo, nel secondo test a Parigi (23-11), prima della
passeggiata conclusiva di sabato contro il Galles (45-10). Quest’anno
solo gli Springboks sono riusciti a fermarli, con un risicatissimo
21-20. In Europa ci hanno provato con tutti i mezzi, tecnici e non:
polemiche sulla tolleranza degli arbitri nei confronti del capitano
McCaw accusato di giocare costantemente al limite del regolamento
nelle fasi raggruppate, velati sospetti di doping. Perfino l’oltraggio
all’haka che a Cardiff volevano far eseguire prima dell’inno gallese e
che i kiwis hanno preferito danzare negli spogliatoi. Iniziative che
hanno finito con l’aumentare la determinazione dei neozelandesi.
Diciotto le mete fatte, cinque delle quali firmate dall’ala Sivivatu,
il cui affinamento tecnico è sempre più evidente. Cinque quelle
subite, ben tre nel primo test a Twickenham. Poi Henry a registrato la
difesa, che è la pietra angolare della squadra, accanto a una mischia
su livelli di assoluta eccellenza e forte come mai negli ultimi anni.
Su queste basi, su una touche riportata alla normalità dopo gli
sbandamenti estivi, su un gioco al piede irreprensibile di Carter, la
squadra ha costruito la propria solidità.

Mentre le qualità tecniche, la rapidità e la potenza, il talento
creativo fanno la differenza in attacco. Le strutture di gioco sono
semplici, raramente vanno oltre la due fasi, i lanci sono poco
programmati e molto adattati. Soprattutto rispondono alle difficoltà
del gioco moderno che vede le difese dettare legge. La Nuova Zelanda
ha saputo fare sintesi e dare risposte nuove ai problemi: recupera
un’infinità di palloni grazie a una difesa straordinaria, che consuma
pochissimi giocatori nei punti d’impatto. E con una velocità, una
classe e un’organizzazione che loro soli possiedono riescono a
trasformarsi repentinamente da oppositori ad attaccanti sfruttando il
momentaneo disordine degli avversari nei soli frangenti ormai in cui
le difese sono in difficoltà nel ripiazzamento. Pochi attimi che
bastano agli All Blacks per analizzare la situazione, portare il
pallone fulmineamente nelle zone a debole densità difensiva, fissare
le terze linee e ripartire spesso ribaltando il fronte d’attacco. Su
questi attimi hanno saputo costruire il loro imprevedibile sistema
offensivo. E per ora sono i soli a saperlo fare.
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