Piccolo bar

Ho miracolosamente ritrovato il primo “reportage” del Piccolo Bar, datato novembre 2004, a cui sono susseguiti altri, man mano che gli avvenimenti rugbystici hanno coinvolto gli”arzilli” che racconto. Ve lo ripropongo in questo nuovo spazio.

Si chiama “Piccolo bar”

Per chi arriva dall’autostrada è quello situato proprio
all’ingresso del paese, vicino al distributore “Agip”, dove di i solito
do’ appuntamento, proprio lì, agli amici che mi vengono a trovare e che
sono poco pratici della bassa Valle Scrivia.

E’ uno dei quattro bar che il sindaco, e per una sorta di
par-condicio, ha permesso di installarsi ad “inizio paese” e come il
“Bar Sport” per chi entra dalla parte opposta di Castelnuovo Scrivia.

Già Carlo, il barista, quando mi ha visto il mattino, mi ha detto
che “oggi non ci sono partite (di calcio) su sky e c’è il “rùbli” in
diretta sulla 7…mi pare i “blèk-blèk” (letterale)….ma non c’è
nessuno che ci capisce niente e quindi non verrà nessuno. A meno che ci
venga Lei……”

Decido quindi di vedere la partita al bar e ci ritorno giusto in
tempo per vedere e raccontare a Carlo, cos’è la haka, -bellissimi i
sottotitoli- del pallone che si passa indietro e di tutte le diavolerie
di questo sport ignoto da queste parti…

Tre avventori, i soliti pensionati abituali, che oramai sembrano
far parte dell’arredo del bar, si incuriosiscono e guardano anche loro.

Io, che intanto mi “allargo” un po’, comincio a sciorinare cose del
tipo: Possesso del pallone, avanzamento, creare un raggruppamento per
poi ripartire e riguadagnare terreno…

Ma diventa subito dura mantenere l’attenzione perchè dopo qualche
minuto siamo sotto di tre mete, ed è difficile adesso parlare di difesa
che deve montare, spazi da chiudere, ecc. ecc.

Infatti Giulio, il pensionato che NON fuma mai il mezzo sigaro che
ha perennemente spento tra le labbra, fa due conti e dice quasi
borbottando che “di questo passo ci vuole il segnapunti a tre
cifre…”

Abbozzo ed incasso.

L’unica soddisfazione ce l’ho quando un nuovo avventore aggiunge
“Però….guarda che di gente in Inghilterra ce ne va a vedere questo
sport”

Chiarisco subito fiduciosamente che siamo a Roma.

Poi accade un piccolo miracolo… gli arzilli spettatori, ai
quali se ne sono aggiunti altri che pareva si annoiassero pure loro,
cominciano ad essere coinvolti, uno addirittura si incavola
coloritamente ad un facile passaggio, sbagliato dai nostri, dopo una
serie di percussioni ed attacchi nei 22 dei neri.
Sento persino gridare “attento….uomo!!!!” come da canonici
copioni calcistici. (nota: siamo in un “covo” rossonero del
foot-ball…).

Meno male che, passando il tempo, piano piano l’interesse sale.

Celso, il messo comunale, azzarda perfino un concreto “… ma perché non piazziamo e facciamo tre punti?”

“A’l’avràn bìn due bàle anca lùr !!” gli risponde in modo acceso Berto, l’elettrauto che tutti chiamano “Scintilla”.

Che liberamente traduco “ma cosa sono marziani? hanno due palle anche loro o no?”

Ed io giù a spiegargli che dalle loro parti, Nuova Zelanda, il
rugby è quello che è, più del nostro calcio, quasi una religione, che i
bambini ci giocano da quando sono piccoli, ecc.ecc.

Intanto la partita scorre negli avvenimenti che tutti sappiamo e dove tutti questi neofiti se ne appassionano.

Sento e vedo che applaudono alle mete dei “neri” degli incoraggiamento ai nostri placcaggi.

Ma il culmine arriva quando Bergamasco marca la nostra unica
segnatura ed è proprio in quel punto che a Carlo, gli scappa un
liberatorio ”Gooool….” subito corretto da Celso, interista fino
all’osso, con un borbottato “L’ha ancora capì nò che l’è Meta….lù e il
so Mìlan di’ ciàp….”

“Campari per tutti!!!” urla e distribuisce il Carlo.

Fine della partita.

Qualche commento, tipo che sono troppo forti, suffragato da qualche
osservazione di Mècu (Domenico) il macellaio: “ Par me, loro mi sembra
che mangiano bistecche e rugby tutti i giorni……”

“Se placcano così Del Piero……lìè la volta cha và in pensiùn na
volta per tute” aggiunge serio Vìgiu (Luigi) il cantoniere Anas, in
pensione anche lui.

La gente comincia a uscire ed andarsene: la giornata serena, di
questi tempi, la fa pagare con una nebbia che a poco a poco comincia a
calare.

Giusto in tempo perché Carlo mi chiede “…quando si gioca la prossima?“

Gli propongo di fare una gita con me a Biella, dal vivo, tra due sabati.

Ci sono gli U.S.A.

“…..alùra saràn più fort…….lagiù sùn ducènt miliùn…..” aggiunge preoccupato.

Lo rinfranco rispondendo che forse siamo più forti noi.

Se la moglie lo sostituisce, giura che viene.

Mi offre un calice di bonarda e mi avvio in bici verso casa: vado a
leggere la rugbylist dove ci saranno certamente commenti tecnicamente
più dettagliati.

Saluti dalla bassa Valle Scrivia

R.R.

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