Il rugby contro lo spopolamento montano

Anche il rugby “medicina” contro lo spopolamento montano: un progetto del comune di Tornimparte.

Tornimparte scuola rugby

di VALENTINA CIAFRO
mercoledì 05 settembre 2007
L’Aquila, 5 set.
 

Un progetto del comune di Tornimparte contro la dispersione sportiva.

 

Abbiamo assistito negli ultimi anni a una considerevole esplosione di attività sportive, da praticare in palestra o all’aria aperta, che non coinvolge solo gli adulti, ma che si rivolge anche e soprattutto ad un pubblico molto giovane, cioè bambini e adolescenti.

Federazioni sportive nazionali, club e associazioni sportive hanno scatenato una vera e propria battaglia nei confronti di famiglie e istituti scolastici, manipolando e sfruttando le tecniche persuasive più originali, per convincere il loro target della bontà e della necessità di muoversi.

Quello che si è verificato, infatti, non ha riguardato la necessità di invogliare il giovane a praticare l’attività sportiva per il bene della sua salute: si è ricorsi alla pubblicizzazione delle più diverse discipline per lucrare e per fare proseliti. Si è lasciato da parte l’obiettivo di far crescere e curare talenti e si è puntato tutto sulla creazione di “campioni” da sfruttare per abbellire gadget, materiale sportivo e per fare pubblicità.

A fornirci questo quadro sconsolante sulla condizione dello sport sono le ricerche realizzate nell’ambito del progetto “Tornimparte Scuola Rugby”, la cui responsabile scientifica Michela Staffieri, ha voluto prendere come riferimento il gioco del rugby per le sue caratteristiche e le sue regole che si possono ritrovare nell’ambito sociale che viviamo attualmente. E sono proprio i rapporti sociali ad essere negativamente toccati dalla perdita del carattere educativo e formativo delle attività sportive, oltre alla perdita dei valori che esse diffondono.

È fondamentale individuare un percorso multidisciplinare e polivalente, con particolare riferimento allo sviluppo delle capacità coordinative motorie di base, come metodo che favorisca l’accesso alle varie forme di partecipazione competitiva. Si inizia all’età di 5-6 anni a praticare l’attività sportiva, mentre è tra gli 11 e 16 anni che si sceglie uno sport a cui dedicarsi anche a livello agonistico. In questa fase, però, avviene anche un altro processo: si tende ad abbandonare la propria scelta perché la proprie aspettative personali vengono messe a dura prova dall’allenamento, dalle delusioni di vittorie mancate, dal confronto con i propri compagni o con gli avversari. Di fronte alla scelta di continuare o abbandonare, si preferisce sempre la seconda! Lasciar perdere è la strada più facile da percorrere, tanto più se teniamo presente la situazione che abbiamo descritto e che spinge a quella che viene definita come “dispersione sportiva”. Qualcuno si è reso conto di questo fenomeno, lo ha analizzato e a deciso di intervenire prima che la situazione continui a peggiorare.

Il progetto “Tornimparte Scuola Rugby” nasce a questo scopo: garantire la formazione sociale e culturale delle giovani generazioni partendo dal recupero dell’attività sportiva e facendolo con il rugby, uno degli sport più amati dalla nostra città.

Tornimparte, Lucoli e Scoppito si sono impegnati affinché i nostri giovani ritrovino nello sport un motivo di affermazione e affinché, attraverso di esso, si possa dare un impulso positivo allo sviluppo delle aree interne. Fare sport non significa mercificare con il talento di chi lo possiede. Significa piuttosto affermare valori e curare le capacità agonistiche di chi merita.

 

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