Anniversario: Italia e Nuova Zelanda, Padova 1977

Il trentennale dell’incontro tra Italia e Nuova Zelanda svoltosi allo Stadio Appiani di Padova il 22 ottobre 1977 (riassunto di un articolo apparso su La Tribuna di Treviso di oggi, 12 novembre 2007)

Un avvenimento quello accaduto il 22 ottobre 1977, quando
allo Stadio Appiani di Padova furono ospitati gli All Blacks.
I Neozelandesi avrebbero poi disputato un tournée in Europa con
conseguente Grande Slam.
C’era in concomitanza una partita della Nazionale in Coppa Europa,
contro la Polonia, lo stesso giorno, e non ci fu verso di spostarla.
L’Italia, quindi, per non rinunciare allo scontro di Padova, mandò in
Polonia la nazionale "giovanile" e perdemmo l’incontro.
Il test con gli AB, però, non doveva figurare come ufficiale e perciò
si ricorse ad un escamotage schierando il XV del Presidente, una
squadra ad invito.
In pratica, una nazionale italiana rinforzata da Guy Pardies (m.m.),
Nelson Babrow (m.a.). e Naudè in mischia.
L’Haka fu condotta da un certo Graham Mourie ed un pilone era Brad Johnstone.
Nello Francescato segnò l’unica meta che gli AB subirono durante tutta
la tournée.
Il Primo tempo finì 6 a 6 (mete di Mourie e Francescato, ambedue
trasformate), grazie anche ad una prima linea che, disse Mourie, fu la
più forte incontrata nel tour.
Il risultato finale è 9-17 davanti ai circa 21.000 spettatori dell’Appiani.
Questa la formazione che affrontò i mitici AB:
Zuin; Rossi, Nello Francescato, Bruno Francescato, Marchetto; Babrow,
Pardiès; Bonetti, Baraldi, Blessano; Rinaldo, Naudè; Piovan, Monfeli,
Presutti.
In panchina: Robazza, Romagnoli, Fedrigo, Arturo Bergamasco, Puppo, Bellini.

One response to “Anniversario: Italia e Nuova Zelanda, Padova 1977”

  1. C’ero anch’io quel giorno mitico allo stadio Appiani, avevo 17 anni ed in quel periodo giocavo nelle aquile del Petrarca Padova. Mi emoziono ancora adesso nel pensarci, vedere questi "marziani" venuti da oltre oceano vestiti di nero, già leggende del rugby. Ma il nostro XV del Presidente composto da veri e propri leoni ha tenuto testa fino alla fine dimostrando di saper giocare il vero rugby anche contro chi con la palla ovale in mano ci nasce.

    Giorgio

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